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Vecchio 17 ottobre 07, 10:24   #21 (permalink)  Top
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qualcosa del genere



Naturalmente è solo un esempio, ho provato in vari modi, lavorando sul 3d, partendo dalle tre posizioni, dritta, sbandata a dx e a sx e poi cercando di raccordare i punti che mi venivano per creare delle ordinate....una tragedia
Nella migliore delle ipotesi si sballano tutti i volumi
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Vecchio 17 ottobre 07, 11:54   #22 (permalink)  Top
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Grakula,
sinceramente non ci capisco niente, non é che per caso vuoi reinventare la gondola ma questa volta a vela ? Sarà difficile fargli cambiare bordo !
Apetto altri disegni per vederci più chiaro, adesso sono nella nebbia più totale a meno che ....altri possano illuminarmi.
Cd
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Vecchio 17 ottobre 07, 16:43   #23 (permalink)  Top
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La forma del piano di galleggiamento.



Dopo aver deciso la lunghezza e il peso della barca, si puo’ incominciare a disegare una cocca che abbia la minore superficie possibile per la sezione maestra. Cio’ si ottiene distribuendo i volumi della carena verso le estremùità. Uno scafo poco profondo é da preferire perché produce un’onda più piatta con meno attrito. Queste sono le tipiche forme :

• Forma a testa di merluzzo (pesce) con prua piena e poppa fine come i bulbi.

le forme usate in modellismo sono :

• Forma piena a poppa e fine a prua
• Forma simmetrica

La forma a “testa di merluzzo” é quella che ha la maggior parte del volume situata nella prima metà della cocca verso prua
Il solo vantaggio conosciuto ai tempi nostri é che questa forma presenta la minor resistenza all’avanzamento a bassa velocità con Vr < 0.3 a causa dell ’assenza di un attrito dovuto all’onda . Quasi tutti i rimorchiatori e pescherecci adottano queste forme perché consumano meno energia per spostarsi.
Una forma che non presente alcun interesse per il modellista non é presentata.
Per evitare confusione, o malintesi, i bulbi, essendo totalmente immersi, hanno un rendimento elevato perché subiscono soltanto l’attrito di superficie ed hanno un Cx (coeficiente di penetrazione) assai basso. Un esempio di applicazione lo si riscontra coi sommergibili.

La “forma piena poppa” e caratterizzata per delle linee fini a prua e piene a poppa. Una vecchia teoria considerava questa forma come la forma ideale per le barche a vela. Ancora oggi molti yacht usano questa forma. Essendo i volumi di poppa relativamente portanti, possono essere usati per posizionare il motore e l’equipaggio che trovandosi lontano dalla prua é anche abbastanza protetto . Adottare una prua stretta favorisce la penetrazione con mare ondoso. La dissimetria dei volumi a poppa e a prua riduce l’effetto di beccheggio. Questa forma ha lo svantaggio di presentare la resistenza più elevata a bassa belocità, pero’ questa situazione cambia radicalmente con l’aumentare della velocità con Vr tra 0.5 e 1.0 tanto da essere inferiore alle altre forme.
I vantaggi offerti da questo tipo di cocca per le barche vere, non presentano , comunque, molto interesse per i modellisti.

La forma “simmetrica” é la migliore per l’uso dei modellisti che vogliono fare dei modelli da competizione. La resistenza, a bassa velocià, é inferiore a quella sopra citata , é leggermente superiore alla forma precedente, ma offre, comparativamente, la minor resistenza a velocità elevate.
Certamente come in tutte le cose, una ricerca di compromesso sarà ricercata del progettista.
Il centro di carena CC sarà di solito posizionato poco più indietro della Sezione Centrale , da non confondere con la Sezione Maestra. Non é molto difficile quindi poter fare una scelta.
C’é qualcuno che ha detto che rendendo la prua al livello di galleggiamento un po troncata, vedi forma dell’Optimist, questo aiuterebbe a ridurre la resistenza totale. Io non lo mai fatto, forse un giorno ...

Un piccolo cenno grafico sulla resistenza:



La Vr = 1.0 é in effetti la velocità critica della barca che in teoria é anche la massima velocità raggiungibile da essa . In pratica questa velocità puo' arrivare a delle Vr più alte tra 1.0 e 1.5.
Le barche che possono andare più veloci sono essenzialmente certi multiscafi e i più recenti "foilers".
Cd

Ultima modifica di claudioD : 17 ottobre 07 alle ore 16:52
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Vecchio 17 ottobre 07, 20:48   #24 (permalink)  Top
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Grakula ,
ti dice qualch' cosa ? é un catamarano !
Cd

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Vecchio 18 ottobre 07, 09:13   #25 (permalink)  Top
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esatto, con questa posizione di vela andrebbe bene lo scafo di destra ovviamente cambiando bordo andrebbe bene quello di sinistra, l'idea come dicevo è quella di ottenere questo risultato sfruttando il cambiamento di forma quando la barca si inclina da una parte o dall'altra....preparo un disegnino
grakula non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 18 ottobre 07, 10:11   #26 (permalink)  Top
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Faccio fatica a capire come puoi fare questo con un solo "corpo"

nel frattempo , mentre tu prepari i disegnini, che spero di vedere presto,
io introduco un argomento sulla famosa e sconosciuta "Curva delle Aree"

Scusate ragazzi se mi lascio prendere dal gioco, ma se vi annoio con le mie chiacchere, dovete dirmelo.

Un cenno sulla Curva delle Aree per chi non conosce molto queste cose.

E' un parametro che non non appare mai, solo i progettisti lo usano, ma a mio parere é interessante vedere di che cosa si tratta, giusto per curiosità.
Questa curva definisce il "carattere" di una barca e permette, a colpo d'occhio, di capire come sono distribuiti i volumi della carena e che tipo di barca sia. Molto usato per confrontare barche tra loro per fare delle analisi comparative, ma non solo...

Io chiamo "carena" quella parte dello scafo o cocca che rappresenta solo il volume immerso in condizioni statiche.

La curva é' facile da ottenere, basta calcolare e tracciare un punto sulla linea Verticale (y) di ogni ordinata, equivalente alla superficie immersa di ciascuna ordinata. Beninteso, bisogna avere il disegno frontale delle sezioni/ordinate.
La linea Orizzontale (x), rappresenta la Lunghezza al Galleggiamento con la posizione rispettiva di ogni ordinata dal n°10 al n°0. Queste ultime due ordinate, posizionate agli estremi della curva, valgono quasi sempre zero cm²
Riunendo tutti i punti trovati sul piano x-y si ottiene una curva che si chiama appunto : Curva delle Aree.
Ogni barca ha la sua curva che nasce in fase di progetto, considero questo parametro come una Carta di Identità della barca stessa che esiste prima ancora che la barca venga costruita, perché nasce sul tavolo da disegno.
Altri, invece, considerano come Carta di Identità, il grafico della Polare di Velocità.

Nell'sempio qui sotto sono rappresentate due curve, una rossa che appartiene ad una carena avente le entrate e uscite abbastanza rastremate ed una superficie immersa che tende a concentrarsi sulle ordinate centrali tra la n° 4 e la n° 7, la sua forma é quella tipica di una barca adatta a venti leggeri ed il suo Coeficiente Prismatico dovrebbe essere abbastanza basso intorno al 0.50 / 0.52.
La curva blu, invece, presenta delle forme più piene alle estremità e meno concentrazione al centro, é una curva tipica appartenente ad una barca adatta a venti medio-forti.
Il Coeficiente Prismatico in questo caso potrebbe essere intorno 0.58 / 0.60. Generalmente per i nostri modelli, si puo' considerare per il Coeficiente Prismatico, una scala di valori che vanno da 0.50 a 0.60 . Il valore di 1.0 é quello di un corpo simile a quello di un Tanker, più é basso il CP e più si ha una barca che ha delle linee di entrata e uscita realtivamente snelle tipiche per venti leggeri.

Cio' detto, ci sono barche più tozze come quelle derivanti da una curva blu, che si comportano anch'esse molto bene con venti deboli, anzi si afferma nei manuali, che una barca "tozza" vada meglio con poco vento che una "snella con vento forte.

La somma di tutte le superfici di ogni ordinata, moltiplicata per la distanza tra le ordinate, fornisce il volume totale immerso della cocca.
Questo Volume é anche chiamato Stazza o Disloccamento e varia leggermente a secondo se si usa il peso specifico dell 'acqua salata oppure quello dell'acqua dolce, in altre parole, una barca che naviga in acqua salata, ha un pescaggio inferiore a causa della densità dell'acqua di mare e di conseguenza anche una linea di galleggiament leggermente più corta.
Nel centro del grafico si puo' riportare la posizione del CC - Centro di Carena che é anche il centro di gravità. La posizione del CC é facilmente identificata con il metodo della sospensione multipla, ad uno spillo, di un cartoncino ritagliato con la forma della curva, il punto di incrocio dei vari tracciati, identifica la posizione del CC.
Certamente i programmi di calcolo moderni, fanno tutto questo automaticamente.
E' molto importante sapere dove si trova il CC, esso é il punto di referenza principale.
Da questo punto partono tutte le regolazioni di equilibrio statico di una barca, in pratica il CC si muoverà in uno spazio seguendo i movimenti dinamici della barca che modificano la forma e posizione dei volumi immersi.

Personalmente, aggiungo una piccola divisione in dieci parti, tra la ordinata 5 e 6, ogni divisione vale 1% della lunghezza dell'asse orizzontale che rappresenta, come detto precedentemente, la lunghezza al galleggiamento della barca.
Nel caso particolare, si nota che il CC si trova a -3% dalla ordinata n° 5 e che gli inglesi denominano LCB. E' un dato aggiuntivo usato per calcoli più complessi sulla posizione longitudinale del CC.
Personalmente uso la Curva delle Aree per posizionare anche la deriva, infatti faccio in modo che, dopo aver trasportato la Curva sul piano laterale della cocca, il culmine della curva stessa indica la posizione per posizionare la verticale del CD - Centro di Deriva.
Spesso la posizione longitudinale del CC non si trova sulla stessa verticale del culmine della Curva delle Aree la quale indica in maniera più precisa la posizione del centro del volume immerso.
Cd

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Vecchio 18 ottobre 07, 10:22   #27 (permalink)  Top
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scusate la pessima qualità delle immagini ma l'ho fatte in fretta e furia.

con questa forma si otterrebbe il risultato







ma cosa succede quando viaggia in poppa?

fra l'altro esiste una barca fatta più o meno cosi in scala 1-1

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Vecchio 18 ottobre 07, 10:36   #28 (permalink)  Top
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Vedo o intuisco, non so bene, ma una barca cosi' mi sembra assomigli allo Scow americato. vado a cercare una disegno che si avvicina molto a quello che hai messo. "Si dice" che lo Scow sia molto veloce in acque piatte. Infatti anche questa barca é un Old-Tmer del nord dell'America.
A tra poco, vado in "biblioteca" hihihi
Cd
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Vecchio 18 ottobre 07, 10:56   #29 (permalink)  Top
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Un altro problema che ho trovato, come dicevo, è quello dei volumi.
Una barca fatta come quella sopre, quando sbanda affonda terribilmente, bisognerebbe prevedere una discreta riserva di lunghezza al galleggiamento ( non so come chiamarla) perchè non vadano sotto prua e poppa quando la barca sbanda.
Il vantaggio è che uno scafo fatto così si relizza in mezz'ora

metto anche l'indirizzo di una pagina dove parlano del giormax (la barca del disegno 1-1)

http://web.tiscali.it/bcademco/classe_10.htm
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Vecchio 18 ottobre 07, 11:14   #30 (permalink)  Top
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Lo Scow americano credo sia nata come una barca facile da fare e da usare su acque tranquille. E' caratterizzata da un fondo piatto, credo che abbia pure poca deriva.
Oggi ci sono delle associazioni con calendari di regata.
Ecco un immagine tratta da un libro di P. Lodigiani.
Cliccando "scow" su google troverai molte cose...
Continua, vedrai che ce la fai
Cd

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