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Vecchio 12 ottobre 07, 14:58   #1 (permalink)  Top
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"Old Timer"

Sfogliando la mia biblioteca ho scelto questo modello degli anni 60, si tratta del HIGHLANDER che ha vinto molti campionati Inglesi e Internazionali a quei tempi era cio' che si poteva fare di meglio.
Il bello é che non usava radiocommandi, ma solo un 'steering vane'.
Le vele erano fatte di cotone !
Cio' significa che solo le qualità velistiche e architetturali dello scafo sono da considerare. I pollici non servivano, la barca vincente era la migliore sotto tutti gli aspetti. Vera architettura navale !
Forse con un pizzico di modernismo sulla deriva e bulbo si potrebbe adattare ad usi più moderni !
Cd

claudioD non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 14 ottobre 07, 13:48   #2 (permalink)  Top
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Old-Timer 4kg

Ho ripreso il disegno precedente e l'ho modificato cercando di mantenere le charatteristiche generali, ma con qualche adattamento.
Da notare che l'originale si manifesta per un CP di 0.51 anche se il piano di galleggiamento non lo dimostra, questo é dato dalla forma profonda del "rocker" che si concentra al centro. Questa configurazione da una superficie della sezione maestra alquanto importante rispetto a barche moderne aventi i volumi più distribuiti ma con un CP intorno al 0.58/0.60 , cio' significa che potrebbe creare più attrito d'onda con l'aumentare della velocità.
Essendo la cocca del disegno presentato, abbastanza stretta, dovrebbe comunque favorire la velocità in poppa e la sua deriva lunga ma meno profonda e più rigida, dovrebbe invece far diminuire lo scarroccio ed avere una bolina più stretta.

"OSERVAZIONI"

Vorrei notare alcuni punti per sollecitare una discussione a proposito di scafi "moderni" e scafi "antichi".

A proposito di Coppa America, fino verso gli anni 85/90 si usavano scafi "antichi" un esempio classico era l'Azzurra o l'Australia. Questi scafi si caratterizzavano per delle forme a 'V'
Poi sono arrivati i materiali compositi che hanno permesso di costruire delle barche con disloccamento medio/leggero. Le cocche si sono alargate con fondi più piatti per avere più stabilità laterale .
Negli anni 90 la situazione cambia completamente perché si sono accorti che queste nuove forme potevano entrare in "planning" col vento di poppa e ottenere delle velocità mai raggiunte prima. Il progresso é indeniabile e cosi nascono nuove forme come il Moro di Venezia e poi il BlackMagic, e poi tutti gli altri, e la gara a chi copiava di più era comminciata, etc.
Tutto questo mi va bene, ma se osservo attentamente gli ultimi risultati della AC, noto che i percorsi di bolina sono intorno ai 45° mentre all'epoca si poteva pretendere di stringere il vento intorno ai 35°/36° e quache volta anche meno.
Cosa é cambiato ? Semplice il titanio ha permesso di fare delle derive piu strette e più corte con meno superficie bagnata, pero' scarrocciano evidentemente molto di più pensando forse di compensare con la velocità, sopratutto quella di poppa.

Come mi é capitato di scrivere in altre occasioni, ho sempre temuto "l'effetto moda" nel modellismo, ma sospetto che la cosa si applica anche altrove nel mondo nautico, Questo fenomeno spesso puo' portare in direzzioni svariate e non sempre felici.
Gli architetti non osano molto rinnovare anche se avessero delle buone idee, ma non possono farlo coi soldi dell'armatore e preferiscono fare qualche cosa che ha già dato dei buoni risultati senza pero' poter provare che si poteva fare meglio.

Se si nota la capacità di planare degli AC veri, non vuol dire che i modelli che hanno delle dimensioni di lunghezza intorno a 100/130 cm faranno altrettanto, anzi non succede mai a causa del famoso Reynolds e dei suoi numeri.

Allora mi dico, se non si puo' planare a che serve fare delle forme di carena che scopiazzano gli AC come si fa da almeno 15/20 anni ?

Comincio a ricredermi ed avere dei dubbi, preferirei, per i nostri modelli, avere delle boline più strette !
Mi piacerebbe far partire delle modelli che dopo essere stati regolati si lascino andare senza più toccare il radiocommando, e vedere chi arriva primo sull'altra boa sia di bolina che di poppa o anche al traverso. Il fattore "pilota" non essendo presente, si potrebbe verificare le vere proprietà marine della barca , vele incluse.

Sono dubbi che solo delle prove potranno risolvere, per cui gli "Old-Timer" come li ho definiti, meritano forse di essere ricostruiti o reinventati con l'ausilio dei materiali moderni e poi comparati.

Forse mi sbaglio su tutto e mi piacerebbe avere un contraditorio.
Nel frattempo ecco un disegno nuovo :
Salve
ClaudioD

claudioD non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 14 ottobre 07, 14:03   #3 (permalink)  Top
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La Curva delle Aree.
Due disloccamenti diversi sullo stesso tipo di carena. Solo la larghezza cambia.
Cd

claudioD non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 15 ottobre 07, 09:15   #4 (permalink)  Top
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TI ADORO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! in senso metaforico!!!!

Mi sono sempre posto le tue stesse domande anche se non sono un esperto come te ma un semplice appassionato di vela e praticante a discreti livelli (quella in scala 1:1).

Credo si debba cominciare a rivalutare questo magnifico hobby in termini diversi da quello dello scopiazzamento con il reale. Ovviamente non mi riferisco alla parte estetica... quella e' parte della cultura e dell'arbitrarieta' del singolo.... mi riferisco alla tecnica che come dice ClaudioD, mooooolto meglio di me, e' da pensare piu' in termini di caratteristiche massime del modello che di somiglianza con quelle dell'originale.

Ciao Rino

PS. In Francia... Dove??? Ho parenti a Palavas Les Flots (una cittadina sul mare vicino a Montpellier) e ad Albi
rino2 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 15 ottobre 07, 11:50   #5 (permalink)  Top
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Ciao Rino,

ex varesotto, al'estero in varie parti dal 66, residente definitivamente a Nizza.

Mi fa piacere che c'é almeno uno che comincia a porsi le stesse domande, non sono sicuro che sia la strada giusta, ma ancora non ho visto valutare le "performances" delle barche modelli, perché c'é sempre il fattore pilota che nasconde tutto il resto. I test nei bacini costano troppo .

Sotto queste condizioni é difficile progredire sotto l'aspetto architetturale in maniera coscente.

Ieri un amico mi diceva che nel suo club c'é una "pilota" al di sopra della media, ex regattante di successo sulle barche vere, fiutatore di venticelli che gli altri non vedono, etc.
Possiede una barca , un Margo, molto ben regolata e vince 9 volte su dieci (pollici d'oro) con distacchi da 20 a 50mt sul secondo arrivato.
Hanno deciso di scambiarsi le barche cosi come erano, con le regolazioni fatte dai rispettivi proprietari e spesso diverse fra loro per forma e peso, per una decina di regate con altri sei membri del club.

Conclusione : il peggior risultato su 10 regate é stato 3 volte terzo , 4 volte secondo e 2 volte primo e 1 volta abbandonato causa avaria batteria. La sua barca invece, che é passata tra le mani di altri cinque piloti, é arrivata seconda in due occasioni soltanto su dieci .

Allora é la barca o il pilota ?

Il mio interesse é anzitutto quello di privileggiare al massimo le qualità della barca
considerando i vari aspetti e condizioni d'uso. Per esempio é notorio che i nostri scafi non entrano in "planning" dunque le cocche dette plananti forse non hanno senso o quasi, ma é anche vero che se non possono planare realmente, forse non sono neanche lontane dal farlo per cui ....

Ben inteso non é un processo alle barche attuali, anzi sono convinto che sono più veloci delle antenate a causa di molti fattori, ma lo sono veramente al massimo delle qualità che si potrebbe pretendere "architetturalmente" ?( parola difficile anche da scrivere) . Ho progettato diversi classe M con linee simili alle attuali, Studio3 nelle mani di un pollice d'oro vinceva spesso a livello Club, ma ....

Sono del parere che solo un lavoro sperimentale di diversi modelli potrebbe dare qualche risposta. Ne vale la pena ? spesso me lo domando !
Siccome dei modelli ne esisto già diversi in vari Clubs , si potrebbe cercare di valutarli, come già detto, facendoli navigare senza RC come si faceva una volta.
Quale club sarebbe disposto a farlo ? That's is the question !
Cd

Uno sguardo nostalgico :
Un rilascio a mano libera per una bolina


Un cambio di bordo "forzato" con la spinta di un bamboo sulla prua
e rilascio di modelli sul bordo di una grande vasca
claudioD non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 15 ottobre 07, 16:23   #6 (permalink)  Top
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L'avatar di grakula
 
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A questo punto intervengo per dire una cosa che credo di aver già detto in merito al nostro hobby (premetto di essere al limite dell'off topic).
Bisogna decidere se siamo modellisti o regatanti, mi riferisco al discorso sulle barche non radiocomandate.
E' evidente che in questo caso è tutto puntato sul progetto e la realizzazione (anche il divertimento).
Nel caso di barche radiocomandate il dito è fondamentale.
L'attuale vincitore del campionato italiano classe M tempo fa mi diceva che non ha più tempo e che purtroppo raramente riesce a partecipare alle regate, non si allena più e viene solo ogni tanto.
Peccato che quando viene vince regolarmente
Lui ha una buona barca, non autocostruita, sempre la stessa da diversi anni, nel frattempo sono usciti un tot di nuovi scafi ma lui è sempre regolarmente davanti.
Ho portato il suo esempio per dire che lui, a mio parere, è assolutamente un regatante, altra cosa dal modellista che forse si esprimerebbe al suo massimo con le barche non rc.
In tutto questo entra anche in ballo il tempo libero, io non ne ho e credo che nella mia situazione ci sia la maggior parte di noi, in questo caso comprare qualcosa di già fatto e andarci a giocare la domenica è decisamente più semplice.
Mi sono incartato nel ragionamento come al solito ma spero di essermi spiegato
grakula non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 15 ottobre 07, 19:43   #7 (permalink)  Top
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L'avatar di claudioD
 
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Grakula,
il tuo ragionamento ci sta tutto.
Adesso immagina che il tuo amico che vince sempre, abbia una barca che é ancora migliore tecnicamente.
Lui per il momento forse non lo sa se la sua é veramente la migliore , sa solo che i suoi pollici vanno bene e tanto gli basta, ma gli altri... ?
La stessa cosa l'ho illustrata nel mio post precedente con lo scambio di barche.
Da AMON lo fanno già.
Io sono solo modellista sapendo bene che i miei pollici valgono niente, ma mi piacerebbe concepire una barca vincente anche per quelli che non hanno grandi pollici.
Una barca ben concepita si guida anche meglio e molti "anonimi" potrebbero far luce..
Sono anche convinto che il margine di manovra é molto stretto, ma perché no ?
Cd
claudioD non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 15 ottobre 07, 20:06   #8 (permalink)  Top
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L'avatar di grakula
 
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Claudio, i miei pollici non sono un gran che, ma ti posso assicurare che ho passato un periodo, in cui andavo abbastanza spesso a un laghetto vicino casa ad allenarmi e la mia posizione in classifica aveva fatto un notevole balzo in avanti.
La maggior parte di quelli bravi dice che il dito conta almeno per il 70%, poi abbiamo incontrato Stollery (progettista che considero molto bravo) che ci ha detto che quello che conta sono le vele sia come fattura che come possibilità di regolazione, è vero che anche le vele fanno parte del progetto, ma facendo i dovuti conti, quanto resta alla qualità dello scafo?

P.S. Sono sempre alle prese con il progetto dell'80cm al più presto ti aggiorno

Ultima modifica di grakula : 15 ottobre 07 alle ore 20:12
grakula non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 16 ottobre 07, 00:33   #9 (permalink)  Top
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L'avatar di claudioD
 
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Grakula,
io non ho mai ecluso le vele anzi sono convinto che e un soggetto sul quale si potranno fare molte cose come sulle vere , vedi la 3DL , dopo tutto sono il motore e la parte attiva, é compito del resto fare meno attrito ed essere meno passivo possibile .
Prova a mettere le migliori vele su uno scafo a forma di scatola da scarpe (scusa l'eccesso) e vedrai cosa succede.
In quanto a dire che il pollice vale 70, 50, 30 % sono solo degli apprezzamenti solamente sogettivi, visto che niente é misurabile e niente é stato misurato.

Se le vele sono il motore, sembra quasi palissiano pensare che lo scafo più leggero andrà più veloce, purtroppo non é cosi', ci sono barche che pesano anche 1 kilo di più e vanno più veloci e, guarda caso, anche con poco vento.

La superficie bagnata, per esempio, é un parametro molto discusso a causa dell'attrito che si sviluppa specialmente a bassa velocità, per ridurlo molti, me incluso, pensano di accorciare le derive.
Personalmente preferirei disporre la superficie diversamente.
Con una deriva più corta, per mantenere la coppia raddrizzante, si deve aumentare il peso del bulbo e di conseguenza il peso totale della barca.

Una barca più pesante sarà più immersa salvo larghezza aumentata, ci sarà meno superficie bagnata a livello della deriva, ma ci sarà un aumento di superficie bagnata a livello scafo intorno la linea di galleggiamento.

Per esempio, su un classe 1 metro si puo' assumere un perimetro della linea di gallegiamento di circa 220 cm per cui ogni mm in più d'immersione vale 22cm² e 4.5 mm producono 100 cm² di più di superficie bagnata.
Una deriva tradizionale di un classe 1 metro ha una superficie bagnata di circa
370 cm² .
Cosa fare ? tenendo conto naturalmente, del disloccamento .

Ecco uno spunto, dove e come redistribuire une superficie bagnata accettando più peso ma allo stesso tempo accorciare la deriva e magari facendola più larga per avere delle prestazioni migliori di bolina.

Non so se mi sono spiegato, ma molte cose possono nascere da questo approccio, evidentemente sono scelte e compromessi come al solito che comunque dovrebbero tendere ad un miglior rendimento del systema scafo+vele.
Ouf !
buona notte
Cd
claudioD non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 16 ottobre 07, 10:39   #10 (permalink)  Top
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Forse mi direte che ho un "pallino" in testa.

Vi propongo un documento grafico che ho ampliato e relativo alla "Polare della Velocità" di un Dragone, che conosco bene.



Da questo grafico si possono vedere quali velocità puo' raggiungere la barca in funzione della rotta scelta e della forza del vento (1)
nel grafico (2) é un modo diverso per dire le stesse cose.
Il grafico (3) é invece la visione pratica di quale sia la miglior rotta possibile con andatura di bolina.
Si nota la barca gialla che stringe il vento a 38° con 10 nodi di vento e una blu che stringe il vento a 45°.

Secondo il grafico della Polare, la velocità della barca blu é superiore, ma fa più strada.
La barca gialla é più lenta , ma stringendo il vento a 38° arriva prima in boa, anzi puo prendersi il lusso di abbattere un po' e aumentare la sua velocità per arrivare ancor prima.

Questo é il VMG , che rappresenta il percorso più veloce per arrivare in Boa.

Non tutte le barche hanno le stesse Polari, altre stringeranno meno il vento , ma saranno forse molto più veloci ed arriveranno prima in Boa pur facendo un percorso molto più lungo.

Ho usato questo grafico per dimostrare quanto detto nei post precedenti, I nostri modelli non sono mai stati sottoposti a queste prove reali e quindi si va un po' a "spanna".

All'Università di Firenze* c'é chi si occupa in questi mesi, in maniera più scientifica, di determinare le caratteristiche migliori per i modelli. Sono curioso di sapere come andrà a finire.

Scusate se vi annoio.
Saluti
Cd

* Leggere l'ultimo "News letter" edito sul sito : www.nonsolovele.com - Vela con noi N°3
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