26 febbraio 19, 11:27 | #41 (permalink) Top | |
User Data registr.: 16-12-2004 Residenza: Genova
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| Citazione:
Nel tuo schema, non consideri che la tensione dei generatori varia in base allo stato di carica della batteria, è quello in definitiva che interrompe la corrente di carica, non certamente la resistena interna della batteria. | |
26 febbraio 19, 16:53 | #42 (permalink) Top | |
User Data registr.: 05-04-2007
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| Citazione:
Io rimango della mia, la ho spiegata abbastanza. Secondo me un condensatore con in serie una resistenza che viene ricaricato da una sorgente di corrente non ha alcuna costante di tempo. E si carica sempre alla stessa velocita’ indipendentemente dalla resistenza ma in maniera proporzionale alla corrente e inversamente proporzionale alla capacita’. Mettine due in parallelo e l’unica costante di tempo e’ quella che determina la transizione a regime costante, da li in poi la Ri non c’entra nulla. Poiche’ la Ri e’ piccola e le differenza tra due ancora di piu’, questa costante di tempo e’ molto piccola. In fase CV non cambia molto dal momento che ci arriviamo con quel piccolo transitorio gia' esaurito da tempo. Una sorgente di corrente e’ una sorgente di corrente, non c’e’ alcuna resistenza variabile, sarebbe un modo un bel po’ sconveniente per farla. Il modello lo ho spiegato piu’ volte e me basta cosi’ perche’ spiega l’evidenza sperimentale. Ti diro’ di piu’, questo principio e’ usato in fase di produzione per assemblare le celle “matchate” per capacita effettiva (la maggior parte di quelle che usiamo noi). Le celle appena prodotte vengono messe in parallelo, ricaricate a corrente fissa e poi scrinate in base alla corrente che assorbono perché essa e’ proporzionale alla capacita’. Questo per due motivi: ricaricare e scaricare ogni cella impiegherebbe troppo tempo e costerebbe un botto ricaricare e scaricare completamente annullerebbe l’effetto degli stabilizzatori chimici che permettono alle batterie nuove di conservarsi a lungo senza deteriorarsi. C’e’ tutto un thread si RCGroups su questo fatto dagli ingegneri di Revolectrix, che di mestiere progettano le batterie. E' una lettura interessante. Vi ringrazio sulla spiegazione su cosa e’ un componente reattivo. Purtroppo continuo a sostenere che anche una batteria lo sia, e sembra che wikipedia sia d’accordo con me. Tra l’altro proprio per questo fatto, in ambito industriale la chimica di una batteria per una determinata applicazione vengono scelte in base alla impedenza della batteria e non dalla Ri: “Two methods are used to read the internal resistance of a battery: Direct current (DC) by measuring the voltage drop at a given current, and alternating current (AC), which takes reactance into account. When measuring a reactive device such as a battery, the resistance values vary greatly between the DC and AC test methods, but neither reading is right or wrong. The DC reading looks at pure resistance (R) and provides true results for a DC load such as a heating element. The AC reading includes reactive components and provides impedance (Z). Impedance provides realistic results on a digital load such as a mobile phone or an inductive motor.” Pertanto mi sta bene che se vuoi risolvere un circuito usi un generatore con una resistenza in serie per rappresentare la batteria, quando non e’ la batteria che ti interessa. Ma se vuoi spiegare i transitori di carica o scarica questo non basta piu’ ed e’ lecito usare un condensatore in prima approssimazione. Tra l’altro tenere in conto della Ri sarebbe estremamente complesso dal momento che essa cambia moltissimo con lo SoC (nelle litio e’ molto piu’ alta quando sono cariche e scariche e piu’ bassa in mezzo) e con la temperatura (al contrario di quello che dice Archi la Ri scende, e di tanto, ma proprio tanto, all’aumentare della temperatura). Io la penso cosi’ e non ci guadagno nulla a convincerti, ma non ho cambiato idea. Il fatto che Archi non sia d’accordo con me mi da’ ulteriore conforto. Ho esposto la mia idea, ho dato anche alcune delle mie fonti e credo che il mio contributo qui sia finito. Buoni voli marco | |
26 febbraio 19, 17:01 | #43 (permalink) Top | ||
User Data registr.: 05-04-2007
Messaggi: 1.007
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sem appost Citazione:
non so in che mondo vivi ma evidentemente e’ diverso dal mio. Non so neanche che film hai visto ma forse conviene che lo riguardi perche’ evidentemente ti sei perso qualcosa. Non esiste alcuna batteria di alcuna chimica che aumenta la Ri all’aumentare della temperatura.Puoi chiedere a Google, c’e’ un’infinita’ di grafici su prove sperimentali a riguardo. Le nostre batterie hanno un Ri a 10 gradi quasi tre volte superiore che a 25, e a 45 gradi si dimezza ancora. Chissa perche’ nelle gare di F5B si usano fornetti per scaldare le batterie prima di un volo. Tra l’altro si usa anche comprimerle per migliorarne ulteriormente la resa. Questa estate c’e’ stata una gara di elicotteri da velocità al mio campo volo. Non li avevo mai visti prima. Per regolamento le batterie dovevano essere consegnate alla direzione gara che le poneva in un forno a 40 gradi in modo che fossero uguali per tutti e che i concorrenti non esagerassero a scaldarle. Sono felice che sei sicurissimo di quello che dici | ||
26 febbraio 19, 18:34 | #44 (permalink) Top | ||
User Data registr.: 08-08-2011 Residenza: Roma
Messaggi: 5.782
|
Concordo sul rispetto delle opinioni, che sono come le palle: ognuno ha le sue e se le tiene.. Solo una precisazione sulla parte che hai citato, relativa alla componente reattiva della batteria. Premesso che finora non ci ha interessato, in quanto abbiamo sempre considerato di lavorare in regime di correnti continue e sufficientemente costanti nel tempo per annullare qualsiasi effetto reattivo (nel senso di induttori e condensatori), la componente reattiva di cui parla l'articolo riguarda proprio le parti capacitive ed induttive parassite che la cella presenta in virtù della sua costruzione. Ogni volta che hai due conduttori affiancati hai una capacità parassita ed ogni volta che hai un conduttore hai una induttanza parassita. Finché siamo in regime di corrente continua costante, gli effetti di questi componenti non sono presenti, ma l'esempio che viene citato è quello di un carico fortemente impulsivo, come ad esempio l'alimentazione in PWM di un motore o l'alimentazione di un circuito che comunque al suo interno esegue switching a frequenze elevate (convertitori DC-DC, ad esempio). In queste condizioni la corrente erogata dalla batteria si presenta come una componente continua a cui è sommata una componente in alternata, il cui spettro di frequenze dipende dalla forma d'onda (analisi di Fourier). La componente continua ovviamente non provoca alcuna interazione con le capacità ed induttanze parassite, ma la componente alternata ne provoca moltissime. Da quì la necessità di testare le batterie sia in regime di correnti realmente costanti che impulsive. Citazione:
Non per nulla esistono componenti a bassa componente reattiva parassita. Leggi, ad esempio, il paragrafo "Tipi di condensatori" della pagina di Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Conden...elettrotecnica), in cui è ben chiaro che i condensatori hanno una componente parassita di natura induttiva: Citazione:
Carlo
__________________ Dai un pesce ad un uomo e lo avrai sfamato per un giorno, insegnagli a pescare e lo avrai sfamato per sempre. (Confucio) I miei modelli: http://www.youtube.com/results?search_query=carloroma63 | ||
26 febbraio 19, 18:48 | #45 (permalink) Top | |
User Data registr.: 08-08-2011 Residenza: Roma
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| Citazione:
Ad esempio si mettono delle piccole resistenze in serie ai led di potenza, quando questi sono in parallelo e sono pilotati in blocco in corrente costante da un unico alimentatore (come nella mia torcia sub), oppure si mettono delle piccole resistenze sull'uscita degli stabilizzatori 7805 quando vengono messi in parallelo per alimentare un carico superiore alle capacità di un singolo integrato. In entrambi i casi le resistenze fungono da controreazione ad ogni possibile sbilanciamento e riportano il circuito a funzionare in modo sufficientemente bilanciato. Non ho conoscenze specifiche sulle caratteristiche degli elettroliti, ma la fonte citata da Marco mi pare abbastanza autorevole, anche se si riferisce alla LiFePo4 e non alle LiPo standard. In realtà una batteria è autostabile, a mio avviso, per un motivo molto semplice: se una zona della batteria si scarica più di un'altra, la sua tensione a vuoto diminuisce e quindi diminuisce anche la corrente che eroga sul carico, autoriducendo di conseguenza la velocità con cui si scarica e ristabilendo l'equilibrio della cella. Se ci pensi, è esattamente lo stesso comportamento delle due celle in parallelo, dove un iniziale squilibrio porta le celle ad autobilanciarsi nel giro di qualche tempo. Carlo
__________________ Dai un pesce ad un uomo e lo avrai sfamato per un giorno, insegnagli a pescare e lo avrai sfamato per sempre. (Confucio) I miei modelli: http://www.youtube.com/results?search_query=carloroma63 Ultima modifica di CarloRoma63 : 26 febbraio 19 alle ore 18:52 | |
26 febbraio 19, 19:09 | #46 (permalink) Top | |
User Data registr.: 08-08-2011 Residenza: Roma
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| Citazione:
Se poi sostieni che un gruppo RC non ha una costante di tempo, allora ci rinuncio completamente.. https://it.wikipedia.org/wiki/Costan...un_circuito_RC Carlo
__________________ Dai un pesce ad un uomo e lo avrai sfamato per un giorno, insegnagli a pescare e lo avrai sfamato per sempre. (Confucio) I miei modelli: http://www.youtube.com/results?search_query=carloroma63 | |
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