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Vecchio 06 settembre 07, 10:58   #41 (permalink)  Top
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Data registr.: 18-08-2007
Residenza: pescara
Messaggi: 50
confermo

questo è il sito:

http://www.cmodels.it/
mauretto non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 06 settembre 07, 11:03   #42 (permalink)  Top
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Data registr.: 01-09-2007
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grazie mi ha appena informato il gentilissimo doctor
pietro811 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 06 settembre 07, 11:06   #43 (permalink)  Top
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Messaggi: 341
ottimo grazie ancora
pietro811 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 06 settembre 07, 12:26   #44 (permalink)  Top
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Messaggi: 4.883
...e alla fine si scoprì che frequentiamo lo stesso corso di laurea !!!

Il mondo è più piccolo di questo forum... (bella!! potrebbe essere uno slogan per il Barone)

Ciauuuuuu

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Originalmente inviato da pietro811
non credo di vista, non frequento questi posti malfamati come biblioteche .Medicina vero? Sono tantissimi gli iscritti a medicina...
Dalle parti del carcere? Ho capito forse a quell'agriturismo,tu sei stato? prima c'era una bella pista da noi, poi c'hanno costruito.
__________________
.
.

....ufficialmente e felicemente scomunicato!


doctordoom non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 06 settembre 07, 13:25   #45 (permalink)  Top
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calcolando che il corso è a numero chiuso e di posti nn ce ne sono moltissimi...insomma + di una casualità
pietro811 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 02 marzo 09, 21:34   #46 (permalink)  Top
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L'avatar di pellikano
 
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Originalmente inviato da doctordoom Visualizza messaggio
ehm, il ciclismo non prevede la costruzione della bicicletta.
La filatelia non prevede la stampa dei propri francobolli.
La numismatica non prevede il conio delle proprie monete.

L'aeromodellismo invece prevede(va) la costruzione dei propri aeromodelli.

Essere un buon Aeromodellista è ben diverso dall'essere un buon pilota di Aeromodelli...

Continuate a presentare ai neofiti solo un lato della medaglia e di questo passo, tra qualche anno, gli unici in grado di costruire o riparare un aeromodello saranno i cinesini che montano i vostri pronti al volo.
Vorrei risponderti confortando quanto dici con le parole (che ho incorniciato) dell'amico Gabriele Macrì di Lecce:

Piloti.

Ma sì, lo ammetto. Certe volte sono davvero troppo pignolo, e se qualcuno mi archivia tra i vecchi biliosi e brontoloni, forse non ha tutti i torti: in un paese in cui l’individuo medio dispone di un vocabolario di appena 300 parole, stare a disquisire tanto sull’uso di un termine è probabilmente un’esagerazione.
Tuttavia, dato che non comunico dagli studi di un’emittente televisiva commerciale, né scrivo su un periodico a larga diffusione, ma – per fortuna – parlo ad un gruppo di amici con cui mi piace condividere sensazioni e pensieri, forse quanto sto per dire non è del tutto fuori luogo.
Già da alcuni anni, anche nel nostro piccolo mondo vincolatistico, si diffonde l’uso del termine piloti per indicare quelli che nelle cronache di un tempo venivano chiamati semplicemente aeromodellisti, partecipanti, concorrenti, ecc.
Devo dire la verità: sulle prime questo fenomeno mi ha lusingato, e l’ho interpretato come una variante linguistica più al passo coi tempi che restituiva maggior dignità a “quelli che giocano con gli aeroplanini”.
E’ umano, no? In fondo, quando voliamo i nostri piedi sono per terra, sì, ma la nostra mente scorre lungo i cavi (si parla di volo vincolato n.d.r.) e prende posto lì, in quell’abitacolo di cui raramente riusciamo a fare a meno nei nostri modelli... In fondo, lo sappiamo tutti quanto abbiamo faticato per acquisire quella sensibilità che ci permette oggi di eseguire il programma acrobatico o di dominare un mostro che fila a trecento all’ora... In fondo, lo spirito di “Nivola” è ancora nell’immaginario collettivo degli italiani, e l’essere chiamato “pilota” fa di ciascuno di noi un piccolo
Schumacher...
Ecco, è stato proprio Schumacher a farmi rendere conto di quanto il termine “pilota” sia riduttivo. Lui sale in macchina, sistema cinture e volante, fa un paio di giri di pista, poi scende e dice: “Ragazzi, ancora non ci siamo: sistemate un po’ questo e tirate un po’ quello, poi riproviamo” – e torna nella sdraio. Una prestazione da grande professionista, certo, ma il suo ruolo all’interno del team si esaurisce, appunto, nel pilotaggio.
Sì, è vero, anche per la maggior parte dei “radiolari” d’oggi tutto (o quasi tutto) si esaurisce nel pilotaggio. La diffusione di modelli Ready-to-Fly tanto ready che anche applicare le decals pare una fatica immane; la lotta al coltello tra i negozi di modellismo che fa sì che si trovino istruttori pronti a venire sul campo anche solo per carburarti il motore; una certa aria snob da portafogli gonfio e stanchezza congenita che è emigrata dalla Capri degli anni ’50 alle piste RC degli anni 2000; tutto ciò rende il termine “pilota” più che adeguato per questa realtà.
Noi no.
Noi, che (vero, Paolo?) sappiamo assaporare l’odore del balsa di primo mattino, noi che la sera ci addormentiamo pensando a quel profilo che vogliamo provare sul nuovo modello, noi che aspiriamo la fragranza del tendicarta come se fosse Chanel n° 5, noi che rodiamo e mettiamo a punto i nostri motori con delicatezza di amante, noi che incolliamo centine con trepidazione di madre e guardiamo crescere le nostre creature con occhio severo di padre - noi ci rifiutiamo di essere chiamati solo “piloti”.
Noi ripudiamo questa etichetta perché la nostra attività è così variegata, così completa, così colorata che probabilmente non esiste una sola parola in grado di descriverla. Noi siamo insieme progettisti, tecnici, artigiani, stilisti, carrozzieri, meccanici, collaudatori e – anche – piloti. Forse solo il vecchio termine “aeromodellisti” esprime tutto questo. Ci chiamino pure come vogliono.
Piloti, no.

pellikano non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 marzo 09, 11:54   #47 (permalink)  Top
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L'avatar di fai4602
 
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Vorrei risponderti confortando quanto dici con le parole (che ho incorniciato) dell'amico Gabriele Macrì di Lecce:

Piloti.

Ma sì, lo ammetto. Certe volte sono davvero troppo pignolo, e se qualcuno mi archivia tra i vecchi biliosi e brontoloni, forse non ha tutti i torti: in un paese in cui l’individuo medio dispone di un vocabolario di appena 300 parole, stare a disquisire tanto sull’uso di un termine è probabilmente un’esagerazione.
Tuttavia, dato che non comunico dagli studi di un’emittente televisiva commerciale, né scrivo su un periodico a larga diffusione, ma – per fortuna – parlo ad un gruppo di amici con cui mi piace condividere sensazioni e pensieri, forse quanto sto per dire non è del tutto fuori luogo.
Già da alcuni anni, anche nel nostro piccolo mondo vincolatistico, si diffonde l’uso del termine piloti per indicare quelli che nelle cronache di un tempo venivano chiamati semplicemente aeromodellisti, partecipanti, concorrenti, ecc.
Devo dire la verità: sulle prime questo fenomeno mi ha lusingato, e l’ho interpretato come una variante linguistica più al passo coi tempi che restituiva maggior dignità a “quelli che giocano con gli aeroplanini”.
E’ umano, no? In fondo, quando voliamo i nostri piedi sono per terra, sì, ma la nostra mente scorre lungo i cavi (si parla di volo vincolato n.d.r.) e prende posto lì, in quell’abitacolo di cui raramente riusciamo a fare a meno nei nostri modelli... In fondo, lo sappiamo tutti quanto abbiamo faticato per acquisire quella sensibilità che ci permette oggi di eseguire il programma acrobatico o di dominare un mostro che fila a trecento all’ora... In fondo, lo spirito di “Nivola” è ancora nell’immaginario collettivo degli italiani, e l’essere chiamato “pilota” fa di ciascuno di noi un piccolo
Schumacher...
Ecco, è stato proprio Schumacher a farmi rendere conto di quanto il termine “pilota” sia riduttivo. Lui sale in macchina, sistema cinture e volante, fa un paio di giri di pista, poi scende e dice: “Ragazzi, ancora non ci siamo: sistemate un po’ questo e tirate un po’ quello, poi riproviamo” – e torna nella sdraio. Una prestazione da grande professionista, certo, ma il suo ruolo all’interno del team si esaurisce, appunto, nel pilotaggio.
Sì, è vero, anche per la maggior parte dei “radiolari” d’oggi tutto (o quasi tutto) si esaurisce nel pilotaggio. La diffusione di modelli Ready-to-Fly tanto ready che anche applicare le decals pare una fatica immane; la lotta al coltello tra i negozi di modellismo che fa sì che si trovino istruttori pronti a venire sul campo anche solo per carburarti il motore; una certa aria snob da portafogli gonfio e stanchezza congenita che è emigrata dalla Capri degli anni ’50 alle piste RC degli anni 2000; tutto ciò rende il termine “pilota” più che adeguato per questa realtà.
Noi no.
Noi, che (vero, Paolo?) sappiamo assaporare l’odore del balsa di primo mattino, noi che la sera ci addormentiamo pensando a quel profilo che vogliamo provare sul nuovo modello, noi che aspiriamo la fragranza del tendicarta come se fosse Chanel n° 5, noi che rodiamo e mettiamo a punto i nostri motori con delicatezza di amante, noi che incolliamo centine con trepidazione di madre e guardiamo crescere le nostre creature con occhio severo di padre - noi ci rifiutiamo di essere chiamati solo “piloti”.
Noi ripudiamo questa etichetta perché la nostra attività è così variegata, così completa, così colorata che probabilmente non esiste una sola parola in grado di descriverla. Noi siamo insieme progettisti, tecnici, artigiani, stilisti, carrozzieri, meccanici, collaudatori e – anche – piloti. Forse solo il vecchio termine “aeromodellisti” esprime tutto questo. Ci chiamino pure come vogliono.
Piloti, no.


__________________
Mi son responsabile de quel che scrivo no de quel che ti te lesi.

L'aeromodellismo insegna la pazienza perché nell' aeromodellismo la fretta è portatrice di guai.

Al'è inutil insegnà al mus.....si piard timp e in plui si infastidis la bestie !

fai4602 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 marzo 09, 12:47   #48 (permalink)  Top
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pellikano non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 marzo 09, 13:03   #49 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da pellikano Visualizza messaggio
.......cut.........

Noi, che (vero, Paolo?) sappiamo assaporare l’odore del balsa di primo mattino, noi che la sera ci addormentiamo pensando a quel profilo che vogliamo provare sul nuovo modello, noi che aspiriamo la fragranza del tendicarta come se fosse Chanel n° 5, noi che rodiamo e mettiamo a punto i nostri motori con delicatezza di amante, noi che incolliamo centine con trepidazione di madre e guardiamo crescere le nostre creature con occhio severo di padre - noi ci rifiutiamo di essere chiamati solo “piloti”.
Noi ripudiamo questa etichetta perché la nostra attività è così variegata, così completa, così colorata che probabilmente non esiste una sola parola in grado di descriverla. Noi siamo insieme progettisti, tecnici, artigiani, stilisti, carrozzieri, meccanici, collaudatori e – anche – piloti. Forse solo il vecchio termine “aeromodellisti” esprime tutto questo. Ci chiamino pure come vogliono.
Piloti, no.

i miei piu sentiti complimenti!!!! questa e' una frase da incorniciare!!
__________________
Ciaooo da Fiorello.


https://www.facebook.com/fiorello.goletto

ad essere bravi piloti si arriva per gradi,se salti le tappe... trovi le talpe...
gattodistrada non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 marzo 09, 15:35   #50 (permalink)  Top
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L'avatar di Hell 13
 
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ehm, il ciclismo non prevede la costruzione della bicicletta.
La filatelia non prevede la stampa dei propri francobolli.
La numismatica non prevede il conio delle proprie monete.

L'aeromodellismo invece prevede(va) la costruzione dei propri aeromodelli.

Essere un buon Aeromodellista è ben diverso dall'essere un buon pilota di Aeromodelli...

Continuate a presentare ai neofiti solo un lato della medaglia e di questo passo, tra qualche anno, gli unici in grado di costruire o riparare un aeromodello saranno i cinesini che montano i vostri pronti al volo.

<_<

Mi dispiace ma mi sono stancato di vedere "esperti" che negano a priori il piacere della costruzione senza sapere se il principiante dall'altra parte la apprezzerebbe o no. E non mi si venga a dire che "è meglio iniziare col RTF e poi in seguito, se vorrà..."

Quando qualcuno vi drà "vorrei iniziare con l'aeromodellismo, ma non c'ho ca**i di fare niente" allora sarà lecito dare certi consigli.

Ma per tutti gli altri (specialmente per Verdino84 che a quanto pare vuole usare tutte le mani, non solo i pollici) fareste bene a far presente che ci sono diversi modi di iniziare, compreso quello "classico".

(Scusa Quietstorm, il mio è uno sfogo diretto un pò a tutto un modo di intendere l'aeromodellismo, non a te in particolare)

Ciauuuuuuu

secondo me ci sono ingegneri aereospaziali che non sanno pilotare e piloti che non sanno progettare.. poi cè chi sa progettare, costruire e pure pilotare..dipende uno cosa vuole imparare a fare prima..di solito si vuole prima imparare a volare per poter preservare poi un modello qualora lo si voglia costruire..e il modo migliore per farlo è iniziare con un RTF secondo me..no?

a me pare logico cosi..poi dipende da quello che una persona preferisce fare..insomma è questione di gusti diciamo per cui è logico anche che ci siano e saranno sempre disaccordi..
__________________
Segui le mie avventure in scala:
https://www.instagram.com/ready2flyr...NlZDc0MzIxNw==
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