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Vecchio 02 marzo 09, 21:34   #46 (permalink)  Top
pellikano
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Originalmente inviato da doctordoom Visualizza messaggio
ehm, il ciclismo non prevede la costruzione della bicicletta.
La filatelia non prevede la stampa dei propri francobolli.
La numismatica non prevede il conio delle proprie monete.

L'aeromodellismo invece prevede(va) la costruzione dei propri aeromodelli.

Essere un buon Aeromodellista è ben diverso dall'essere un buon pilota di Aeromodelli...

Continuate a presentare ai neofiti solo un lato della medaglia e di questo passo, tra qualche anno, gli unici in grado di costruire o riparare un aeromodello saranno i cinesini che montano i vostri pronti al volo.
Vorrei risponderti confortando quanto dici con le parole (che ho incorniciato) dell'amico Gabriele Macrì di Lecce:

Piloti.

Ma sì, lo ammetto. Certe volte sono davvero troppo pignolo, e se qualcuno mi archivia tra i vecchi biliosi e brontoloni, forse non ha tutti i torti: in un paese in cui l’individuo medio dispone di un vocabolario di appena 300 parole, stare a disquisire tanto sull’uso di un termine è probabilmente un’esagerazione.
Tuttavia, dato che non comunico dagli studi di un’emittente televisiva commerciale, né scrivo su un periodico a larga diffusione, ma – per fortuna – parlo ad un gruppo di amici con cui mi piace condividere sensazioni e pensieri, forse quanto sto per dire non è del tutto fuori luogo.
Già da alcuni anni, anche nel nostro piccolo mondo vincolatistico, si diffonde l’uso del termine piloti per indicare quelli che nelle cronache di un tempo venivano chiamati semplicemente aeromodellisti, partecipanti, concorrenti, ecc.
Devo dire la verità: sulle prime questo fenomeno mi ha lusingato, e l’ho interpretato come una variante linguistica più al passo coi tempi che restituiva maggior dignità a “quelli che giocano con gli aeroplanini”.
E’ umano, no? In fondo, quando voliamo i nostri piedi sono per terra, sì, ma la nostra mente scorre lungo i cavi (si parla di volo vincolato n.d.r.) e prende posto lì, in quell’abitacolo di cui raramente riusciamo a fare a meno nei nostri modelli... In fondo, lo sappiamo tutti quanto abbiamo faticato per acquisire quella sensibilità che ci permette oggi di eseguire il programma acrobatico o di dominare un mostro che fila a trecento all’ora... In fondo, lo spirito di “Nivola” è ancora nell’immaginario collettivo degli italiani, e l’essere chiamato “pilota” fa di ciascuno di noi un piccolo
Schumacher...
Ecco, è stato proprio Schumacher a farmi rendere conto di quanto il termine “pilota” sia riduttivo. Lui sale in macchina, sistema cinture e volante, fa un paio di giri di pista, poi scende e dice: “Ragazzi, ancora non ci siamo: sistemate un po’ questo e tirate un po’ quello, poi riproviamo” – e torna nella sdraio. Una prestazione da grande professionista, certo, ma il suo ruolo all’interno del team si esaurisce, appunto, nel pilotaggio.
Sì, è vero, anche per la maggior parte dei “radiolari” d’oggi tutto (o quasi tutto) si esaurisce nel pilotaggio. La diffusione di modelli Ready-to-Fly tanto ready che anche applicare le decals pare una fatica immane; la lotta al coltello tra i negozi di modellismo che fa sì che si trovino istruttori pronti a venire sul campo anche solo per carburarti il motore; una certa aria snob da portafogli gonfio e stanchezza congenita che è emigrata dalla Capri degli anni ’50 alle piste RC degli anni 2000; tutto ciò rende il termine “pilota” più che adeguato per questa realtà.
Noi no.
Noi, che (vero, Paolo?) sappiamo assaporare l’odore del balsa di primo mattino, noi che la sera ci addormentiamo pensando a quel profilo che vogliamo provare sul nuovo modello, noi che aspiriamo la fragranza del tendicarta come se fosse Chanel n° 5, noi che rodiamo e mettiamo a punto i nostri motori con delicatezza di amante, noi che incolliamo centine con trepidazione di madre e guardiamo crescere le nostre creature con occhio severo di padre - noi ci rifiutiamo di essere chiamati solo “piloti”.
Noi ripudiamo questa etichetta perché la nostra attività è così variegata, così completa, così colorata che probabilmente non esiste una sola parola in grado di descriverla. Noi siamo insieme progettisti, tecnici, artigiani, stilisti, carrozzieri, meccanici, collaudatori e – anche – piloti. Forse solo il vecchio termine “aeromodellisti” esprime tutto questo. Ci chiamino pure come vogliono.
Piloti, no.

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