21 aprile 17, 20:00 | #271 (permalink) Top |
Padre della Teoria del bidet Data registr.: 18-01-2007 Residenza: Firenze
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| L'ho letto e mi pare di averlo capito. E direi che concordo. L'upwash, che è un'accelerazione, a sua volta accelera la nostra particella nelle uniche direzioni in cui può accelerare, ossia verso le regioni di minor pressione, ossia sinistra-alto-destra (considerando il solito profilo con naso rivolto a sinistra). Fin qui ho detto bene? Bene. Qual'è poi la forza che accelera la nostra particella in basso ed eventualmente di nuovo a sinistra, chiudendo così il 360° e, di conseguenza, il discorso? Graficamente: nel disegno non ho problemi a spiegarmi le accelerazioni della particella lungo le direzioni A-B-C. Più problematico mi risulta invece spiegarmi le accelerazioni nelle direzioni D ed E. |
21 aprile 17, 21:20 | #272 (permalink) Top |
User Data registr.: 21-05-2009
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Questo sarà stato postato centinaia di volte ma secondo me é fantastico https://m.youtube.com/watch?v=VcggiVSf5F8 |
21 aprile 17, 21:35 | #273 (permalink) Top |
Padre della Teoria del bidet Data registr.: 18-01-2007 Residenza: Firenze
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Interessantissimo. Sembra confermare che ad un vortice corrisponde un controvortice. Saresti in grado di buttare giù uno schizzo delle forze/accelerazioni coinvolte nella generazione del vortice attorno al profilo? O meglio di entrambi, visto uno implica l'altro. E' per i duri di comprendonio come me. Che però "siamo tanti". |
21 aprile 17, 22:33 | #274 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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| Citazione:
Non ti serve alcuna depressione all'interno. E' la maggiore pressione delle altre particelle sopra che preme sulle particelle addosso all'ala. Non serve che queste siano depresse "sotto" di loro. Infatti sotto non c'è altro che il profilo, anzi, il suo strato limite. Che restituisce una forza eguale e contraria, il che permette alle particelle più in alto di trasmettere la loro forza. Non c'è trasmissione di forza se non c'è una forza che si oppone. La particelle a ridosso dell'ala sono parte di un grande grande flusso. Non sono da sole. Le altre del flusso sopra di loro le tengono schiacciate contro la barriera, cioè il profilo. Scorrono sul profilo verso il BU perchè quelle altre dello stesso loro flusso, che viene dal naso, hanno maggiore pressione e le accelerano. Se c'è una maggiore pressione da un parte, le particelle vengono accelerate dalla parte opposta. | |
21 aprile 17, 22:47 | #275 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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se tu guardi proprio all'inizio inizio vedi che il flusso davanti e attorno al profilo parte subito. Il vortice è una conseguenza. La pretesa del vortice come avviamento non ha spiegazione fisica, serve a giustificare il fatto che tutta la teoria elaborata porta a non avere circolazione. Ma siccome la circolazione c'è, allora per superare l'impasse sono improvvisamente passati da quel punto in avanti a considerare la componente viscosa, l'unica che potesse tirarli fuori dai guai. E siccome c'era il vortice, hanno stabilito fosse lui la causa della circolazione, visto che la loro teoria la negava. Ma c'era. Hanno così assegnato al vortice una capacità di trasmissione di forza che non ha. se nel filmato osservi il flusso più in alto del dorso, vedi che è già del tutto curvo, lo ho segnato con le frecce. Quella massa d'aria, che scorre come un materiale continuo, ha momento sufficiente per continuare verso il basso. Non c'è alcuna traccia di interessamento del vortice alla massa che ho indicato. Il vortice si sta già allontanando, come tutti i vortici ha la minore pressione al centro, viene lasciato indietro subito e si dissipa dietro l'ala. Non sta affatto creando una "depressione necessaria" affinchè la massa d'aria del flusso prosegua nel suo cammino. E' già lontano. La massa se ne frega, prosegue comunque nella sua traiettoria verso il basso. Ha in sè tutte le forze sufficienti. Si può osservare quello che si vuole, anche tutto quello che c'è. | |
21 aprile 17, 23:06 | #276 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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22 aprile 17, 00:51 | #277 (permalink) Top | |
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Quel vortice lí che cos'é? Soprattutto da cosa viene generato? Il me lo spiego come il vortice aderente che per inerzia si distacca dal profilo e si sposta indietro anche esso e, guarda caso verso il basso, nella direzione del downwash che fino ad un istante prima stava generando. Di nuovo non capisco come si faccia a dire che l'intensità del vortice di avviamento sia trascurabile rispetto alle forze ed energie che dovrebbero essere in gioco. Passi il fatto che dal filmato in effetti si possa concludere che potrebbe esser più una conseguenza che una causa ma, invece, per dire che l'intensità sia trascurabile bisogna averla misurata e/o calcolata. Sarebbe la prima cosa che da profano io farei. Direi "Guardate, io, l'intensità del vortice d'avviamento la ho misurata e calcolata. Mi viene fuori tot, che corrisponde a tot forza e tot energia. Mentre per spiegare la portanza equivalente sull'ala serve invece tot intensità, tot forza, tot energia e con gli ordini di grandezza invece non ci siamo. Io sti calcoli, qualcuno forse li ha pure postati e pubblicati, ma non gli ho ancora visti. Per questo rimango scettico. Peraltro mi sono andato a vedere l'unico filmato su Youtube di Mclean. Ebbene, per quello che sono stato in grado di capire ascoltando in lingua originale, non rigetta affatto in toto le teorie precedenti. Cerca solo di far chiarezza su alcuni punti che vengono usati a sproposito o mal interpretati. Peraltro lui salva sia Bernoulli che Netwon. Dice solo che vanno usati in combinazione e non in modo esclusivo l'uno o l'altro o peggio l'uno in opposizione all'altro. Sulla circolazione ne parla ma ammetto di aver capito poco. Se non ho capito male ancora una volta non la rigetta, semplicemente dice che quando si vanno a scegliere gli estremi di integrazione nei calcoli questi vanno presi diversamente da come viene solitamente insegnato. Mi é piaciuto invece il suo discorso sulle winglet. Se non ho capito male non le ritiene così miracolose come si crede... | |
22 aprile 17, 05:53 | #278 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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Il libro è tosto, dimostra tutto quel che dice e affronta ogni teoria conosciuta nei dettagli tranne la centrifuga, probabilmente è nata da poco. | |
23 aprile 17, 12:11 | #279 (permalink) Top | ||
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| Citazione:
In verità poi, a mente fredda, ho iniziato a rifletterci su, con quel poco che ho imparato da mezzo autodidatta. Qualche calcolo a spanne ho iniziato a farlo. Però il procedimento non é corto e richiede peraltro che ti spieghi delle cose oppure le devo dare per scontate: non sarebbe il massimo come spiegazione e neanche come esposizione di calcoli che forse risulterebbero un po' ermetici. Ad ogni modo il problema vero é trovare tempo e sopratutto voglia. Per questo ti dico 80% no e 20% sí. Citazione:
Anzi, meglio ancora, il motore di tutto é il fatto che i fluidi reali sono viscosi. Temo che le forze aerodinamiche si generino e si trasmettano sostanzialmente per attrito viscoso e non per modo inerziale come nella vostra teoria (tua e di Doug). Anzi, ora penso di aver capito perché nella teoria classica si deve introdurre un vortice di circolazione aderente al profilo: proprio perché nella teoria classica si presuppone un fluido non viscoso (per semplificare inizialmente calcoli e trattazione). Ma un fluido non viscoso avrebbe un grave difetto: aggirerebbe il profilo nella maniera classica della gobba (ossia si ricongiungerebbe in ugual tempi e in ugual quantità al bordo di uscita. anche se il profilo avesse incidenza). in questo caso la differenza tra dorso e ventre non sarebbe sufficiente a giustificare l'aumento di velocità e diminuizione di pressione che causa portanza. Ecco allora che si impone una circolazione per far tornare i conti. Fin qui nulla di nuovo se non che, come già si sa, ecco che evidenze sperimentali mostrano che all'avvio del profilo guarda caso si forma un vortice d'avviamento che, ribadisco, per attrito viscoso, é poi in grado di trasmettere l'energia iniziale agli strati di fluido attorno al profilo necessaria per avere il valore di circolazione necessario alla portanza. Sospetto che il vortice d'avviamento trasmetta solo il valore iniziale di circolazione necessario alla portanza. É il moto successivo del profilo a mantenere e trasmettere l'energia necessaria per mantenere viva la portanza che altrimenti per effetti dissipativi tenderebbe a morire (così come poi muore progressivamente il vortice d'avviamento una volta distaccato). Quello che ancora non mi convince della vostra teoria é che dite che l'intensità del vortice d'avviamento é stata stimata insufficiente ma nessuno si é ancora azzardato a dare una stima neanche approssimata di quanto sia più debole del previsto. Ribadisco, sarebbe una delle prime cose da mettere in chiaro per aggredire la teoria classica. Ma la vera ciliegina sulla torta me l'hai data tu quando affermi che Doug sostiene che circa metà del contributo alla portanza viene dall'impasto davanti al profilo. Perfetto direi io...solo che questo allora negherebbe il volo in effetto suolo... Sarebbe risaputo che l'aumento di efficienza in effetto suolo é dovuto all'inizio e dell'upwash dovuto al terreno. Se metà della portanza viene dell'upwash, in effetto suolo, la portanza invece che aumentare dovrebbe diminuire. Oppure la spiegazione dell'effetto suolo é sbagliata...e Doug dovrebbe spiegarci anche questo... Per il momento ho finito. Mi tengo la mia teoria classica. Probabilmente non sono ancora pronto mentalmente per nuove formulazioni. Lascia solo dire una cosa: il vortice d'avviamento viene rigettato perché non é intuitivo da capire e questa cosa se anche succede veramente non piace e non soddisfa i più. | ||
23 aprile 17, 13:44 | #280 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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| Citazione:
Primissima cosa: non esiste una teoria mia e di doug mclean. Non ho ancora finito di leggerlo per cui non è ancora chiara la sequenza dei fatti fisici e le interrelazioni fra svio e pressione sull'ala. Domanda 1: Tu lo sai? Lui spiega ciò che chiedevo io l'anno scorso: come si trasmettono le forze- Fin dall'anno scorso ho sempre detto che io sono interessato a capire come funziona. La teoria classica che insegnano a scuola NON lo dice. Se io chiedo a te come funziona, tu NON lo sai. Eppure, è tutto costituito da fisica che già conosci. Se ti chiedo di illustrare la teoria classica,a parte che non me ne hai indicata neanche una tra le tante, probailmente mi risponderai con NS, Helmotz, Kevin, paradosso di d'alembert, e per superare la circolazione nulla che non permetterebbe di applicare NS, kutta jukowsky, l'improbabile condizione di kutta, con assegnazione finale ad ca22um al vortice di avviamento il compito di estrarre il flusso dal dorso verso il basso. Volano anche ali con bordo d'uscita arrotondato, o le tavole di polistirolo con BU squadrato. In pieno contrasto con al condizione di kutta. Che tra l'altro prevede necessariamente una sola cuspide aguzza, non due come nella tavola di polistirolo o nella tavoletta. La condizione di kutta è solo un aggiustaggio di ciò che la teoria del flusso non copre compiutamente. Morale: la teoria classica non spiega affatto la fisica della portanza. Come nota finale: Se tu avessi letto quello che scritto finora, avresti compreso che molte delle cose che mi attribuisci di negare, come l'esistenza della viscosità, non le nego affatto. Ritengo però, al pari della stragrande maggioranza delle teorie, che per linee generali la portanza possa essere descritta efficacemente sia nella ipotesi non viscosa che viscosa. Quando ci si addentra nei dettagli di alcuni dei fenomeni, si dovrà tenere conto della viscosità, che esiste nella realtà. La descrizione fisica dell'intero fenomeno della portanza non può prescindere dalla considerazione di ogni fenomeno fisico reale. E' infatti la realtà del fenomeno che mi interessa. E fisicamente non è mai stato descritto compiutamente, senza falle, omissioni, corretta sequenze di cause ed effetti, scambio della forza fra particelle. Se fosse stato fatto, avremmo UNA teoria della portanza. | |
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