12 giugno 10, 21:56 | #31 (permalink) Top | ||
Ciao Andrea, ovunque tu sia vola anche per noi. Data registr.: 04-02-2010 Residenza: alto Lazio
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| cercando in Rete ho accumulato TANTO materiale, diverse centinaia di Mega ovviamente a disposizione da subito di tutti gli interessati, comunque alla fine dell'avventura penso di riunire documenti e foto piu' significative in una cartella "per futuri costruttori". Pero' essendo materiale preso un po' dovunque non mi posso preoccupare dei diritti quindi niente pubblicazione ma solo copie per gli amici Citazione:
se e' riuscito a nascondersi da qualche parte per non farsi cacciare all'ora di chiusura ...penso sia ancora li a scattare Citazione:
Pero' ti consiglio un giorno feriale oltre che andare all'apertura (9.30) perche' se poi arrivano gruppi numerosi o scolaresche ... hanno altro a cui pensare | ||
05 luglio 10, 09:44 | #32 (permalink) Top |
User Data registr.: 13-01-2010 Residenza: ------
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Ciao Andrea, se gli arridatoi ti servono per lo SVA, mi permetto di darti un consiglio, altrimenti ti chiedo scusa anticipatamente per essermi intromesso. Anni fa costruii la riproduzione del curtis Jenny, il biplano dei "bainstormer" americani, dove utilizzai il sistema degli arridatoi navali in ottone: ebbi un sacco di problemi perché le controventature erano strutturali e gli arridatoi strappavano la filettatura sia durante qualche manovra acrobatica, sia al suolo con le sollecitazioni del rullaggio: una volta con un atterraggio un po duretto, ne saltarono diversi tutti insieme. Risolsi sostituendo gli arridatoi spanati, regolando la tiranteria, e saldando una piccola goccia di stagno sulle impanature, facendo in modo che entrasse nei barilotti degli arridatoi per capillarità. Quindi, se sul tuo SVA sono strutturali, a questo punto ti consiglio di costruirteli finti, ma molto robusti, ricavandoli da tondino di ottone pieno col metodo del trapano a colonna e lima fine (lima a quadrello): inserendo nel mandrino il tondino a mò di punta, è facile fare tante fresature alla distanza giusta, poi li tagli e ti scappano tanti arridatoi aventi il barilotto al centro e le due estremità più sottili che forerai con una micropunta per far passare il cavo d'acciaio. ecco una foto del jenny (vero), guarda quante controventature: Saluti |
05 luglio 10, 17:58 | #33 (permalink) Top | ||
Ciao Andrea, ovunque tu sia vola anche per noi. Data registr.: 04-02-2010 Residenza: alto Lazio
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come ho gia' detto ho due tipi di foto a cui ispirarmi, quelle che si trovano in Rete e in alcun libri (ma quelle in cui si riesce a vedere bene i particolari non sono moltissime) sono quasi tutte di versioni "5" e in genere dei due esemplari ricostruiti piu' noti, e hanno arridatoi che mi sembrano tanto ... fasulli ... sono dei cilinrdi neri piuttosto lunghi (in scala ben piu' degli 8 mm che cerco) e decisamente "rozzi" . Di questi ho anche molte immagini prese da me al museo di Vigna di Valle Nelle altre foto che ho, invece, fatte da mio padre che nel '39 su uno SVA 10 fece il primo periodo di scuola di volo in aeronautica, ci sono dei veri arridatoi, di forma classica e decisamente piu' piccoli (ho calcolato 8 centimetri quindi 8mm per una scala 1:10). Siccome io vorrei tentare di riprodurre proprio quello SVA 10, cercavo degli arridatoi di quelle dimensioni. Ma in realta' li cerco solo per la forma, non ho intenzione di usarli per la struttura: la solida forma a "W" della cabane e la capra (vorrei tentare di usare acciao + legno, vedremo) nel mio progetto dovrebbe essere sufficiente a sostenere l'ala superiore e quindi i (numerosi) tiranti penso proprio di farli NON strutturali ma in filo di Nylon nero da pesca, reso opaco in superficie e teso, essendo ben elastico non corre rischi di strappare nulla. Poi, ovviamente, sara' la prova di volo, semmai ci arrivero', a smentirmi clamorosamente ... E chiaro che essendo solo la forma determinante potrei farmeli come voglio ma siccome per i piccoli particolari perdo sempre un sacco di tempo, se riesco a trovarli (per quando mi serviranno mancano ancora molti mesi) sara' tutto lavoro risparmiato. Comunque, come dicevo, queste sono minuzie, ci saranno ben altri particolari che mi faranno dannare, per esempio il tessuto da usare per la copertura che deve essere: leggero e facilmente incollabile con metodi consueti (e questo e' facile) ma vorrei tanto che anche il colore mi aiutasse, se lo trovassi bianco-sporco-un-po'-grigiastro sarebbe perfetto cosiì' potrei prima dargli ampie pennellate leggermente gialline (come nell'originale, la colla in corrispondenìza di alcune centine e altre strutture dell'ala) poi ricoprire con vernice trasparente opaca a cui va mescolata polvere d'alluminio (quindi grigio-metallico ma non argento) da dare in modo "leggero" tanto che si intraveda un po' del bianco e del giallino che c'e' sotto, esattamente come dalle foto che ho e come mi raccontava mio padre. Questo sarebbe davvero il "tocco d'artista" ma ho forti dubbi di riuscire a farlo come desidero Oggi pero' siamo all'inizio di Luglio e ci sono ancora sette mesi pieni prima di dover davvero pensare a questi particolari finali (cosi'ì da avere due mesi abbondanti come riserva per ogni evenienza prima della data limite di fine Aprile. Preferisco quindi essere ottimista ... ciao! Andrea | ||
05 luglio 10, 19:00 | #34 (permalink) Top | ||||
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é probabile però che alcune versioni "5" sopravvissute abbiano avuto ammodernamenti entrando in officina per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Citazione:
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Si faceva mescolando la polvere d'alluminio al collante tenditela (emaillite) e si dava prima del colore finale. Il fatto che sull'esemplare di cui parli sia stata data sopra e a macchie, può essere dovuto a riparazioni della tela oppure a riparazioni della struttura sottostante che hanno comportato la rimozione di parte della ricopertura. Comunque potrebbe esserci un'altra ipotesi: l'uso dell'alluminite è arrivato dopo, molti aeroplani antecedenti al 1925 non erano trattati ed è possibile che alcuni esemplari sopravvissuti all'uso, siano stati trattati dopo. In effetti il cotone esposto al sole diventa giallino e quelle chiazze che tu vedi possono essere interpretate in questo modo: il velivolo è stato intelato e verniciato bianco, successivamente sono stati apportati ritocchi e riparazioni dove serviva e la vernice bianca è diventata opaca e grigiastra. nel frattempo il sole ha esercitato la sua azione sulla tela e il cotone si è ingiallito sotto la verniciatura originale che ha iniziato a scrostarsi. Il velivolo è stato successivamente trattato con alluminite direttamente sopra la verniciatura iniziale e le chiazze di tela ormai ingiallite e scoperte. Saluti | ||||
05 luglio 10, 19:12 | #35 (permalink) Top | |
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Ma dovi lavori? Al C.S.I. Miami , New York o al RIS Parma?
__________________ Ciao, Piero. URL="www.educaunranocchio.org"]www.educaunranocchio.org[/URL] [/SIZE]onlus per il recupero di ranocchi cafoni cerca volontari da inserire nel proprio organico[/CENTER] | |
06 luglio 10, 00:44 | #37 (permalink) Top | |
Ciao Andrea, ovunque tu sia vola anche per noi. Data registr.: 04-02-2010 Residenza: alto Lazio
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nelle mie ricerche ho anche trovato questa pagina 150GCT e nella prima parte si parla proprio di quel tipo di livrea Le foto che ho sono ovviamente in B/N ma mio padre mi raccontava di questa colorazione, non "a macchie" ma uniforme pero' piuttosto "leggera" (in fondo la base era trasparente e probabilmente la polvere d'alluminio non era abbastanza) e per questo si intravedeva, sotto, la tela con le passate di colla nei punti di tenuta. Al museo di Vigna di valle ho visto qualcosa del genere su un aereo: tela chiara e vistose tracce di colla piuttosto giallastra, peccato non averla fotografata ma conto di tornarci. Avro' tante prove da fare, la polvere d'alluminio so dove trovarla e per la base trasparente non lucida so che ce ne sono diverse fra cui scegliere. Teniamo anche presente che quello SVA 10 finito alla scuola di volo era probabilmente uno degli ultimi in servizio a fine 1939, quindi (e l'ho visto da alcuni particolari) era stato ri-assemblato con pezzi che erano rimasti in qualche magazzino. Poi mio padre passo' al RO41 per finire l'addestramento sul BR20 col quale poi opero' per alcuni anni Aereo "misterioso" il BR20, si trovano ben poche foto e descrizioni, e per quanto abbia cercato non ho trovato realizzazioni modellistiche, ma io qualche foto ce l'ho, al museo di Vigna di Valle ho scoperto che la loro vasta documentazione cartacea e fotografica e' consultabile se lo si richiede in anticipo .... chissa' che un giorno .. Grazie per le molte informazioni preziose. Andrea | |
06 luglio 10, 09:31 | #38 (permalink) Top | |
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in effetti non dice nemmeno che sotto gli strati di colore mimetici adottati dal 1935 in poi, la tela era sempre incollata e tesa con emaillite e poi trattata con alluminite. Se hai problemi nel rifarla, dovrei avere ancora da parte in hangar della vera alluminite. Visto che sei dell'alto Lazio e che io volo spesso all'aviosuperficie alituscia te ne posso dare un pò. Per "la colla giallastra", imho è l'emaillite che insieme alla tela ha subito i raggi ultravioletti. il Fiat BR 20 è stato il primo bombardiere Italiano con struttura completamente metallica e rivestimento in tela, peccato che fosse sottopotenziato e che i motori fiat A80 c41 dessero tanti problemi. Come tutti gli aerei Italiani era male armato, ma ha partecipato, fra le altre, alla Battaglia d'Inghilterra. Dovrei avere dei trittici e delle foto (dell'archivio Coggi, se non sbaglio) tratte da "storia dell'aviazione". Se ti dovessero servire fatti sentire. Saluti | |
06 luglio 10, 19:25 | #39 (permalink) Top | |||
Ciao Andrea, ovunque tu sia vola anche per noi. Data registr.: 04-02-2010 Residenza: alto Lazio
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Per mio padre ando' bene ma non fu cosi' per gli altri dell'equipaggio ... ... un giorno dobbiamo proprio prendere un caffe' insieme ciao! Andrea | |||
06 luglio 10, 20:33 | #40 (permalink) Top | |
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Molto volentieri per il caffè e vieni quando vuoi per l'alluminite. Saluti | |
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