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Vecchio 16 maggio 07, 19:07   #21 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da FrancoC.
sono forse migliori le superfici (moderatamente) ruvide in grado di meglio "ancorare" il primo straterello
Qui però entra anche reynold in 2 modi, uno con gli effeti che + o - conosciamo e l'altro che lavorando distanti da vetture e aerei 1:1 abbiamo pochi dati.
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Dire di essere in male fade equivale a minaccia...
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Vecchio 16 maggio 07, 19:09   #22 (permalink)  Top
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Mi scuso anticipatamente con tutti, ma post più lunghi di quello qui sopra non li posso scrivere (manco mandare mail <_< )
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Dire di essere in male fade equivale a minaccia...
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Vecchio 16 maggio 07, 19:37   #23 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da FrancoC.
Scusate se sbaglierò su qualche termine scientifico, ma non sono un "aerodinamico".

Tutta la partita aerodinamica si gioca nello strato limite (qualche decimo di millimetro), composto da un certo numero di straterelli che scorrono uno sull'altro, meno il primo che resta sempre aderente all'ala (l'ultimo coincide col flusso indisturbato).
A quanto ne ho capito, perché il tutti funzioni al meglio sarebbe ideale che il primo straterello (che aderisce, penso, per viscosità dell'aria) fosse mooolto adeso alla superficie alare: ergo, perché creare superfici estremamente liscie? A questo fine, non sono forse migliori le superfici (moderatamente) ruvide in grado di meglio "ancorare" il primo straterello?
Arieccolo il dilemma liscio/ruvido ..sogno/incubo di almeno 3 generazioni di aeromodellisti.
Da ricerce fatte nel ' 36 con profili da lisci a varia rugosita' ( chi vuole i dettagli non fa altro che chiedere ) fino a circa 500.000 Rey non esiste nessuna variazione nella resistenza, dopo si paga...
Credo che il paragone con l'acqua trascuri alcuni fattori, per cui mi sembra forzato
In passato mi sono divertito a fare prove, ma occhiometricamente parlando non ho ricavato nessuna indicazione degna di nota.

Sergio
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Vecchio 16 maggio 07, 19:41   #24 (permalink)  Top
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Vado a sensazione:
credo che lo strato limite si comporti indipendentemente dalle dimensioni, ma dipendentemente dalle velocità.
Quindi andando sempre a sensazione ritengo che aumenti il suo spessore al diminuire della velocità...ovvio quindi che in un f3k ce ne dobbiamo occupare per bene.
Le mie sensazioni sono sostenute anche (in parte...credo) dal fatto che Drela insiste a parlare di "wetted area", ossia l'area bagnata dal flusso dell'ala, come cosa da diminuire a tutti i costi e giustificare la scelta di piloni alari senza ampie carenature.
Rif---> http://www.f3k-italia.it/pdf-files/d...g%20pylons.pdf

Ok...i due discorsi sembrano scollegati...però forse non è proprio così...

Per quanto riguarda la superficie...dobbiamo ricordarci che nessuno strumento è perfetto...così come le finiture a specchio di certe ali...che probabilmente non fanno altro che aumentare le possibilità di inconvenienti.
Mi convinco ogni giorno di più che una superficie satinata (nell'ordine di grandezza di una vernice opaca) non puo' essere altro che un efficientissimo turbolatore...boh!

@ Sergio: Se hai i dettagli....

Comuque qualcuno durante una gara l'ha detto che uno dei prossimi modelli che farà sarà ricoperto di penne.
Sarebbe interessante riprenderlo durante passaggi a diverse velocità
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Vecchio 17 maggio 07, 01:36   #25 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da twentynine
Vado a sensazione:
credo che lo strato limite si comporti indipendentemente dalle dimensioni, ma dipendentemente dalle velocità.
Quindi andando sempre a sensazione ritengo che aumenti il suo spessore al diminuire della velocità...ovvio quindi che in un f3k ce ne dobbiamo occupare per bene.
Le mie sensazioni sono sostenute anche (in parte...credo) dal fatto che Drela insiste a parlare di "wetted area", ossia l'area bagnata dal flusso dell'ala, come cosa da diminuire a tutti i costi e giustificare la scelta di piloni alari senza ampie carenature.
Rif---> http://www.f3k-italia.it/pdf-files/d...g%20pylons.pdf

Ok...i due discorsi sembrano scollegati...però forse non è proprio così...

Per quanto riguarda la superficie...dobbiamo ricordarci che nessuno strumento è perfetto...così come le finiture a specchio di certe ali...che probabilmente non fanno altro che aumentare le possibilità di inconvenienti.
Mi convinco ogni giorno di più che una superficie satinata (nell'ordine di grandezza di una vernice opaca) non puo' essere altro che un efficientissimo turbolatore...boh!

@ Sergio: Se hai i dettagli....

Comuque qualcuno durante una gara l'ha detto che uno dei prossimi modelli che farà sarà ricoperto di penne.
Sarebbe interessante riprenderlo durante passaggi a diverse velocità
Quanti e quali uccelli intendi spennare? occhio che quelle delle galline non son buone !!

Ritornando al semi-serio.

Quelle prove in galleria sono state fatte con varie superfici
Lucide al cromo
Finitura a mano
Granuli da 0,01 a 0,025 mm
e hanno dato risultati invariati fino a 500 KNR.

A suo tempo le ali in poli ricoperte che facevo, avevano la superficie esterna dove si sentiva al tatto la trama della fibra.
Nel volo veleggiato si comportavano come altre rifinite a specchio, in velocita' ai piloni ( 150 km/h circa ) erano rallentate.Confermando quanto sopra

Probabilmente quella rugosita' non aveva influenza apprezzabile, salvo forse il salvarmi da bolle indesiderate.
Ed e' questo che forse avveniva , trasformava lo strato limite da laminare in turbolento, pagando un po' di resistenza di attrito, ma guadagnando in quella di forma ( strato limite piu' aderente alla superficie anche se di spessore maggiore )

Ma sono mie ipotesi....

Sergio
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Vecchio 17 maggio 07, 18:21   #26 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da Sergio_Pers
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Probabilmente quella rugosita' non aveva influenza apprezzabile, salvo forse il salvarmi da bolle indesiderate.
Ed e' questo che forse avveniva , trasformava lo strato limite da laminare in turbolento, pagando un po' di resistenza di attrito, ma guadagnando in quella di forma ( strato limite piu' aderente alla superficie anche se di spessore maggiore )

Ma sono mie ipotesi....

Sergio
Saranno ipotesi ma le condivido.
La ruvidità apprezzabile al tatto non credo che possa influire sul solo primo "straterello".
Un singolo straterello dovrebbe essere, penso, a livello molecolare (o giu di li), ergo, per tenerlo adeso la ruvidità dovrebbe essere sempre a livello molecolare (??!!). Una ruvidità superiore andrebbe, inevitabilmente, ad interessare piu straterelli: primo passo per trasformare il flusso laminare in turbolento.
Peraltro, ora che mi sovviene, ho letto da qualche parte che lo spessore di un turbolatore a "zig-zag" per produrre l'effetto desiderato deve essere spesso almeno 6/7 decimi di mm, altrimente pare che il flusso non venga disturbato adeguatamente e continui pressoché laminare. Lo lessi in una pubblicazione sugli alianti full-size; ma non ricordo quale.
Bah! La mia confusione aumenta.
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Vecchio 17 maggio 07, 18:25   #27 (permalink)  Top
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Battuta: perchè non usare la cartavetro in rotoli per rivestire le ali - c'è in tutte le gradazioni
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Pensare e' gratis. Non farlo puo' costare carissimo

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Vecchio 17 maggio 07, 19:30   #28 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da FrancoC.
Saranno ipotesi ma le condivido.
La ruvidità apprezzabile al tatto non credo che possa influire sul solo primo "straterello".
Un singolo straterello dovrebbe essere, penso, a livello molecolare (o giu di li), ergo, per tenerlo adeso la ruvidità dovrebbe essere sempre a livello molecolare (??!!). Una ruvidità superiore andrebbe, inevitabilmente, ad interessare piu straterelli: primo passo per trasformare il flusso laminare in turbolento.
Peraltro, ora che mi sovviene, ho letto da qualche parte che lo spessore di un turbolatore a "zig-zag" per produrre l'effetto desiderato deve essere spesso almeno 6/7 decimi di mm, altrimente pare che il flusso non venga disturbato adeguatamente e continui pressoché laminare. Lo lessi in una pubblicazione sugli alianti full-size; ma non ricordo quale.
Bah! La mia confusione aumenta.
In base alle formule fornite da Kanneworf lo strato limite dipende proporzionalmente dalla distanza dal BE ed inversamente proporzione ad un valore di radice del NR.... ( non conosco l'origine delle formule, ma tendo a dar credito all'autore )
Comunque invito a leggere il capitolo 4° del suo libro che tira in ballo il NR locale, quello di transizione, quello di funzionamento con richiami al subcritico e ipercritico.....
Ho avuto vari scambi di idee con l'autore ( una persona competente e gentilissima ) e penso che sia la chiave per comprendere molti comportamenti dei modelli dal volo lento.

Un altro personaggio che stimo molto mi disse che attorno agli 80.000 NR si ha come un passaggio da un universo all'altro, per cui alcune considerazioni fatte sul "full size" o anche su modelli veloci ( leggi turbolatori di tipo vario ) non sono comparabili.

Chi continua a dire che " l'aerodinamica afferma che il calabrone non puo' volare... ecc " probabilmente deve ripassare le proprie nozioni di aerodinamica...

Sergio
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Vecchio 17 maggio 07, 19:37   #29 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da paologiusy
Battuta: perchè non usare la cartavetro in rotoli per rivestire le ali - c'è in tutte le gradazioni
Le prove nella galleria citata, sono state fatte proprio con polveri da cartavetro di varie grammature...una volta ( non so' oggi ) si vendevano sciolte per farsi ( con il vinavil o con colla di pesce ) le lime dalle forme piu' disparate...

Mio padre faceva il falegname ed ho avuto la fortuna di imparare da lui sia la manualita' sia la fantasia a costruirmi gli attrezzi necessari...una delle grandi eredita' lasciatami dai miei genitori...scusate l' OT.

Sergio
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Vecchio 17 maggio 07, 20:01   #30 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da Sergio_Pers
Mio padre faceva il falegname ed ho avuto la fortuna di imparare da lui sia la manualita' sia la fantasia a costruirmi gli attrezzi necessari...una delle grandi eredita' lasciatami dai miei genitori...scusate l' OT.

Sergio
eh no...mica ti scuso!!!
Anzi! E' bellissimo sentire certe cose, Io ho passato l'infanzia con mio nonno e mi ha lasciato un bagaglio culturale enorme, sapeva fare tutto e mi ha insegnato tutto quello che sapeva. Amava costruirsi qualsiasi cosa da solo e ci riusciva benissimo. Mi ricordo ancora le sue mani enormi e piene di segni.
Ce ne fosse di gente che si sa arrangiare e non deve chiamare l'idraulico per un rubinetto che perde!
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