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Vecchio 22 febbraio 19, 14:32   #11 (permalink)  Top
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ci sta, nella pratica che più o meno rilevi, e nella teoria, a parità di chimica la batteria più piccola avrà una resistenza interna maggiore e fornirà meno corrente della grossa,



:

No no no

Le batterie si scaricano in funzione della propria capacità e la Ri praticamente non entra neanche in gioco nella ripartizione delle correnti.

Non so perché questo concetto sia così ostico da digerire ma ci si ritorna ogni volta.



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Vecchio 22 febbraio 19, 15:17   #12 (permalink)  Top
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No no no

Le batterie si scaricano in funzione della propria capacità e la Ri praticamente non entra neanche in gioco nella ripartizione delle correnti.

Non so perché questo concetto sia così ostico da digerire ma ci si ritorna ogni volta.



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Ma secondo te, la Ri da cosa è composta, se non dalle parti in metallo e dall'elettrolita, cioè dalle parti che determinano la capacità ed il fattore C della batteria?

Comunque, quì valgono gli stessi identici concetti che ho esposto nella discussione sulla carica in parallelo.
Il sistema è autobilanciante, ma la Ri entra nei conteggi. Esiste e non puoi annullarla!!!!
Puoi solo dire che l'influenza è più o meno evidente, non puoi dire che non c'entra nulla.

Carlo
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Vecchio 22 febbraio 19, 15:40   #13 (permalink)  Top
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Ma secondo te, la Ri da cosa è composta, se non dalle parti in metallo e dall'elettrolita, cioè dalle parti che determinano la capacità ed il fattore C della batteria?

Comunque, quì valgono gli stessi identici concetti che ho esposto nella discussione sulla carica in parallelo.
Il sistema è autobilanciante, ma la Ri entra nei conteggi. Esiste e non puoi annullarla!!!!
Puoi solo dire che l'influenza è più o meno evidente, non puoi dire che non c'entra nulla.

Carlo
Carlo, ti rispondo nell'altro post.

Io non sto dicendo che le resistenze interne non esistono, ci mancherebbe, dico che non entrano in gioco nella ripartizione delle correnti in un parallelo di batterie. Se fossero loro a regolare le correnti allora la ricarica in parallelo non sarebbe possibile, nemmeno (e soprattutto) se le batterie fossero della stessa capacita' ma Ri diversa.

marco
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Vecchio 22 febbraio 19, 16:09   #14 (permalink)  Top
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Ma secondo te, la Ri da cosa è composta, se non dalle parti in metallo e dall'elettrolita, cioè dalle parti che determinano la capacità ed il fattore C della batteria?

Comunque, quì valgono gli stessi identici concetti che ho esposto nella discussione sulla carica in parallelo.
Il sistema è autobilanciante, ma la Ri entra nei conteggi. Esiste e non puoi annullarla!!!!
Puoi solo dire che l'influenza è più o meno evidente, non puoi dire che non c'entra nulla.

Carlo
Proviamo a fare un esempio pratico. Prendiamo due celle in parallelo E1 ed E2, ognuna con la propria Ri e capacità C (lasciamo perdere il fattore C, in questo caso è ininfluente, ed usiamo C come Capacità).

Diciamo che E1 ha una capacità di C1 mAh ed una Ri di 0,10 Ohm, mentre E2 ha una capacità C2 mAh (la metà di C1) con una Ri di 0,15 Ohm.

Le due celle partono entrambe cariche al 100%, quindi entrambe a 4,20V.
Supponiamo per semplicità che ogni A per ora provochi una diminuzione della carica tale che nella E1 sia di 100 mV/Ah e nella E2 sia di 200 mV/Ah. Questo concorda con il fatto che C1 è il doppio di C2, supponendo che la quantità di carica e la tensione della cella siano perfettamente e linearmente direttamente proporzionali.

Colleghiamo le due celle in parallelo e ci colleghiamo un carico Rc di 1 Ohm. La corrente che scorre nel carico è dovuta alla tensione delle due celle diviso la resistenza equivalente del circuito, ovvero il parallelo delle due Ri con in serie la Rc.

Il parallelo di due resistenze è (R1xR2)/(R1+R2), cioè (0,10x0,15)/(0,10+0,15)=0,06, a cui sommiamo la Rc ed otteniamo una resistenza totale di 1,06 Ohm.
La corrente inizia a circolare, ci calcoliamo quindi la corrente erogata dalle due celle. Per farlo dobbiamo innanzitutto calcolare la corrente totale. Visto che abbiamo appena collegato le due celle, esse hanno tensione a vuoto identica e quindi il conteggio è semplificato: 4,20 V, che dividiamo per la resistenza totale del carico 1,06 Ohm ed otteniamo 3.9622 A.

La tensione sulla Rc sarà pari alla corrente che ci scorre per il suo valore, che per semplicità di calcolo abbiamo imposto pari a 1 Ohm. Risulta che la tensione su Rc è pari a 3,9622 V.

A questo punto possiamo calcolare la corrente erogata dalle singole celle: basta sottrarre alla tensione della cella la tensione sul carico e dividere per la Ri corrispondente. Eseguiamo per E1: (4,20-3,9622)/0.10=2,3773 Ampere. Eseguiamo per E2: (4,20-3,9622)/0.15=1,5849 Ampere. Per controprova, sommando le due correnti otteniamo la corrente totale: 2,3773 + 1,5849 = 3,9622.

Abbiamo appena dimostrato che all'accensione del circuito la corrente erogata dalle celle dipende esclusivamente dalle rispettive Ri e non dalle capacità delle celle, esattamente come avviene nel caso della carica parallela.

Passa il tempo, diciamo 1 ora per semplicità. Sempre per semplicità facciamo finta che nulla è cambiato nelle tensioni e nelle correnti, cioè che le due celle non abbiano modificato al loro tensione mentre si scaricavano ma che lo fanno all'improvviso allo scadere dell'ora. Per fare i conti precisi dovremmo eseguire le integrali delle funzioni che rappresentano la tensione in funzione della corrente, ma sono paassti 35 anni da quando ho studiato queste cose, abbiate pazienza se non lo faccio.

Diciamo che dopo un'ora la cella 1 si è scaricata ed ora la sua tensione è vuoto è di 4,2- 0,23773 = 3,96227 V, mentre la cella 2 è scesa a 4,2 - 0,31698 = 3,88302V.
Ora i conti si complicano, in quanto le due celle hanno ora tensione a vuoto diversa, ma il ragionamento da fare è lo stesso: calcolare la corrente totale erogata sul carico, da cui deriva la tensione sul carico e quindi le tensioni ai capi delle Ri. Il conto in questione non è banale da scrivere sul forum, quindi facciamo finta di aver calcolato che sulla Rc abbiamo 3,70 V (facciamo finta di aver modificato il carico per avere questo valore, è più facile). Le correnti erogate dalle celle saranno quindi le seguenti:
Cella 1: (3,96227 -3,7)/0,1=2,6277 ampere; Cella 2: (3,88302 - 3,7)/0,15=1,22013 ampere.

E' chiaro da questi conteggi come il contributo delle celle non può mai essere considerato senza considerare la Ri.

In questo esempio ho volutamente usato due celle che non hanno il rapporto tra Capacità e Ri uguale, che sarebbe l'unico caso in cui le Ri si rivelerebbero ininfluenti nella ripartizione delle correnti erogate, come dice marcodef.

Si può dimostrare come con il passare del tempo, se il carico rimane costante, il rapporto tra le correnti erogate si avvicina sempre al rapporto tra le capacità delle celle e indipendentemente dalle rispettive Ri, ma che ad ogni variazione del carico (condizione estremamente reale) il rapporto tra le correnti dipende fortemente anche dalle Ri.

Carlo
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Vecchio 22 febbraio 19, 17:23   #15 (permalink)  Top
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Carlo perdonami ma ho un sacco di problemi con quello che scrivi, mi scuso se sembro pedante perche' forse lo sono (anzi togliamo il forse)

ti ho risposto qui

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Proviamo a fare un esempio pratico. Prendiamo due celle in parallelo E1 ed E2, ognuna con la propria Ri e capacità C (lasciamo perdere il fattore C, in questo caso è ininfluente, ed usiamo C come Capacità).

Diciamo che E1 ha una capacità di C1 mAh ed una Ri di 0,10 Ohm, mentre E2 ha una capacità C2 mAh (la metà di C1) con una Ri di 0,15 Ohm.

la capacita non si misura in mAh, gli Ah sono una carica elettrica

Le due celle partono entrambe cariche al 100%, quindi entrambe a 4,20V.
Supponiamo per semplicità che ogni A per ora provochi una diminuzione della carica tale che nella E1 sia di 100 mV/Ah e nella E2 sia di 200 mV/Ah. Questo concorda con il fatto che C1 è il doppio di C2, supponendo che la quantità di carica e la tensione della cella siano perfettamente e linearmente direttamente proporzionali.

mV/Ah ti da l'inverso della capacita elettrica, non capisco che senso ha questa grandezza nell'esempio. Capacita e carica sono proporzionali a pari tensione,
per cui se fornisci una certa carica al circuito (la corrente elettrica per il tempo) la tensione diminuisce proporzionalmente. non puoi fornire corrente senza un abbassamento di tensione, poiche' tu non consideri il calo di tensione fai un errore concettuale, anche se consideri un singolo istante. Poiche la batteria DEVE essere un componente reattivo.


Colleghiamo le due celle in parallelo e ci colleghiamo un carico Rc di 1 Ohm. La corrente che scorre nel carico è dovuta alla tensione delle due celle diviso la resistenza equivalente del circuito, ovvero il parallelo delle due Ri con in serie la Rc.

Il parallelo di due resistenze è (R1xR2)/(R1+R2), cioè (0,10x0,15)/(0,10+0,15)=0,06, a cui sommiamo la Rc ed otteniamo una resistenza totale di 1,06 Ohm.
La corrente inizia a circolare, ci calcoliamo quindi la corrente erogata dalle due celle. Per farlo dobbiamo innanzitutto calcolare la corrente totale. Visto che abbiamo appena collegato le due celle, esse hanno tensione a vuoto identica e quindi il conteggio è semplificato: 4,20 V, che dividiamo per la resistenza totale del carico 1,06 Ohm ed otteniamo 3.9622 A.

con questo ho davvero un grosso problema, nel tuo modello, dal momento che la batteria e' una sorgente di tensione le Ri NON SONO in parallelo tra loro. proprio no.

La tensione sulla Rc sarà pari alla corrente che ci scorre per il suo valore, che per semplicità di calcolo abbiamo imposto pari a 1 Ohm. Risulta che la tensione su Rc è pari a 3,9622 V.

lo sarebbe se le Ri fossero in prallelo, ma ancora: non lo sono. devi risolvere ogni ramo indipendentemente. ma ancora ti manca un componente reattivo nel modello. Non puoi definire un istante e non puoi modellare il circuito con soli componenti passivi.

A questo punto possiamo calcolare la corrente erogata dalle singole celle: basta sottrarre alla tensione della cella la tensione sul carico e dividere per la Ri corrispondente. Eseguiamo per E1: (4,20-3,9622)/0.10=2,3773 Ampere. Eseguiamo per E2: (4,20-3,9622)/0.15=1,5849 Ampere. Per controprova, sommando le due correnti otteniamo la corrente totale: 2,3773 + 1,5849 = 3,9622.

Nel tuo sistema le Ri sono considerate in parallelo, non lo sono, a maggior ragione non lo sono visto che gli accumulatori si scaricano e NON HANNO UN NODO COMUNE.



Abbiamo appena dimostrato che all'accensione del circuito la corrente erogata dalle celle dipende esclusivamente dalle rispettive Ri e non dalle capacità delle celle, esattamente come avviene nel caso della carica parallela.

sorry ma no, c'e' proprio qualcosa di concettualmente sbagliato nell'esempio

Passa il tempo, diciamo 1 ora per semplicità. Sempre per semplicità facciamo finta che nulla è cambiato nelle tensioni e nelle correnti, cioè che le due celle non abbiano modificato al loro tensione mentre si scaricavano ma che lo fanno all'improvviso allo scadere dell'ora. Per fare i conti precisi dovremmo eseguire le integrali delle funzioni che rappresentano la tensione in funzione della corrente, ma sono paassti 35 anni da quando ho studiato queste cose, abbiate pazienza se non lo faccio.

ti basta una dirivate semplice semplice, no need per integrali qui.

Diciamo che dopo un'ora la cella 1 si è scaricata ed ora la sua tensione è vuoto è di 4,2- 0,23773 = 3,96227 V, mentre la cella 2 è scesa a 4,2 - 0,31698 = 3,88302V.
Ora i conti si complicano, in quanto le due celle hanno ora tensione a vuoto diversa, ma il ragionamento da fare è lo stesso: calcolare la corrente totale erogata sul carico, da cui deriva la tensione sul carico e quindi le tensioni ai capi delle Ri. Il conto in questione non è banale da scrivere sul forum, quindi facciamo finta di aver calcolato che sulla Rc abbiamo 3,70 V (facciamo finta di aver modificato il carico per avere questo valore, è più facile). Le correnti erogate dalle celle saranno quindi le seguenti:
Cella 1: (3,96227 -3,7)/0,1=2,6277 ampere; Cella 2: (3,88302 - 3,7)/0,15=1,22013 ampere.

continui a considerare le Ri in parallelo tra loro, a questo punto che le celle si sono scaricate dovrebbe essere ancora piu'evidente perche' non lo sono. le "costanti di tempo dei due rami sono diverse, e il parallelo non e' di due resistenza ma e' il parallelo di una resistenza con in serie un condensatore con un altro ramo con una capacita' con in serie una resistenza. Ancora: non puoi risolvere l'istante, non ha davvero senso

E' chiaro da questi conteggi come il contributo delle celle non può mai essere considerato senza considerare la Ri.

In questo esempio ho volutamente usato due celle che non hanno il rapporto tra Capacità e Ri uguale, che sarebbe l'unico caso in cui le Ri si rivelerebbero ininfluenti nella ripartizione delle correnti erogate, come dice marcodef.

Si può dimostrare come con il passare del tempo, se il carico rimane costante, il rapporto tra le correnti erogate si avvicina sempre al rapporto tra le capacità delle celle e indipendentemente dalle rispettive Ri, ma che ad ogni variazione del carico (condizione estremamente reale) il rapporto tra le correnti dipende fortemente anche dalle Ri.

Carlo
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Vecchio 22 febbraio 19, 21:57   #16 (permalink)  Top
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Marco ha scritto:
la capacita non si misura in mAh, gli Ah sono una carica elettrica

Mi sembra di ricordare fin da quando ero “piccolo”, che l'unità di misura della capacità di una batteria, si misura in Ah (anche i mAh sono una unità di misura di una capacità), mentre la carica elettrica, si misura in Coulomb.
Il Coulomb è dato dal valore di una corrente di 1 Ampere che circola in un circuito per il tempo di 1secondo.
Effetivamente anche questa unità di misura usa la moltiplicazione della corrente per il tempo come per la capacità di una batteria, ma quando si nomina gli Ah di solito si intende la capacità di una batteria

Carlo ha scritto:
Se metti due secchi in parallelo, collegati da due tubi attaccati al fondo del secchio, è normale che si svuotino o si riempiano sempre allo stesso livello. Se i due secchi hanno delle strozzature sui tubi, corrispondenti alle resistenze interne delle batterie, è probabile che nei momenti di maggior assorbimento l'acqua esca principalmente dal secchio che ha la strozzatura più ampia, salvo poi che il livello si riequilibri quando l'assorbimento diminuisce o cessa completamente.
Trasferisci questi concetti alle tue batterie e vedrai che tutto ti sarà più chiaro.


La conclusione di questo discorso non lo condivido, almeno secondo le mie conoscenze.
Va ricordato che la tensione delle due batterie sono concatenate e quindi non possono essere diverse.
L'erogazione della corrente data da ognuna delle due batterie è limitata solo dalla loro resistenza interna.
Non ritengo possibile che le due batterie si scaricano in modo diverso per poi riequilibrare in un secondo tempo.
La batteria con maggiore capacità, manterrà sempre equilibrata la tensione comune, fornendo costantemente una parte della sua corrente alla batteria più piccola, quindi la scarica procederà anch'essa in modo equilibrato tra le due batterie.
Almeno questo è il mio parere (spero di non aver preso una cantonata).

Naraj.
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Vecchio 22 febbraio 19, 22:18   #17 (permalink)  Top
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Continuo a fare il pignolo

la capacita' di una batteria si esprime in Ah che sono unita' di misura della carica elettrica: 1 Ah = 3600 coulomb.
la capacita di una batteria esprime la quantita' di carica che si puo accumulare entro di essa.

continuo a dissentire, fortemente, sul secondo punto in rosso. sull'altro thread ho dato la spiegazione della mia versione, su cui sono piuttosto confidente: almeno a livello puramente teorico la resistenza interna non c'entra nulla e i pacchi si scaricano ad una corrente dipendente dalla sola capacita della batteria. (e no, non e' errore usare il termine capacita' della batteria al posto di capacita' del condensatore per i discorsi fatti di la nell'altro thread)

BTW il fatto che le batterie in parallelo si ricaricano o scaricano con correnti porporzionali alla loro capacita' e' un fatto comprovato da evidenze empiriche, con buona pace del metodo scientifico sono prove molto facili da fare per chi non ci credesse

prove tra l'altro riportate in altri thread sia da me che da altri utenti, ancora non ho visto alcuna prova che due batterie di uguale capacita' ma Ri diversa si ricaricano a correnti diverse.

Citazione:
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Marco ha scritto:
la capacita non si misura in mAh, gli Ah sono una carica elettrica

Mi sembra di ricordare fin da quando ero “piccolo”, che l'unità di misura della capacità di una batteria, si misura in Ah (anche i mAh sono una unità di misura di una capacità), mentre la carica elettrica, si misura in Coulomb.
Il Coulomb è dato dal valore di una corrente di 1 Ampere che circola in un circuito per il tempo di 1secondo.
Effetivamente anche questa unità di misura usa la moltiplicazione della corrente per il tempo come per la capacità di una batteria, ma quando si nomina gli Ah di solito si intende la capacità di una batteria


L'erogazione della corrente data da ognuna delle due batterie è limitata solo dalla loro resistenza interna.


Naraj.
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Vecchio 23 febbraio 19, 13:56   #18 (permalink)  Top
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Marco ha scritto:
la capacita non si misura in mAh, gli Ah sono una carica elettrica

Mi sembra di ricordare fin da quando ero “piccolo”, che l'unità di misura della capacità di una batteria, si misura in Ah (anche i mAh sono una unità di misura di una capacità), mentre la carica elettrica, si misura in Coulomb.
Il Coulomb è dato dal valore di una corrente di 1 Ampere che circola in un circuito per il tempo di 1secondo.
Effetivamente anche questa unità di misura usa la moltiplicazione della corrente per il tempo come per la capacità di una batteria, ma quando si nomina gli Ah di solito si intende la capacità di una batteria

Carlo ha scritto:
Se metti due secchi in parallelo, collegati da due tubi attaccati al fondo del secchio, è normale che si svuotino o si riempiano sempre allo stesso livello. Se i due secchi hanno delle strozzature sui tubi, corrispondenti alle resistenze interne delle batterie, è probabile che nei momenti di maggior assorbimento l'acqua esca principalmente dal secchio che ha la strozzatura più ampia, salvo poi che il livello si riequilibri quando l'assorbimento diminuisce o cessa completamente.
Trasferisci questi concetti alle tue batterie e vedrai che tutto ti sarà più chiaro.


La conclusione di questo discorso non lo condivido, almeno secondo le mie conoscenze.
Va ricordato che la tensione delle due batterie sono concatenate e quindi non possono essere diverse.
L'erogazione della corrente data da ognuna delle due batterie è limitata solo dalla loro resistenza interna.
Non ritengo possibile che le due batterie si scaricano in modo diverso per poi riequilibrare in un secondo tempo.
La batteria con maggiore capacità, manterrà sempre equilibrata la tensione comune, fornendo costantemente una parte della sua corrente alla batteria più piccola, quindi la scarica procederà anch'essa in modo equilibrato tra le due batterie.
Almeno questo è il mio parere (spero di non aver preso una cantonata).

Naraj.
Guarda che stiamo dicendo la stessa cosa. Eseguendo le semplificazioni con Tevenin ottieni che, dal punto di vista del carico, le due celle si comportano come un unico generatore, ma tra loro possono avere delle differenze in quanto vedono un carico diverso in funzione della diversa Ri.

Quello che è (per voi) fuorviante in questo discorso è il concetto di Ri. Dovete astrarvi dal vedere la cella come un tutt'uno e vederla come due elementi separati: la cella ideale (senza resistenza interna, quindi teoricamente in grado di erogare corrente infinita senza calo di tensione) e la sua Ri, concentrata in serie ad uno dei suoi connettori (per convenzione si usa il polo positivo)

Facciamo un esempio diverso, che ci può aiutare a comprendere il mio discorso precedente.

Dimentichiamo per un momento che stiamo parlando di accumulatori e sostituiamoli con alimentatori da banco, quindi stabili in tensione. Imposta il primo a 10 V e mettici in serie una Ri da 3 Ohm, poi imposti il secondo a 9 V e ci metti in serie una Ri da 1 Ohm. Colleghi le masse e le uscite delle Ri in parallelo e applichi un carico da 5 Ohm, infine attacchi la spina. In questo caso le tensioni degli alimentatori non sono soggette a calo per scarica, quindi i conti sono più semplici in quanto non dobbiamo occuparci del tempo che passa.

Mi calcoli quanta corrente erogano individualmente i due alimentatori? Scommettiamo che eroga più corrente l'alimentatore che è impostato per 9 volt, pur avendo una tensione minore?

Se fossero accumulatori invece che alimentatori ed ammettendo che siano di capacità uguale, il secondo (quello che ha la Ri minore) si scaricherà prima dell'altro, almeno fino a quando la sua tensione (e quindi la corrente erogata) non sarà scesa al punto di aver l'equilibrio con l'altra cella. Da questo momento le due celle erogano la stessa corrente, pur essendo a tensioni diverse. Mi calcoli a quale tensione del secondo accumulatore le due correnti erogate sono uguali?

Alla fine, rifai la simulazione impostandola tensione iniziale a 10 V per entrambi (che è la condizione iniziale del mio esempio)



Carlo
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Guarda che stiamo dicendo la stessa cosa. Eseguendo le semplificazioni con Tevenin ottieni che, dal punto di vista del carico, le due celle si comportano come un unico generatore, ma tra loro possono avere delle differenze in quanto vedono un carico diverso in funzione della diversa Ri.

Quello che è (per voi) fuorviante in questo discorso è il concetto di Ri. Dovete astrarvi dal vedere la cella come un tutt'uno e vederla come due elementi separati: la cella ideale (senza resistenza interna, quindi teoricamente in grado di erogare corrente infinita senza calo di tensione) e la sua Ri, concentrata in serie ad uno dei suoi connettori (per convenzione si usa il polo positivo)

Facciamo un esempio diverso, che ci può aiutare a comprendere il mio discorso precedente.

Dimentichiamo per un momento che stiamo parlando di accumulatori e sostituiamoli con alimentatori da banco, quindi stabili in tensione. Imposta il primo a 10 V e mettici in serie una Ri da 3 Ohm, poi imposti il secondo a 9 V e ci metti in serie una Ri da 1 Ohm. Colleghi le masse e le uscite delle Ri in parallelo e applichi un carico da 5 Ohm, infine attacchi la spina. In questo caso le tensioni degli alimentatori non sono soggette a calo per scarica, quindi i conti sono più semplici in quanto non dobbiamo occuparci del tempo che passa.

Mi calcoli quanta corrente erogano individualmente i due alimentatori? Scommettiamo che eroga più corrente l'alimentatore che è impostato per 9 volt, pur avendo una tensione minore?

Se fossero accumulatori invece che alimentatori ed ammettendo che siano di capacità uguale, il secondo (quello che ha la Ri minore) si scaricherà prima dell'altro, almeno fino a quando la sua tensione (e quindi la corrente erogata) non sarà scesa al punto di aver l'equilibrio con l'altra cella. Da questo momento le due celle erogano la stessa corrente, pur essendo a tensioni diverse. Mi calcoli a quale tensione del secondo accumulatore le due correnti erogate sono uguali?

Alla fine, rifai la simulazione impostandola tensione iniziale a 10 V per entrambi (che è la condizione iniziale del mio esempio)



Carlo
Carlo, perdonami (sul serio mi dispiace darti contro) ma continuo davvero ad avere problemi con questo discorso.

il mio primo problema, il piu' grosso, e' il seguente:

tu vuoi dimostrare che la Ri entra in gioco quanto o piu' della capacita' nella ripartizione delle correnti tra batterie al litio in parallelo tra loro, dubbio anche lecito, allora lo spieghi con un circuito senza capacita' o batterie di nessuna sorta. E questo mi sembra troppo facile.

l'unica cosa che spieghi e' che la caduta di tensione su due resistenze di valore diverso e' uguale se c'e' piu' corrente attraverso la resistenza di valore minore. Grazie. penso che siamo d'accordo e nessuno stia mettendo in dubbio la legge di Ohm.

Il tuo primo esempio non equivale ad avere un solo generatore con in serie due resistenze in parallelo. Sorry ma no, sono due circuiti diversi che per caso hanno lo stesso risultato (Inoltre con un minimo di teoria dei circuiti: il tuo circuito originale con i due alimentatori separati e' intrinsecamente instabile, il secondo con un solo generatore e' stabile.). Infatti se cambi i valori di tensione di uno dei generatori non puoi piu' usare la tua resistenza equivalente ma devi usare il teorema di Millman o risolvere un sistema due equazioni e due incognite applicando Thevenin e Norton.

oppure vai qui e ti simuli il circuitino in 3 secondi:
Circuit Simulator Applet

e poi vedi che cambiando un po' le resistenze e le tensioni puoi ottenere tutto quello che vuoi, corrente piu' alta sulla r piu' piccola, il contrario, corrente di verso opposto sui due rami etc.. in pratica con quel circuitino puoi fare il gioco delle tre carte e farci vedere il risultato che vuoi. ma ancora non c'e' alcun elemento reattivo, ed e' proprio di quelli che dovremmo parlare.

Riesumerei il tuo circuito la prossima volta che c'e' qualcuno che sostiene che gli alimentatori di tensioni si possono mettere in parallelo (Che e' un'altra di quelle discussioni assurde che ogni tanto ritorna come questa sulle celle in parallelo o come quella sul fatto che sia meglio allungare i cavi di un ESC verso il motore o la batteria..), ma qui non c'entra nulla.

perdonami

marco

Ultima modifica di marcodef : 24 febbraio 19 alle ore 02:20
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Carlo, perdonami (sul serio mi dispiace darti contro) ma continuo davvero ad avere problemi con questo discorso.

il mio primo problema, il piu' grosso, e' il seguente:

tu vuoi dimostrare che la Ri entra in gioco quanto o piu' della capacita' nella ripartizione delle correnti tra batterie al litio in parallelo tra loro, dubbio anche lecito, allora lo spieghi con un circuito senza capacita' o batterie di nessuna sorta. E questo mi sembra troppo facile.

l'unica cosa che spieghi e' che la caduta di tensione su due resistenze di valore diverso e' uguale se c'e' piu' corrente attraverso la resistenza di valore minore. Grazie. penso che siamo d'accordo e nessuno stia mettendo in dubbio la legge di Ohm.

Il tuo primo esempio non equivale ad avere un solo generatore con in serie due resistenze in parallelo. Sorry ma no, sono due circuiti diversi che per caso hanno lo stesso risultato (Inoltre con un minimo di teoria dei circuiti: il tuo circuito originale con i due alimentatori separati e' intrinsecamente instabile, il secondo con un solo generatore e' stabile.). Infatti se cambi i valori di tensione di uno dei generatori non puoi piu' usare la tua resistenza equivalente ma devi usare il teorema di Millman o risolvere un sistema due equazioni e due incognite applicando Thevenin e Norton.

oppure vai qui e ti simuli il circuitino in 3 secondi:
Circuit Simulator Applet

e poi vedi che cambiando un po' le resistenze e le tensioni puoi ottenere tutto quello che vuoi, corrente piu' alta sulla r piu' piccola, il contrario, corrente di verso opposto sui due rami etc.. in pratica con quel circuitino puoi fare il gioco delle tre carte e farci vedere il risultato che vuoi. ma ancora non c'e' alcun elemento reattivo, ed e' proprio di quelli che dovremmo parlare.

Riesumerei il tuo circuito la prossima volta che c'e' qualcuno che sostiene che gli alimentatori di tensioni si possono mettere in parallelo (Che e' un'altra di quelle discussioni assurde che ogni tanto ritorna come questa sulle celle in parallelo o come quella sul fatto che sia meglio allungare i cavi di un ESC verso il motore o la batteria..), ma qui non c'entra nulla.

perdonami

marco
Anche quì chiuderei, è inutile continuare a parlare attraverso uno strumento (il forum) che impedisce di esprimere i dettagli.

Carlo
__________________
Dai un pesce ad un uomo e lo avrai sfamato per un giorno, insegnagli a pescare e lo avrai sfamato per sempre. (Confucio)
I miei modelli: http://www.youtube.com/results?search_query=carloroma63
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