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Vecchio 03 febbraio 23, 08:00   #11 (permalink)  Top
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Metteresti delle foto della tua stampata?
fabiovitti non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 23, 18:56   #12 (permalink)  Top
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Certo. Di seguito puoi vederle.
Intanto vediamo di concludere il breve riassunto.
Eravamo rimasti al taglio dei tessuti, risolto il problema prima di iniziare la laminazione (stesura del tessuto e poi della resina) vi dovrete preparare dei pezzi di kevlar e di tessuto di vetro che si adattino al meglio allo stampo e che lo ricoprano tutto strasbordando un po’ (l’eccesso lo rifilerete una volta posato tutto il tessuto sullo stampo). Lascio a voi la scelta della resina epossidica (mai usare il poliestere perché ritira e puzza da morire) ma consiglio i negozi specializzati (costo di 1kg di resina + catalizzatore dai 20 ai 30 euro a seconda dei marchi). Io per questo serbatoio ne ho utilizzata circa 160 grammi di cui un 10/15% va persa con tessuto in eccesso.
Il lavoro di laminazione inizia adesso (cercate di lavorare in un ambiente con temperatura non inferiore ai 18 gradi altrimenti la catalizzazione sarà rallentata): miscelate resina e catalizzatore con una bilancina di precisione (una volta miscelata la resina io ho l'abitudine di versarla dal bicchiere di carta in un piattino di plastica perchè si evita che catalizzi prima del previsto (troppa resina in un contenitore piccolo ha una reazione chimica più veloce); fatto questo con un pennello morbido iniziate a spargere la resina all’interno dello stampo; prendete la prima pezza di Kevlar che avete tagliato e disponetela con le mani dentro lo stampo facendola aderire bene con le dita alle pareti (usate i guanti in lattice!!), quindi con il pennello imbevuto leggermente di resina picchiettate sul tessuto impregnandolo bene (vi accorgerete dove è impregnato e dove no dal cambiamento di colore che diventerà scuro dove ha assorbito la resina. Fatto questo passate a stendere il secondo strato con la pezza di tessuto di vetro e con lo stesso procedimento fatelo aderire allo stampo e impregnatelo bene. Fatto questo anche per il terzo strato il lavoro è quasi ultimato. Per rendere l’interno del serbatoio il più liscio ed uniforme possibile dovrete utilizzare un pezzo di tessuto Peelply che è un tessuto sintetico che ha la particolarità di non attaccarsi permanentemente alla resina ma di poter essere rimosso una volta essiccato il pezzo portando via la resina in eccesso e rendendo uniformi le superfici (costo pochi euro per 1mq). Lo stendete come gli strati precedenti nello stampo senza però cospargerlo di resina: lo adagiate con le mani e con un pennello senza resina lo fate aderire bene.
Ora avete due possibilità: o lasciare la stampata così come è assicurandovi che tutto il tessuto aderisca bene alle pareti dello stampo per evitare bolle, oppure procurarvi un dispositivo per il vuoto e mettere tutti i pezzi dentro un sacco di nylon apposito e lasciare che il vuoto comprima tutto il tessuto contro lo stampo riproducendo esattamente la sua superficie. Ma qui si apre un capitolo a parte che vedremo in un altro articolo.
Laminato tutto lasciamo catalizzare per 12/24 ore a seconda della temperatura dell'ambiente e quindi togliamo i pezzi dagli stampi. Se la cera e il polivinilico sono stati dati bene non avrete grosse difficoltà far uscire il pezzo. Un po' più complicato farlo uscire dallo stampo dello Uat che ha una parte più profonda. Aiutatevi con una spatolina di plastica e pian piano staccate prima le pareti e poi dovrebbe uscire tutto il pezzo.
Fatto! ora avete i due gusci dei serbatoi che una volta rifilati andrete ad accoppiare ed incollare con colla epossidica. Una volta incollati per sicurezza si usa incollare sopra la giunzione una strisciolina di kevlar che rinforza il punto di accoppiamento dei due gusci. Infine scegliere i connettori dell'alimentazione della benzina (o kerosene) e incollateli sempre con epossidica. Io consiglio di incollare tutte le linee di alimentazione tranne quelle frontali principali (serbatoio e Uat) prima di unire i due gusci, ci lavorate meglio dall'interno. Prima di montarlo sul modello mi raccomando fate una prova di tenuta in una bacinella d'acqua mettendolo in pressione soffiandoci dentro. Non si sa mai!
Spero di essere stato abbastanza chiaro. Il mio serbatoio è venuto abbastanza bene, non perfetto, ma essendo il primo serbatoio mi accontento. Sbagliando si impara.
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Proviamo a realizzare un serbatoio in kevlar-mezzo-stampo-laminato-dentro-stampo.jpg   Proviamo a realizzare un serbatoio in kevlar-mezzo-stampo-laminato-fuori-da-stampo.jpg   Proviamo a realizzare un serbatoio in kevlar-uac-sacco-vuoto-con-pompa.jpg   Proviamo a realizzare un serbatoio in kevlar-uat-sacco-vuoto.jpg   Proviamo a realizzare un serbatoio in kevlar-serbatoio-stampato-completo1.jpg  

sandrocacciola non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 23, 18:57   #13 (permalink)  Top
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Vecchio 03 febbraio 23, 20:13   #14 (permalink)  Top
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Vorrei darti un consiglio sul sacco del vuoto, anzi due.
Credo che tu non abbia messo dopo il peel ply il film microforato prima di mettere il panno.
I pezzi sembrano 'secchi' ovvero probabilmente il panno ha assorbito fin troppa resina.
Immagino che ti si sia incollato al peel ply e per cavare il tutto tu abbia fatto non poca fatica.
La seconda osservazione è sul sacco, si notano dei 'ponti' negli angoli ovvero il sacco non spinge correttamente negli angoli, ciò ti può causare bolle negli angoli.
Quando si fa il sacco del vuoto bisogna essere generosi e dare molto sacco all'interno del pezzo, iniziare a tirare il vuoto, fermarsi un attimo e sistemare il sacco in tutti gli angoli affinchè una volta tirato completamente il vuoto esso possa premere bene il tessuto.

Non so a che valore di vuoto tu sia arrivato, io solitamente per laminazioni manuali non supero mai il valore di 0,7 bar altrimenti se si va oltre si rischia di avere il pezzo 'secco'.

Se si usasse pre preg sarebbe d'obbligo tirare il massimo possibile fino a 0,95 bar.
Metto una foto che forse chiarisce meglio quello che ho detto.
Lo stampo è di un komet
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Proviamo a realizzare un serbatoio in kevlar-inkedimg_20210525_112454.jpg  
fabiovitti non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 23, 20:19   #15 (permalink)  Top
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Vedo il colore bianco del collante, hai per caso usato pappetta di epoxi e microballoons ?
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Vecchio 04 febbraio 23, 10:55   #16 (permalink)  Top
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Ciao, si, il microforato non lo avevo ma il panno si è staccato abbastanza bene dal peelply. Un po' meno dall'incavo dello Uat che era abbastanza stretto.
La pappetta che vedi l'ho passata sopra il filo di giunzione per sicurezza. Diciamo che l'aspetto non è professionale ma è già un buon risultato essendo il mio primo serbatoio. Mi sarebbe stato utile anche un nastro di kervlar sottile per passare sopra la giunzione, ma non lo avevo.
Per il vuoto: hai perfettamente ragione sul fatto di stare più abbondanti e me ne sono accorto quando avevo già dato il via alla pompa. La mia pompa ha qualche piccolo difetto in quanto nasce come pompa per vuoto climatizzatori ed è stata riadattata con un sensore di pressione ce si regola con una vite. Non ho pert il manometro di vuoto (se non quello approssimativo che uso per i climatizzatori). Risulta difficile anche la regolazione del valore del vuoto...
sandrocacciola non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 22 novembre 23, 11:26   #17 (permalink)  Top
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Ciao Sandro,
dove hai acquistato il tappo a vite rosso che si vede in foto?
Grazie.
Enry
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Vecchio 24 novembre 23, 08:49   #18 (permalink)  Top
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Prova a dare una martellata ad un serbatoio di fibra di vetro ed uno con kevlar...
Si tratta di una fibra sintetica resistente al calore, che rientra nel gruppo delle fibre aramidiche, di cui fa parte anche il Nomex. A differenza della fibra naturale che deriva da organismi viventi, quella sintetica viene creata interamente dall’uomo in laboratorio e realizzata per estrusione tramite una filiera. Ha un carico di rottura simile alla fibra di carbonio, un modulo di elasticità a metà tra quest’ultima e la fibra di vetro e una densità (cioè il peso e le dimensioni del pezzo finito) minore rispetto a entrambe.
Ma andiamo avanti...

I pezzi stampati con la stampante 3D per quanto siano precisi e di qualità hanno piccole scalettature che se non corrette lascerebbero le impronte sul pezzo stampato. Dunque ho carteggiato gli interni prima con carta vetrata da 120, poi 200 e infine 360. Ho dato poi una bella mano di stucco a spruzzo catalizzato e poi una verniciata con vernice acrilica 2K. Il risultato sono state superfici a specchio!
Chi ha un po’ di dimestichezza cvon gli stampi in compositi sa che ogni stampo nuovo deve essere trattato con distaccante prima della stampata. Dunque vi dovete procurare una cera distaccante per stampi (la trovate in tutti i negozi online di articoli modellistici o di lavorazione di compositi (io mi servo da Sorvolando Compositi “sorvolandocompositi.it” costo circa 25 euro per un barattolo da 400/500grammi che vi dura una vita e, cosa che crea valore aggiunto, una persona che sa darvi tanti utili consigli). Questa cera deve essere applicata all’interno dello stampo con un panno di cotone morbido con movimenti circolari stando attenti a trattare tutti i punti dello stampo e la parte superiore dove il tessuto e la resina strasborderanno). 7/8 mani di cera (ogni mano intervallata da una asciugatura all’aria di una ventina di minuti e leggera lucidata) per uno stampo nuovo sono sufficienti. Nelle stampate successive potte dare un paio di mani sole di cera. Io dopo la cera utilizzo anche l’alcool polivinilico dato con pistola /aerografo a spruzzo: è un ulteriore agente distaccante che forma una pellicola solubile in acqua e che aiuta l’estrazione del pezzo stampato (qualcuno non lo utilizza).
Ciao mi sai dire che tipo di stucco e vernice utilizzi? grazie mille.
geo005 non è collegato   Rispondi citando
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