21 giugno 13, 14:51 | #1 (permalink) Top |
User Data registr.: 21-06-2013 Residenza: Vicenza
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| Batterie a carica rapida retrò
Ciao a tutti, sono nuovo in questo forum, ma da sempre ho seguito varie discussioni dallesterno. Complimenti a tutti i partecipanti, siete veramente tanti! E per questo infatti che ho deciso di iscrivermi e postare una mia domanda, dove in altri forum più piccoli magari troverei meno gente appassionata e collegata tutti i giorni. Spero di scrivere inoltre nella sezione giusta, ero indeciso se metterla in automodellismo vintage, ma credo, parlando di batterie, che sia questa la più adatta questa. Ora vi spiego; quando ero piccolo (parlo di circa 15 anni fa), i miei genitori mi portarono ad una fiera paesana abbastanza distante da casa, tra le tante attrazioni era stato allestito anche un capannone per delle competizioni di modellismo automobilistico, si trattava pertanto di circuiti allinterno con macchine elettriche e su cemento liscio. Allepoca sono rimasto impressionato dalla velocità di quei mostriciattoli, erano macchine che così ad occhio per quel che ricordo come dimensioni saranno state delle 1:10, le posizionavano alla griglia di partenza, partivano, e dovevano fare un dato numero di giri (molto alto). Ogni tanto, dopo qualche giro, qualche macchina si fermava ai box, usciva su una corsia esterna e si fermava dove cera una fila di tavolini allestiti ognuno dal suo proprietario, su quei tavolini aprivano la scocca, cambiavano le batterie, e la richiudevano, tutto sotto il costante flusso daria di un ventilatore che raffreddava linterno della macchinetta. Queste batterie erano delle dimensioni circa delle pile D (cioè le stilo grosse per intenderci), erano in numero di 4 mi sembra, e si posizionavano su di un caricatore in modo da prepararle per il turno dei box successivo. Ogni concorrente sul banchetto aveva questo caricatore speciale (e qui arriva il fulcro della mia domanda) ogni caricatore aveva 4 slot (se non 6), su ogni slot gli si inseriva una pila ed in corrispondenza di ogni pila cera una lampadina, la lampadina si accendeva non appena si inseriva la pila, e si affievoliva la luce fino a spegnersi quando la batteria era carica. La carica se non sbaglio sembrava velocissima, durava forse 30 secondi, e queste lampadine erano abbastanza grosse, come quelle da 40W ad incandescenza a 220V. Ora che mi reputo un po più esperto di elettronica, non riesco a capire quale tecnologia fosse adottata per quelle pile, questo non è una normale tipologia di ricarica di un condensatore? Che razza di pile usavano? Questa non era di certo una tecnologia di nicchia essendo che ogni concorrente aveva 2 set di batterie ed un caricabatterie personale. Grazie in anticipo a tutti per linteressamento. So di essermi dilungato forse un po troppo nella storiella, spero di non scoraggiare qualcuno a leggere il mio post... |
21 giugno 13, 23:04 | #3 (permalink) Top |
Moderatore |
ma circa quanto duravano ste batterie in minuti ? non potevano essere delle nickel cadmio? certo che 30 secondi di ricarica mi sembra inverosimile...
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22 giugno 13, 00:05 | #4 (permalink) Top |
User Data registr.: 21-06-2013 Residenza: Vicenza
Messaggi: 4
|
Ciao, e grazie per aver letto il mio post, comunque direi che è passato parecchio tempo, i ricordi non son proprio così lucidi ma mi sembra facessero almeno 10 o 15 giri, quindi a spanne una carica durava 2 o 3 minuti; molto pochi a mio parere per essere delle batterie, che se pur di ottima qualità e con C di scarica elevati, in carica di certo non possono sopportare quelle velocità. Io sto pensando a dei supercondensatori, ma 15 anni fa che costi avevano? Inoltre che senso avrebbe avuto raffreddarli con delle ventole in fase di carica? (ebbene c'erano anche delle ventole, o chi li aveva, dei ventilatori che raffreddavano le batterie ed il caricabatterie, mi sono dimenticato di scriverlo nel primo messaggio). |
23 giugno 13, 11:45 | #5 (permalink) Top | |
User Data registr.: 29-03-2010 Residenza: Castiglione delle Stiviere (basso Garda)
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| Citazione:
Perchè anche oggi con caricabatterie digitali e sicuramente più potenti di allora,e celle Lipo per veloce che sia una carica si attesta sui 10 minuti...
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23 giugno 13, 12:06 | #6 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-06-2013 Residenza: Vicenza
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| Citazione:
però non avrebbero potuto scaricarsele in tutta calma? Vuol dire che le dovevano pure ricaricare subito. Cioè, come mi stai facendo pensare, le scaricavano li sul posto per poi ricaricarle (con un aggeggio che io non ho notato). Ma come le caricavano se dovevano essere comunque disponibili per il pit stop successivo? Sempre una ricarica rapida ignota cè in mezzo; pertanto penso proprio che fosse quella una ricarica. | |
23 giugno 13, 12:20 | #7 (permalink) Top |
Moderatore |
Beh forse sbaglio, ma la cosa che escluderei è che fossero state batterie a condensatori, per il semplice fatto che: 1) 15 anni fa,sarebbero costate un botto, e sarebbero state enormi 2) i condensatori hanno poca densità di energia rispetto alle batterie classiche 3) ad oggi le batterie a condensatori davvero efficienti sono ancora in fase di sperimentazione Per cui mi viene da pensare davvero che fossero nicd e che il sistema a lampadina che vedevi serviva per scaricarle prima della ricarica...forse per tenere le celle piu o meno bilanciate ed evitare possibili effetti memoria
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23 giugno 13, 12:42 | #8 (permalink) Top | |
User Data registr.: 29-03-2010 Residenza: Castiglione delle Stiviere (basso Garda)
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P.S:ancora oggi c'è chi usa una lampadina per scaricare del tutto una nimh senza usare il cb.
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23 giugno 13, 13:15 | #9 (permalink) Top |
User Data registr.: 21-06-2013 Residenza: Vicenza
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Sono daccordo su tutti i punti di klamath. Mi arrendo allora a pensare che fossero delle ni-cd. Quindi dite che fossero state delle normali pile "D" ricaricabili?! Non sapevo si usasse quel formato anche in modellismo. |
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