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Vecchio 24 marzo 21, 21:42   #1 (permalink)  Top
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L'avatar di claudio v
 
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La discussione è interessante.
Innanzitutto una precisazione. l'AC75 vero ha una bella zavorra nei foil, ed è questo il motivo per cui ne tengono uno permanentemente fuori dall'acqua, anche quando averlo immerso permetterebbe di volare a velocità inferiori (e sappiamo quanto è costato a LR non riuscire a farlo). Avere entrambi i foil in acqua e le vele esposte al vento significherebbe scuffiare molto rapidamente.
...
Carlo
.

L'arm col foil delle vere pesa appena meno di 1400 kg su un totale di circa 8 tonnellate in navigazione ed è circa 4 metri di lunghezza, il che significa che ha circa 6-7 metri di braccio ripetto al centro dello scafo quando è tutto sollevato.

Se scalassimo tutto in 1:10 (che fa solo 2,3 metri di barchetta, quindi non è proprio un modellino che però dovrà pesare circa 8 kg.. quindi pochissimo) ci troveremmo con meno di 1,5 kg di arm più foil con 65 cm di braccio ripetto al centro di un ipotetico scafo che galleggia che dovrebbero reggere in verticale un albero di 3 metri con relative vele

Questo significa che saremo facilmente sdraiati in acqua prima ancora di capire cosa stia succedendo
Quindi provare a fare qualunque cosa in scala è garanzia di totale insuccesso già per gli aspetti "statici": qualunque esperimento, per avere una qualche garanzia di successo dovrà partire da presupposti di dislocamento almeno 30-50% maggiori della scala pura.
Poi occorrerà inventarsi meccaniche veloci e potentissime che pesino ben poco per muovere gli arm in modo da sacrificare meno possibile la massa utile da mettere nei foil.

Se volete avere qualche info in più sulle varie problematiche delle AC75 potete vedere a questo link:
https://farevela.net/2021/03/05/amer...-e-te-rehutai/
https://www.youtube.com/watch?v=-atJR5-EY3o


Viene presentata una parte dello studio del mio amico Giovanni Gambacciani (che ha fatto il mio sito ww.progetto-urca.com) e con cui ho sviluppato alcune barche e relativi CFD)

Altri link
https://www.facebook.com/Farevela/po...8431024837874/

Infine ci sarà da gestire l'altezza dall'acqua sapendo di poter contare meno dei "veri" dell'effetto di perdita di portanza vicino al pelo libero per i soliti problemi di effetto scala.
Qui un altro interessante video a proposito di questo problema basilare da considerare, si tratta di un simposio dell'università di Pisa tenuto dall'ing Lombardi:

https://www.youtube.com/watch?v=Wyp5wPlfjRI
claudio v non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 24 marzo 21, 22:00   #2 (permalink)  Top
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.

L'arm col foil delle vere pesa appena meno di 1400 kg su un totale di circa 8 tonnellate in navigazione ed è circa 4 metri di lunghezza, il che significa che ha circa 6-7 metri di braccio ripetto al centro dello scafo quando è tutto sollevato.

Se scalassimo tutto in 1:10 (che fa solo 2,3 metri di barchetta, quindi non è proprio un modellino che però dovrà pesare circa 8 kg.. quindi pochissimo) ci troveremmo con meno di 1,5 kg di arm più foil con 65 cm di braccio ripetto al centro di un ipotetico scafo che galleggia che dovrebbero reggere in verticale un albero di 3 metri con relative vele

Questo significa che saremo facilmente sdraiati in acqua prima ancora di capire cosa stia succedendo
Quindi provare a fare qualunque cosa in scala è garanzia di totale insuccesso già per gli aspetti "statici": qualunque esperimento, per avere una qualche garanzia di successo dovrà partire da presupposti di dislocamento almeno 30-50% maggiori della scala pura.
Poi occorrerà inventarsi meccaniche veloci e potentissime che pesino ben poco per muovere gli arm in modo da sacrificare meno possibile la massa utile da mettere nei foil.

Se volete avere qualche info in più sulle varie problematiche delle AC75 potete vedere a questo link:
https://farevela.net/2021/03/05/amer...-e-te-rehutai/
https://www.youtube.com/watch?v=-atJR5-EY3o


Viene presentata una parte dello studio del mio amico Giovanni Gambacciani (che ha fatto il mio sito ww.progetto-urca.com) e con cui ho sviluppato alcune barche e relativi CFD)

Altri link
https://www.facebook.com/Farevela/po...8431024837874/

Infine ci sarà da gestire l'altezza dall'acqua sapendo di poter contare meno dei "veri" dell'effetto di perdita di portanza vicino al pelo libero per i soliti problemi di effetto scala.
Qui un altro interessante video a proposito di questo problema basilare da considerare, si tratta di un simposio dell'università di Pisa tenuto dall'ing Lombardi:

https://www.youtube.com/watch?v=Wyp5wPlfjRI
Considerazioni più che valide. Solo un piccolo appunto: il braccio da considerare per il momento raddrizzante del braccio non è il centro della barca ma il centro di spinta del braccio immerso, è lui il fulcro di rotazione sull'asse longitudinale. Non è una questione che non risolve il problema ma lo ridimensiona un pochino.

Volendo, la prima modifica da apportare potrebbe essere proprio la lunghezza dei bracci. Aumentandola del 50% l'aspetto complessivo del modello non ne dovrebbe risentire troppo ma avremmo un notevole aumento del momento raddrizzante.

Carlo
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Dai un pesce ad un uomo e lo avrai sfamato per un giorno, insegnagli a pescare e lo avrai sfamato per sempre. (Confucio)
I miei modelli: http://www.youtube.com/results?search_query=carloroma63
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Vecchio 24 marzo 21, 23:20   #3 (permalink)  Top
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Considerazioni più che valide. Solo un piccolo appunto: il braccio da considerare per il momento raddrizzante del braccio non è il centro della barca ma il centro di spinta del braccio immerso, è lui il fulcro di rotazione sull'asse longitudinale. Non è una questione che non risolve il problema ma lo ridimensiona un pochino.

Carlo
Spiacente Carlo, ma non è cosi, perlomeno finché la barca non sta per decollare e subito dopo decolla.

Il foil immerso darà contributo al momento Raddrizzante quando incomincerà a sviluppare una portanza sufficiente. In fase di Avvio e decollo, sotto i 3 o 4 nodi, il suo apporto è pressoché nullo.

A barca dritta e bassa velocità, l'asse del centro di galleggiamento passa dalla mezzeria dello scafo e i momenti raddrizzanti del foil alzato sono da riferire a quello.

Se la barca non sta circa dritta... Non decolla, quindi non si può nemmeno contare un po' sulla stabilità pendolare del foil immerso
È per quel motivo che anche le "vere" hanno grossi problemi in ripartenza. Finché non accelerano probabilmente non possono nemmeno usare tutta la potenza del piano velico.

Insomma, sono sul filo del rasoio da quando incominciano a muoversi a vela a quando smettono.
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Vecchio 25 marzo 21, 09:26   #4 (permalink)  Top
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Spiacente Carlo, ma non è cosi, perlomeno finché la barca non sta per decollare e subito dopo decolla.

Il foil immerso darà contributo al momento Raddrizzante quando incomincerà a sviluppare una portanza sufficiente. In fase di Avvio e decollo, sotto i 3 o 4 nodi, il suo apporto è pressoché nullo.

A barca dritta e bassa velocità, l'asse del centro di galleggiamento passa dalla mezzeria dello scafo e i momenti raddrizzanti del foil alzato sono da riferire a quello.

Se la barca non sta circa dritta... Non decolla, quindi non si può nemmeno contare un po' sulla stabilità pendolare del foil immerso
È per quel motivo che anche le "vere" hanno grossi problemi in ripartenza. Finché non accelerano probabilmente non possono nemmeno usare tutta la potenza del piano velico.

Insomma, sono sul filo del rasoio da quando incominciano a muoversi a vela a quando smettono.
Infatti io parlavo della condizione di volo. In dislocamento è come dici tu. Man mano che la velocità passa da zero a quella di volo, il centro di spinta si sposta progressivamente dal centro dello scafo al centro del foil. Lo spiega anche il video che hai postato.

Carlo
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Vecchio 26 marzo 21, 10:54   #5 (permalink)  Top
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Vabbe'..dai filmati si vede che funziona anche senza elettronica e la differenza di velocita' e' abissale...il trimarano alfine serve solo ad avere una piattaforma piu' 'chiatta'...(= larga e schiacciata...)
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Vecchio 26 marzo 21, 12:50   #6 (permalink)  Top
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Vabbe'..dai filmati si vede che funziona anche senza elettronica e la differenza di velocita' e' abissale...il trimarano alfine serve solo ad avere una piattaforma piu' 'chiatta'...(= larga e schiacciata...)
Il foil di quel trimarano è di tipo diverso, è in diagonale. Questa conformazione è autoregolante, basta infatti che lo scafo si alza per diminuire automaticamente la portanza e viceversa. I foil degli AC75 sono invece sempre immersi, indipendetemente dalla quota ed anche la portanza che generano è praticamente costante (in realtà anch'essa dipende dalla profondità, ma per motivi diversi ed in quantità minore)

Carlo
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Vecchio 26 marzo 21, 13:05   #7 (permalink)  Top
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Vabbe'..dai filmati si vede che funziona anche senza elettronica e la differenza di velocita' e' abissale...il trimarano alfine serve solo ad avere una piattaforma piu' 'chiatta'...(= larga e schiacciata...)
Nessuno ha mai detto che per navigare su i foil la barca deve essere piena di elettronica.
Il discorso è che c'è scafo e scafo, l’AC-75 è una barca monoscafo invece il Mini 40 o il trimarano del video sono completamente un'altra cosa
per navigare con uno modello RC di AC-75 l'unica soluzione è quella di usare il NAZA (http://dl.djicdn.com/downloads/nazam...e_v1.28_en.pdf)
che viene usato sui droni per far capire al modello in quale posizione si trova rispetto al sistema di riferimento terra (altezza di volo, inclinazione, velocità ecc...) in modo che tutti questi parametri possono essere utilizzati istantaneamente dai servi che regolano I bracci che comanda nei foil, l'incidenza degli stessi e l'incidenza sul foil del timone
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La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre!. (Albert Einstein)

Ultima modifica di CRONO : 26 marzo 21 alle ore 13:11
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Vecchio 26 marzo 21, 13:19   #8 (permalink)  Top
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Anzi questo è più chiaro ancora
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Vecchio 06 febbraio 23, 17:22   #9 (permalink)  Top
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omissis
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Poi occorrerà inventarsi meccaniche veloci e potentissime che pesino ben poco per muovere gli arm in modo da sacrificare meno possibile la massa utile da mettere nei foil.

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omissis
Due Amici (uno modellista supe esperto e l'altro super attrezzato, preciso) volevano costruire un modello di Vandée Globe con deriva basculante. Il progetto si è arenato proprio sul punto descritto più sopra.
Elmas non è collegato   Rispondi citando
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