TWISTER: io la vedo così.

Ieri ho provato il Twister e, se vi fa piacere (sennò, chissene...) vi anticipo le conclusioni dell'articolo che uscirà nel prossimo numero:

" Una volta finito il Twister, la prima cosa che balza all’occhio sono le sue proporzioni: lungo ed imponente. Per chi non ha le mani grandi (è il mio caso) impugnarlo per il lancio non è comodissimo, ma... vedremo.
Al peso, la bilancia digitale dice 938 g, ben di più di quanto dichiarato sulla scatola (880 g). La cosa suona strana perché ho usato esattamente i materiali previsti e non si tratta di un modello tradizionale, dove la densitàdel legno e l’abilità del costruttore possono fare una grande differenza. L’impressione è che quando in Multiplex hanno tirato giù i dati tecnici
del modello, sul peso siano andati un po’... “ad capocchiam”.
Per la messa a punto a terra mi sono ”quasi” attenuto al manuale. Il centraggio viene indicato fra i 100 mm (marcati da due “foruncoli” sulle ali) e i 110 mm. Sapendo che in Multiplex in genere sono piuttosto conservatori sui centraggi, ho scelto quello più arretrato.
Per gli alettoni sono previsti +/- 15 mm e +/- 10 mm per l’elevatore. Ho usato questi valori, ma ho anche programmato il dual rate sulla mia Cockpit SX: 12 mm su e 9 giù per gli alettoni e +/- 8 mm per l’elevatore. A tutto ciò ho aggiunto una buona dose di esponenziali: il 50% sugli alettoni ed il 40% sull’elevatore.
Per il lancio mi sono avvalso della collaborazione di Valerio Ceccherini (che oltretutto fra pochi giorni diventerà mio vicino di casa). Sono le 19,30 del 15 luglio e fa un caldo bestiale, con un leggero venticello da Ovest. Un’ultima controllata ai comandi (il Dott. Alzheimer è sempre in agguato...) e si va. Un lancio un po’ storto, ma non fa nulla ed il Twister comincia a salire deciso con un sibilo marcato. Gli alettoni sono eccessivi e anche l’elevatore, a quanto pare. Un po’ di trim a destra e dentro il dual-rate. Per volare vola dritto, ma... “scammella” come un assassino! E’ decisamente cabrato. Passo i primi due (tre?) minuti nel vano tentativo di controllare un fugoide ostinato e poi, rassegnato, lo porto a terra molto meglio di quanto avrei temuto.
Dopo aver portato il centraggio “sui foruncoli” (100 mm), prova Valerio e lancio io. La spinta è più che buona e anche con le mie mani non ci sono grandi problemi a lanciare.
Stavolta va decisamente meglio e quindi vi consiglio caldamente di non arretrare troppo il centraggio. Anche gli esponenziali sono soddisfacenti e sinceramente mi chiedo come sia possibile pilotare modelli di questo tipo facendone a meno. La velocità di punta non è elevatissima, ma la spinta c’è ed è più che soddisfacente per fare una buona acrobazia partendo dal volo livellato.
Quello che più mi ha colpito, comunque, sono le prestazioni in planata. Provate a fare quota e a togliere motore: non viene più giù e se ci sono le condizioni rischiate pure di vederlo salire allegramente in termica!
Indubbiamente quell’abbondante fusoliera contribuisce non poco alla portanza complessiva e il carico alare è decisamente da veleggiatore. Questo spiega perché, nonostante i problemi, sono riuscito a portarlo a terra così bene nel primo atterraggio.
Ancora non ci ho provato, ma sono quasi sicuro che usando una batteria da 3200 mAh il volo del Twister potrebbe guadagnare qualcosa in precisione.
Girando nei vari forum su Internet (italiani e stranieri)
ho visto che molti già si stanno dannando l’anima
per “ipervitaminizzare” il Twister, ma chi ci ha provato (ad esempio usando 4 celle)ha scoperto che la velocità di punta non aumenta, mentre le spese per regolatori e motori fusi vanno alle stelle.
Tenetelo così com’è, date retta. Il Twister nasce come trainer per le ventole intubate e con quel popò di sezione maestra non c’è proprio verso di farlo correre come un pylon. Ci potete mettere anche il postbruciatore, ma più di tanto non lo vedrete filare, quindi... accontentavi, imparate a volare con le ventole e poi, quando sarete pronti per una freccia, fatevi un Vector o qualcosa del genere, ma lasciate in pace il povero Twister che è nato per fare tutt’altro mestiere e lo fa benissimo.