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Vecchio 12 dicembre 08, 01:07   #11 (permalink)  Top
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Otre i W quello chedifferenzia i saldatori è anche la punta.
Se prendiamo due saldatori di 70W ma uno con la punta fina e l'altro con la punta grossa saranno completamente diversi come resa.
Quindi isaldatori vanno presi in base a cosa si salda.
Io ho un tipo a punta fina er saldare piccole cose ed un secondo con punta molto grande per saldare connettori e cavi di 10 AWG, ci saldavo anche le barrette in rame delle vecchie batterie nicd.


Io ho tipo questo di 100W BRICO SHOP FAI DA TE :::… Saldatore a stagno, saldatori elettrici, stazioni di saldatura

e non è che sia il massimo per connettori, li salda ma devo tenerlo un pochetto , i cavi grossi invece li salda a stento, il tuo è addirittura da 40W, almeno spero sia con la punta grossa e non come questo con la punta fina Saldatore stilo 40W

per saldare tranquillo uso tipo questo a punta grossa e piatta da 80W, però sappi che sono sempre giocattoli,ma per noi vanno bene.Ne esistono professionali davvero buoni.
Se poi devo saldare un cavo molto grosso uso quello a martello, ma è raro usarlo nell'aeromodellismo.



Con la parola « saldatura » si designa in generale l'unione, attraverso un procedimento termico, di due metalli. Portando a temperatura di fusione lo stagno interposto fra due superfici metalliche, si ottiene l'intima unione fisica delle parti. E la temperatura di fusione dello stagno è rappresentata da quel valore della scala centigrada per il quale lo stagno stesso passa dallo stato solida a quello liquido. Esso è di 231,9°C. Ma quello usato per le saldature non è stagno puro, bensì una lega di stagno e piombo, nella quale le quantità dei due metalli variano, facendo variare la temperatura di fusione della lega, fra i 190°C e i 280°C.
La saldatura a stagno non offre grande resistenza, ed è quindi utilizzata per unire tra loro parti metalliche destinate ad essere sottoposte a deboli sollecitazioni metalliche. Ecco perché essa trova largo impiego in quasi tutti i settori dell'elettronica, dove costituisce la soluzione migliore per ottenere collegamenti elettrici affidabili.
Non tutti i metalli possono essere sottoposti al processo di saldatura a stagno. L'alluminio, ad esempio, per la sua natura chimico fisica, non consente la saldatura a stagno, mentre si possono effettuare saldature perfette sul rame, ferro, argento, che sono i metalli che maggiormente interessano i nostri lettori.
MATERIALI PER SALDARE

Per effettuare le saldature a stagno occorrono tre elementi: il disossidante, lo stagno e il saldatore elettrico.
Quasi tutti i metalli a contatto dell'aria si ricoprono di un velo di ossido, per cui lo stagno non riuscirebbe a « legare » se l'ossido non venisse asportato, sia meccanicamente, tramite lamette, temperini, carta vetro, sia chimicamente, tramite sostanze disossidanti.
Un accessorio molto utile, ma non proprio indispensabile, è rappresentato dalla mattonella netta-punta, cioè un blocchetto di sale ammoniacale (figura 1), sul quale si passa la punta del saldatore quando questa, per un eccessivo riscaldamento o per un prolungato uso, si sia tanto ossidata o ricoperta di scorie da rifiutare lo stagna fuso, che dovrebbe invece distendersi uniformemente su di essa.



Fig. 1 - Le mattonelle netta-punte sono dei blocchetti di sale ammoniaco utili per disossidare chimicamente le punte di rame dei saldatori elettrici

Dovendo saldare pezzi molto ossidati, generalmente ottone, rame, ferro, e dove l'azione dell'anima disossidante del filo di stagno sia chiaramente insufficiente, è spesso opportuno ricorrere a disossidanti aggiuntivi, come ad esempio le paste leggermente acide o i disossidanti liquidi più penetranti; questi ultimi non debbono assolutamente essere usati durante il normale lavoro di montaggio dei componenti elettronici, perché sono corrosivi.
Il filo-stagno rappresenta il materiale di apporto d'elezione nel procedimento di saldatura a stagno in elettronica. Esso è composto da un filo cavo in tutta la sua lunghezza. L'interno del filo è riempito di una sostanza che, a caldo, cola con lo stagno e reagisce chimicamente sulle superfici da saldare, disossidandole. Questo speciale tipo di stagno, che nella migliore qualità appare lucente e flessibile, viene venduto in rocchetti di varie dimensioni. Naturalmente non si tratta di stagno puro, ma di una lega di stagno e piombo
IL SALDATORE

Per effettuare una saldatura a stagno si utilizza normalmente un utensile, che viene prodotto in una vasta gamma di modelli, a seconda delle applicazioni e che viene denominato saldatore elettrico. Questo deve essere proporzionato, in potenza e dimensioni, al tipo di saldature che si vuol eseguire. La potenza sì misura in watt ed indica la quantità di energia elettrica assorbita in un secondo dal saldatore.
L'energia elettrica viene trasformata in calore dalla resistenza elettrica, che è rappresentata da un filo di nichel-cromo, che ha la proprietà di diventare incandescente al passaggio della corrente elettrica. Viene prodotto quindi del calore, una parte del quale si disperde nell'ambiente, mentre la maggior quantità si condensa sulla punta saldante.
Un buon saldatore è concepito in modo da contenere al minimo tutte le dispersioni, cioè in modo da trasformare in calore la maggior parte di energia elettrica assorbita.
Una punta saldante troppo piccola, non avendo una superficie di dissipazione proporzionata alla potenza del saldatore, non può contenere né trasmettere tutto il calore fornito dalla resistenza: essa si surriscalda, si ossida facilmente per l'eccessiva temperatura e mette la resistenza in facili condizioni di bruciatura, ossia di interruzione elettrica.
Per la saldatura dei terminali dei semiconduttori, dei resistori e dei piccoli condensatori, sono sufficienti saldatori da 15 - 30 W, con punta di rame del diametro di 1 - 2 mm. I saldatori di maggiore potenza, per esempio quelli da 100 W, sono usati soltanto per saldature di parti meccaniche di grosse dimensioni, come ad esempio i telai, i bocchettoni, le piastre metalliche, ecc. Infatti, per questi tipi di saldature, occorrono utensili con punte saldanti più grandi e più pesanti, dato che, quanto più grandi sono i pezzi da saldare, tanto più grande è il calore da questi assorbito o dissipato.
Deve quindi essere maggiore la quantità di calore da portare ai pezzi nel punto di saldatura perché vi si conservi la temperatura di fusione e di legamento dello stagno che, come abbiamo detto, si aggira intorno ai 190-280°C, a seconda della lega utilizzata.
Saldatori con potenze elettriche superiori, per esempio di 300 W, possono essere utilizzati per chiudere, con saldature a stagno, piccoli fori nelle carrozzerie delle autovetture.
Il modello di saldatore elettrico a resistenza deve essere inserito in una presa di corrente cinque minuti circa prima dell'uso, per dare tempo alla punta saldante di portarsi alla temperatura di esercizio. In commercio si possono oggi trovare moltissimi modelli di questi tipi di saldatori, perché sono i più usati e i più economici
Fig. 3 Esempi molto comuni di saldatori elettrici per elettronici dilettanti. Sono utensili di piccola e media potenza adatti per un lavoro continuativo.
Fra essi, quelli dotati di punta sottile, sono i più adatti per saldare i terminali dei componenti elettronici miniaturizzati sulle piste di rame dei circuiti stampati .I saldatori elettrici con punta sottile e metodo della saldatura a stagno .
Molto diffusi sono pure i saldatori istantanei a pistola , che si rivelano degli utensili necessari ovunque si debbano effettuare saldature rapide, dato che il tempo di riscaldamento della punta è di 3 = 5 secondi.
II saldatore istantaneo a pistola per saldature rapide e saltuarie.
In molti modelli è applicata una lampadina che illumina il punto di lavoro agevolando le operazioni di saldatura.
Il saldatore istantaneo leggerissimo, maneggevole, di modernissima concezione costruttiva e può essere considerato lo strumento ideale per il riparatore di piccoli componenti elettronici.
Modello di saldatore elettrico istantaneo leggerissimo ideale per i piccoli componenti elettronici.

FUNZIONE DEL SALDATORE

Come si è detto, la funzione del saldatore è quella di mantenere sulla punta una temperatura superiore a quella di fusione dello stagno, anche quando esso deve trasmettere alle parti da saldare una notevole quantità di calore. Ecco perché, quando si debbono saldare due parti metalliche di notevoli dimensioni, occorre servirsi di un saldatore di grande potenza, perché con una elevata quantità di calore a disposizione si è in grado di elevare le parti da saldare ad una temperatura superiore a quella di fusione dello stagno. E così è anche facile comprendere il motivo per cui, quando si debbono saldare due fili conduttori sottili o il sottile terminale di un semiconduttore, è più che sufficiente l'uso di un saldatore di piccola potenza, con punta sottile. Infatti, in questo caso, basta una piccola quantità di calore per elevare le parti da saldare alla temperatura di fusione dello stagno.

DISOSSIDAZIONE

L'uso di un saldatore di potenza adeguata al tipo di saldatura che si deve eseguire, non è sufficiente se non si prendono alcune precauzioni prima e durante l'operazione di saldatura. Per esempio, se le due parti da saldare non sono pulite, la saldatura sarà senz'altro fredda. La pulizia delle parti si esprime, nella terminologia tecnica appropriata, con il termine « disossidazione ». Occorre, dunque, prima di ogni saldatura, provvedere all'eliminazione totale dell'ossido che ricopre le parti metalliche. E l'ossido può essere tolto con due sistemi diversi: meccanicamente o chirnicamente.
Nel primo caso ci si serve di una lametta da barba o della lama di un temperino, con cui si raschiano energicamente i conduttori elettrici o le parti metalliche, fino ad evidenziarne l'originale lucentezza metallica .
Per esempio, il filo di rame deve assumere il suo colore giallo oro lucente, la lamiera deve anch'essa divenire lucente. Naturalmente, quando si tratta di pulire Fili conduttori molto sottili, non si deve esagerare con la raschiatura, perché in questo caso si corre il pericolo di indebolire eccessivamente il conduttore o, peggio, di spezzarlo.
Sul secondo caso ci siamo già intrattenuti all'inizio. Si tratta infatti del processo di pulizia chimica, per il quale si fa uso della speciale pasta disossidante che, nel gergo, viene denominata pasta saldante. La pulizia delle parti si ottiene applicando ad esse, una porzione di questa pasta e sovrapponendo poi a questa la punta ben calda del saldatore. Il calore scioglie la pasta, che elimina contemporaneamente gli ossidi. Ad ogni modo, consigliamo al principiante di eseguire, almeno nei primi tempi, tutti e due i metodi di disossidazione, per avere la certezza di realizzare saldature perfette; consigliamo cioè di raschiare in un primo tempo le parti con la lametta o la lama del temperino. e di cospargere su queste la pasta disossidante.
Infine, quando per la prima volta si usa un saldatore nuovo, è consigliabile ricoprire di stagno la punta (lungo le sue superfici utili, in modo da evitare ogni fenomeno di ossidazione).

COME SI SALDA

Una volta assimilata la parte teorica della saldatura, si può prendere in mano il saldatore per effettuare la prima saldatura a stagno, per esempio quella che unisce tra loro i terminali di due fili conduttori elettrici di rame.
a prima cosa da fare è quella di inserire la spina del saldatore elettrico, che deve essere di tipo a punta sottile, in una presa di corrente. Quindi si attende che la punta del saldatore raggiunga e superi la temperatura di fusione dello stagno.
E durante questo breve periodo di attesa si puliscono, con l'uso di una lametta, i terminali dei due fili in modo da renderli lucenti. Poi si attorcigliano un poco i terminali e su di essi si spalma una piccola quantità di pasta disossidante. Con la mano destra si impugna il saldatore e si appoggia la punta sul punto di saldatura, facendo sciogliere contemporaneamente una adeguata quantità di stagno impugnato con la mano sinistra. Lo stagno si scioglie soltanto quando si trova in intimo contatto con la punta del saldatore. Ma il passaggio dallo stato solido a quello liquido dello stagno, non deve considerarsi come un segnale di saldatura avvenuta e, quindi, di sollevamento della punta saldante dal punto di saldatura, perché è necessario attendere che il calore possa distribuirsi uniformemente e nella maggiore quantità sulle parti metalliche; per questo processo fisico sono richiesti alcuni secondi. Ci si accorgerà, infatti, che lo stagno andrà a ricoprire, durante il suo stato liquido, tutta la zona da saldare, diffondendosi con uniformità su di essa. Soltanto allora si potrà togliere la punta del saldatore e, senza sottoporre le parti saldate a sollecitazioni meccaniche o movimenti, si attenderà ancora per qualche istante per concedere allo stagno il tempo necessario per rapprendersi cioè per solidificare. La saldatura a stagno, a questo punto, deve considerarsi eseguita. Ma per constatarne la buona qualità, è sempre bene esercitare una leggera trazione sui conduttori, movendoli un po' da una parte e un po' dall'altra, così da accertarsi del loro perfetto fissaggio. L'esercizio pratico diverrà in ogni caso il miglior maestro per tutti e col passare del tempo le operazioni di saldatura appariranno sempre più semplici ed istintive. Ma la regola fondamentale rimane sempre la stessa: pulizia perfetta delle parti da saldare, impiego di stagna di ottima qualità ed esecuzioni relativamente lente delle operazioni di saldatura.


Per altre delucidazioni http://www.baronerosso.it/forum/aero...saldatura.html
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Vecchio 12 dicembre 08, 08:53   #12 (permalink)  Top
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Anche io ne ho uno simile da 100W per i connettori mentre ne ho uno a stilo da 40W per saldare i connettori cilindrici più piccoli.

Per i Deans ci va quello da 100W altrimenti non ce la fai a scaldare per bene stagno, contatto e cavo.

Io tra l'altro non uso nemmeno la pasta per saldare solo uno stagno di buona qualità e la punta del saldatore sempre bella pulita


Bye
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Vecchio 12 dicembre 08, 08:56   #13 (permalink)  Top
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Anche io ne ho uno simile da 100W per i connettori mentre ne ho uno a stilo da 40W per saldare i connettori cilindrici più piccoli.

Per i Deans ci va quello da 100W altrimenti non ce la fai a scaldare per bene stagno, contatto e cavo.

Io tra l'altro non uso nemmeno la pasta per saldare solo uno stagno di buona qualità e la punta del saldatore sempre bella pulita


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mi sa che alllora ne prendero uno simile da 100w...meglio stilo o pistola?
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Vecchio 12 dicembre 08, 09:00   #14 (permalink)  Top
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mi sa che alllora ne prendero uno simile da 100w...meglio stilo o pistola?
A parte che onestamente non so se nei vari Brico trovi dei saldatori a buon prezzo a stilo da 100W... secondo me è meglio quello a pistola... per i Deans... mentre per i connettori cilindrici con il forrellino laterale per lo stagno ci va quello a stilo.

Io infatti li ho entrambi.

Bye
Andrea
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Vecchio 12 dicembre 08, 10:06   #15 (permalink)  Top
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Io saldo sia i deans che quelli cilindrici sui fili del brushless con il saldatore a punta. Ne ho preso uno termoregolabile da Brico con potenza massima di 60W. Uso sempre la pasta salda che a mio avviso ha un ruolo fondamentale per la corretta riuscita dell'operazione. E non ho mai avuto problemi. Stagno il filo creando appena un velo di stagno sopra. Poi stagno il deans bloccato in morsa lasciandoci sopra una goccia di stagno, scaldando quest'ultima ci poggio il filo sopra per qualche istante. Appena lo stagno ingloba il filo tolgo il saldatore e dopo qualche secondo è apposto.
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Vecchio 12 dicembre 08, 10:59   #16 (permalink)  Top
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Otre i W quello chedifferenzia i saldatori è anche la punta.
Se prendiamo due saldatori di 70W ma uno con la punta fina e l'altro con la punta grossa saranno completamente diversi come resa.
Quindi isaldatori vanno presi in base a cosa si salda.
Io ho un tipo a punta fina er saldare piccole cose ed un secondo con punta molto grande per saldare connettori e cavi di 10 AWG, ci saldavo anche le barrette in rame delle vecchie batterie nicd.


Io ho tipo questo di 100W BRICO SHOP FAI DA TE :::… Saldatore a stagno, saldatori elettrici, stazioni di saldatura

e non è che sia il massimo per connettori, li salda ma devo tenerlo un pochetto , i cavi grossi invece li salda a stento, il tuo è addirittura da 40W, almeno spero sia con la punta grossa e non come questo con la punta fina Saldatore stilo 40W

per saldare tranquillo uso tipo questo a punta grossa e piatta da 80W, però sappi che sono sempre giocattoli,ma per noi vanno bene.Ne esistono professionali davvero buoni.
Se poi devo saldare un cavo molto grosso uso quello a martello, ma è raro usarlo nell'aeromodellismo.



Con la parola « saldatura » si designa in generale l'unione, attraverso un procedimento termico, di due metalli. Portando a temperatura di fusione lo stagno interposto fra due superfici metalliche, si ottiene l'intima unione fisica delle parti. E la temperatura di fusione dello stagno è rappresentata da quel valore della scala centigrada per il quale lo stagno stesso passa dallo stato solida a quello liquido. Esso è di 231,9°C. Ma quello usato per le saldature non è stagno puro, bensì una lega di stagno e piombo, nella quale le quantità dei due metalli variano, facendo variare la temperatura di fusione della lega, fra i 190°C e i 280°C.
La saldatura a stagno non offre grande resistenza, ed è quindi utilizzata per unire tra loro parti metalliche destinate ad essere sottoposte a deboli sollecitazioni metalliche. Ecco perché essa trova largo impiego in quasi tutti i settori dell'elettronica, dove costituisce la soluzione migliore per ottenere collegamenti elettrici affidabili.
Non tutti i metalli possono essere sottoposti al processo di saldatura a stagno. L'alluminio, ad esempio, per la sua natura chimico fisica, non consente la saldatura a stagno, mentre si possono effettuare saldature perfette sul rame, ferro, argento, che sono i metalli che maggiormente interessano i nostri lettori.
MATERIALI PER SALDARE

Per effettuare le saldature a stagno occorrono tre elementi: il disossidante, lo stagno e il saldatore elettrico.
Quasi tutti i metalli a contatto dell'aria si ricoprono di un velo di ossido, per cui lo stagno non riuscirebbe a « legare » se l'ossido non venisse asportato, sia meccanicamente, tramite lamette, temperini, carta vetro, sia chimicamente, tramite sostanze disossidanti.
Un accessorio molto utile, ma non proprio indispensabile, è rappresentato dalla mattonella netta-punta, cioè un blocchetto di sale ammoniacale (figura 1), sul quale si passa la punta del saldatore quando questa, per un eccessivo riscaldamento o per un prolungato uso, si sia tanto ossidata o ricoperta di scorie da rifiutare lo stagna fuso, che dovrebbe invece distendersi uniformemente su di essa.



Fig. 1 - Le mattonelle netta-punte sono dei blocchetti di sale ammoniaco utili per disossidare chimicamente le punte di rame dei saldatori elettrici

Dovendo saldare pezzi molto ossidati, generalmente ottone, rame, ferro, e dove l'azione dell'anima disossidante del filo di stagno sia chiaramente insufficiente, è spesso opportuno ricorrere a disossidanti aggiuntivi, come ad esempio le paste leggermente acide o i disossidanti liquidi più penetranti; questi ultimi non debbono assolutamente essere usati durante il normale lavoro di montaggio dei componenti elettronici, perché sono corrosivi.
Il filo-stagno rappresenta il materiale di apporto d'elezione nel procedimento di saldatura a stagno in elettronica. Esso è composto da un filo cavo in tutta la sua lunghezza. L'interno del filo è riempito di una sostanza che, a caldo, cola con lo stagno e reagisce chimicamente sulle superfici da saldare, disossidandole. Questo speciale tipo di stagno, che nella migliore qualità appare lucente e flessibile, viene venduto in rocchetti di varie dimensioni. Naturalmente non si tratta di stagno puro, ma di una lega di stagno e piombo
IL SALDATORE

Per effettuare una saldatura a stagno si utilizza normalmente un utensile, che viene prodotto in una vasta gamma di modelli, a seconda delle applicazioni e che viene denominato saldatore elettrico. Questo deve essere proporzionato, in potenza e dimensioni, al tipo di saldature che si vuol eseguire. La potenza sì misura in watt ed indica la quantità di energia elettrica assorbita in un secondo dal saldatore.
L'energia elettrica viene trasformata in calore dalla resistenza elettrica, che è rappresentata da un filo di nichel-cromo, che ha la proprietà di diventare incandescente al passaggio della corrente elettrica. Viene prodotto quindi del calore, una parte del quale si disperde nell'ambiente, mentre la maggior quantità si condensa sulla punta saldante.
Un buon saldatore è concepito in modo da contenere al minimo tutte le dispersioni, cioè in modo da trasformare in calore la maggior parte di energia elettrica assorbita.
Una punta saldante troppo piccola, non avendo una superficie di dissipazione proporzionata alla potenza del saldatore, non può contenere né trasmettere tutto il calore fornito dalla resistenza: essa si surriscalda, si ossida facilmente per l'eccessiva temperatura e mette la resistenza in facili condizioni di bruciatura, ossia di interruzione elettrica.
Per la saldatura dei terminali dei semiconduttori, dei resistori e dei piccoli condensatori, sono sufficienti saldatori da 15 - 30 W, con punta di rame del diametro di 1 - 2 mm. I saldatori di maggiore potenza, per esempio quelli da 100 W, sono usati soltanto per saldature di parti meccaniche di grosse dimensioni, come ad esempio i telai, i bocchettoni, le piastre metalliche, ecc. Infatti, per questi tipi di saldature, occorrono utensili con punte saldanti più grandi e più pesanti, dato che, quanto più grandi sono i pezzi da saldare, tanto più grande è il calore da questi assorbito o dissipato.
Deve quindi essere maggiore la quantità di calore da portare ai pezzi nel punto di saldatura perché vi si conservi la temperatura di fusione e di legamento dello stagno che, come abbiamo detto, si aggira intorno ai 190-280°C, a seconda della lega utilizzata.
Saldatori con potenze elettriche superiori, per esempio di 300 W, possono essere utilizzati per chiudere, con saldature a stagno, piccoli fori nelle carrozzerie delle autovetture.
Il modello di saldatore elettrico a resistenza deve essere inserito in una presa di corrente cinque minuti circa prima dell'uso, per dare tempo alla punta saldante di portarsi alla temperatura di esercizio. In commercio si possono oggi trovare moltissimi modelli di questi tipi di saldatori, perché sono i più usati e i più economici
Fig. 3 Esempi molto comuni di saldatori elettrici per elettronici dilettanti. Sono utensili di piccola e media potenza adatti per un lavoro continuativo.
Fra essi, quelli dotati di punta sottile, sono i più adatti per saldare i terminali dei componenti elettronici miniaturizzati sulle piste di rame dei circuiti stampati .I saldatori elettrici con punta sottile e metodo della saldatura a stagno .
Molto diffusi sono pure i saldatori istantanei a pistola , che si rivelano degli utensili necessari ovunque si debbano effettuare saldature rapide, dato che il tempo di riscaldamento della punta è di 3 = 5 secondi.
II saldatore istantaneo a pistola per saldature rapide e saltuarie.
In molti modelli è applicata una lampadina che illumina il punto di lavoro agevolando le operazioni di saldatura.
Il saldatore istantaneo leggerissimo, maneggevole, di modernissima concezione costruttiva e può essere considerato lo strumento ideale per il riparatore di piccoli componenti elettronici.
Modello di saldatore elettrico istantaneo leggerissimo ideale per i piccoli componenti elettronici.

FUNZIONE DEL SALDATORE

Come si è detto, la funzione del saldatore è quella di mantenere sulla punta una temperatura superiore a quella di fusione dello stagno, anche quando esso deve trasmettere alle parti da saldare una notevole quantità di calore. Ecco perché, quando si debbono saldare due parti metalliche di notevoli dimensioni, occorre servirsi di un saldatore di grande potenza, perché con una elevata quantità di calore a disposizione si è in grado di elevare le parti da saldare ad una temperatura superiore a quella di fusione dello stagno. E così è anche facile comprendere il motivo per cui, quando si debbono saldare due fili conduttori sottili o il sottile terminale di un semiconduttore, è più che sufficiente l'uso di un saldatore di piccola potenza, con punta sottile. Infatti, in questo caso, basta una piccola quantità di calore per elevare le parti da saldare alla temperatura di fusione dello stagno.

DISOSSIDAZIONE

L'uso di un saldatore di potenza adeguata al tipo di saldatura che si deve eseguire, non è sufficiente se non si prendono alcune precauzioni prima e durante l'operazione di saldatura. Per esempio, se le due parti da saldare non sono pulite, la saldatura sarà senz'altro fredda. La pulizia delle parti si esprime, nella terminologia tecnica appropriata, con il termine « disossidazione ». Occorre, dunque, prima di ogni saldatura, provvedere all'eliminazione totale dell'ossido che ricopre le parti metalliche. E l'ossido può essere tolto con due sistemi diversi: meccanicamente o chirnicamente.
Nel primo caso ci si serve di una lametta da barba o della lama di un temperino, con cui si raschiano energicamente i conduttori elettrici o le parti metalliche, fino ad evidenziarne l'originale lucentezza metallica .
Per esempio, il filo di rame deve assumere il suo colore giallo oro lucente, la lamiera deve anch'essa divenire lucente. Naturalmente, quando si tratta di pulire Fili conduttori molto sottili, non si deve esagerare con la raschiatura, perché in questo caso si corre il pericolo di indebolire eccessivamente il conduttore o, peggio, di spezzarlo.
Sul secondo caso ci siamo già intrattenuti all'inizio. Si tratta infatti del processo di pulizia chimica, per il quale si fa uso della speciale pasta disossidante che, nel gergo, viene denominata pasta saldante. La pulizia delle parti si ottiene applicando ad esse, una porzione di questa pasta e sovrapponendo poi a questa la punta ben calda del saldatore. Il calore scioglie la pasta, che elimina contemporaneamente gli ossidi. Ad ogni modo, consigliamo al principiante di eseguire, almeno nei primi tempi, tutti e due i metodi di disossidazione, per avere la certezza di realizzare saldature perfette; consigliamo cioè di raschiare in un primo tempo le parti con la lametta o la lama del temperino. e di cospargere su queste la pasta disossidante.
Infine, quando per la prima volta si usa un saldatore nuovo, è consigliabile ricoprire di stagno la punta (lungo le sue superfici utili, in modo da evitare ogni fenomeno di ossidazione).

COME SI SALDA

Una volta assimilata la parte teorica della saldatura, si può prendere in mano il saldatore per effettuare la prima saldatura a stagno, per esempio quella che unisce tra loro i terminali di due fili conduttori elettrici di rame.
a prima cosa da fare è quella di inserire la spina del saldatore elettrico, che deve essere di tipo a punta sottile, in una presa di corrente. Quindi si attende che la punta del saldatore raggiunga e superi la temperatura di fusione dello stagno.
E durante questo breve periodo di attesa si puliscono, con l'uso di una lametta, i terminali dei due fili in modo da renderli lucenti. Poi si attorcigliano un poco i terminali e su di essi si spalma una piccola quantità di pasta disossidante. Con la mano destra si impugna il saldatore e si appoggia la punta sul punto di saldatura, facendo sciogliere contemporaneamente una adeguata quantità di stagno impugnato con la mano sinistra. Lo stagno si scioglie soltanto quando si trova in intimo contatto con la punta del saldatore. Ma il passaggio dallo stato solido a quello liquido dello stagno, non deve considerarsi come un segnale di saldatura avvenuta e, quindi, di sollevamento della punta saldante dal punto di saldatura, perché è necessario attendere che il calore possa distribuirsi uniformemente e nella maggiore quantità sulle parti metalliche; per questo processo fisico sono richiesti alcuni secondi. Ci si accorgerà, infatti, che lo stagno andrà a ricoprire, durante il suo stato liquido, tutta la zona da saldare, diffondendosi con uniformità su di essa. Soltanto allora si potrà togliere la punta del saldatore e, senza sottoporre le parti saldate a sollecitazioni meccaniche o movimenti, si attenderà ancora per qualche istante per concedere allo stagno il tempo necessario per rapprendersi cioè per solidificare. La saldatura a stagno, a questo punto, deve considerarsi eseguita. Ma per constatarne la buona qualità, è sempre bene esercitare una leggera trazione sui conduttori, movendoli un po' da una parte e un po' dall'altra, così da accertarsi del loro perfetto fissaggio. L'esercizio pratico diverrà in ogni caso il miglior maestro per tutti e col passare del tempo le operazioni di saldatura appariranno sempre più semplici ed istintive. Ma la regola fondamentale rimane sempre la stessa: pulizia perfetta delle parti da saldare, impiego di stagna di ottima qualità ed esecuzioni relativamente lente delle operazioni di saldatura.


Per altre delucidazioni http://www.baronerosso.it/forum/aero...saldatura.html
il mio è da 25 watt, dici che è questo il problema?
tratto2005 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 dicembre 08, 11:16   #17 (permalink)  Top
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il mio è da 25 watt, dici che è questo il problema?
Secondo me il problema è proprio lì!

Bye
Andrea
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Vecchio 12 dicembre 08, 11:35   #18 (permalink)  Top
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L'avatar di claudio476
 
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Messaggi: 2.722
Ragazzi, se dovete prendere un saldatore e se avete problemi a saldare i connettori. vi consiglio vivamente di sceglierne a doppia potenza. Esistono a stilo, normalmente sono tipo da 20W e poi hanno un tastino che li porta ad una potenza maggiore se serve, anche a 100W!

Con le pistole economiche da brico da 100W ho sempre preso sole, mai funzionanti per più di 6 mesi, ma forse sono sfigato!

Per saldare i deans in maniere semplice, e senza rischiare di fonderli (quanto puzzano!)
1- saldatore alla massima potenza (60W minimo), poggiare sul contatto e scaldare per 3 secondi, solo dopo aggiungere stango, se il contatto è ben caldo si spanderà rapidamente...
2- stagnare il filo separatamente..
3- avvicinare il filo, poggiare il saldatore sul filo e fondere lo stagno sul filo, senza staccare il saldatore dal filo, poggiarlo sul contatto stagnato, attendere che lo stagno sul contatto fonda.... soffiare abbondandemente!

Utilissima per l'operazione al terza mano, ovvero quell'accrocco con i coccodrillini e lente di ingrandimento che vi tiene fermo il connettore.
__________________
www.quattrociocchi.it (aeromodellismo,fotografie,energie,varie ed eventuali..)
[Fusione Fredda, come spiegarla a mia nonna]

claudio476 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 dicembre 08, 11:54   #19 (permalink)  Top
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L'avatar di pasta
 
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basta usare un pò di pasta antiossidante o pulire bene prima con alcool...
pasta non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 dicembre 08, 12:04   #20 (permalink)  Top
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L'avatar di gabri81
 
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Residenza: Allora, vediamo un po'....
Messaggi: 2.478
Citazione:
Originalmente inviato da pasta Visualizza messaggio
basta usare un pò di pasta antiossidante o pulire bene prima con alcool...
dicono che sia indispensabile anche un saldatore a stilo con minimo 60watt
__________________
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gabri81 non è collegato   Rispondi citando
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