Citazione:
Originalmente inviato da g.donelli Buongiorno a tutti per quanto riguarda la forma da dare all'infieritura ho un'opinione diversa da Luca, perchè se voglio arrivare ad avere la vela con la forma effettiva di progetto devo per forza avere un punto dove la flessione dell'albero copi esattamente quanto disegnato sulla vela altrimenti se l'albero flette troppo perderò irrimediabilmente la forma se invece flette meno avrò del materiale in eccesso che deformerà la vela spostando il grasso verso prua, nel caso del metro dove la vela è attaccata all'albero con anellini di metallo e legature di filo il problema si presenta in modo meno evidente, nel caso di alberi con canalina, vedi ac !o, la necessità di copiare la forma, a mio avviso, diventa indispensabile e credo che parte del risultato si veda nelle foto della randa. |
Buon giorno. Mi sono informato presso una sw house che produce sw per velerie. Risulta confermato quanto dici tu. Il parametro attualmente utilizzato per il calcolo della ralinga d'inferitura per la randa (ma lo stesso discorso vale per il profilo d'entrata delle vele di prua, jennaker e triradiali inclusi) è un valore che considera il rapporto fra la corda delle bugne di entrata e la saetta (=media delle saette rilevate in un numero variabile di punti, in genere fra 2 e 5 a seconda dell'altezza dell'albero, del tipo di armo e del numero di crocette). Si deve inoltre tener conto non solo della curvatura dell'albero, ma anche della flessione (che dipende da coeff. di rigidità e n. di crocette), per cui anche la saetta diventa un valore (calcolato) tridimensionale. Non ultimo, per quanto rigido sia il tessuto, anche l'arco di flessione della vela deve essere tenuto in considerazione, e qui la cosa si complica, perchè, a differenza dell'arco longitudinale - che è costante -, quello laterale non lo è; è a sua volta frutto del calcolo di una media di saette (circa 6-10). Questi parametri sono differenti sulle vele asimmetriche. E' quindi evidente che la inferitura è strettamente dipendente dalla curvatura dell'albero. Questo valore è molto importante, non tanto per stabilire la curva di entrata del profilo (variabile 2D) ma per il coefficiente teorico da attribuire alla curvatura di sagoma 3D (la comune "pancia") che deve essere calcolato in base alla forma che si vuole ottenere (tralascio, è il concetto ostico e noioso del profilo logaritmico), e che di conseguenza varierebbe molto (praticamente al quadrato in corrispondenza del CV di ogni vela) nel caso di una retta piuttosto che di un arco (peggio ancora su un doppio arco). Tale principio è fondamentale nelle vele con tessuti a trama rigida, tipo kevlar e carbonio, dove la forma è necessariamente la risultante di un calcolo a tavolino che non può non tener conto delle deformazioni e dei disassamenti inevitabili fra il progetto ed il risultato in lavoro. Saluti
Max