14 gennaio 09, 12:41 | #31 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-02-2006
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La tecnica "Grakula", concedetemi il termine, si applica benissimo con derive "a pinna" (non so come si chiamano), dove deriva e scafo formano uno spigolo (credo ) Con la "chiglia lunga" la deriva deve essere ben raccordata con lo scafo. Riportare una deriva fatta a parte su uno scafo già fibrato all'esterno si rischiano un sacco di imperfezioni sulla giunzione. Se invece lascio il legno scoperto all'esterno, riportare e lisciare la deriva in fase unica con lo scafo rimane più semplice. Naturalmente sono solo considerazioni da principiante nel vostro ramo ...
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14 gennaio 09, 12:47 | #32 (permalink) Top |
User Data registr.: 17-01-2006 Residenza: Cecina
Messaggi: 1.875
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Azz...tecnica Grakula...troppa grazia A parte gli scherzi, non so, non ho mai provato, sicuramente bisognerebbe vrivedere il sistema per il taglio delle stecche in quanto non tutte vanno da prua a poppa...ci penserò su |
14 gennaio 09, 13:14 | #33 (permalink) Top |
User |
Ciao Paolo, appena ho tempo metto una foto di uno dei miei modelli ancora incompleti: un 12 mt s.i. coppa america anni 80 con la carateristica "pinna" a delfino raccordata allo scafo. Il modello è rivestito con fasciame di balsa dura eccetto la deriva che è in attesa di completamento ( da 17 anni )........... .........e questo succede quando si mette troppa carne al fuoco: si cominciano più modelli e ti ritrovi la casa piena di "carcasse" incomplete! |
14 gennaio 09, 13:18 | #34 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-02-2006
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14 gennaio 09, 18:23 | #35 (permalink) Top |
User |
I tuoi interventi mi hanno fatto venire la voglia di dare una rispolverata (nel senso più letterale della parola) al modello che ormai tenevo appeso alla parete come una grossa caciotta, sono andato in garage per soffiarlo e non ti dico che nebbia di polvere!!! Dopo anni nel dimenticatoio la copertura in balsa (non trattata) presenta un aspetto di "vecchio" e la struttura della pinna spezzata; inizialmente fu concepito per essere finito come modello navigante in struttura lignea con rivestimento in epoxy, ma se dovrò continuare mi sa che lo renderò un master per fare il modello tutto fibra. Avrei questa preferenza perchè questa tipologia di modelli non gode di un eccellente braccio di leva a causa della pinna piombata internamente, la quale non ha la stessa efficacia raddrizzante di una deriva con bulbo di un moderno AC,.....quindi per abbassare i pesi, ricavo il modello da due mezzi stampi rendendo più funzionale il lavoro che dovrà fare la pinna, praticamente il peso risparmiato nella struttura lo concentro tutto in basso a favore della stabilità. Comunque, prima di mettere la barca in cantiere sotto i ferri, faccio delle foto così come si trova adesso. |
14 gennaio 09, 18:43 | #36 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-02-2006
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14 gennaio 09, 19:02 | #37 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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In effetti quelllo che scrivi è un'ottima soluzione per piombare efficacemente le barche a chiglia lunga. Basta fare chiglia di legno pieno e poi ritagliare la parte da cui si vuole ricavare al colata di piombo: la si immerge nel gesso dopo averla unata un po' e si fa lo stampo femmina. Poi si predispongono dei prigionieri di acciao inox piegato a L, li si posiziona all'interno magari tenedoli da fuori stampo e si cola il piombo. L'inox conduce poco il calore e, lasciandoli un po lunghi, il casteletto a ponte sullo stampo per tenerli può essere tranquillamente fatto con 3 pezzi di legno di recupero e/o una legatura in fil di ferro. Il piombo verrà duro prima che il calore salga abbastanza da danneggiare la ritenuta. atenzione che il piombo fuso è più pesante dell'inox che tende a galleggiargli dentro: conviene bloccali bene. Ciao
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14 gennaio 09, 20:56 | #38 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-02-2006
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| Citazione:
Grazie di seguire allora. Eh, mi sa che quel libro me lo dovrei ricomprare, ricordo che era una vera enciclopedia, e c'erano un sacco di disegni da utilizzare. Mi pare di ricordare che suggerissero di fare le 2 meta femmina con i prigionieri passanti, con 2 cassette da unire prima della colatura, ma probabilmente è più semplice come dici tu, a cassetta unica ....
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15 gennaio 09, 10:04 | #39 (permalink) Top | ||
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
Messaggi: 4.598
| Citazione:
Se la smemorite cronica non colpisce di nuovo mi segno tutti i dati e li posto cosi` se qualcuno vuole cercarlo ha le info necessarie. Chiaramente e` ottimo per tecniche costruttive classiche in legno e affini e non ha nulla di utile sui compositi. Per le barche a vela i concetti sono molto datati e su modelli moderni (con bulbo e dislocamenti ridotti) conviene non applicarli alla lettera, altrimenti Comunque, hai ragione: lo stampo descritto era come dici tu in 2 meta` e non come ho scritto io. Quella era gia` una mia "elaborazione" fatta su una barca non RC (da volo libero) che avevo messo assieme nel '80. Citazione:
Se alla fine ti gireranno...sempre un problema tuo sara` Quando ho iniziato a fare barche RC non molti anni fa (2002), per non buttare soldi e tempo con uno scafo sballato ho comprato un disegno da uno che...non era capace a farli. Cosi` mi sono girate 2 volte di piu` perche` alla fine i soldi buttati per comprare il disegno fasullo erano meno del 5% del totale della barca fasulla finita Poi, dopo, investendo tempo, viaggi in giro per l'Italia e Francia e soldi in qualche disegno serio di IOM e classe M moderni che dichiaratamente funzionavano (alias vincevano regate) ho trovato la via anche grazie a qualche anziano "maestro" serio trovato lungo il cammino Diciamo che se si ha chiaro in mente dove arrivare e si e` disposti a qualche sacrificio.. di solito ci si riesce. Quindi... in bocca al lupo.
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