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Vecchio 06 settembre 18, 10:33   #61 (permalink)  Top
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Grazie damgiu per le foto e la spiegazione, però vorrei capire di più: nel caso inserissi la naca in un cassero e poi colo il gesso otterrei una copia "esterna" della naca, e poi come la si utilizza? Cioè la forma in gesso che ottengo, come si utilizza? Se invece riempio la naca di gesso ottengo una copia "interna" della stessa, sulla quale (non conosco il procedimento, ma lo intuisco) posso calcare una plastica scaldata che copia la naca deformandosi e me la riproduce. Giusto?




Grazie fabiovitti, sei disponibilissimo. A dire il vero dopo averti risposto, ripensandoci, mi era venuto il dubbio circa la vendita e che invece forse ti rendevi disponibile per un aiuto in caso di malaugurato danno. Va benissimo, l'importante è sapere che si può rimediare. Però il fratellino del mio sonar non farlo riposare troppo nella scatola, sono sicuro che è fremente di solcare il cielo libero e leggiadro...(che poeta, eh?). Grazie.
Se crei lo stampo in gesso, come in foto, ottieni uno stampo in negativo, per ottenere una copia in vetroresina del pezzo, per cui le dimensioni finali saranno uguali all'originale. Si procede applicando una cera distaccante all'interno dello stampo, la si lucida e poi si procede con l'applicazione di uno o più strati di fibra di vetro, imbevuti di resina epossidica, si lascia asciugare e poi si estrae il pezzo.

Per la termoformatura si procede come hai descritto, nel forum trovi una discussione in merito.
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Giuseppe D'AMICO

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Vecchio 06 settembre 18, 11:02   #62 (permalink)  Top
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Come si gestisce la porosità del gesso?

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Vecchio 06 settembre 18, 11:16   #63 (permalink)  Top
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Come si gestisce la porosità del gesso?

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La cera distaccante applicata dentro lo stampo chiude tutti i pori. Si deve applicare in abbondanza e lucidarla bene, altrimenti il pezzo rischia di non uscire senza danneggiare lo stampo. Volendo si può ottenere già il pezzo verniciato, applicando nello stampo sopra la cera il gelcoat che poi aderirà alla resina epossidica.
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Giuseppe D'AMICO

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Vecchio 06 settembre 18, 13:34   #64 (permalink)  Top
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Ciao Giuseppe,
Ho fatto in passato stampi in gesso, ma il trattamento con distaccanti è sempre stato il punto più critico da risolvere in maniera sicura e affidabile.

Tu, che cera usi e che qualità di superficie ottieni sul pezzo finito in fibra?
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Vecchio 06 settembre 18, 14:01   #65 (permalink)  Top
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Ciao Giuseppe,
Ho fatto in passato stampi in gesso, ma il trattamento con distaccanti è sempre stato il punto più critico da risolvere in maniera sicura e affidabile.

Tu, che cera usi e che qualità di superficie ottieni sul pezzo finito in fibra?
Ciao Claudio,

uso una cera per lucidare i marmi che mi avevo consigliato un colorificio di Collegno, che vendeva vernici per carrozzeria, molti anni fa. La scaldo con il phon in modo da renderla un pò liquida e poterla stendere con un pennello. Quando è asciutta la lucido con l'ovatta. La superficie del pezzo risulta abbastanza buona, non uso gelcoat, quindi una volta estratto il pezzo, lo pulisco con il solvente nitro per togliere il distaccante e poi rifinisco con la carta seppia bagnata. Passo una mano di fondo per verificare se ci sono imperfezioni. Va da se che lo stampo in gesso è quasi a perdere, non puoi ricavare molti pezzi, perchè è facile che in qualche punto dove il distaccante non ha preso bene, si stacchi qualche pezzo.

In questa immagine il pezzo bianco è realizzato con il sistema descritto sopra.
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Giuseppe D'AMICO

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Ultima modifica di damgiu : 06 settembre 18 alle ore 14:05
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Vecchio 06 settembre 18, 15:24   #66 (permalink)  Top
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Ciao Claudio,

uso una cera per lucidare i marmi che mi avevo consigliato un colorificio di Collegno, che vendeva vernici per carrozzeria, molti anni fa. La scaldo con il phon in modo da renderla un pò liquida e poterla stendere con un pennello. Quando è asciutta la lucido con l'ovatta. La superficie del pezzo risulta abbastanza buona, non uso gelcoat, quindi una volta estratto il pezzo, lo pulisco con il solvente nitro per togliere il distaccante e poi rifinisco con la carta seppia bagnata. G]
Grazie Giuseppe, molto interessante.
Nei miei ho fatto qualche prova usando la normale cera distaccante che vendeva schaller e non distaccava bene perchè probabilmente penetrava troppo e non restava in superficie.

Poi ho provato l'UNIFOL che è una cera in soluzione acquosa che usano per scopi odontotecnici e con quella staccava abbastanza bene, ma servivano molte mani e la superficie lasciava a desiderare (difficilmente veniva ben lucida come volevo).

Se riuscissi a recuperare in qualche modo il nome del prodotto, lo proverei volentieri, perchè tra non molto prevedo di fare qualche stampino in gesso
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Vecchio 06 settembre 18, 20:04   #67 (permalink)  Top
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Grazie Giuseppe, molto interessante.
Nei miei ho fatto qualche prova usando la normale cera distaccante che vendeva schaller e non distaccava bene perchè probabilmente penetrava troppo e non restava in superficie.

Poi ho provato l'UNIFOL che è una cera in soluzione acquosa che usano per scopi odontotecnici e con quella staccava abbastanza bene, ma servivano molte mani e la superficie lasciava a desiderare (difficilmente veniva ben lucida come volevo).

Se riuscissi a recuperare in qualche modo il nome del prodotto, lo proverei volentieri, perchè tra non molto prevedo di fare qualche stampino in gesso
Ciao Claudio,


ecco le foto del barattolo della cera che uso. In origine era di colore giallo, ora è diventata color ruggine, ma funziona lo stesso.


Per fare gli stampi, il materiale che uso in realtà non è proprio gesso, ma gesso scagliola.






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Vecchio 06 settembre 18, 22:41   #68 (permalink)  Top
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Ciao a tutti, ho letto con interesse lo scambio di informazioni tra persone esperte circa le mie richieste e ...ho preso appunti!!!

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Se crei lo stampo in gesso, come in foto, ottieni uno stampo in negativo, per ottenere una copia in vetroresina del pezzo, per cui le dimensioni finali saranno uguali all'originale. Si procede applicando una cera distaccante all'interno dello stampo, la si lucida e poi si procede con l'applicazione di uno o più strati di fibra di vetro, imbevuti di resina epossidica, si lascia asciugare e poi si estrae il pezzo.

Per la termoformatura si procede come hai descritto, nel forum trovi una discussione in merito.
Chiedo solo altre delucidazioni sperando di non risultare un pò noioso data la sicura ovvietà, per chi è più esperto, della richiesta: la fibra di vetro è lo stesso "tessuto" che si adopera per il rinforzo centrale delle semiali incollate ma magari assai più leggero? Per imbibirla si deve usare la resina epossidica che è cosa diversa dalla colla epossidica, giusto? Chiedo molto perchè forse avrei dovuto rinforzare (anche se non previsto nelle istruzioni di montaggio) la zona centrale dell'ala con strisce di fibra di vetro e resina, che a questo punto credo di aver capito siano le medesime per la replica delle plastiche, tranne appunto per il peso della fibra.
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Vecchio 07 settembre 18, 09:09   #69 (permalink)  Top
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Ciao a tutti, ho letto con interesse lo scambio di informazioni tra persone esperte circa le mie richieste e ...ho preso appunti!!!



Chiedo solo altre delucidazioni sperando di non risultare un pò noioso data la sicura ovvietà, per chi è più esperto, della richiesta: la fibra di vetro è lo stesso "tessuto" che si adopera per il rinforzo centrale delle semiali incollate ma magari assai più leggero? Per imbibirla si deve usare la resina epossidica che è cosa diversa dalla colla epossidica, giusto? Chiedo molto perchè forse avrei dovuto rinforzare (anche se non previsto nelle istruzioni di montaggio) la zona centrale dell'ala con strisce di fibra di vetro e resina, che a questo punto credo di aver capito siano le medesime per la replica delle plastiche, tranne appunto per il peso della fibra.
Si è lo stesso tessuto, lo trovi di diverse grammature e di conseguenza spessore diverso, in base alle esigenze. E' possibile applicare più strati di tessuto incrociati tra loro e anche con grammature diverse per realizzare un pezzo. Per queste applicazioni si usa la resina epossidica da laminazione, che è molto più liquida di una comune colla epossidica e si stende con pennello, applicando la tecnica della picchettatura. In pratica il pennello non si usa con passate avanti e indietro come quando si vernicia, ma colpendo verticalmente la superficie, tipo beccata del picchio.
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