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alessandroROMA 01 ottobre 13 21:16

correzione agli schemi di rinvio soluzioni da vagliare
 
2 Allegato/i
Ciao Claudio, se non hai tempo per scrivere molto ti capisco ma non ti contenere per timore di essere troppo prolisso, più scrivi e più informazioni mi dai e più sono contento, leggere non mi spaventa soprattutto se sono risposte alle mie domande.

Ciò premesso vengo all’argomento.
Credo di aver capito ora il sistema suggerito da Dooling, anche se a me, che non sono un professionista come voi, rimane un po’ difficile seguire le manovre che ci sono sulle foto.

Sulla base di queste nuove indicazioni ho modificato i rinvii come segue:


la prima soluzione consiste nel lasciare tutto come era prima ma collocando il punto di attacco della scotta sul boma seguendo il tuo suggerimento …la scotta deve essere attaccata al boma circa in corrispondenza di dove esce dallo scafo in modo da avere una leva favorevole quando vai a cazzare le vele…

Nelle immagini denominate: “A_prosp maestra” e “A_prosp trinchetto” si nota che il punto di attacco è più a poppavia, ho lasciato solo 5 mm di distanza dalla fine del boma .
La linea gialla indica il tratto di scotta con il boma a circa 15°.
La linea ciano indica il tratto di scotta con il boma a 85°.

La seconda soluzione, segue il suggerimento di Dooling che tu mi hai dettagliato benissimo e prevede due punti di attacco sul ponte, uno per ogni boma.
Ne prendo in considerazione uno solo per descrivere il funzionamento:
Dal punto di attacco sopra citato la scotta va verso l’estremità del boma passando per un anellino (non so se riesco a metterci addirittura una piccolissima carrucola), prosegue parallelo al boma e sotto di esso verso l’altro anellino collocato vicino all’albero.
Appena passato questo anellino cambia direzione (circa 90 °) e entra nel ponte dove un'altra carrucola la indirizzerà verso la scotta principale alla quale è legata.

Quanto descritto si può vedere nei file immagine allegati che iniziano con la lettera B. Due sono dedicati alla maestra e due al trinchetto, uno con la scotta tutta raccolta e uno tutta rilasciata.


A prima vista mi sembra evidente che la soluzione B abbia una leva favorevole, però considera che nella soluzione A:
il rocchetto del verricello deve avvolgere solo 123 mm (300-177 mm) per muovere da un estremo all’altro il boma della maestra e 89 mm (231-142 mm) per muovere da un estremo all’altro il boma del trinchetto.
Devo cercare di colmare questa differenza perché i boma sono comandati da un sono verricello ma già parto da una differenza non eccessiva.

Nella soluzione B invece:
il rocchetto del verricello deve avvolgere 279 mm (675-396 mm) per muovere da un estremo all’altro il boma della maestra e 237 mm (550-313 mm) per muovere da un estremo all’altro il boma del trinchetto.
Non so se il mio verricello riesce ad avvolgere quasi 30 cm di cavo (devo ancora fare questa prova), ecco perché preferirei la soluzione A, se fosse valida. Inoltre sono costretto a mettere uno dei punti di attacco su un coperchio mobile che comporta il fastidio di legare e slegare la scotta ogni volta.


Ora ti chiedo, analizzando con calma senza fretta le due soluzioni:
sono entrambe valide ?
Se si, quale ti sembra migliore su questo tipo di modello navale?

claudio v 02 ottobre 13 14:10

Citazione:

Originalmente inviato da alessandroROMA (Messaggio 3966166)
Ciao Claudio, se non hai tempo per scrivere molto ti capisco ma non ti contenere per timore di essere troppo prolisso, più scrivi e più informazioni mi dai e più sono contento, leggere non mi spaventa soprattutto se sono risposte alle mie domande.

Ciò premesso vengo all’argomento.
Credo di aver capito ora il sistema suggerito da Dooling, anche se a me, che non sono un professionista come voi, rimane un po’ difficile seguire le manovre che ci sono sulle foto.

Sulla base di queste nuove indicazioni ho modificato i rinvii come segue:


la prima soluzione consiste nel lasciare tutto come era prima ma collocando il punto di attacco della scotta sul boma seguendo il tuo suggerimento …la scotta deve essere attaccata al boma circa in corrispondenza di dove esce dallo scafo in modo da avere una leva favorevole quando vai a cazzare le vele…

Nelle immagini denominate: “A_prosp maestra” e “A_prosp trinchetto” si nota che il punto di attacco è più a poppavia, ho lasciato solo 5 mm di distanza dalla fine del boma .
La linea gialla indica il tratto di scotta con il boma a circa 15°.
La linea ciano indica il tratto di scotta con il boma a 85°.

Non so se non mi sono spiegato bene, ma a me la soluzione (A_prosp maestra” e “A_prosp trinchetto”) che hai postato sembra circa uguale a prima e non e` affatto quello che ho scritto:
l
Citazione:

a scotta deve essere attaccata al boma circa in corrispondenza di dove esce dallo scafo in modo da avere una leva favorevole quando vai a cazzare le vele…
se la scotta esce a 5 cm dietro l'albero, la scotta si deve attaccare al boma sulla esatta verticale, a 5 cm dal pivot del boma.

Se fai lo schema alla tedesca la scotta deve uscire a filo dell'albero, salire al boma e ridiscendere verticalmente dal boma allo scafo nel punto che sceglierai.

Per il tipo di sforzo pressoche` inesistente che avrai data la superficie velica esigua, facendo le scotte che lavorano con i bracci di leva giusti un servo a braccio sara` piu` che sufficiente.
per diversificare le corse bastera` atatccare le scotte in posizioni variabili sul braccio del servo e dei bomi perche` tutto geometricamet funzioni.
Attaccare e staccare una scotta ad un boma per aprire un portello e` quanto di meno problematico e piu` veloce possa esserci: quello e` proprio l'ultimo dei problemi.

Inoltre, considerando il basso rendimento della propulsione a vela, cercare gli angoli precisi al grado per i movimenti e` utile... solo per il cad perche` poi nell'uso reale tolleranze di 5 gradi sulla posizione finale dei bomi sara` una inezia di cui non ti accorgerai minimamente.
ciao

alessandroROMA 03 ottobre 13 11:38

ancora sui rinvii
 
Ciao Claudio, devi avere un po’ di pazienza con me, non ti sei spiegato male ero io che non avevo capito bene.
In particolare ho interpretato male le parole “dove esce dallo scafo”. Ora penso di aver capito che cosa intendevi.
In ogni caso senza cercare ancora di approfondire, siccome la soluzione A comporta una leva svantaggiosa lasciamola perdere.

Pensi che la soluzione B possa funzionare o devo modificarla?
Scusa se sono un po’ di "coccio", ma ti chiedo se questa soluzione rispetta il metodo alla tedesca? dove è che devo modificarla?
“Se fai lo schema alla tedesca la scotta deve uscire a filo dell'albero, salire al boma e ridiscendere verticalmente dal boma allo scafo nel punto che sceglierai”.
Qual è il tratto che non ho eventualmente rispettato nella soluzione B?


Capisco e sono d’accordo che è inutile ed eccessiva la precisione per gli angoli, li ho menzionati solo per darti un idea e alcuni dati sui quali basare le tue valutazioni.

Per attaccare e staccare la scotta al boma devo sfilarla dal coperchio facendola passare per un buco. Questo come giustamente affermi non è un problema, però io avevo intenzione di rendere il più possibile stagno lo scafo e quindi di rendere il buco piccolissimo (uguale allo spessore del filo) magari siliconando la parte sotto il ponte che non si vede. Così facendo avrei problemi a infilare e sfilare ogni volta la scotta.
Ecco perché cerco soluzioni alternative.

Sto considerando l’idea dei bracci, grazie per la dritta.

Se ti è rimasta ancora un po’ di pazienza ti volevo mostrare la soluzione che si vede nei file che iniziano con la lettera C. Ho rappresentato solo il trinchetto per semplicità. Dalle viste dall’alto sia con la scotta tutta raccolta sia tutta rilasciata mi pare che le leve stavolta siano favorevoli. O no?

Se andasse bene, risolverebbe il problema di evitare il passaggio della scotta nel coperchio. Infatti una volta chiuso quest’ultimo la fisserei ad un anellino (o non completamente chiuso o apribile in modo da non doverlo infilare). Certo il filo bianco che passa sul ponte non è bello ma potrei trovare una soluzione per coprirlo senza troppe manovre.

Grazie se non desisti dal fornirmi ancora spiegazioni.

alessandroROMA 04 ottobre 13 00:16

fuori tema del topic
 
Ciao Claudio
aspettando la tua risposta (non ti sto sollecitando anzi mettici tutto il tempo che vuoi così viene fuori bella corposa) ti volevo fare i complimenti per il sito del progetto URCA. Spettacolare.

Scusate se esco un po' dal topic, ma quando posso sbircio i lavori altrui, sebbene in genere prediligo il modellismo statico.

Però! veramente bello il sito, le immagini e che risultati! Non saranno nuovi per gli altri utenti del forum ma io li vedo per la prima volta e sinceramente provo anche soddisfazione. Vedere il nome dell'Italia sul podio dei vincitori fa piacere pure se sono modelli in scala (a tal proposito mi viene in mente la frase che l'ingegnere rivolge al pilota nel film "il volo della fenice"), anzi spero che sia di buon auspicio per i modelli tricolore 1:1.

Sto vedendo se ci sono filmati.

claudio v 04 ottobre 13 17:04

Ciao,
Grazie dell'apprezzamento: quello che hai visto non e` solo frutto del mio lavoro, ma anche di un bel gruppo di amici che ogni volta coinvolgo nelle mie avventure. Al di la` dei risultati sportivi la cosa importante e` che siamo un gruppetto di amici e ci divertiamo assieme con questi giochini.

Per quanto riguarda le tue scotte, se interpreto bene i disegni, la soluzione B puo` andare bene, ma hai bisogno di tanta corsa e con un servo a braccio non te la cavi facilmente.
La soluzione C mi pare vada vada altrettanto bene ma con le stesse problematiche della B.

Quello che mi sfugge e` perche` tu voglia attaccare i bomi a distanze diverse dal fulcro incasinadoti la vita per avere corse diverse. se li attacchi tutti alla stessa distanza a pari corsa faranno pari angolo e i coperchi li farai di conseguenza a dove farai passare le scotte.

In ogni caso, con una scotta con cosi` tanta corsa occorre verificare cosa succede ai fiocchi quando laschi.
Secondo me ., per risolver eil problema in maniera facile, invece di "giocare" con il cad, per semplicita` penso ti coverrebbe fare un simulacro con una tavoletta di legno lunga come il ponte 2 alberi finti, 2 bomi finti e i fiocchi di carta con quattro cordini attaccati e il tutto comandato da un cavetto unico.
In questo modo potresti rapidamente simulare le varie geometrie di trazioen e toccare con mano quel che stai facendo.

Sulle mie barche grandi con genoa e affini ho sempre fatto un po' di scarabocchi sulla carta con la matita, poi ho preso 4 pezzi di legno di recupero, un po' di occhielli a vite e ho simulato i vari passaggi scotte.

Per fare la medesima cosa sul cad, gia` sapendo cosa volevamo fare, con l'amico caddista siamo riusciti "perdere" 4 serate per arrivare al medesimo risultato ottenuto in 2 ore con 10 occhielli e un paio di pezzi di cordino.
I sistemi moderni... spesso sono piu` casinari di quelli empirici dove, se una cosa non funziona, lo vedi subito.
Ti consiglio proprio di provare a mettere assieme 3 pezzetti di legno: vedrai che troverai la soluzione piu` rapidamente.
Ciao

alessandroROMA 04 ottobre 13 22:20

Citazione:

Originalmente inviato da claudio v (Messaggio 3969996)
Ciao,
Grazie dell'apprezzamento: quello che hai visto non e` solo frutto del mio lavoro, ma anche di un bel gruppo di amici che ogni volta coinvolgo nelle mie avventure. Al di la` dei risultati sportivi la cosa importante e` che siamo un gruppetto di amici e ci divertiamo assieme con questi giochini.

Beh si, effettivamente oltre al progetto, alla costruzione e alla guida contano altri contribuiti, non ultimi la velatura e una presentazione del lavoro con ottime foto e un sito molto ben fatto, perciò estendi, per quel che conta, i complimenti ai componenti della tua squadra.
Finisco questo fuori tema dicendo che mi sto gustando i vostri video su youtube, però se posso permettermi una critica devo dire che non li avete proposti nella maniera migliore, nel senso che pur essendo ottimi montaggi video io non li ho mai trovati se non quando li ho cercati scrivendo il nome specifico; ciò vuol dire che sfuggono alle ricerche generiche.
Probabilmente ci sono pochi “tag” e sia il titolo sia i tag sono solo in italiano.
Non mi dire che non ti interessa diffondere i video perché questi video meritano di essere visti soprattutto dagli appassionati del genere e soprattutto all’estero (in particolare in Francia e negli USA).


Secondo me ., per risolver eil problema in maniera facile, invece di "giocare" con il cad, per semplicita` penso ti coverrebbe fare un simulacro con una tavoletta di legno lunga come il ponte 2 alberi finti, 2 bomi finti e i fiocchi di carta con quattro cordini attaccati e il tutto comandato da un cavetto unico.


Ottimo consiglio e in effetti ci avevo pensato, però invece che il simulacro avevo immaginato di usare lo scafo stesso appena finito anticipando i tempi e stravolgendo la normale scaletta, nel senso che avrei potuto fare le prove che dici tu con scafo, alberi (non ancora bloccati), carrucole, vele di stoffa e verricello (o anche senza tirando a mano).
Il fatto è che sto ancora aspettando tutti i pezzi di taglio; non so se l’ho già detto in questo forum ma ho preferito provare con il taglio laser di un amico invece del seghetto da traforo. Stiamo ancora sistemando i file per renderli “digeribili” alla macchina, proprio oggi credo di aver definito gli ultimi aggiustamenti. La cosa è un po’ lunga perché stiamo in città diverse.
Nel frattempo “gioco” con il cad che per me è comunque un esercizio, visto che sono partito da zero, da autodidatta e i risultati sono ancora molto scarsi.

Anche se forse ti ho dato questa impressione non sono affatto un seguace della teoria pura e ho il massimo rispetto per il metodo empirico e pure per gli “smanettoni”.
Peraltro è pure più divertente e non temere quando sarà il momento le prove non mancheranno.

In precedenza qualche lavoretto di modellismo statico l’avevo fatto ma il primo lavoro dinamico in acqua è stato il piroscafo. Una porcata da ogni punto di vista ma a me ha dato soddisfazione perché era nato solo come giocattolone per mio figlio e poi l’ho arricchito facendolo funzionare. Salvo qualche ordinata e la chiglia è tutto empirico, prova e riprova.
Per carità lo so che doveva solo galleggiare e non bisogna essere geni per riuscirci ma come inizio poteva andare.
Ho però la massima considerazione per il cad 3d.

Quando ho scoperto che non c’era un metodo certo per creare da zero gli scafi, il 3d mi ha aperto nuove strade. Senza il programma io non sarei riuscito a disegnare questo tipo di scafo che è molto più complicato delle imbarcazioni moderne a vela, soprattutto nella parte posteriore.

A proposito quale sw usate per il disegno 3d ? non sono riuscito a capirlo dalle foto.

Ti allego ogni volta questi semplici schemi (senza superfici, solidi, renderizzazioni, ecc.ecc.) più che altro perché penso sia difficile capire senza vedere qualche disegno per quanto semplice e non dettagliato.
Per me è difficile capire gli schemi solo dalle descrizioni e, infatti, non sono sicuro di aver bene interpretato le tue indicazioni al cento per cento.
Però posso capire che le ultime soluzioni non sono da bocciare in toto per cui partirò da li per disegnare altri schemi con opportune modifiche.
Stai tranquillo mi asterrò dall’inviarti in allegato i file per non seccarti ulteriormente sempre sullo stesso argomento.
Mi voglio conservare le cartucce per altri quesiti non meno importanti. A presto.

claudio v 04 ottobre 13 23:34

Prima di tutto ti confermo che gli ultimi schemi postati possono andare bene.:)

Apro anche io un piccolo OT... mi scuserò da solo col moderatore:P
Come ti dicevo, io scrivo qui, ma quello che vedi sul mio sito è frutto di un po' di diverse persone.
Quello che disegna con la carta e la matita e poi gratta e rigratta gli scafi sono prevalentemente io e talvolta coinvolgo qualcuno, specie per laminare scafi grandi o preparare i master più grossi: il lavoro aumenta con il fattore cubico delle dimensioni e uno da solo in certi casi... è poco:D

Il mio amico Giovanni è il web master e il disegnatore CAD oltre che l'esperto multimedia, il fotografo etc etc.
Per le ultime realizzazioni ha usato solidworks, ma non è certo il programma più adatto nè semplice da usare per forme come quelle degli scafi: bisogna fare tutto da zero e non c'è nulla di preimpostato. se ti interessa vedere un po' come abbiamo sviluppato l'ultimo scafo basta che guardi qui: URCA - Barca a vela RC da Record

Per quanto riguarda il video su youtube, Giovanni ce lo ha messo da poco, prima era scaricabile solo dal mio sito che, almeno per gli appassionati del genere, è abbastanza facile da trovare.
Scrivendo "progetto urca video" in google si trovano subito.
Però, come dicevo prima, ognuno di noi ha la sua specializzazione e per quegli aspetti io sono "la bestia" del gruppo (Giovanni mi cazzia sempre:D) e ne capisco pochino.

Se hai idee o altro per migliorare qualcosa, per quel che mi riguarda mi farebbe piacere conoscerle e la cosa migliore sarebbe che ci scrivessi sulla nostra pagina di facebook: Giovanni ti risponderà o vedrà il suggerimento; altrimenti puoi mandarmi un mp e ti giro la sua mail così evito di capire metà di quel che c'è da capire e poi gliene spiego metà della metà:rolleyes:

Tornando in topic, io ho sempre fatto le cose con carta e matita e, come ti dicevo, con il cad sono dell'idea che anche essendo molto capaci, si perde un mare di tempo per ottenere circa i medesimi risultati.
Naturalmente questo vale se poi si fanno i pezzi a mano: se si fa tagliare ordinate o quant'altro con sistemi automatici non c'è scelta al cad, ma , fatti anche qui dei raffronti, tra il tempo che si perde a caddizzare, cammizzare, far fare i pezzi e averli per montarli...
Bho, a mano di solito ne faccio il doppio in metà tempo e sono dell'idea che per fare un prototipo singolo il rapporto costi-benefici sia enormemente sfavorevole al cad.

In ogni caso dato che è un gioco, ognuno ci gioca con quello che gli piace di più:D

Non mi secchi certo a mettere i file allegati, ma, non sempre ho tempo di mettermi a guardare subito un po' di schemi e pensare a una risposta "possibilmente" giusta... non amo scrivere menate senza sapere bene di cosa parlo.B)

In ogni caso, come vedrai poi facendo la nave, quella del cad è una visione un po' parziale e un po' "falsata" per cui molte cose saranno più facili da capire e risolvere nella pratica.
Quando faccio progetti di una certa complessità per sveltire il lavoro ed evitare errori procedo a step successivi: prima il disegno generale con ben chiari gli schemi di massima, poi i sottogruppi zona per zona e infine schemi scarabocchiati, simulacri per eventuali meccanismi e infine il disegno definitivo.
Ad esempio le uscite delle scotte sono esaminabili tranquillamente in 2D e ogni costruzione geometrica si fa molto più velocemente in 2D
Voler esaminare tutto subito e assieme in 3D diventa estremamente difficile a meno di seguire una via già nota e fare piccole variazioni poco alla volta.

Quindi... Buon lavoro
Ciao

alessandroROMA 06 ottobre 13 18:17

ti scrivo in PM e ringrazio tutte le altre persone che finora mi hanno fornito i loro consigli.

dooling 06 ottobre 13 21:18

Alessandro, qualsiasi soluzione richiede un "punto di scotta" in centro alla coperta ed il più lontano possibile dall'albero per avere un buon braccio di leva.
Per cui:
1° un tubetto che sporge dalla coperta e non interferisce con il boccaporto, si passa la scotta che sopra va al boma, e sotto può andare direttamente al tamburo del verricello oppure essere collegato ad una sagola "và e vieni", sempre in tensione ed in posizione longitudinale (per chiglia), sotto alla coperta.
2° il solito tubetto alla base dell'albero come ti avevo proposto e che Claudio Vigada ha postato come disegno.
Comunque sia, ti occorre un punto di scotta.
:)

alessandroROMA 06 ottobre 13 21:50

leve vantaggiose
 
Ciao Dooling, senz’altro è come dici tu, probabilmente le indicazioni erano esatte fin dall’inizio; le tue come quelle di chi mi ha scritto in PM, solo che io per capire ho bisogno di più dettagli e magari disegni, e qui mi è venuto in soccorso Claudio.
Come circostanza attenuante a mio favore posso ribadire che non avevo alcuna idea di come funzionavano i modelli a vela e se non fosse stato per Manuelmodelli che mi ha inviato foto molto chiare, starei ancora intraprendendo una strada molto difficile e poco realizzabile per comandare le vele.
Adesso credo di aver raccolto abbastanza spunti teorici per poter effettuare le prove. Certamente ogni ulteriore consiglio, disegno, schema, nuovo o meno, originale o no in riapertura del topic per me è sempre ben accetto, ma credo ormai che non susciti particolare interesse in altri utenti, pertanto appena posso andrò verso la direzione stabilita testando gli schemi che sono passati al vostro vaglio con prove pratiche.

Grazie ancora e a risentirci per altri argomenti.

franave 08 ottobre 13 11:46

Citazione:

Originalmente inviato da alessandroROMA (Messaggio 3972930)
......ma credo ormai che non susciti particolare interesse in altri utenti....

Io invece credo che l'interesse c'è. Capisco che l'argomento è complesso ma se posso darti un consiglio è evitare di scrivere post lunghissimi che richiedono un sacco di tempo per capire sopratutto chi comincia a leggere il 3d adesso. CIao e buon lavoro! :wink:

alessandroROMA 08 ottobre 13 14:08

dono della sintesi
 
Ciao Franave, grazie del consiglio anche se sarà difficile seguirlo, conosco i miei limiti e so che purtroppo non ho il dono della sintesi.
Se però in qualche punto, oltre che lungo, sono stato pure poco chiaro dimmelo perché mi interessa il tuo parere.

alessandroROMA 12 giugno 14 22:18

inizio lavoro manuale
 
2 Allegato/i
Me la sono presa comoda ma non è colpa mia ora comincio a costruire con queste.
Approfitto per mandare un saluto a tutti.

alessandroROMA 14 ottobre 14 18:20

il primo fasciame
 
2 Allegato/i
ecco i primi listelli

franave 18 ottobre 14 15:38

Che dire? Spettacolare!
P.s. finalmente anche sintetico!!! ;)

alessandroROMA 20 agosto 15 09:18

5 Allegato/i
Stato di avanzamento dei lavori. Devo affrontare dei problemi sulla parte elettrica, sugli argomenti già esistenti nel forum non ho trovato soluzioni e ho ancora diversi dubbi.

wrighizilla 20 agosto 15 11:12

complimenti, la discussione della tua barca l'ho notata adesso ed è davvero un bel progetto.
io non so usare il cad e le mie competenze sono assai approssimative, normalmente uso l'occhiometro quindi puoi immaginare :D però a vedere lo scafo in acqua mi chiedo quanto margine di peso hai disponibile per la costruzione e quale percentuale hai pensato di poter dedicare alla zavorra.
pensa la barca inclinata e quali elementi possono essere migliorati, per esempio la batteria che vedo in foto non risulta alta in ogni caso?
in foto non capisco se hai messo dentro lo scafo solo gli elementi necessari e se la barca è alla linea di galleggiamento

per una impresa come questa forse userei una batteria leggera e dedicherei alla ballast la maggior parte del peso disponibile, cercherei di tenere tutto il peso possibile sotto il galleggiamento anche con la barca inclinata
magari tu a differenza di me sai usare gli strumenti per farti questi conti e ti risparmi possibili problemi.
complimenti ancora.. questo modello lo seguirò con molto piacere :)

alessandroROMA 20 agosto 15 20:55

rc
 
Ciao Wrighizilla, grazie per l'interesse.
Le tue domande sono legittime e io ho già scritto tutto per poterti rispondere ma trovo scortese rimandarti ad altri link, quindi lo farò solo se me lo chiedi espressamente, intanto ti rispondo qui.
Mi riferisco ad un altro forum, perchè navigando nel web ho scelto due fora per il modellismo navale, questo per la parte dinamica dove ho avuto preziosi consigli (beh! qui c'è Marco Vigata che è un vate) e un altro (dove ci sono molte foto del mio progetto) che considero molto più avanti per la parte statica (dove ho avuto tante buone informazioni di riproduzione) ma meno per quella diciamo RC.

Le batterie, le chiavi, i chiodi, le scatole di tonno ecc. ecc. servivano a farmi capire se i calcoli erano giusti.
Ma andiamo con ordine:

"Come ho scritto in altri post, il sw di disegno mi avrebbe dovuto fornire alcuni dati in modo automatico, ma non essendo riuscito a chiudere alcune superfici (né ci sono riusciti, almeno finora, esperti in materia) non ho potuto ottenere alcunché. I dati che fornisce il software sono ad esempio: l’area del piano di galleggiamento, area della superfice immersa, il momento di inerzia, il centro di carena, il metacentro, l’altezza metacentrica ma non ultimo, forse il più banale, ma certamente essenziale è il volume immerso da cui si potrà capire quale sarà il dislocamento."

Alla fine non potendo proseguire a teorizzare pesi e posizioni ho fatto un calcolo senza usare il sw. Innanzitutto, a meno di non aver sbagliato addizioni e moltiplicazioni il volume approssimativo delle parte immersa è 5,26 dm3 (quindi semplificando 1dm3 acqua = 1kg) diciamo circa 5 kg di dislocamento.
Poi ho stimato i pesi che posso infilarci dentro:
motore:235 gr.
asse: 50 (stima)
chiglia 589 gr.
batteria 700 gr
batteria 700 gr
batteria 700 gr
servomeccanismo 56 gr
verricello alberi 55 gr
vele asciutte: 100 gr(stima del tutto approssimativa)
sartiame 100 gr (stima del tutto approssimativa)
timone 50 gr (stima)
cavi elettrici e connettori 200 gr (stima del tutto approssimativa)
variatore 65 gr
ricevente 18 gr
fumaiolo 100 gr (stima del tutto approssimativa)
ponte e arredamenti 200 gr (stima del tutto approssimativa)
viti, fermi e coppiglie 200 gr (stima del tutto approssimativa)
4118 gr
sicuramente mi sono scordato qualcosa
a quali aggiungerei per sicurezza un 25%
5,14 KG

In sostanza con la prova in acqua ho verificato che effettivamente il dislocamento reale corrispondesse a quello stimato.

Per arrivare alla linea di galleggiamento teorica (come da progetto), che mi dava la possibilità di un dislocamento di poco superiore ai 5 chilogrammi, e di conseguenza con un bordo libero di 4 cm, ho inserito i seguenti oggetti (pesati con bilancino):

nave vuota così com'è 804 gr. (poi aumenatti con la resinatura interna a 934 gr.)
tre batterie agm 725 gr
728 gr
721 gr
motore speed 600 240 gr
verricello 67 gr
servo meccanismo 75 gr
variatore navy V30R 90 gr

sacchetto di chiodi 238 gr
batteria 284 gr
due scatolette di tonno 218 gr
scatola di mais 414 gr
pacchetto di lame 74 gr
due tubetti dentifricio 204 gr
chiave aperta 228 gr
chiave aperta 220 gr
chiave aperta 68 gr.

Il totale è 4594 gr. che aggiunti gli 804 della nave come è ora fanno 5398 gr. Quindi di poco superiore al calcolo teorico ( che è meglio logicamente )
Di questo peso i primi oggetti li devo mettere per forza (tranne la terza batteria che però si controbilancia con l'appesantimento chiglia) ma gli altri logicamente no ed in totale pesano 1948 gr.
Questo vuol dire che nel corso della costruzione posso mettere ancora quasi due chili."

Non so se sono stato chiaro, in pratica la nave per rimanere a galla e con bel bordo libero deve pesare 5 kg.


Per quanto concerne la capacità della nave di ritornare dritta dopo che una forza (come il vento al traverso) la faccia inclinare devo dire che anche qui purtroppo non ho potuto eseguire alcun calcolo per gli stessi motivi anzidetti.
Tuttavia con la poca esperienza che ho nel modellismo navale dinamico (questo è l'unico modello realizzato nello specifico settore: https://www.youtube.com/watch?v=uGfWzN7u2b8 ) e seguendo l'unica regola pratica che scaturisce da tutte le altre, e cioè di posizionare i pesi più in basso possibile (tanto non avendo veri passeggeri non rischio di fare una nave troppo "dura") penso di poter evitare quello che successe alla Regalskeppet Vasa e alla HMS Captain (1869).
In fase progettuale ero ottimista ma incerto su questo particolare aspetto, invece dopo le prove in acqua sono abbastanza tranquillo.
Le batterie sono messe il più in basso possibile. Se vuoi ti faccio vedere le ordinate.


Per quanto concerne le batteria ho intenzione di usare quelle uguali a questo tipo che ho già: FIAMM FG 10451, sono del tipo AGM della famiglia delle SRLA al piombo, per questi motivi:
Sono economiche, si ricaricano facilmente ed economicamente, sono abbastanza sicure anche sotto CC (purchè non troppo prolungato).
Le loro caratteristiche elettriche mi soddisfano in termini di amperaggio e autonomia.
Le LiPo non mi piacciono (è chiaro che per il modellismo aereo non si discutono e non avrei scelta) e sono costose, così come è costoso il caricabatterie. Anche se mi piacessero e se me le regalassero, adesso avrei difficoltà ad inserirle nel progetto ma probabilmente difficoltà insormontabili ad estrarle dallo scafo per ricaricarle viste le dimensioni della maggior parte di loro (almeno quelle con autonomie maggiori)

Se hai avuto pazienza di leggere tutto e se vuoi ancora delle informazioni a me non può far altro ch piacere.

Questa è comunque una sfida non è detto che ci riesca sicuramente.

P.S. Nonostante tutto non si può prescindere da un buon occhiometro.

wrighizilla 20 agosto 15 21:56

mah.. come ti ho detto i calcoli precisi non li so fare :rolleyes: ma se inclini la barca sincerati che le tue attuali batterie stiano completamente sotto il livello che otterrai.. perchè in quella lista mi pare che siano l'unica vera zavorra, non mi pare che tu abbia previsto di riempire la parte più bassa dello scafo di piombini resinati..
ci presterei attenzione a considerare delle batterie rettangolari come ballast, ho idea che sotto le batterie adesso hai del vuoto molto sconveniente.
mi spiego.. il tuo scafo sotto è tondo, anche un centimetro di spazio vuoto è un fattore di moltiplicazione per l'inclinazione che avrai con alberi e vele, idem la larghezza della batteria che non aiuta in questo aspetto.

poi hai 2,5kg di batterie totali, mi sembrano tantissimi.. non puoi toglierne una e trasformarla in un pianetto di piombini su cui appoggiarti? 700 grammi tolti in altezza e distribuiti veramente sul fondo farebbero tantissimo.
poi prendilo come un consiglio da verificare e su cui riflettere :) magari è solo un falso problema dovuto al mio occhiometro :D

alessandroROMA 20 agosto 15 23:28

empirico
 
Come ti dicevo nemmeno io ho potuto fare i calcoli, la mia speranza che la goletta non si rovesci sta proprio nella posizione dei pesi valutata dal punto di vista empirico, basandomi sulla regola di disporli il più in basso possibile.

L'ottimismo risiede in diversi fattori che sono più che altro sentori/punti di riferimento.
eccone alcuni
La nave che ho fatto (quella di cui ho inserito il link di youtube) è molto stabile nonostante le tre batterie dello stesso tipo siano posizionate più in alto rispetto al modello in costruzione. Inoltre nel modello già realizzato ho lasciato un rilevantissimo peso di cavi in rame (relativo ad un impianto di commutazione per l'utilizzo a 12 volt) posizionato malissimo che oltre ad abbassarmi la linea di galleggiamento e ridurmi il bordo libero ha alzato il baricentro. Ebbene alla prova dei fatti con forte vento al traverso è vero che è andata di fianco ma è ritornata prontamente in posizione.

Il modello in costruzione, senza zavorra è già stabile con le batterie ma la coppia raddrizzante non è certo forte (almeno a saggiarla con la mano) ma è comunque presente, ciò fa ben sperare perchè con la zavorra questa coppia sarà (se non mi sbaglio) molto più forte, e come già detto non essendoci persone vere non ce ne frega niente che la nave risulti un pò "dura" per usare un termine marinaresco.

Leggendo il tuo post capisco che tu possa pensare che io non voglia mettere zavorra.
In realtà se hai letto bene essa è stata sempre presa in considerazione.

Nel precedente post infatti, fra l'altro, ho scritto: "...Di questo peso i primi oggetti li devo mettere per forza (tranne la terza batteria che però si controbilancia con l'appesantimento chiglia) ma gli altri logicamente no ed in totale pesano 1948 gr..."

L'appesantimento chiglia sostituisce per me la zavorra e, credo, in maniera più efficace perchè è ancora più in basso.

In sostanza ho tagliato quasi tutta la chiglia in legno; essa sarà sostituita da un quadrello di ottone (il cui comportamento in acqua è buono e ha un peso specifico maggiore dell'acciaio) delle stesse dimensioni coperto da listelli di mogano da 0.5 mm.


Nell'immagine del modello sul bilancino se ci fai caso dovresti notare qualcosa.
Purtroppo questo forum ha un limite di foto caricabili, altrimenti potrei farti vedere meglio quello che sto facendo. Se vuoi ti inserisco un link, se ne leggi il contenuto vedrai quali altri accorgimenti ho usato per portare il baricentro verso il basso.

P.S. Adesso più che le qualità nautiche del modello di piroscafo, il mio cruccio è sul sistema di manovre correnti vere e la parte elettrica RC.

alessandroROMA 11 settembre 15 17:01

collegamenti elettrici
 
4 Allegato/i
Vorrei chiedere secondo voi qual è lo schema elettrico migliore, ma soprattutto se questo che riporto in foto (prima immagine) funziona o nasconde qualche pecca più o meno grave.
Scusate la bruttezza dello schema e non fate caso all'ordine delle spinette sulla ricevente.


Prima è necessario un preambolo, altrimenti la comprensione potrebbe essere difficile:
L’esigenza è quella di alimentare:
un motore a spazzole (max voltaggio 8,4 volt, minimo 3,6 volt)
un verricello (max 13 Kg a 6 Volt)
un servomeccanismo
la ricevente radio

tutti i pezzi sono stati già acquistati compreso il regolatore di tensione (Graupner GRA 2880 NavyVR30) che ha un bec interno.

Inoltre le batterie sono quelle di tipo AGM della famiglia al piombo SRLA, in particolare sono FIAMM FG 10451, 6 volt nominali e 4,5 Ah.
Non intendo cambiare tipologia di batterie, né tantomeno passare a quelle LiPo.


Ero partito con lo schema base, ecco la foto (immagine 2) di quello che è un ibrido orrido fra un disegno artistico e lo schema elettrico, scusate tanto.

L’ho provato e funziona bene, ma ha alcune pecche e mi lascia dei dubbi, in sostanza non mi piace far passare tutto per la ricevente che in questo caso farebbe da tramite per l’alimentazione dei servi (servocomando timone e verricello) prelevando la tensione dal BEC interno all’ESC.

Allora avevo optato per queste altre due soluzioni (scusate ancora per gli pseudo orridi schemi e se potete abbassatevi al mio livello) eccole qui (immagini 3 e 4), non so se sono corrette e se possono funzionare perché non le ho testate:

in questo caso la ricevente è alimentata ma non fa da passaggio per i servi.
Il problema (ammesso che il circuito funzioni) è che i BEC con tensioni di ingresso più basse si attestano comunque sui 6-6,3 volt, pertanto o metto due batterie in serie per averne 12 oppure questo circuito mal si adatta al tipo di alimentazione scelta.
Ecco perché alla fine ero arrivato al circuito con i diodi (la prima immagine).

alessandroROMA 12 settembre 15 10:00

Citazione:

Originalmente inviato da claudio v (Messaggio 3969996)
...Per quanto riguarda le tue scotte, se interpreto bene i disegni, la soluzione B puo` andare bene, ma hai bisogno di tanta corsa e con un servo a braccio non te la cavi facilmente.
La soluzione C mi pare vada vada altrettanto bene ma con le stesse problematiche della B.

Quello che mi sfugge e` perche` tu voglia attaccare i bomi a distanze diverse dal fulcro incasinadoti la vita per avere corse diverse. se li attacchi tutti alla stessa distanza a pari corsa faranno pari angolo e i coperchi li farai di conseguenza a dove farai passare le scotte.

In ogni caso, con una scotta con cosi` tanta corsa occorre verificare cosa succede ai fiocchi quando laschi.
Secondo me ., per risolver eil problema in maniera facile, invece di "giocare" con il cad, per semplicita` penso ti coverrebbe fare un simulacro con una tavoletta di legno lunga come il ponte 2 alberi finti, 2 bomi finti e i fiocchi di carta con quattro cordini attaccati e il tutto comandato da un cavetto unico.
In questo modo potresti rapidamente simulare le varie geometrie di trazioen e toccare con mano quel che stai facendo.

Sulle mie barche grandi con genoa e affini ho sempre fatto un po' di scarabocchi sulla carta con la matita, poi ho preso 4 pezzi di legno di recupero, un po' di occhielli a vite e ho simulato i vari passaggi scotte.

Per fare la medesima cosa sul cad, gia` sapendo cosa volevamo fare, con l'amico caddista siamo riusciti "perdere" 4 serate per arrivare al medesimo risultato ottenuto in 2 ore con 10 occhielli e un paio di pezzi di cordino.
I sistemi moderni... spesso sono piu` casinari di quelli empirici dove, se una cosa non funziona, lo vedi subito.
Ti consiglio proprio di provare a mettere assieme 3 pezzetti di legno: vedrai che troverai la soluzione piu` rapidamente.
Ciao


Sono arrivato alla fase realizzativa. Le prove empiriche le faccio direttamente sullo scafo aperto con i fusi degli alberi che metterò. L'importante è che il tutto funzioni prima di incollare i ponti perchè dopo sarà difficile se non impossibile cambiare le cose. Già è difficile prevedere un sistema di aperture che consenta un minimo di manutenzione e ed eventuali riparazioni.


Rimane aperta la domanda che ho fatto nel messaggio precedente a questo, non vorrei che passasse nascosta.

alessandroROMA 14 settembre 15 00:50

grazie Crono tutto oK per le foto


http://i.imgur.com/V72zwkV.jpg

http://i.imgur.com/BCmh8aI.jpg

http://i.imgur.com/jYo9Pr5.jpg

http://i.imgur.com/NuylPof.jpg



scusate questa era una prova

per le domande, se volete rispondere guardate i due messaggi precedenti, sono relativi a questioni "elettriche di basso cabotaggio".

CRONO 15 settembre 15 11:03

Ieri ho dimenticato di mandarti il tuo schema dell'elettronica di bordo rivisto e corretto, in oltre penso che lo potresti fare anche in altri modi… ma perché complicarsi la vita:P

http://i.imgur.com/ud8WVIV.jpg

Se metterai un secondo verricello o un ulteriore servo potresti anche utilizzare una batteria da 6 V solo per l'alimentazione della ricevente e le altre due (sempre in parallelo) per il motore comunque con un hs-785 e un servo standard con un pacco batterie da 4,8 V da 2500 mAh vado avanti per circa quattro ore

alessandroROMA 18 settembre 15 23:01

per Crono
 
Ok, questa è una variante che alimenta a parte la ricevente. L'ho provata con batteria a 6 volt ed è OK.


Però, dopo lungo meditare, sono arrivato quasi alla conclusione di rinunciare a questo schema per due motivi. Il primo riguarda il passaggio delle alimentazioni attraverso la ricevente. E' una soluzione che non mi piace ed in effetti altre fonti me l'hanno sconsigliata. In particolare un maestro di droni del tipo multicottero ha abbandonato da tempo questo tipo di schema e me ne ha suggerito un altro che però ho accantonato per un altro motivo.

Il secondo motivo è che, a meno di mettere due batterie in serie e ottenere i 12 volt (cosa possibile ma vorrebbe dire cambiare motore) oppure passare ai 7,2 volt che vuol dire LiPo (non possibile; le batterie sono l'unico paletto inamovibile) il BEC non funziona.
O meglio funziona quando le batterie sono cariche ma appena la soglia scende sotto un certo livello di voltaggio (molto prima della scarica), si spegne tutto. Da una parte è un bene perchè le batterie vengono salvaguardate ma così sono sprecate.

Anzi ho scoperto che anche l'ESC ha questo problema. Non tutti gli ESC logicamente ma il GRA2880, perchè il range è 6-12 volt.

E' per questo che voglio verificare lo schema della prima immagine in allegato del messaggio 51 di questo topic.E' certamente gradito prima un parere su di esso prima della prova perchè vorrei evitare di fare danni.

Anzi eccola la rimetto
http://i.imgur.com/i0CiVr7.jpg


Come si vede i bec esterni non sono più previsti e il positivo del bec interno è disconnesso.
Ma se servi e radio ricevente sono a posto dal punto di vista dell'alimentazione, rimane il problema dell'ESC.

Ora, (sempre che lo schema sia esatto) ho due alternative.
a) lasciare il variatore Graupner che non sfrutta appieno l'autonomia delle batterie perchè stacca a 6 volt, ma è un signor variatore, di alta qualità e resistente all'acqua, perciò ha la precedenza e avrà un alloggiamento
b) Mettere un variatore che ho già acquistato su ebay (ma non testato) ad una cifra ridicola il quale ha la soglia minima di 4,8 volt. Questo vuol dire che le batterie le posso "succhiare" fino alla fine e veramente l'autonomia diventerebbe un "non problema"
Tale variatore è di minor qualità e non è resistente all'acqua infatti è per le auto, ma pesno di riuscire ad alloggiarlo adeguatamente.

Alla fine chiederai , si ma che vuoi sapere?
Vorrei un parere sullo schema in foto. Funziona o nasconde qualche pecca?


Spero di non dover usare mai il motore quando c'è vento.
Spero ancora di navigare come queste, ma è difficile:

https://www.youtube.com/watch?v=9fsW...3pETrOh1WtMLij

https://www.youtube.com/watch?v=2GialWq6jYI


https://www.youtube.com/watch?v=J72xpcau-2Q

CRONO 19 settembre 15 14:54

Quello schema lo avevo già visto, così ad occhio sembrerebbe corretto però è meglio se aspetti il consiglio di qualcuno che l' elettronica la mastica a colazione, io ho sempre un utilizzato componenti standard montati in modo standard.
Consigliavo una doppia alimentazione proprio perché se esaurisci quella del motore hai sempre una opportunità in più di riportare il modello a terra con un buon margine di autonomia.
Non conosco come sarà invelato il tuo scafo, tieni presente che per gestire i fiocco serve un venticello che normalmente sta in posizione centrale e gli tiene lascati quando con lo stick sposti il tamburo del verricello a fine corsa da un lato o dall'altro cazzi rispettivamente su un bordo o sull'altro in più un secondo verricello che permette di gestire le altre vele

CRONO 19 settembre 15 17:06

I video con il solo sottofondo musicale ingannano

guarda bene la foto tratta dal video allegato…noti nulla :P

http://i.imgur.com/DkqBWnK.jpg

un piccolo aiuto… guarda bene la barca a sinistra… la bandierina segna vento sventola e le vele sono in bando

ADESSO

Sta andando a motore


minuto 0,43)

comunque come vedi il 98% è fatto andando a vela :wink:

alessandroROMA 19 settembre 15 17:45

Citazione:

Originalmente inviato da CRONO (Messaggio 4732289)
Quello schema lo avevo già visto, così ad occhio sembrerebbe corretto però è meglio se aspetti il consiglio di qualcuno che l' elettronica la mastica a colazione, io ho sempre un utilizzato componenti standard montati in modo standard.
Consigliavo una doppia alimentazione proprio perché se esaurisci quella del motore hai sempre una opportunità in più di riportare il modello a terra con un buon margine di autonomia.
Non conosco come sarà invelato il tuo scafo, tieni presente che per gestire i fiocco serve un venticello che normalmente sta in posizione centrale e gli tiene lascati quando con lo stick sposti il tamburo del verricello a fine corsa da un lato o dall'altro cazzi rispettivamente su un bordo o sull'altro in più un secondo verricello che permette di gestire le altre vele


E' molto corretto, anche io se non sono più che sicuro mi astengo dal dare informazioni, è meglio sbagliare in prima persona che fare sbagliare. Il fatto che ti sembri a posto è comunque già importante per me.

Va bene il discorso della doppia alimentazione, però essa ha senso nel caso di uso abbondante del motore. Non solo, se uso il variatore della Graupner il motore non riuscirà mai a scaricare le batterie perchè l'ESC si ferma a 6 volt o pochissimo di più, mentre gli altri utilizzatori ne avranno ancora per molto in quanto per loro sono sufficienti anche i 5 volt.
Se usassi il variatore che parte da 4,8 volt come soglia minima allora hai ragione tu, ma io il motore lo vorrei utilizzare il meno possibile.
Se io metto tre batterie da 6 volt e 4,5 Ah, in teoria triplico l'autonomia arrivando a più di 12 Ah che, sempre in linea teorica, vogliono dire 12 ore di gioco se l'assorbimento fosse di 1 ampere.
Tutti gli utilizzatori attingeranno al pacco da tre fino ad esaurirlo e tutte le batterie verranno chiamate in causa nello stesso modo. In situazione differenziata (che ha i suoi vantaggi come hai ben evidenziato) una potrebbe finire prima dell'altra e sprecare l'autonomia totale "potenzialmente" a disposizione. Non so se sono stato chiaro.
Insomma in un caso avrei due o più batterie nell'altro è come se avessi un'unica batteria ma di grossa autonomia a disposizione di tutti.

Per le vele aspetto per farti vedere qualcosa altrimenti non riesco a farmi capire, per i fiocchi non ho ancora deciso come fare.


Devo ancora aprire il file in MP. Non so che sia ma grazie, poi ti faccio sapere.

alessandroROMA 19 settembre 15 17:50

Citazione:

Originalmente inviato da CRONO (Messaggio 4732344)
I video con il solo sottofondo musicale ingannano
guarda bene la foto tratta dal video allegato…noti nulla :P
un piccolo aiuto… guarda bene la barca a sinistra… la bandierina segna vento sventola e le vele sono in bando
ADESSO
Sta andando a motore
comunque come vedi il 98% è fatto andando a vela :wink:



Ok, però nelle imbarcazioni dei video che ho "linkato" io l'elica non ce l'hanno proprio. O sbaglio ?
Per carità è vero che col video tutto si può maneggiare ad arte, però ho desunto che non avesso motore perchè non vi è la tipica scia a poppa e perchè in un caso si vede proprio quando viene messa in acqua. Non ho visto eliche. Adesso riguardo però mi fai venire i dubbi.

CRONO 26 settembre 15 11:52

Citazione:

Originalmente inviato da alessandroROMA (Messaggio 4732362)
Ok, però nelle imbarcazioni dei video che ho "linkato" io l'elica non ce l'hanno proprio. O sbaglio ?
Per carità è vero che col video tutto si può maneggiare ad arte, però ho desunto che non avesso motore perchè non vi è la tipica scia a poppa e perchè in un caso si vede proprio quando viene messa in acqua. Non ho visto eliche. Adesso riguardo però mi fai venire i dubbi.

Mi ero dimenticato di rispondere…:azz::P:fiu:
Riporto i tre video


I primi due modelli sono artigianali, il terzo invece viene dalla scatola di montaggio del Valdivia della Robbe di quest'ultimo da quanto avevo letto in rete è il lungo + di 1,5 m largo 26 cm e alto 1,3 m per 9kg nasce senza deriva è ha pure il motore degli altri due si può dire a parte di sono anch'essi molto belli che il primo è dotato di direttiva amovibile e non riesco a dire con sicurezza se ha oppure no il motore mentre invece il secondo come si vede nel video ha la deriva stile coppa America e timone prolungato ma è privo di motore


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 15:38.

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