In alcuni interventi precedenti ho parlato di modifiche utili ed altre che soddisfano molto l'ego di chi le fa ma che danno ben pochi risultati pratici.
Allego a titolo di esempio la foto del G.20 montato sul modello con il quale ho partecipato vincendolo al Trofeo Challenger G.20 edizione 2015 avendo fatto il primo sia a Lugo il 5 Luglio sia alla Malpensa lo scorso 18 Ottobre, su un totale di 26 classificati, dall'Alpi...all'Etna.
Questo G.20,solo rilappata a mano la camicia per meglio accoppiarsi al pistone e che facevo con un tondino di legno, tagliato al centro per lungo e dove inserivo un cuneo, cosparso di olio e polvere bianca di lucidatura dei gioielli, chiamato chissà perchè "rosso per gioielleri", era stato solo rodato. Era fermo dal 1966 quando avevo iniziato a lavorare dietro il G.15 che dopo molti interventi girava 1000giri più veloce, nel 1968 del G.20. Come il G.15 montato sul monoline quì accanto.
Quindi questo G.20 era una riserva e infatti ne avevo uno più veloce che usai sia nel 1966 e nel 1967. A parte quella lappatina e un buon rodaggio di un'ora non ha alcun ritocco , fresatina o altro. Addirittura la biella, di serie è larga 4,75 mentre il bottone di manovella che la riceve è lungo 5mm ed esso dista ben 0,75 dal tappo posteriore alla faccia dei famosi volumi nocivi dei quali ho parlato e ho letto molto ; il mio motto è il volume giusto è quello che va bene e da risultati. Molto difficile da valutare teoricamente sia a scarico libero come in questo caso, sia con le risonanze.
Metterò la foto del modello sulla discussione dei vincolati . Saluti.
Piero Muzio - FAI 241
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