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Vecchio 30 marzo 10, 20:32   #3 (permalink)  Top
Indoor
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Originalmente inviato da claudio v Visualizza messaggio
Negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di scambiare pareri con alcuni noti voloiberisti itaiani e allora abbiamo pensato, Eugenio ed io, di scrivere alcune considerazioni a riguardo degli interscambi culturali tra le varie discipiline di volo veleggiato e in particolare per quelle dei veleggiatori "elettroassistititi", quali quelli della FXJ con altimetro, dell'ultima 2M Electro J e in particolare della Autonomy di cui ci occupiamo direttamente da anni.

Buona lettura a tutti... e ai vololiberisti in particolare

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AUTONOMY F5J: VOLO LIBERO- VOLO RC – punti d’incontro

Quando abbiamo pensato ad una nuova categoria di volo con alianti, lo abbiamo fatto per adeguare un regolamento alle esigenze del tempo che passa e tutto trasforma.
Il volo libero è una bellissima categoria, ma è necessario rassegnarsi a malincuore e capire che non è più praticabile a causa della mancanza di spazi adeguati. Pensiamo che non sia giusto e corretto gettare tutto il sapere acquisito in questi anni, ma piuttosto sarebbe utile trasformare ed adeguare i modelli “ F1” con le tecnologie attuali.
Oggi sono facilmente reperibili micro radiocomandi in 2,4 mhz che si possono quindi utilizzare senza pericolo di interferenze.
Con l’utilizzo di queste apparecchiature per riportare a “casa” i modelli al termine della missione di volo, si potrebbe dare nuova vita ai modelli da volo libero utilizzando campi di volo relativamente ristretti.
Ma quale è la vera differenza fra un modello veleggiatore da volo libero ed uno radiocomandato? Entrambi devono ottimizzare il tasso di caduta; se poi guardiamo bene, hanno dimensioni paragonabili, ma carichi alari e profili un po’ diversi: perché ?
Nel volo libero si aspetta che passi una termica per farsi trasportare (come un autostoppista) mentre nel volo radiocomandato è il pilota che guida il modello nel cielo alla caccia della termica. Nel secondo caso il modello, pur scendendo al minimo, deve essere molto efficiente, veloce e maneggevole per poter esplorare un grande terreno di caccia e ritornare alla base anche lottando contro venti contrari, turbolenze e discendenze.

Studiando la formula Autonomy, abbiamo pensato che potesse essere adatta sia ai modelli genere volo libero che ai cercatori di termiche.
Infatti, nel tempo operativo, il concorrente non è obbligato a lanciare su richiesta del direttore di gara, ma sceglie il momento che ritiene più favorevole per l’involo.
Non nascondiamo che da tempo aspettiamo qualche bravo concorrente del volo libero per imparare tecniche e tattiche che solo quella disciplina insegna, per integrarle nei modelli “più radiocomandati”. Molti modellisti di volo libero non amano “imbastardire” il loro tipo di volo anche perché hanno poca dimestichezza con il pilotaggio RC.
Però noi pensiamo che non serva essere campioni di acrobazia 3d per riportare a casa un veleggiatore al termine di un bel volo autonomo in termica: non è il caso di spaventarsi, è sufficiente un minimo allenamento e un modello che voli dritto da solo all’occorrenza… proprio come quello usato fino al giorno prima senza “radio-disturbo”.

Idem per la salita in termica: i modelli da volo libero sono”molto abili” a farlo da soli restandoci dentro. Sulle radio moderne si possono programmare varie fasi di volo collegate agli switch:
fase di salita dritta sotto motore, fase di salita in virata sotto motore, fase di planata a max efficienza (usabile anche in atterraggio per manovrare), fase di planata veloce per il rientro e, ciliegina sulla torta, fase di salita in termica con modello autocentrante della stessa.

Molti pensano che i modelli “F1” siano dei farfalloni che non avanzano, ma se guardiamo un motomodello F1C ci rendiamo conto che sale a più di 35m/s (quasi la fiondata di un F3J) e plana a circa 8 m/s (velocità in efficienza di un F3J).
Naturalmente i modelli avranno un margine di stabilità statica superiore agli RC attuali, che però, come si è visto negli ultimi anni stanno anche loro convergendo in questa direzione. Ad esempio molti dei Pike Perfect dei migliori piloti nazionali, volano ormai con timoni più grandi e baionette modificate per avere più diedro (8 gradi).
In altre parole, noi crediamo che ci possa essere un vantaggioso progresso con lo scambio di info fra le varie categorie.
Vololiberisti, veniteci a trovare; l’Autonomy e’ aperta a tutti e magari….ci si diverte.

E. Pagliano / C. Vigada

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leggendo questa mail mi viene in mente quando circa 25 anni, durante un Convegno nazionale che L'Ae.C. Bologna organizzava nella famosa sala Corticella, io, che allora ero il Peracchi della situazione, davanti alle lamentele da parte dei volo liberisti della cronica mancanza di campi di volo (già allora c'era il problema) feci la convinta proposta di dotare il modello semplicemente di una RX che azionasse via radio l'antitermica. Questo avrebbe permesso il recupero del modello integro azionandola quando il modello sorvolava spazi privi di ostacoli.

La reazione fu una sequela di insulti che mi ricordo ancora, dandomi dell'incompetente....ma dimenticando che io il volo libero lo avevo fatto per oltre 12 anni ed avevo anche fatto parte della nazionale di F1A che ha partecipato ai mondiali in Finlandia nel , credo, 1963 o 1964, giù di li, dovrei andare a vedere nei cassetti dove conservo i programmi.

Ora i tempi cambiano e mi sa che si stia già parlando di questa possibilità che se accettata rilancerebbe questa meravigliosa disciplina.
.....ho ancora in un cassone, gelosamente conservati, i modelli con cui partecipai a quel mondiale.

Paolo Dapporto
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