AUTONOMY F5J: VOLO LIBERO- VOLO RC punti dincontro Negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di scambiare pareri con alcuni noti voloiberisti itaiani e allora abbiamo pensato, Eugenio ed io, di scrivere alcune considerazioni a riguardo degli interscambi culturali tra le varie discipiline di volo veleggiato e in particolare per quelle dei veleggiatori "elettroassistititi", quali quelli della FXJ con altimetro, dell'ultima 2M Electro J e in particolare della Autonomy di cui ci occupiamo direttamente da anni. Buona lettura a tutti... e ai vololiberisti in particolare:wink: ************************************************** *** AUTONOMY F5J: VOLO LIBERO- VOLO RC punti dincontro Quando abbiamo pensato ad una nuova categoria di volo con alianti, lo abbiamo fatto per adeguare un regolamento alle esigenze del tempo che passa e tutto trasforma. Il volo libero è una bellissima categoria, ma è necessario rassegnarsi a malincuore e capire che non è più praticabile a causa della mancanza di spazi adeguati. Pensiamo che non sia giusto e corretto gettare tutto il sapere acquisito in questi anni, ma piuttosto sarebbe utile trasformare ed adeguare i modelli F1 con le tecnologie attuali. Oggi sono facilmente reperibili micro radiocomandi in 2,4 mhz che si possono quindi utilizzare senza pericolo di interferenze. Con lutilizzo di queste apparecchiature per riportare a casa i modelli al termine della missione di volo, si potrebbe dare nuova vita ai modelli da volo libero utilizzando campi di volo relativamente ristretti. Ma quale è la vera differenza fra un modello veleggiatore da volo libero ed uno radiocomandato? Entrambi devono ottimizzare il tasso di caduta; se poi guardiamo bene, hanno dimensioni paragonabili, ma carichi alari e profili un po diversi: perché ? Nel volo libero si aspetta che passi una termica per farsi trasportare (come un autostoppista) mentre nel volo radiocomandato è il pilota che guida il modello nel cielo alla caccia della termica. Nel secondo caso il modello, pur scendendo al minimo, deve essere molto efficiente, veloce e maneggevole per poter esplorare un grande terreno di caccia e ritornare alla base anche lottando contro venti contrari, turbolenze e discendenze. Studiando la formula Autonomy, abbiamo pensato che potesse essere adatta sia ai modelli genere volo libero che ai cercatori di termiche. Infatti, nel tempo operativo, il concorrente non è obbligato a lanciare su richiesta del direttore di gara, ma sceglie il momento che ritiene più favorevole per linvolo. Non nascondiamo che da tempo aspettiamo qualche bravo concorrente del volo libero per imparare tecniche e tattiche che solo quella disciplina insegna, per integrarle nei modelli più radiocomandati. Molti modellisti di volo libero non amano imbastardire il loro tipo di volo anche perché hanno poca dimestichezza con il pilotaggio RC. Però noi pensiamo che non serva essere campioni di acrobazia 3d per riportare a casa un veleggiatore al termine di un bel volo autonomo in termica: non è il caso di spaventarsi, è sufficiente un minimo allenamento e un modello che voli dritto da solo alloccorrenza proprio come quello usato fino al giorno prima senza radio-disturbo. Idem per la salita in termica: i modelli da volo libero sonomolto abili a farlo da soli restandoci dentro. Sulle radio moderne si possono programmare varie fasi di volo collegate agli switch: fase di salita dritta sotto motore, fase di salita in virata sotto motore, fase di planata a max efficienza (usabile anche in atterraggio per manovrare), fase di planata veloce per il rientro e, ciliegina sulla torta, fase di salita in termica con modello autocentrante della stessa. Molti pensano che i modelli F1 siano dei farfalloni che non avanzano, ma se guardiamo un motomodello F1C ci rendiamo conto che sale a più di 35m/s (quasi la fiondata di un F3J) e plana a circa 8 m/s (velocità in efficienza di un F3J). Naturalmente i modelli avranno un margine di stabilità statica superiore agli RC attuali, che però, come si è visto negli ultimi anni stanno anche loro convergendo in questa direzione. Ad esempio molti dei Pike Perfect dei migliori piloti nazionali, volano ormai con timoni più grandi e baionette modificate per avere più diedro (8 gradi). In altre parole, noi crediamo che ci possa essere un vantaggioso progresso con lo scambio di info fra le varie categorie. Vololiberisti, veniteci a trovare; lAutonomy e aperta a tutti e magari .ci si diverte. E. Pagliano / C. Vigada ************************************************** * |
ciao Claudio. Innanzi tutto complimenti per aver "messo a fuoco" le effettive analogie che esistono fra l'f5j ed il volo libero. Io sono nato vololiberista ( f1a prima ed f1c poi ) e mio malgrado credo che l'amore per questa dimenticata affascinante categoria non finirà mai; però è purtroppo vero che è una categoria in difficoltà. I motivi sono tanti: il mancato ricambio generazionale, l'assenza ( o meglio dire la scomparsa ) di campi adeguatamente grandi, le prestazioni esasperate ed i costi intrinseci. Credo, ma mi piacerebbe essere smentito da qualcuno, che per praticare il volo libero oggi si debba essere dei semi professionisti, e senza dubbio facoltosi. Le similitudini tecniche sono molte fra le due categorie: stò già approntando il mio primo autonomy partendo dal mio ultimo f1c da 2,70 metri di apertura alare, presto lo porterò sui campi di gara. Per concludere, mi si perdoni una piccola nota polemica: se il volo libero è destinato a morire è perchè troppa gente ha voluto ostentatamente tenere i paraocchi senza capire che si doveva mettere mano alle formule molti anni fà. E così perderemo tutto o buona parte del patrimonio tecnico modellistico che questa categoria ha ed ha regalato all'Italia del modellismo tramite i tanti allori internazionali. Ps: noi due ci vediamo a Cremona il 25 aprile....ciao! Stefano Fai 11898 |
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La reazione fu una sequela di insulti che mi ricordo ancora, dandomi dell'incompetente....ma dimenticando che io il volo libero lo avevo fatto per oltre 12 anni ed avevo anche fatto parte della nazionale di F1A che ha partecipato ai mondiali in Finlandia nel , credo, 1963 o 1964, giù di li, dovrei andare a vedere nei cassetti dove conservo i programmi. Ora i tempi cambiano e mi sa che si stia già parlando di questa possibilità che se accettata rilancerebbe questa meravigliosa disciplina. .....ho ancora in un cassone, gelosamente conservati, i modelli con cui partecipai a quel mondiale. Paolo Dapporto |
Alla fine, oggi un monocanale non graverebbe piu' di 10-15 gr e passerebbe la penuria di campi adeguati ! Benvenuto nell'Autonomy a Lakelake e al suo ex F1c , perchè non posti qualche foto e dati salienti del tuo modello ? Ciao Umberto |
come immaginavo, gli ex vololiberisti presenti sul forum sono tanti. E tutti, bene o male, hanno abbandonato la categoria per diversi motivi: esasperazione delle formule, mancanza di campi, difficoltà oggettive nel gestire prove e gare. Il discorso relativo alla Rx per azionare l'antitermica c'è già: con l'avvento degli autoscatti elettronici si comanda da terra con un piccolo trasmettitore monocanale. Ma non è comunque sufficiente. Gli stessi F1a moderni hanno delle prestazioni oggi che fino a ieri erano impensabili: l'avvento dell'elettronica ed il progressivo irrobustimento delle strutture ha portato a raggiungere dei carichi in fase di sgancio che solo 10 anni fà avrebbero fatto esplodere le ali. I migliori oggi sganciano in verticale ed iniziano a planare intorno ai 75 metri contro i 50 di cavo. Alcuni dicono che ai mondiali si sono visti sganci prossimi ai 90-100 metri. E' ovvio che in queste condizioni basta una bava di vento per camminare lontano: ok, in caso di termica si può rischiare di far partire l'antitermica verso i due minuti e mezzo e sfruttare il tempo di discesa come tempo operativo, ma di strada se ne fà comunque. Non parliamo poi dei motomodelli f1c: anni addietro, con 7 secondi di tempo motore, si considerava una buona salita intorno ai 150-160 metri. Oggi con i motori dotati di riduttore se ne fanno quasi 200 con 5 secondi di motore. E' praticamente impossibile che non vi siano spareggiandi e mediamente la gara non si conclude prima dello spareggio a 6/7 minuti. Provate ad immaginare un f1c da 7 etti e mezzo in termica con un pò di vento quanta strada può fare in sette minuti. La categoria del volo libero è bella, affascinante, molto tecnica e tecnologica, ma come ho scritto nella mia lettera post convegno volo libero del novembre 2009, è sostanzialmente morta. O si mette mano alla categoria in modo da ridurre drasticamente le prestazioni dei modelli rendendoli adatti ad un impiego anche in campi ristretti, o è finita. Considerato che alle mie proposte vi è stato un seguito pressochè nullo farcito solo da qualche sporadica replica antagonista di chi non ha nemmeno capito di cosa si stesse parlando, mi aggiungo mestamente alla lista di quelli che ci hanno provato ed hanno sbattuto contro un muro di gomma. L'autonomy è la categoria più vicina in assoluto al volo libero e per questo motivo ho deciso di buttarmici: per me è anche una sfida nella sfida dato che non ho mai preso in mano una radio prima d'ora e devo imparare tutto da zero. Se conosco almeno un pochino i vololiberisti in attività credo che pochi siano interessati a convergere verso l'autonomy: purtroppo quando si parla di radiocomando ad alcuni viene l'orticaria, non capendo che una chiusura ideologica al progresso inevitabile ed al mutamento dello scenario comporta la (imminente) morte di una intera categoria. Stefano Rossani |
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Il modello in questione è il mio ultimo f1c: 2.70 metri di apertura alare, profilo VL51, ali in polistirene rivestito da fibra di vetro ed epossidica, fusoliera interamente in carbonio. In ordine di volo pesava 800 grammi dato che per la formula degli f1c rispettava il carico di 20 gr/dmq ed essendo 40 dmq il conto è presto fatto. La cosa che mi lascia piacevolmente sorpreso è che per l'autonomy sono circa 150 grammi sotto peso: mi ero imposto di mantenere un peso finito di 750 grammi ma a quanto pare supero di pochissimo i 600. Stò rivedendo infatti l'accoppiata motore-batteria per decidere il da farsi. Per quanto riguarda la radio ho appena preso una Hitec a 2,4 GHz, una optic6 se non ricordo male, e 4 micro servi da 8 grammi: ieri sera ho abbozzato la meccanica per intervenire sull'incidenza dell'ala e stò rivedendo i comandi di coda per poter amplificare la corsa del timone orizzontale in funzione di quella disponibile sul servo.....staremo a vedere al primo volo!!!!! Il 25 Aprile dovrei ( sempre che non subentrino problemi dell'ultimo minuto ) raggiungervi a Cremona insieme a mio padre: se sono a buon punto porto anche il modello così inizio da subito a sfruttare i consigli dei più esperti. Ciao, a presto! Stefano |
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Se ci immaginiamo una giornata ventosa, e` impossibile che per fare un pieno "standard" o peggio uno spareggio non serva molto spazio sottovento al punto di lancio: persino un balsetta lanciato a mano con un po' di vento e termica e` in grado di fare un casino di strada. Anche un bicanale non sarebbe risolutivo: se il modello fa quota e penetra un minimo e` possibile usando il direzionale farlo rientrare e poi azionare l'antitermica con il secondo canale. Ma se il modello galleggia senza salire e il vento lo scarroccia 2 km sottovento a 20 metri da terra non c'e` molto da fare per riportarlo piu` o meno "in campo":(. Invece un radio pilotaggio minimo + la elettro-assistenza per recuperare un po' di quota se necessario penso siano le minime cose indispensabili per il reimpiego misto vololibero + rc di molte delle prerogatitve dei modelli F1. Spero di vedere presto il primo ibrido F1C Autonomizzato... sperando che sia il primo di una lunga serie.:wink: Ciao p.s. se il modello fosse pronto per Cremona e non ve la sentiste ancora di pilotarlo in gara... credo che un copilota si potrebbe trovare facilmente. :D |
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Giusti giusto che se ho sbagliato qualche cosa e il modello si pianta rovinosamente ho qualcuno a cui dare la colpa!!!!!!:icon_rofl Scherzi a parte...che io sia un novizio della radio è cosa ormai nota quindi ogni consiglio, anche il più banale, è bene accetto!!! ciao Stefano |
Orrore !!!! Citazione:
Veramente per monocanale io vedevo solo un direzionale comandato, per mantenere il modello sopra al campo o nelle vicinanze, lasciando all'antitermica l'atterraggio; piu' comandi snaturerebbero assolutamente l' essenza di volo libero e non li vedrei giustificati, hanno ragione i vololiberisti di inorridire !!!!!! Ciao Umberto |
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:) |
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Purtroppo il problema del volo libero è, anche, una questione di mentalità. Non capisco perchè si debba accettare di buon grado la possibilità di comandare l'antitermica con telecomando ( cosa che avviene già ) e si debba rifiutare di principio l'intervento di una radio. Qualcuno ha osservato che nel momento in cui intervengono le radio il volo libero finisce di essere tale; può darsi, anzi, per i puristi è sicuramente così. Ma si deve fare i conti con il progresso e con la mancanza di campi. Avere la possibilità di comandare con la radio anche solo due assi per un volo libero darebbe la possibilità di far rientrare il modello entro distanze di recupero ragionevoli, sarebbe sicuramente un incentivo per molti potenziali volatori a provare questa affascinante categoria. Ma queste proposte, seppur intelligenti, non avanzeranno mai per i soliti noti motivi di congelamento delle formule da parte dei "potenti" di turno. E questo, in fondo, è il motivo per cui il sottoscritto ha abbandonato il volo libero per approdare nell'autonomy. Ciao!:wink: Stefano |
Permettetemi di dissentire, un " VOLO LIBERO" non puo' essere radiocomandabile come un veleggiatore qualunque.....non sarebbe piu' libero ! Il comando sulla deriva, da attivare solo per evitare i fuoricampo, non snaturerebbe completamente la filosofia della categoria. Poi uno puo' fare quello che piu' gli aggrada, ci mancherebbe, gli R.C. sono tanti uno piu' uno meno....e non sarebbe la prima volta che un veleggiatore con il radiocomando in funzione vola peggio : a Molinella un modello da Autonomy che faticava a fare il pieno, quando la batteria della rx si è scaricata è stato in aria da solo per piu' di 15 minuti , e ci sono i testimoni ! Ciao Umberto |
modelli intelligenti : a Molinella un modello da Autonomy che faticava a fare il pieno, quando la batteria della rx si è scaricata è stato in aria da solo per piu' di 15 minuti , e ci sono i testimoni ! Forse è il tipico caso nel quale qui da noi dicono "...el mudel l'ha più cugnisiun...":lol: Ciao. |
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Nel volo libero il lancio si considera pieno dopo 180 secondi di volo ( 210 o 240 al primo/ultimo lancio per sfoltire gli spareggi ). Nulla vieterebbe di lasciare la radio "sotto osservazione" del commissario o del cronometrista della propria commissione di lancio per poi prenderla in mano dopo i 180 secondi e "lavorare" di deriva e profondità per far rientrare il modello entro una distanza ragionevole dalle commissioni, diciamo nel raggio di 100-150 metri, senza obbligo di atterraggio di precisione. Del resto: se non sei in termica e non fai il pieno, difficilmente cammini per più di 100/200 metri dalla commissione. Se invece fai il pieno in una bella termica, nove volte su dieci hai una quota raggiunta in tre minuti tale per cui puoi pilotarlo con estrema tranquillità verso le commissioni. Se invece sei rasente a terra.....sul filo dei tre minuti.....col fiato sospeso....:fiu:....basta non toccare la radio!!! Per il resto, lancio, salita, planata per tutto il tempo operativo resterebbero invariabili con la radio "sotto chiave" nelle mani del commissario di gara. Why not? Ciao!!!!!:wink: Stefano |
Effettivamente, ti eri tenuto la parte piu' significativa !:fiu: Ciao Umberto |
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Se si parla di F1... la prima cosa con cui si lotta sono i grammi e una rx, 2 servi e batteria non sono proprio l'ideale, poi c'è il conflitto di comandi. Prendiamo un coupe d'hiver, nel lancio c'è il controllo di almeno due posizioni della deriva, lo svergolamento dell'ala per pochi secondi, lo stesso vale per i piani di coda che subiscono almeno tre variazioni. In pratica ci sono un casino di cavetti che viaggiano per tutto il modello e dove metto i servi? in fuso c'è già l'elastico, nella pinna il timer .... ecc.. Certo il recupero del modello con radio sarebbe una bella cosa, ma dato che fila sottovento, dopo tre minuti e con quel carico alare, mi sembra dura ritornare indietro controvento con la radio, se poi (come normalmente accade) lo seguo a piedi per poterlo vedere, come faccio a recuperare la tx e ritrovarlo? Capisco benissimo che la categoria è a rischio estinzione, ma la radio mi sembra poco attuabile e poi come rc c'è già di tutto. Piuttosto la cultura del volo libero è difficile da trasmettere, inoltre la tecnica (gelosamente custodita) ed i costi sono elevatissimi rendendo difficili le new entry. Difficili le autocostruzioni, difficile reperire i materiali sopratutto in Italia, il balsa contest non si trova senza parlare dei films per il rivestimento, ecc.. i modelli +/- pronti al volo costano minimo 400 e si rompono solo a guardarli. A Torino c'è una buona iniziativa con le scuole e con modelli monotipo, i ragazzi rispondono bene, i genitori un pò meno, manca tempo e voglia da dedicare ai figli, per non parlare di qualche euro... meglio se il figlio non rompe e và nella sua stanza a giocare col pc (che non è gratis). Ultimo grande ostacolo: lo spazio!!! aeroclub: ma quanto rompono questi! campagna: mi pestano l'erba e poi cosa mangiano le vacche? (magari mangiassero erba) Club: ma io devo volare con il maxi 3d, fumogeno ecc.. cosa rompono con i modelli che vanno per i cavoli loro? NON E' FACILE ma servono idee senza snaturare il volo libero (modelli dai costi moooolto contenuti, semplici,pronti e monotipo che mantengano il tempo di volo sotto la soglia dei due minuti, volontà di organizzare gare e magari un pò di comprensione da parte degli Enti che dispongono di spazio). Personalmente con un P30 pronto al volo da 64 mi diverto il doppio di quando volo con il coupe d'hiver da 400 (ne ho perso uno in nube), peccato che le gare P30 latitano. Ciao Giamba |
P30 Rc Ciao a tutti Ho sperimentato un P30, quello già pronto dell'Ikara il Pee Wee trovato da Samsmodels in UK, con radio (due sub-micro servi e riceventina svestita Blue Arrow e una cella lipo Multiplex da 75mah) a due canali, semplicemente applicando i componenti ai lati del pilone, aggiungendo le parti mobili in balsa con del nastro alla coda e usando dei tiranti in filo d'acciaio rivestito come rinvii. In pratica la salita avviene senza toccare i comandi (anche perché tra il lancio e la scarica della matassa non c'è praticamente tempo per prendere in mano la radio) e poi si può direzionare simpaticamente il modello a piacere. Si rovina un bel pò la poesia del volo libero però si evita di andare a prendere il modello sugli alberi ai bordi del campo volo! Dall'esperienza fatta ho dedotto che il peso dei componenti RC è essenziale (ovvio direte voi ...) e che per avere un modello veramente performante (il mio è troppo carico poverino!) occorra montare quei complessi ricevente/servi lineari piuttosto costosi (Falcon credo si chiamino). Buoni voli in termica comunque ci arriviate e ci stiate dentro ... Bruno |
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La difficoltà tecnica è superabile: capisco i P30, ma i miei ultimi F1C con riduttore erano decisamente più complessi; nonostante questo è possibile metterci una due canali con due servi miniaturizzati. Le parti mobili ( deriva e profondità ) possono sopportare il doppio comando, fidati di me che lo avevo già progettato ( deriva divisa in due che si muove tutta per il volo libero e muove la parte mobile per la radio, idem per il timone. Ci perdi una decina di grammi in totale ). Ovviamente il tutto dovrebbe essere accompagnato da una modifica della formula, per consentire il surplus di peso. Per la logistica del lancio non la vedo così problematica: avendo la radio a disposizione non sarebbe più necessario correre dietro al modello per seguirlo, ma si resterebbe alla commissione prendendone la sola direzione e non perdendolo di vista ( cosa che accade già, garantisco !! ). Per i materiali, sono parzialmente d'accordo: infatti sono da sempre un sostenitore della revisione delle formule, nell'ottica di ridurre le prestazioni e permettere ad un modello costruito alla vecchia maniera di essere competitivo come gli altri. Queste sono considerazioni che, ahimè, lasciano il tempo che trovano. Io sono nato vololiberista e mi piange il cuore nel vedere una categoria scomparire, ma come ho già detto in precedenza sono troppi ad essere "sordi" nei confronti delle proposte di modifica. L'F5J autonomy è la formula che più di tutte si avvicina al volo libero e per questo ci stò entrando in punta di piedi. Speravo di terminare il modello molto prima ma ho subìto una battuta di arresto per diversi motivi e sono costretto a rimandare i primi voli ancora per un pò. Poi vi mostrerò un motomodello F1C da volo libero autonomizzato. Ciao Stefano |
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Provate a cercare sui motori di ricerca i video che ci sono dei motomodelli moderni ( basta digitare F1C free flight ): vi renderete conto che una radio installata, al solo fine di agevolare il recupero, è quasi essenziale. Ovviamente, e ribadisco, servirebbe una profonda rivisitazione delle formule ( aumento di carico alare, riduzione della cilindrata motori, divieto di utilizzare i riduttori ecc ecc..) Ciao Stefano |
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ciao Giamba |
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Io però ho la scarica che dura quasi tutti e due i minuti e non riesco proprio a vederlo con rc. Ciao Giamba |
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Credo sia sufficiente farlo riavvicinare alle commissioni, 100, massimo 150 metri. Se c'è vento forte vanno bene anche i trecento metri, cosa ben diversa dai chilometri che si devono fare oggi ( e che vincolano le gare in funzione del campo di gare, e sempre lì siamo ). Ovvio che non basterebbe comunque un campetto tipo fazzolettino, ci vorrebbe comunque una aviosuperficie adeguata, ma il ventaglio dei campi papabili si amplierebbe di moltissimo. Poi, ripeto, le mie sono considerazioni e proposte che valgono come il due di bastoni, anche se potrebbe essere uno spunto per far nascere una categoria nuova, chissà...:fiu: |
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Se soi guarda la storia del modellismo, ci si rende conto che le varie specialita` sono nate in funzione delle disponibilità` tecnologiche dei loro tempi. Allinizio cera solo il volo libero, poi e` arrivato il vincolato Allinizio cera solo il volo libero, poi e` arrivato il vincolato per assecondare il desiderio di pilotare, chiaramente un aliante in vincolato non ha molto senso, per cui il volo avela li` non ce` mai entrato. Poi e` arrivato il radiocomando e si sono aperte possibilita` infinite per ogni tipo di aeromodello. A mio parere,se il volo libero conserva sempre il suo fascino in quanto la messa a punto del modello e` basilare perche` compia la sua missione in modo autonomo, per quanto riguarda il vincolato mi sembra veramente anacronismo fasr evoluire attaccato a 2 cavetti un modello... pero`, de gustibus. Pero` il volo libero e` da sempre legato al fattore tecnologico dei mezzi e della ricerca, centratura e mantenimento della termica. Tutte queste prerogative, nel loro spirito, sono le medesime del volo veleggiato RC. Molto spesso i vololiberisti snobbano lrc convinti che sia una cosa diversa e quando incominciano ad avvicinarsene sembra si siano dimenticati come si fa un modello che vola da solo arrabattandosi a pilotare in qualche modo "attrezzi" estremamente diversi da quelli che usano di solito. A mio parere quello e` il sistema sbagliato di fare il passaggio e infatti molti si demoralizzano o fanno molta fatica a convertirsi. Invece penso dovrebbero fare un passaggio graduale prendendo un VL, modificandolo e radiocomandando in modo attivo allinizio le funzioni base (deriva e incidenze) e lasciando il settaggio delle funzioni allelettronica della radio preprogrammando tutto a terra e mettendo a punto ogni dettaglio come se fosse un VL puro. Anche nellRC per ottenere le massime prestazioni e un pilotaggio facile e redditizio la messa a punto e` basilare. I volo libero hanno varie fasi di volo legate ad un timer, gli RC legate a un interruttore sulla radio. Ogni fase va messa a punto con cura meticolosa finche` passando da una allaltra il modello continui a volare senza interventi del pilota. Invece delle vitine micrometriche ci sono i trim e le miscelazioni elettroniche, ma nulla cambia. In ogni caso, se il problema e` il pilotaggio, per semplificarsi la vita basta fare dei modelli che volino da soli come i VL e che siano solo da indirizzare: una volta arrivati nella zona buona, bastera` passare alla fase centra al termica e rimanici dentro: ci pensera` il modello a salire mentre il suo pilota potra` stare a guardarlo tranquillo come se fosse un VL. Quindi non ce` nessun bisogno di inventare nuove categorie, si tratta solo di usare quelle che gia` esistono (l'Autonomy, ad esempio) trasferendo il know how tecnologico dei volo libero: credo che si potrebbero scoprire molte cose interessanti e, per i piu`, impensabili.:blink::D Saluti |
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quoto abbastanza quanto hai detto con delle osservazioni: 1) io ho iniziato con i cavi poi radio e, affascinato dal VL, faccio anche un pò di coupe d'hiver. 2) la differenza sostanziale dei modelli da VL è quella che ha riassunto bene Sergio Pers: uno ha profili che si autocentrano e volano da "lampadario", l'altro vola seguendo i tuoi comandi con profili "variabili". 3) radiocomandare un VL è il sistema migliore per farlo volare male ed ottenere dei risultati ancora peggiori. 4) l'Autonomy è sicuramente una bella categoria, ma non la definirei una entry level, da inesperti rc iniziare combattendo contro modelli che sono sicuramente i migliori veleggiatori/motori/batterie ecc... implica una spesa che è difficile da giustificare tanto per provare ... 5) quello che manca veramente è una categoria che permetta una spesa iniziale modesta e che permetta a tutti di "provare" a gareggiare in RC con modelli "semplici", sono curioso di vedere come andrà la 2m RES. 6) secondo me ci vorrebbe un monomodello, monomotore, monobatteria con i costi livellati verso il basso. 7) anche se non ha avuto seguito, la gara con l'easy glider provata a "volare sui tetti" è stata un successo, peccato che nessuno l'abbia riproposta. Giamba |
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Fatto centro. La Easyglider e' morta perche' ai piu' piace mettere 1000 W su un easyglider, fibrargli le ali, mettergli un ballast da 1 Kg snaturando completamnete il modlelo. AL modellista Italiano piace poco volare, piace molto fare lo sborone al campo !! |
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Direi di piu': all'Italiano piace poco "partecipare". Il fallimento del "monomodellismo" è ampiamente dimostrato nelle auto RC, dove i sotterfugi per migliorare in modo non controllabile le prestazioni rappresentavano l' 80% se non piu' del lavoro di messa a punto del modello. Per realizzare una categoria "mono" bisogna disporre di controlli a prova di Italiano ! Ciao Umberto |
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Penso che la tua definizione sia adeguata per un coupe d'hiver, ma definire un motomodello F1C un "lampadario" da termica mi sembra poco esatto: vola alla stessa velocita` di un F3J in termica. Discorso similare si puo` fare per un F1A moderno che nella zoom-ata sale come un treno e che infatti plana un po' peggio degli F1A di una volta. Citazione:
Per come li metto a punto/faccio/modifico, molti dei miei modelli rc che uso in autonomy volano quasi come di VL e credo che sopperiscano bene alle mie carenze, specie quelle visive:D Se non fossi cosi` pigro nel realizzare e mettere a punto, sarebbero ancora piu` dei Vl mascherati. Citazione:
Un volo libero "serio" in vendita costa un po' piu` di un F3J di grido (e si perde anche molto piu` facilmente:( ), quindi il problema della spesa credo non sussista. Poi, partecipando nella S, non vedo quali supermodelli ci siano:D Saluti |
URCA! (parafrasandoti) dove compri i timer? dalla Rolex? io riesco a spendere al massimo 20/30 :wacko: se per quella cifra mi dai elica, ogiva, motore, riduttore, regolatore e batteria questa sera vengo subito a trovarti :hangry: e la pizza la pago io :cheers: Comunque intendevo dire che una certa spesa la faccio volentieri nella mia categoria, in una che non conosco ... :fiu: Se anche salissero ai 300km/h con i concavi convessi planano bene ma come "lampadari" nonostante tutto il mio amore/passione per gli stessi. C'è un Autonomy con quei profili? Ciao Giamba |
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Welcome 2 FFelectronics.Com non credo proprio, forse le vecchie svegliette di una volta:wink: Per i profili nei motomodelli se ne usano vari, spesso dei biconvessi asimmetrici penso sul tipo l'HN1033 (usato sul Castor Art Hobby), pero` meglio chiedere ai vololiberisti F1C che scrivono qui sia per i timer che per i profili:wink: |
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