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Vecchio 25 giugno 08, 08:59   #7 (permalink)  Top
rivetto
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Originalmente inviato da matthias Visualizza messaggio
Come ormai ho imparato a capire con l'esperienza diretta in acqua dei miei modelli, non esiste una barca perfetta, ma bisognerebbe adattare molte parti della barca alle diverse condimeteo. Spesso nelle nostre discussioni teoriche, dimentichiamo che parliamo di modellini, soggetti, la gran parte delle volte, a venti di intensità anche 20-25 volte superiori (in proporzione) a quelli realmente sopportati da barche vere. Questo provoca comportamenti molto più estremi e che spesso, nelle discussioni di molti forum, vengono completamente dimenticate. Ci si arrovella su come incrementare efficenze varie (giustamente se navigassimo con i nostri modellini con venti sempre leggeri) dimenticando che le condizioni di progetto dovrebbero esser ben più orientate a condimeteo + reali. Spessisismo infatti il problema è che ci sta troppo vento e non poco. Ad esempio adottare una randa molto bassa e un fiocco che sfiori la coperta, mentre possono esser criteri progettativi sostanzialmente sempre validi per una barca vera, non lo sono assolutamente per un modello, poichè i bomini potrebbero facilmente toccare l'acqua con andature anche solo moderatemente di lasco, creando notevoli problemi di navigazione. Sostanzialmente, quindi, vorrei attirare l'attenzione dei progettisti sulle differenti difficoltà progettative di un modello che richiede una capacità di adattarsi alle situazioni climatiche molto ma molto maggiore di una barca vera.

Matth
Non comprendo questo tuo intervento, nè a chi ti volessi rivolgere, essendo molto generico; ma poichè è immediatamente successivo ad un mio messaggio, non penso di essere troppo lontano dal vero, intuendo di esserne un possibile destinatario.
Può essere che quanto da me riportato non fosse di tuo interesse, questo però non esclude che qualcun altro lo possa apprezzare. Il concetto da me espresso voleva essere la semplice correzione di una risposta errata, forse ho peccato per eccesso di zelo nel volerne anche spiegare il principio fisico, ma parto dal presupposto (forse solo mio) che sapere come e perchè un fenomeno naturale agisca su un oggetto in movimento, possa essere un arricchimento di conoscenza.
Nel caso specifico, quel complesso insieme di forze di cui ho parlato agisce naturalmente su un oggetto galleggiante in un fluido, sia esso una barca vera che un modello, ma ciò non significa affatto che si voglia fare di tutta l'erba un fascio. Come avrai forse rilevato dal mio secondo messaggio, ho infatti parlato di doverosi compromessi nei criteri progettuali; mi sembrava sottinteso che si riferissero alla tipologia, alle dimensioni ed alle condizioni ambientali di utilizzo, ed ho anche riportato un esempio di come quasi sempre le esigenze pratiche costringano ad allontanarsi da un perfetto, ma irrealizzabile principio teorico.
Non voglio dilungarmi sulla questione del troppo o troppo poco vento, ma penso che molti appassionati frequentatori di laghetti non apprezzeranno molto la tua considerazione "Spessisismo infatti il problema è che ci sta troppo vento e non poco". Ti invito solo a valutare la sostanziale differenza fra la possibiltà di agire sull'armo nel primo caso (non penso che un regolamento preveda un minimo di invelatura) e l'oggettiva difficoltà a trovare una soluzione per il secondo.
Peraltro, la causa del problema da te menzionato - la differenza fra una barca vera ed un modello - non dipende da "intensità anche 20-25 volte superiori (in proporzione) a quelli realmente sopportati da barche vere", nè da "situazioni climatiche molto ma molto maggiore di una barca vera"; bensì dal rapporto fra l'intensità del vento e lo sbandamento. Se le barche vere si trovassero sotto ogni raffica di brezza con la randa in acqua, evidentemente il problema sarebbe il medesimo. Nei modelli ciò accade perchè il momento raddrizzante derivante dal peso di zavorra calcolato lo permette. E' anch'essa una scelta di compromesso.
Non parlo a nome di alcuna categoria, ma credo di poter dire che il tuo richiamo all'attenzione dei progettisti nel tenere in considerazione ciò che stanno progettando, sia un aspetto abbastanza scontato del loro lavoro, e sono quasi certo che, nella eventualità in cui venisse loro commissionata una barca lunga un piede, terrebbero in considerazione tutte le cose giustissime che hai riferito. Ciao
Max
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