Oh, eccallà, finalmete
Era un pò che punzecchiavo, ravanavo, complottavo per vedere una bella guerra tra mastri geppetto (anche un pò storni dai vapori della benza) e riciclatori di materiali espansi proletari, magari scioccati da qualche scossa elettrica di troppo.
Vi racconto la mia storia (molti la sanno già): 35 anni fa ho provato a fare vincolato a scoppio. Quella volta gli espansi, anche se esistevano, non erano ancora così diffusi nel modellismo. Io abavavo dietro alle scatole di montaggio in balsa, piene di legnetti e di striscioline di modelspan appena appena sufficienti a ricoprire le ali.
Il mio negoziante di fiducia un giorno mi fece vedere delle ali prefabbricate in polistirolo, tagliate a filo, rivestite in balsa e in oracover rosso.
Erano meravigliose.
Per un ragazzino che a 12-13 anni cercava di fare le centine tutte uguali, con lo scasso del longherone al posto giusto (e non rompetemi i maroni, non avevo la morsa per tenerle ferme nel lavorarle, trovare i bulloncini per fare il pacchetto era un casino, anche solo la lima della misura giusta costava troppo), che non riusciva a stendere la modelspan senza fare grinze nei terminali d'ala, senza parlare del costo del turapori e della uhu hart, vedere quelle ali perfette, lucide, senza un grinza, un difetto, era una vera tentazione.
Risposi, schifato, che non mi interessavano. Ed ero veramente schifato, come si fa, pensavo tra me e me, a proporre ad uno che si fa un mazzo tanto a fare una centina uguale all'altra un'ala prefabbricata, così, come fossero mattoncini di Lego da assemblare.
Poi feci un paio di crash col primo (cane sciolto ero e cane sciolto son rimasto - ma la scelta era obbligata, l'unico campo volo nella mia città era gestito dal negoziante di cui sopra), un'altro paio di crash col secondo, e poi fu gnocca, e da lì persi il filo fino a un paio di anni fa.
Nel frattempo, notate, non è che me ne sia stato con le mani in mano. Ho continuato, appena ho potuto, a costruire in legno, non modelli, ma cose più semplici, tavolini per salotto, arredamenti per la casa semplici, ho perfino camperizzato un furgone. Adoro il legno, soprattutto l'abete, il profumo della resina mi inebria come un bosco d'autunno (ehm, scusate sono un sentimentalone)
Ma la passione per le cose che volano covava sotto la cenere. E un bel giorno, un paio di anni fa, trovai un pezzo di polistirolo in ufficio, lo portai a casa, ne ricavai due ali (profilate, 7 mm di spessore, le cose o le faccio bene o faccio senza) da 40 cm per 6. Comprai una tavoletta di balsa da 6 mm, ne ricavai uno stecco per la fusoliera. Recuperai un paio di vaschette della mortadella dalla moglie e ne feci i piani di coda.
E infine andai nel negozio di caccia e pesca vicino a casa mia, e presi mezzo kg di piombini da caccia (tassativamente i più sottili, gli ordinai) per il bilanciamento (non li ho usati tutti, non credete). Come se 35 anni non fossero mai passati. E non vi dico la soddisfazione a vedere mio figlio, di 4 anni, lanciare il mio polibalsetta, inventato di sana pianta in mezza giornata, perfettamente, e vederlo volare.
La cosa che mi ha impressionato di più era il carico alare, ridicolo, che ero riuscito ad ottenere: 10 g/dmq, pur avendo rivestito le ali col nastro da pacchi, e con ali relativamente poco flessibili.
Tutto questo per chiarire che non ho preconcetti sui materiali da costruzione, ma che le mie scelte sono dettate solo dalla funzionalità del materiale.
Riassumo: la balsa l'ho lavorata, e la lavorerò ancora - ha però alcuni difetti rispetto agli espansi, i primi che mi vengono in mente:
1) il peso specifico, più che doppio già nel tipo tenero
2) fragilità, contrapposta alla capacità degli espansi di assorbire gli urti
Da quanto sopra discende che con la balsa sei obbligato, per star leggero, a realizzare una struttura vuota, che quando si rompe son dolori. Un modello in espanso, se è bello pieno, basta raccattare i pezzi, incollarli e lo riporti in volo
Il resto ve lo racconto un'altro giorno