Citazione:
|
Originalmente inviato da teobeer ..questo è il bello del modellismo!! non trovo mai un consiglio comune e dato da tutti! Per fortuna che in tale campo non ho esperienza e mi limito a citare o confrontare i suggerimenti altrui (se masali ha ragione contro quelli della multiplex, scriverò a questi ultimi di svegliarsi!!)  ...
..scherzi a parte, carooo luca, maaa..volendo considerare allora queste ultime tue preziose dritte...se atterro in mezzo al lago e non ho un timone nautico, come lo dirigo verso di me muovendomi in acqua?? Elica e direzionale sono sufficiento ad andare e virare dove voglio? (non ho la barca, nel mio caso  ) |
Beh, il bello del modellismo è che ognuno fa quel che gli pare, ci mancherebbe... quanto ai consigli son come
el bus del cù, ognuno ha il suo
Il timone nautico è fonte di cavitazioni, cioè forma mulinelli che hanno un effetto frenante enorme; motivo per cui nei veri idro ci sono ma sono piccolissimi, talmente piccoli che se fatti in scala non avrebbero alcuna efficienza.
Un idro "vero" col una sberla di timone come quelli che usano i modellisti non potrebbe decollare mai; nei modelli si usa una scappatoia molto poco elegante, cioè si mette un motore sovrapotenziato che strappa via qualunque cosa dall'acqua; non si ha un vero decollo da idro ma un brutale calcione in aria, con la conseguenza che appena fuori dall'acqua CESSA IMPROVVISAMENTE LA RESISTENZA (SPECIE QUELLA DEL TIMONE) e il modello rischia di puntare il naso verso l'alto in maniera inconsulta, col risultato di stallare... ma visto che si mette una potenza eccessiva, di solito semplicemente si ottiene un decollo disgustoso sul piano estetico ma senza grossi rischi.
Il ciclo di decollo di un vero idro, e quindi anche di un modello in scala, è questa:
1.
Fase di flottaggio: l'idro naviga "a dislocamento", cioè con tutta la chiglia dei galleggianti immersa. In questa fase è un po' sordo al timone, ed è l'unico momento in cui il timone marino serve a qualcosa. Si tiene tutto a cabrare per sollevare la punta dei galleggianti ed evitare l'"ingavonata", cioè il rischio che i galleggianti si piantino in un'increspatura con la perniciosa conseguenza della scuffia frontale, in pratica il modello "inciampa" nell'onda e capotta.
In questa fase col direzionale si tiene la rotta, e si tiene alzato l'alettone sopravvento e abbassato quello sottovento, se c'è una (PICCOLA!) componente di vento laterale.
Se il galleggiante è progettato decentemente, ha una chiglia che aiuta a tenere dritto il modello; nei galleggianti tirati via, come quelli Multiplex, che son piatti sotto, ci sarà bisogno di qualche correzione conl direzionale.
2.
Fase di planata idrodinamica: All'aumentare della velocità, il galleggiante comincia a generare portanza in acqua; esattamente come succede a un motoscafo da corsa, il galleggiante si solleva dall'acqua fino a toccare solo sul redan (lo scalino del galleggiante). I veri idro in questa fase hanno già da un pezzo trato su l'inutile timoncino, perché qui è necessaria grande pulizia idrodinamica. Il modello accelera progressivamente e dolcemente, se ha una potenza sensata e non il solito motore esagerato che i modellisti mettono sugli idro perché non sono capaci di decollare con una potenza normale

.
In questa fase il profondità è a zero; è ben difficile che si debba correggere la rotta col timone, l'idro andrà assolutamente dritto come una spada da solo. Se
proprio è necessario decollare col vento al traverso, si contrasta con gli alettoni. Ma è una tecnica vietata sui veri idro e dannatamente rischiosa anche sui modelli.
3.
Rotazione All'aumentare della velocità, il modello comincia a spiattellare sull'acqua, schiaffeggiandola col solo redan, proprio come un sasso piatto fatto rimbalzare sull'acqua. Ad ogni saltello accelera, i saltelli si fanno più lunghi e distanziati finché il modello decolla senza bisogno di cabrare.
Se il modello ha il timone nautico, la cavitazione indotta dal timone lo tiene incollato all'acqua e non può staccare; ecco quindi che diventa necessario strapparlo via col cabra e un motore potente, facendo un decollo nauseante.
Quindi la risposta alla questione è: sì, il timone nautico aiuta a controllare il modello a bassa velocità, e gli fa anche un poco da deriva se i galleggianti sono fatti coi piedi e non hanno una chiglia.
Questo insignificante vantaggio si paga con due difetti: decollo molto inefficiente e non si impara a flottare come si dovrebbe.
Quanto al controllo in acqua col solo direzionale, guarda qui:
http://video.google.com/videoplay?do...21013053&hl=en
è un cosino col 400 a spazzole, io e il Boffelli dovevamo fare una gara, ma poi lui si è spaventato delle spaventose prestazioni del mio barchino ed è scappato