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Vecchio 30 novembre 20, 03:32   #1 (permalink)  Top
claudio v
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Grandi alianti >4m, vecchi ricordi e idee "Autonomistiche" per giocarci

Maxi alianti, Autonomy F5J e idee varie a riguardo

Leggendo qua e la e parlando con alcuni partecipanti alla nostra Autonomy F5J ho scoperto che molti di noi non fanno solo alianti “ultralight” da termica, ma giocano spesso con quelle che una volta chiamavamo “orchidee”: i maxi alianti semi riproduzione con cui mi dilettavo in pendio e alle gare di Aerotraino negli anni 80-90.

E così torna a galla un mare di ricordi…
Quando ero ragazzino facevamo con l’aerotraino la formula “Torino”: 4 voli di durata la libera, ma che dovevano essere completati con atterraggio di precisione sul tempo, al minuto e la cui sommatoria doveva essere 20 minuti. Poi eravamo passati alle gare di durata Durata-Velocità: 2 prove di durata da 10 minuti e 2 prove di distanza su 4 basi da 250 metri e infine si era arrivati alla “Pelizza” dove i voli da fare erano 4 da 10 minuti ognuno.
Ricordo l’ultima gara di quel tipo sul campo di Venegono, Coppa Movo, 20-21 maggio 1989. lo ricordo perché ho ancora la coppa bassa a “ciotola” che uso come contenitore sul bancone di lavoro. Quella gara la vinse Max Verardi con un ASW20 tutto fibra… Max era già super all’avanguardia ai tempi, io arrivai terzo.

Poi c’era la 6 ore di Molinella a squadre: partecipammo con gruppo misto, un po’ di torinesi, tra cui Eugenio, Michele Dagna e, da Milano, il mitico Dino Pelizza con Alex Clerici, mr Movo, che trainava: non ricordo come andò la gara, ma ci divertimmo tantissimo… tanti ricordi legati a un mondo a cui mi ero avvicinato prima dei 18 anni che da tanti anni non frequento più e a tante persone e amici, alcuni dei quali purtroppo non sono più tra noi.

Tanti ricordi legati a un vecchio modello, la mia prima ed unica “Orchidea” semiriproduzione di oltre 4 metri e l’idea di rimetterla in volo per farci cosa?

Qualche bella gara in pianura e in termica: stessa formula dell’AUTONOMY F5J, stessi logger etc, ma svolgimento più conviviale e rilassato come si addice ad alianti di quel genere: modelli dovranno essere almeno 4 metri di apertura alare e almeno 5 kg di peso, il resto è libero: per l’elettronica si lascia libero l’uso di tutto, del variometro, della telemetria, etc.

Si caricano i soliti 1200 metri e 600 secondi nel logger per tutti e poi si gioca: si dovranno fare in tutto 4 voli da 15 o 20 minuti a testa lanciando quando si vuole nel tempo operativo che sarà di 2,5 ore almeno. Tra tutti quelli che faranno i 4 voli, a fine gara si leggerà il residuo di quota sul logger: chi avanza più quota … vince.

In giornate estive si possono fare anche 2 manche, una prima e una dopo il pranzo.
In una formula del genere si potrebbe anche lasciare libero accesso ai “trainati”, si potrebbe collegare il logger al servo dello sgancio invece che all’ESC: a gancio chiuso il logger registra la quota consumata a motore al traino, a gancio aperto, controlla solo il tempo di planata.
Questa sarebbe l’idea di base di cui avevo già paralato a Marco Rodi l’anno scorso a Carisio…
Per ora è solo un’idea, ma chissà che non piaccia a qualcuno e si possa pensare ad un raduno di prova questa primavera quando si sarà usciti da questo casino.


Tornando al vecchio modello e ai ricordi, complici tutte queste idee e, soprattutto, complice il lockdown, non ho resistito e, recuperato il suo cassone carico di anni e polvere, ho provato ad aprirlo e a vedere cosa c’era ancora dentro.
Ed è così ritornato alla luce, che non vedeva dal 95, il mio vecchio SB11, un meraviglioso Kit dell’artigiano tedesco Hanel acquistato nel 1986 in un negozio storico per gli aliantisti RC a Genova Pegli.
Avevo17 anni ai tempi: un pomeriggio passato a guardare modelli, uno più bello dell’altro, per decidere quale portare a casa come regalo di compleanno… che regalo e che belli quei negozi del tempo, impregnati di quell’odore tipico che da troppi anni non ricordo più di aver sentito.
Non ricordo più il nome del titolare, ma qualche aliantista ligure magari mi aiuterà a ricordarlo.

Tornando al modello, non restava che controllare le varie parti e assemblarlo per vedere in che condizioni era: il tempo, anche chiuso nel cassone, passa inesorabilmente.
Ed eccolo qui, con l’Econocote bianco di allora rattoppato nelle varie riparazioni e con i colori giallini diversi che ne denotano le differenti età:




Allora, preso da pietà per lui e anche per me che lo avevo abbandonato dopo una serie di riparazioni spesso frettolose o, peggio ancora, fatte sul capo tra un lancio di gara e l’altro, ho cercato di rimetterlo in sesto.

Attacchi baionette, supporto servi ala, attacco carrello, i servi vecchi con età tra i 34 e 37 anni… praticamente tutto danneggiato o con incollaggi “cristallizzati” che si sbriciolavano solo a guardarli.. per non parlare dei servi d’epoca : alcuni davano chiari segni di sofferenza, altri sembravano funzionare… ma come potersi fidare?

Dopo qualche giorno mi sono reso conto che il passatempo stava diventando un lavoro, ma ormai ero in ballo e di rimetterlo nella cassa in quello stato, come era già successo nei corso dei 25 anni passati, non me la sentivo proprio.

Così ho iniziato a procurare qualche servo STD nuovo o perlomeno più recente perchè trovato in fondo al cassetto: inutile fare un lavoro del genere e poi affidarlo ad una elettronica fatiscente per l’età, se si dovrà distruggere perché ormai troppo stanco, che sia almeno per un cedimento della struttura obsoleta e non per un servo sostituibile con pochi Euro.

La sequenza delle foto completa con le relative descrizioni la potete trovare sulla mia pagina Facebook di Progetto Urca:

https://www.facebook.com/media/set?v...52100734894081

Qui vi riporto alcuni dei passaggi salienti
Prima di tutto ho verificato quale motorizzazione avrei potuto mettergli, perché per me dover dipendere da un trainatore è impensabile: in punta al modello ci sono quasi 500 grammi di piombo e il pacco batterie da 220 grammi. Con 700 grammi ci si può mettere qualunque motorizzazione moderna utile a portare in quota 5,5 kg di modello senza problemi.

Dal cassetto esce un AXI 2820/8 ridotto 1:4 che con una 4S è in grado di tirare eliche da 17-18 pollici. La casa lo consiglia con una 18,5 x 12, e nel cassetto ho una 17x13 e altre eliche assortite di quelle misure che possono adattarsi.


Non resta che tagliare il “nasino”, mettere una delle mie ordinate porta motore in alluminio custom da 38 mm e vedere di adattare una ogiva per preservare il più possibile le forme del modello.

Si procede al taglio


Si impianta l’ordinata portamotore


Purtroppo nessuna delle mie ogive accoppia bene, il diametro è ok, ma la forma resta troppo allungata e il modello sembrerebbe pinocchio: non resta che farsela e dopo un abile disegno “cad man” di passa alla realizzazione : 2 dischetti di compensato del giusto diametro, un po’ di espanso e il trapano a colonna trasformato in un tornio verticale: per la sagomatura basta l’occhio, le dime di compensato già annegate nel master e poco più ed ecco il risultato customizzato per il mio modello e la mia ordinata motore disponibile.







Laminata l’ogivetta, e rifinita con un po’ di fondo e una velata di vernice, impiantato il mozzo Reisenauer, l’elica custom è pronta





Finiti questi lavoretti poco impegnativi, ora bisogna rimettere il “vecio” in condizioni di volare.
I servi vengono ordinati assieme alle batterie, ma per il resto serve olio di gomito.


To be continued.....
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