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Vecchio 29 luglio 19, 11:14   #1 (permalink)  Top
Edima
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Costruzione ali per alianti Autonomy / F5J in poli + fibra con tecnica "Dapporto"

Mi scuso se approfitto della discussione di Paolo Vettorazzo per esporre quanto sopra e chiedo al Moderatore di aprire eventualmente un altro topic dedicato esclusivamente alla costruzione di ali descritta da Paolo Dapporto. Visto l’argomento mi aspetto in una grande frequentazione!

Ciao Paolo, ho letto il tuo articolo con molto interesse e non posso che farti i miei complimenti. Come forse sai un tempo costruivo le mie ali con un sistema del tutto simile, per fare un’ala, dime di taglio comprese, ci impiegavo 30 – 35 ore. Le mie ali, per F1E, F3J e veleggiatori elettrici erano costruite attorno ad un classico longherone con anime in polistirolo da 15 o 30 kg/mq e “pelli” in vetro o kevlar, usavo il sottovuoto e il classico sacco il polietilene. Tra il 1984 e il 1989 di carboweave da 55 neanche a parlarne!

Ora, se posso, vorrei approfittare della tua disponibilità per chiederti o puntualizzare alcune cose, forse troppe, abbi pazienza!

Al tempo, su ali da volo libero da 35 - 40 dmq per 2,4 m di apertura, ebbi problemi con le baionette tonde da 5 sia in carbonio che in vetro, tanto che dovetti escogitare diversi tipi di costruzione delle stesse non ultimo l’inserimento nella struttura delle stesse di fili di acciaio armonico. Ora leggo che su ali da 3,8 metri usi baionette solo da 6 e non posso che domandarmi come fanno a reggere.

Riguardo al peso dell’ala finita devo però spezzare una lancia a favore del sottovuoto, in quanto permette di risparmiare del peso in fase di laminazione. Per il rivestimento delle mie ali da volo libero usavo a seconda dei casi vetro o kevlar da 45 a trama dritta impregnato con uguale peso di resina e induritore, poi sopra posavo vetro da 27 diagonale senza aggiungere altra resina, il sottovuoto provvedeva ad impregnare quest’ultimo strato. Con questo sistema per impregnare 0,72 grammi di tessuti (0,45 + 0,27) impiegavo solo 0,45 grammi di resina. Su un’ala da 40 dmq risparmiavo 21 grammi di resina. Il peso delle mie ali si aggirava a seconda della tipologia di modello tra 4,5 e 7 gr/dmq

Impregnare il tessuto con la minor quantità di resina è sempre un problema, ho visto che usi il pennello “a battere” mi pare una buona idea per far penetrare la resina, hai provato a spalmarla con una spatola tipo carta di credito? C’è da diventar matti ma il risparmio di resina / impregnazione è notevole e la fase scottex non serve quasi più.

Il rivestimento del bordo di entrata come dici tu è sempre stato un grosso problema e vedo che lo hai risolto con un bel sistema. Con il vuoto riuscivo a far aderire perfettamente il tessuto a B. E. la domanda che ti faccio è questa: con il tuo sistema a pressione non ti compaiono delle grinze sul naso che non è compresso durante la catalizzazione o l’adesione del cerotto è talmente forte da ovviare al problema? Noto inoltre che manca un B. E. in balsa o altro….un bel risparmio di peso e lavoro!
!
Al tempo le mie ali in composito se sollecitate fortemente a compressione – torsione, ben oltre i carichi dovuti al normale volo, spesso presentavano delle antiestetiche pieghe sulla pelle del dorso. A nulla valsero aumenti di grammatura, rinforzo del longherone ecc. Ora, noto che usi un irrigidimento plurilongherone, è forse questo un buon sistema per evitare quanto sopra?

Un problema delle ali con anima in polistirolo è quello della perfetta riproduzione del profilo scelto, in questo per i miei modelli da gara io ero un maniaco! Al tempo controllavo le mie semiali facendole scorrere sotto a un comparatore……Scelto il tipo di archetto da taglio, quindi non CNC e ricavate le dime per ottenere il profilo esatto, il risultato dipende da molti fattori, velocità di taglio, umidità / stagionatura del polistirolo, lunghezza della semiala da tagliare ecc. Tu come ti regoli?

Grazie e sinceri complimenti Dappo!
Edi
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