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Vecchio 28 aprile 16, 20:28   #472 (permalink)  Top
Personal Jesus
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Originalmente inviato da devCad Visualizza messaggio
A quanto so io:
- XFoil fa un'analisi bidimensionale (sul singolo profilo), ma considerando effetti di viscosita', piccole separazioni dello strato laminare, il profilo reale, volendo la compressibilita' del fluido. Non tiene quindi conto della pianta alare, degli scorrimenti del fluido lungo la direzione dell'apertura alare etc.
Per il metodo usato da XFoil rimando alla sua documentazione.

- il metodo vortex lattice fa calcoli invece sulla pianta alare reale, ma semplifica a profilo sottile (credo usi normalmente la linea mediana del profilo), caso non viscoso e non comprimibile etc

- XFLR5 credo cerchi di abbinare i risultati che provengono da questi due mondi, per cercare di dare risultati sul caso viscoso, profili reali e pianta alare reale.

Credo Frank sia piu' informato di me su XFLR5, io ho seguito questo progetto solo all'inizio

Più o meno quello che avevo capito io leggendo sommariamente "l'astratto" di XFLR5.

Detto in altre parole io ho capito più o meno quello che hai scritto tu: usa il metodo "ideale non viscoso" (detto con estremo abuso di linguaggio) per calcolare la distribuzione di portanza tridimensionale lungo l'ala, e quindi di conseguenza la resistenza indotta.
Poi prende i coefficienti di resistenza viscosa dei profili delle varie sezioni (detto sempre con abuso di linguaggio estremo) e penso li integri "brutalmente" lungo l'apertura (tenuto conto dei vari NR delle varie sezioni? Come divida l'ala lo sa lui, sempre che abbia capito bene) per aver la resistenza viscosa totale e lungo tutta l'apertura.
Dalla somma resistenza indotta calcolata "inviscida" e quella viscosa ottiene quella totale dell'ala.

Dai risultati "sperimentali" con cui hanno confrontato i risultati forniti dal software pare che la cosa, seppure "discutibile e poco ortodossa", funzioni.

Il bello è che pure a me in tempi non sospetti era balenata l'idea di far la stessa cosa con XFoil per calcolare qualche polare di profilo alle varie corde di apertura e poi integrare la resistenza viscosa in modo numerico magari con excel (ipotizzando una variazione approssimata e lineare della resistenza indotta tra, magari, radice dell'ala, prima rastremazione, seconda rastremazione, e così via fino all'estremità).
La distribuzione di portanza totale ideale non viscosa si poteva calcolare anch'essa con un piccolo programmino in linguaggio C (o qualsiasi altro) dividendo l'ala in tot stazioni e creando poi la matrice di calcolo a n variabili (più stazioni si mettono, almeno 5 o 7, più la matrice si ingrandisce e più diventa preciso lo sviluppo in serie per il calcolo dei coefficienti della resistenza indotta e della distribuzione di portanza).

Però mi sembrava un metodo bislacco e ottimista perciò non mi son mai applicato per veder se funzionava. Mi sono solo fermato al programmino per il calcolo della matrice da cui dedurre il coefficiente di resistenza indotta a seconda della geometria dell'ala.
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