Citazione:
Originalmente inviato da mackom  Nel volo di una riproduzione l' approccio è l' opposto:
Che velocità devono avere i nostri modelli per essere paragonati agli esemplari veri.
Fa parte del realismo di volo.
L' approccio è lo stesso di una finzione cinematrografica, dobbiamo ottenere una similitudine cinematica, nella quale le dimensioni e spazi percorsi variano con il rapporto di scala, il tempo è invariante e la velocità, di conseguenza cambia con il fattore di scala.
In breve: modello in scala 1:4, dividere la velocità dell' esemplare originale per 4. |
Concordo, infatti ciò che inganna l'occhio è la percorrenza della fusoliera al secondo, per cui se è scalata giustamente l'occhio, specialmente in controluce non riesce a capire se il modello è un aereo vero; lo si può appurare facendo vedere video di piloti che pilotano dolcemente a persone non esperti modellisti; oppure personalmente mi è capitato di pensare ad un jet vero vedendo piloti di jet riproduzioni campioni del settore ad alcuni show, durante la virata sottovento o durante il volo appunto da riproduzione, alla quota non bassa e a distanza giusta, specialmente non con illuminazione dalla spalle, se ci si immagina un caccia vero che sovente capita di vedere, non si ha differenza; e sapendo la velocità a cui vola un modello con la turbina molto parzializzata, moltiplicando per la scala, si ha approssimativamente la velocità di crociera di un jet reale; infatti sulla velocita lineare credo sia appurato che deve decadere linearmente;
per la mia esperienza con modelli tipo fly fly ad esempio risulta una velocità di scala massima fattibilissima;
mentre altro fattore ancora più importante secondo me è il pilotaggio dolce, il rollio alla giusta velocità angolare che deve essere bassa; matematicamente anche qui non ci fa una piega, quello che limita il volo realistico rimane il vento turbolento, cioè quei movimenti involontari che i modelli hanno in aria non assolutamente calma, tanto più quanto sono piccoli, e qui c'è da fare davvero poco...
Per concludere, andando dentro il discorso che anni fa mi prese assai, facendo delle considerazioni in base alle modeste conoscenze aerodinamiche, assai più critico è il peso che il modello deve avere per rispettare un carico alare di scala; in base alle mie considerazioni che non sto a riportare, sempre col mio jet fly fly, ho calcolato che il peso decade non linearmente ma esponenzialmente, per cui più è piccolo più è impossibile rispettarne i bassi pesi che richiedono un carico alare di scala, quello cioè che lo fa volare alla stessa velocità di scala con lo stesso angolo di attacco, ad esempio è evidente durante l'atterraggio; anche i fly fly molto leggeri erano sopra, sempre secondo le mie considerazioni, di un 40% al peso che desideravo per farlo atterrare ad una velocità realistica; tenendo conto poi che più aumenta la scala più tenere pesi bassi è: 1. Impossibile coi materiali attuali o possibile ma hai un modello fragile e delicato da esperimento, non per durare nel tempo e agli urti 2. Il modello abbassando il carico alare, anche ritenendo possibile farlo leggerissimo, sente ancora di più le turbolenze quindi peggiora il realismo durante il volo; quindi più aumenta la scala, più diventa esponenzialmente difficile rendere un volo realistico in termini di velocità, peso e insensibilità ai movimenti dell'aria non calma;
Queste considerazioni le ho tratte anche confrontando con la realtà; e il discorso fila; a riprova di questo in pratica il volo più realistico, può considerarsi quello del modello che certo rispetta i parametri dimensione peso da me ipotizzati, ma soprattutto fatto molto dolce sul rollio e in assenza totale di vento, anche indoor; ne è riprova che ci sono alcuni modellisti creativi nel mondo che sono arrivati a tale conclusione ritenendo che per il maggior realismo si vola indoor e con pesi esigui usando depron o alleggerendo con baloon di elio...