Ho letto un po e mi aspettavo che prima o poi qualcuno scrivesse alcune cose che sono abbastanza banali per un normale velaio e anche per un regatante.
Visto che nessuno provvede
.
Senza conoscere la teoria e senza adattare la forma dellalbero a quella della vela come molti abituati male con gli alberi in alluminio delle IOM fanno
, la soluzione la problema è, invero, semplicissima.
Si costruisce la vela lasciando 10-20 mm di maggiorazione sul lato inferitura e, ad albero montato con sartie e stralli in tensione, si attacca penna, base e punto di scotta della randa allalbero e al boma cazzato al centro con 3 pezzi di nastro tenendo la barca inclinata su un lato in modo che la vela prenda la sua forma appoggiandosi sullalbero.
Poi, con un pennarello, si traccia la linea dellalbero sulla vela , la si rifila e la si rifinisce con i vari punti di attacco.
Questo permette un taglio di inferitura decente che potrà essere ottimizzato conoscendo bene quanto va pretensionato il paterazzo e che flessione laterale prende lalbero.
Prima però bisogna fare una vela di forma decente da stimare
non, ad esempio,
forzando linferitura su una linea o addirittura su una spezzata mettendo più pezzi di nastro lunghi
che è il sistema migliore per nasconderne gli errori e capire difficilmente dove si sbaglia
Il corretto sistema per visualizzare la forma delle vele, di solito, è tenendole per 3 punti sulle 3 bugne
Se si vuole invece seguire la teoria base, con il sistema della vela in appoggio su un piano e in forma e i 3 punto vincolati, si può tracciare la linea dellinferitura per compensare il grasso di forma della vela tracciandola rettilinea (con la vela in forma e in appoggio diventa tale) e poi aggiungendo a quella la "deformata dell'albero", ossia lo scostamento dalla rettilineità teorica dell'albero quando è sotto carico e si flette longitudinalmente.
Altri elementi che intervengono a cambiare la forma della randa sono le deformate laterali dellalbero quali ad esempio quelle indotte dalle sartie + crocette
In questo schema, sul sito di Lester Gilbert che è tra quelli in evidenza (vedi
Short spreaders)
si vede bene come questo avvenga
Una crocetta larga, tenderà a mandare sottovento lalbero in corrispondenza delle crocette e questa deformata incrementerà il grasso nella parte bassa della randa e ad aumentare il twist (la parte alta non si ingrassa, anzi la flessione a S la smagrisce), quindi per tenere costante la forma probabilmente occorrerà togliere un po di spingialbero allaumentare del vento.
Una crocetta stretta tenderà a creare la deformata opposta tendendo a smagrire tutta la randa e quindi occorrerà probabilmente compensare con un po di spingialbero lo smagrimento per non perderne la forma.
Naturalmente questo avviene su un armo IOM dove si può mettere una sola sartia per regolamento e questo effetto si modifica anche tra una albero incastrato e uno solo appoggiato.
Aggiungendo una sartia intermedia le deformate cambiano ulteriormente, ma questo problema non tocca le IOM
Le conclusioni di tutto questo sono varie ma la prima è che molto improbabile dare il giusto taglio allinferitura senza conoscere lalbero e il suo sistema di sartie; poi risulta chiaro che ogni elasticità del rig complica moltissimo il giochino; inoltre ne consegue che luso dello spingialbero congiunto alla tensione del paterazzo è basilare per controllare la forma della randa; infine... un albero di alluminio permette di correggere gli errori della vela piegandolo un po qua e un po là: può essere diseducativo
ma talvolta, se lo si sa fare, permette di salvare la frittata.
Bye