Visualizza messaggio singolo
Vecchio 19 febbraio 11, 15:18   #29 (permalink)  Top
Renato Privitera
User
 
Data registr.: 10-03-2009
Messaggi: 1.980
Citazione:
Originalmente inviato da svenhedin Visualizza messaggio
Le superfici in legno vanno preparate prima di posare la carta, e si preparano appunto passando il tendicarta al 100% in luogo del turapori. Il compito dell'acetone al 50% nella prima mano è quello di sciogliere il tendicarta dato al legno e consentire l'incollaggio della carta.

In secondo luogo il peso ovviamente...e un tiraggio più dolce e graduale della carta stessa poichè il tendicarta diluito con acetone asciuga prima per evaporazione del solvente. Mani successive diluite continuano a tirare, anche se molto meno.
Premettendo che ci sono mille modi di ottenere lo stesso risultato, purchè tutti siano utilizzati in maniera appropriata alle caratteristiche del materiale impiegato, vado a esporre le mie opinioni .
- Innanzitutto la carta : la modelspan, più la leggera che la pesante, è una carta molto porosa, a differenza della jap tissue ( esaki ) che lo è quasi per nulla.
Questo condiziona la tecnica necessaria per incollarla al meglio, ed i materiali ottimali.
- benchè utilizzata da molti, il vinavil mi è sempre sembrato inopportuno per almeno due motivi : è inattacccabile dal tendicarta, e quindi l'incollaggio e la verniciatura sono due cose distinte : è più uno svantaggio che altro e, secondo, essendo a base d'acqua tende ad arricciare la carta all'incollaggio, creando grinze che anche la successiva verniciatura non rimuove ( vedi primo punto )
Quindi supponendo di rivestire in modelspan leggera, si può certamente utilizzare lo stesso tendicarta per l'incollaggio, cosa che permette di staccare eventualmente facilmente la carta, semplicemente spennellandoci sopra con solvente o acetone, e di evitare minigrinze ecc.
La struttura è meglio ( ma volendo si può evitare...) sia preverniciata con una mano, leggermente cartavetrata per eliminare la peluria , quindi la carta, se asciutta , può essere semplicemente incollata passando un pennello imbevuto di tendicarta sopra la carta adagiata sui listelli esterni, tendendola delicatamente con le dita cercando di evitare tensioni estreme in un senso che potrebbero svergolare.
Quindi si rifila, si tende con l'acqua e le grinze dovrebbero essere tutte sparite, se ce ne fossero state.Dopo le eventuali mani di tendicarta non le rimuoverebbero più.
Per quello che riguarda la diluizione, bisogna specificare : le ricette d'epoca parlavano di "collante diluito" al 50% ecc. Questi era Cement, o UHU hart così come veniva fuori dal tubetto ( cioè denso ) diluito al 50% per incollare e via via fino al 70 % per le prima mani fino al 100% e anche oltre.Questa verniciatura oltre un certo numero di mani serviva solo per rendere impermeabile la carta, non aggiungendo tensione ulteriore oltre la seconda/terza mano.Per i modelli leggeri si sacrificava la tenuta alle intemperie al peso...diversamente c'era chi usava dare anche 10/12 mani, diluitissime.
I tendicarta commerciali sono variamente diluiti e quindi dare una misura è improprio : basti ricordare più denso per incollare e via via più diluito all'aumentare delle mani.L'esperienza dirà di quanto nel caso specifico.
L'aggiunta di plasticizzante ( olio di ricino ) era obbligatoria col collante, mentre molti tendicarta ne hanno già ( La spannfix immun trasparente di Graupner, a mio avviso tra le migliori ).
I turapori commerciali da falegnameria sono a base nitro trasparente con aggiunta ( quasi tutti ) di talco : tendono poco e sono ottimi per il legno come base, generalmente non ideali per tendere ( se escludiamo il turapori della lechler, che non ha talco e tende discretamente, ma non come la spannfix, ad esempio )
Come diluenti, mi limiterei al solvente nitro antinebbia, per evitare macchie biancastre da umidita' e altre amenità tipiche dell'acetone e del solvente nitro normale
Ma ne avrei da scrivere un libro, e per ora mi fermo
__________________
FAI 7635
Renato Privitera non è collegato   Rispondi citando