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Vecchio 14 febbraio 10, 13:31   #1 (permalink)  Top
rivetto
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ALINGHI-ORACLE 33^ Am's Cup

Prima che qualcuno si offenda perchè in questa sede si parla ANCHE di barche "vere" e non di modelli - quasi fossero due cose diverse - vi riporto un pò di rumors sul perchè Alinghi sembra meno competitiva di Oracle. Ho avuto il privilegio si essere presente alla prima regata, poi rivista in registrazione, ed alcuni dettagli sono sfuggiti, quindi faccio qualche considerazione tecnica al riguardo, in modo che se qualcuno lo desidera, possiamo anche parlarne insieme, magari in un thread OT fra barzellette, pane e salame e motori di tosaerba per non far inorridire i puristi di questo forum.
1) Non c'è stato un vero errore di strategia alla partenza. In tv non si è visto, ma un buco di vento ha costretto Alinghi ad una orzata - poi costata la penalità - che di fatto è risultata ininfluente. Probabilmente l'unico errore, veniale, è stato quello di fidarsi troppo della rotta molto bassa sulla boa di ingresso. Non è stato comunque un merito di oracle (di cui invece i sostenitori yankee qui si stanno molto vantando).
2) Come si è notato in tv, il problema di alinghi è la stabilità di rotta (ovviamente è un problema solo in rapporto al fatto che "l'altro" ne ha di meno). Si ha la sensazione che l'ala rigida comporti vantaggi prestazionali sulla rapidità di ricupero di assetto che in fase di test nessuno poteva quantificare. In pratica, alinghi ha alcune necessità in più rispetto all'ala rigida: quella di non utilizzare i camber e di non poter gestire con precisione la profondità della sezione centrale del piano velico della randa, cosa che ad oracle riesce più facile grazie alle sezioni verticali rigide; questo è agevolato non tanto dall'automatismo con cui ogni sezione (nove) si regola rispetto alle altre, ma dal fatto che ogni settore è controllabile su tutta la lunghezza sull'asse longitudinale, quasi ciascuna fosse una vela diversa. Ne deriva che la potenza trasmessa è più costante, cosa che influisce moltissimo sulla stabilità in acqua dello scafo centrale, che praticamente mantiene un'altezza dal piano d'acqua pressochè invariata nonostante i salti di vento. Metto in evidenza questo aspetto, secondo me determinante, perchè in un'intervista ad una TV locale (non so se trasmessa nel circuito internazionale) una cattiva traduzione ha attribuito le difficoltà degli svizzeri ad una maggior sensibilità all'onda, cosa niente affatto dimostrata. E' evidente che se lo scafo si immerge con maggior frequenza, l'onda freni maggiormente, ma è un effetto e non una causa.
3) Il vero jolly sembra essere il vento apparente. Se ne è parlato a lungo, talvolta a sproposito, rapportando la randa di oracle alle ali degli aerei. Su questi ultimi la chiave di lettura è la deportanza del lato inferiore, ma qui non c'entra nulla. A parte l'incidenza della superficie totale e la sua rigidità - direttamente proporzionali su un catamarano, inversamente su un aereo - evidenzierei un aspetto di cui nessuno finora ha parlato: la deportanza dell'ala di oracle è superiore in costanza di rendimento, non tanto perchè rigida (del resto anche la randa di alinghi sembra una lamina indeformabile), ma in quanto controllabile agendo sull'angolo di incidenza delle nove sezioni mediante "regolazioni automatiche" (sarà poi vero?). Questo fa si che il vento apparente risulti più marcato. Anche in questo caso si parla di rendimento medio (ho sentito dire del 10-15%, mi piacerebbe sapere come l'hanno quantificato).
4) Il maggior tempo di reazione nel ricupero di assetto sull'acqua rende di fatto meno influente la sensibilità del timoniere. Ovviamente nessuno ne parla, ma quando lui "sente" la necessità di intervenire, significa che gli scafi sono già fuori assetto ottimale e che la barca perderà un sacco di metri prima di ricuperarlo. Anche la differenza di andatura fra i tradizionali Am's e questi multiscafi rende meno evidente l'abilità dei tattici, impegnati a calcolare la giusta rotta perchè ogni virata in più è un bagno di sangue non ricuperabile. Il resto è solo "far correre, corere, correre). La differenza di angolo fra una bolina ed una poppa (che già sui mono "poppa" non è più) è di circa 120° sulle barche tradizionali mentre qui raggiunge difficilmente i 50-60°. Il senso di un match race è il "match", qui la sensazione è che sia rimasta solo la "race", senza nulla togliere all'aspetto tecnologico della sfida in corso. Mi sbilancio però in una considerazione molto personale: mi ricredo sulla convinzione che tre prove siano troppo poche. Questa sfida risulta essere molto, molto diversa da quelle cui siamo abituati con le altre barche. Se c'è una vera differenza di impostazione, 3 regate sono più che sufficienti per evidenziarlo. Salvo chiedersi cosa poi se ne faranno di queste esperienze che si stanno facendo. Applicazioni pratiche, commerciali, competitive? Mah...
Tutto questo induce inevitabilmente a far perdere un pò di fascino all'aspetto marinaresco della sfida.
5) Qui è come vedere Avatar i 5D. La VELA è un'altra specialità. Ben venga un veloce ritorno ai vecchi monocarena!
Max
p.s.: sui punti 1,2,3,4) spero di essere smentito subito oggi
rivetto non è collegato   Rispondi citando