Citazione:
Originalmente inviato da DoC Mah... penso che essendo il composito un materiale tutt'altro che omogeneo... dipenda molto dalla qualità costruttiva, dalla qualità della matrice e della fibra stessa...
Si fa presto comunque a determinare quanto regge la matrice... altro non è che la resistenza a trazione.... (come i provini del cemento in cui una forza normale di compressione determina la rottura dello stesso per trazionein direzione normale... come dici te si apre.. ora forse ho capito cosa intendevi); non so ma continuo a ritenere più probabile che si rompano le fibre piuttosto che collassi la matrice epossidica...
sai cosa ti dico? Sacrificherò un pezzo di tondino di carbonio per provare...
Alla fine ho copito il meccanismo di rottura che intendevi, l'asse neutro e la pressoflessione mi avevano fuorviato... sono un poco tardo a capire... ![:rolleyes:](/forum/images/smilies/rolleyes.gif) |
Grazie Giorgio,
Cominciavo a pensare male di me stesso ma vedo che sono riuscito a spiegarmi finalmente.
Ho fatto qualche prova
http://favonio.altervista.org/Modelli/Laterale.JPG http://favonio.altervista.org/Modelli/Lato_teso.JPG http://favonio.altervista.org/Modelli/Lato_teso2.JPG
Devo dire però che non ho convinto ancora me stesso.
Ho provato con un tondino di legno ed ovviamente si spezzano le fibre tese
Ho provato con un tondino di fibra di vetro e la cosa è molto ambigua, sembra snervarsi da entrambe i lati
Ho provato con un tubo di carbonio ma anche qui la cosa non può fare testo perchè ovviamente si schiaccia prima di spezzarsi e poi non è possibile tenerlo bene.
Penso che a questo punto il legante giochi un ruolo determinante. Non per nulla per gli elementi molto sollecitati si usano resine apposite.
Farò altre prove con un tondino a fibre ritorte perchè l'osservazione di Ago mi ha molto incuriosito anche se penso di essere molto lontano dal poter capire il perchè in termini matematici
A presto e grazie, Mauro.