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Vecchio 30 giugno 09, 12:36   #592 (permalink)  Top
Paolo72
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mi linki il documento del ministero delle telecomunicazioni che ne parla?
ci sono professionisti che istallano a 100mw, e inoltre per alcune configurazioni di antenna rfid possono arrivare a 500mw...

ma non sono molto aggiornato quindi potrei aver detto una marea di fesserie... e per questo me ne scuso in anticipo...

grazie
Questo sembra chiaro

La gamma 2.4Ghz è stata assegnata a uso collettivo a partire dal piano nazionale di ripartizione delle radiofrequenze del lontano 1983. Per lungo tempo le trasmissioni in gamma 2,4Ghz hanno fatto capo principalmente al DPR 156/1973 (in particolare art. 183), alle raccomandazioni CEPT ERC/REC 70/03 di Tromso per apparati a corto raggio e ad un decreto spillasoldi del 1981 dove, fra le altre cose, all'art. 5 si imponeva il pagamento di una tassa di concessione governativa di mezzo milione di lire annue per trasmissioni private in tecnologia DECT senza connessione a reti pubbliche di comunicazione e per trasmissioni Spread Spectrum qualora passanti punto-punto sul suolo pubblico.
Successivamente, con il DPR 447/2001, la normativa si è avvicinata all'orbita europea e sono stati meglio definiti anche gli impieghi della gamma 2.4Ghz. Attualmente, sintetizzando l'art. 5 del citato DPR, gran parte delle trasmissioni private sarebbero soggette ad "autorizzazione generale". Nell'art. 6 tuttavia vengono descritti alcuni apparati definiti di libero uso, senza cioè alcuna necessità di autorizzazione generale ne tantomeno di licenza nominativa. Nel caso ad es. delle WLan (reti locali), il libero uso è soggetto tre requisiti basilari: 1) si devono utilizzare apparati operativi su frequenze a uso collettivo (comunemente dette "gamme liberalizzate"); 2) la rete deve essere sfruttata nell'ambito dello stesso fondo, quindi confinata entro un'area privata o più aree private contigue; 3) si deve trattare di collegamenti genericamente definiti "a brevissima distanza e corto raggio". Ne consegue ad esempio che l'uso della WLan è libero se tutti gli elementi interconnessi si trovano all'interno di una singola proprietà privata, mentre se tale sistema viene impiegato per connettere anche una seconda proprietà privata dall'altra parte della pubblica strada necessita l'autorizzazione generale. L'autorizzazione generale è nella sostanza una dichiarazione da inviare al Ministero delle Comunicazioni secondo quanto previsto dall'art. 8 e allegato B1: bisogna dettagliare apparati utilizzati, antenne, specifiche tecniche generali, distanze, motivazioni del collegamento, ecc. Vale la formula del silenzio assenso: se entro 30 giorni il Ministero non si pronuncia sfavorevolmente l'autorizzazione è definitivamente acquisita per un minimo di dieci anni rinnovabili. L'autorizzazione è tuttavia immediatamente operativa dal momento in cui viene inoltrata al Ministero, non bisogna aspettare 30 giorni.

Le trasmissioni con potenze irradiate E.I.R.P. (Effective Isotropic Radiated Power) entro un centinaio di mW a tutt'oggi sono legali sia nel campo del WLan che del bluetooth: questo a prescindere dal tipo di antenna, che può anche essere una direttiva ad alto guadagno, purchè la sommatoria di potenza generata dal trasmettitore più guadagno dell'antenna meno perdite di inserzione non superi i 20dBm (100mW). N.B. frequentemente nasce un malinteso: la "potenza di trasmissione" di un sistema radio non è la potenza del trasmettitore bensì la potenza effettiva irradiata nell'etere dall'intero sistema, quindi tenuto conto anche del guadagno dell'antenna e di eventuali perdite a livello di connettori, cavi, saldature, ecc. Basti pensare che se colleghiamo un'antenna da 15dBi (ovvero 13d a un trasmettitore da un watt, in realtà irradiamo nell'etere circa 25 watt EIRP. L'antenna ovviamente non può generare potenza in quanto non assorbe energia, e questo vistoso incremento altro non è che una sorta di "ottimizzazione" della radiazione del segnale. Volendo fornire un esempio molto indicativo (non ce ne vogliano gli esperti) possiamo citare la lampadina del faro dell'auto: se la accendiamo in aria libera, cioè fuori dal suo alloggiamento all'interno del faro, si ottiene una luce diffusa quasi sferica ma non è possibile illuminare ogni direzione a grande distanza. Se invece la lampadina è nel faro si illuminano zone molto distanti, ma non è possibile ottenere luce diffusa in ogni direzione.

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