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giorgio7 08 giugno 08 22:24

LAMINARE sul master
 
Apro questa discussione dopo molte incertezze perché non vorrei che fosse vista in contrapposizione con lo splendido reportage di ClaudioD sul CD65 , ma
per rispondere a chi chiede informazioni sul metodo, come az1970, o a coloro, come fishwolf, che credono l’autocostruzione di un modello in composito molto laboriosa
e lunga nel tempo. Non è così ; con la laminazione direttamente sul modello maschio
si può ottenere uno scafo, con le caratteristiche superficiali di uno che esca da uno stampo femmina,
in pochissimo tempo e con un lavoro modesto. La tecnica da anni siamo in molti ad usarla, uno per
tutti ed autorevole Claudio Vigada che nel suo sito la descrive anche; ma, almeno io, ottenevo uno scafo che una volta polimerizzato andava scartavetrato, stuccato, un paio di mani di fondo e infine verniciato . Solo di recente sono riuscito ad ottenere una superficie che si presenta senza forellini liscia e lucida , così


http://www.baronerosso.it/forum/gall...prima_foto.jpg


Vediamo gli strumenti ,i trucchi e le avvertenze e i passaggi critici.
Si parte dal solito modello costituito dalle ordinate in compensato montate sulla coperta con gli spazi tra un’ordinata e l’altra riempiti con poliuretano (quello dei pannelli isolanti alla più alta densità che trovate ) portato a misura e forma con taglierino e carta vetrata, coprite tutto con un generoso strato ( 1 o 2 mm ) di un buono stucco per legno , deve essere fine, che asciughi in fretta e ben carteggiabile. Ora si tratta di rifinire il modello con carta vetra ( non serve più fine del 150 ) ciò che importa sono le linee e i volumi, sono quelli che vi ritroverete sulla vs barca : gobbe o dissimmetrie sono i nemici, se non vi fidate del vs occhio delle dime in compensato ( ad es. del piano di galleggiamento e del profilo laterale ) vi aiuteranno . Scusatemi mi è venuto fuori un tono
professorale che non era nelle mie intenzioni non voglio far lezione a nessuno ma solo condividere le mie esperienze. A questo punto il modello va coperto con una pellicola su cui la resina non attacchi, il polietilene va benissimo, delle tante provate la migliore per me è quella che si usa negli imballaggi , non si appiccica come quella per alimenti è molto resistente e si tende molto bene, con pochi euro se ne comprano chilometri.

http://www.baronerosso.it/forum/gall...foto_1_e_2.jpg

http://www.baronerosso.it/forum/gall..._dis_copia.jpg

Prima foto il modello in poliuretano
nella seconda foto se vedono due semplici ma importanti attrezzature: una base che consente di lavorare comodamente intorno al modello, con una superficie liscia per far aderire bene il nastro adesivo con cui tenderemo la pellicola ( terza foto e disegno ) ed un supporto che regge il rotolo di pellicola alla giusta altezza mantenendola in tesione con degli elastici. Nelle due foto che seguono si vede il maschio avvolto dalla pellicola ben tesa e bloccata , con una striscetta di compensato , per prevenire cedimenti del nastro adesivo. Laminazione in questo caso di 3 strati: vetro – carbonio – vetro

http://www.baronerosso.it/forum/gall..._e_6_copia.jpg
Siamo ora alla fase più delicata dell’operazione, quella che determina il risultato; dobbiamo rivestire ancora il tutto con il polietilene , ma mentre la prima volta piccole imperfezioni erano tollerabilissime perché all’interno dello scafo ora la minima irregolarità sarà molto visibile tanto più quanto più la superficie sarà liscia e lucida. Il nemico questa volta non saranno le piccole pieghe della pellicola ( s’impara in fretta a tenderla usando il nastro adesivo ) ma le sacche d’aria che restano intrappolate sotto la pellicola e che appaiono come macchie argentee ( vedi la prima delle foto seguenti ) se non eliminate vanificano tutto il lavoro e costrigeranno a carteggiare tutto. Per fortuna si riesce bene ad eliminarle spingedole con due dita bagnate di acqua e sapone ( altrimenti la pellicola si strappa ) verso i bordi o cmq verso punti i cui la pellicola non sia ancora a contatto
con la resina , come mostra la seconda delle foto seguenti.

http://www.baronerosso.it/forum/gall...to_7__e__8.jpg


Questa sorta di massaggio a due dita ha un sottoprodotto molto positivo e non previsto, gli
scafi così trattati non hanno quei micro fori dovuti alla trama del tessuto che poi costrigono a successive impermeabilizzazioni, probabilmente perché la pressione delle dita costrige la resina
a tapparli tutti. La foto seguente mostra il modello pronto per 24 ore di polimerizzazione, seguite da 12/ 15 di postcottura tra gli 80 e i 90 gradi secondo le indicazioni del fornitore della resina.

http://www.baronerosso.it/forum/gall...les/n____9.jpg

Quasi tutte le foto si riferiscono ad uno scafo fatto ieri, il maschio era stato fatto nei giorni scorsi
ed ha già prodotto tre scafi, ho impiegato più tempo a scegliere e postare le foto e scrivere il testo di quanto ne abbia impiegato a fare il lavoro dalle 17 alle 19,30. Se la posta lo merita si accettano scommesse : 3 giorni dalla consegna del disegno delle singole ordinate e del piano di coperta alla consegna dello scafo gia polimerizzato . Sto scherzando naturalmente,ma non
troppo.
ClaudioD che da tanto lamina superfici piane tra due fogli di polietilene pressati con la gomma piuma sa benissimo la qualità della superficie che si ottiene. Spero che tutto ciò possa servire a qualcuno, incoraggiare altri e sfatare i luoghi comuni. Aspettando commenti o domande ciao a tutti.

giorgio7 08 giugno 08 22:37

seguito
 
la foto che non si apre è questa , sempre che ora si apra

http://www.baronerosso.it/forum/gallery/files/7e8.jpg

az1970 09 giugno 08 17:17

Gentilissimo Sig.Giorgio 7 ,la ringrazio per questa bellissima descrizione, a ulteriore mio chiarimento vorrei chiedere :

1) non ho mai trovato le dosi corrette del catalizzatore da usare con la resina tali da far durare 24 ore per la polimerizzazione .

2) la seconda pellicola va stesa subito dopo aver finito di passare la vetroresina, senza aspettare che asciughi o altro ?

3) la pellicola va eliminata prima di passare il modello in post-cottura .... perche' post-cottura? post significa dopo o non ho capito bene?

grazie

blinking 10 giugno 08 00:11

provo a risponderti io:
1 la domanda sul catalizzatore mi fa pensare che parli di resina poliestere, mentre qui si tratta di epossidica: in genere si possono usare diversi catalizzatori in modo da avere tempo di lavorabilità diversi, la % è dichiarata dal produttore ed in genere varia dal 15 al 40%.

2 sì, se la metti più tardi non serve più a nulla

3 credo che la pellicola vada tolta, anche perchè dopo 24h la resina è dura; post-cottura perchè fatta dopo la prima polimerizzazione, anche se la resina impiega anche una settimana per raggiungere le massime caratteristiche meccaniche. Con la cottura il processo è più rapido e la resistenza migliore.

ringrazio nel frattempo giorgio7 per i preziosi consigli: finora ho fatto solo un paio di stampaggi su maschio (non barche) e il problema grosso è stata la finitura superficiale, ma ho commesso l'errore di usare domopack da cucina senza curare troppo che non facesse pieghe. sbagliando s'impara.:wink:

Citazione:

Originalmente inviato da az1970 (Messaggio 974455)
Gentilissimo Sig.Giorgio 7 ,la ringrazio per questa bellissima descrizione, a ulteriore mio chiarimento vorrei chiedere :

1) non ho mai trovato le dosi corrette del catalizzatore da usare con la resina tali da far durare 24 ore per la polimerizzazione .

2) la seconda pellicola va stesa subito dopo aver finito di passare la vetroresina, senza aspettare che asciughi o altro ?

3) la pellicola va eliminata prima di passare il modello in post-cottura .... perche' post-cottura? post significa dopo o non ho capito bene?

grazie


giorgio7 10 giugno 08 01:14

az1970
prima cosa : se ti rivolgi a me in quel modo non ti rispondo più ! mi fai sentire vecchio , e lo sono, qui ci si da tutti del " tu " per comunanza di hobby.
in buona misura ti ha già risposto blinking ( ma dei nomi più masticabili noo !? )
c'è da aggiungere che se fai scafi usa la resina epossidica quella poliestere non è impermeabile ; in genere un buon fornitore puo proporti più di un induritore a seconda del tempo di lavorabilità che vuoi, io uso roba con tempo di lavorabilità di circa 20/30 min. La polimerizzazione delle resine è graduale
rapida nelle prime 24 h poi rallenta ,ma prosegue per settimane.Assolutamente sconsigliato muovere un manufatto dalla sua forma
prima di 24 h, sembra solido ma non lo è e si deforma e resta deformato.
Se poi per toglierlo dalla forma devi sollecitarlo meccanicamente non lo toccare per 48 h fatti una doccia fredda per calmare l'impazienza. In genere estrarre uno scafo dallo stampo femmina nonostante i prodotti distaccanti
è stressante , per lo scafo s'intende. Toglierlo da maschio è molto più agevole
comunque io lo faccio con l'aria compressa che me lo manda su come il tappo dello spumante e non deforma. Se interessa posso fare una foto
La pellicola esterna già dopo 6/8 ore si può togliere e in genere lo faccio
nonostante la doccia fredda.Va fatto delicatamente evitando che si rompa
Quando poi levo lo scafo dal maschio cerco di lasciare intatta su quest'ultimo la pellicola che lo avvolge perchè levare quella all'nterno è difficile e noioso
ma indispensabili se poi devi incollarci qualcosa ( scassa deriva ecc...).
La post-cottura è facoltativa me fortemente consigliata può arrivare a mi
gliorare le caratteristiche meccaniche anche del 30 %. In genere è indicato
il ciclo da seguire nella scheda tecnica del fornitore della resina.
Blinking : anche io usavo domopak , non c'è paragone. Se la cosa interessa
nei prossimi giorni posso mettere foto di come faccio la coperta e la deriva
molto leggera e rigida. Ciao a tutti

az1970 10 giugno 08 09:54

ciao Giorgio,
chiedo venia per il " lei " usato, ma ritengo che tra i rapporti umani una delle cose piu' importanti e' il rispetto, specialmente quando si ha un primo contatto; volevo esserti solo rispettoso ed educato.
ti ringrazio tanto per i tuoi chiarimenti molto esaurienti , se hai qualche altra foto non mi dispiacerebbe, tuttavia vorrei chiedere qualche altra delucidazione:

1) leggendo il tuo post iniziale quando parli di laminazione dici: vetro, carbonio,
vetro....pertanto io ho pensato alla vetroresina e non alla resina epossidica.


2) conviene passare della cera distaccante , dopo aver steso il primo foglio di pellicola , visto che successivamente si ha un po' di difficolta' a toglierla.


3) Mi rendo conto che la resina epossidica e' migliore , ma volendo fare prima qualche prova avrei dei problemi se usassi la comune vetroresina poliestere ?

grazie

gattodistrada 10 giugno 08 10:07

questo si che e' un bel 3d complimenti!!!

az1970 10 giugno 08 10:23

Citazione:

Originalmente inviato da gattodistrada (Messaggio 975293)
questo si che e' un bel 3d complimenti!!!

ciao Fiorello,
scusa ma non ho capito la tua frase... puoi spiegarmi meglio ?

gattodistrada 10 giugno 08 10:29

significa che una bella discussione.

az1970 10 giugno 08 10:38

ok Fiorello,

se segui questo post vuol dire che possiedi qualche barca o hai intenzione di realizzare qualcosa.
Io mi sto preparando per costruire SUi-100 di Claudio D, ritengo di non sbagliare , e' una delle persone piu' disponibile e preparate di questo Forum.
Tu stai realizzando qualcosa e qual'e' il tuo livello di conoscenza di questo hobby.

ciao

gattodistrada 10 giugno 08 10:44

veramente io faccio aerei e fusoliere in compositi, ma spesso c'e la necessità di realizzare piccole parti quali musetti o copriruota, e per farli si usa la tecnica del master a perdere, (piu' o meno quella della barca di questa discussione) solo che in questo caso il master non si butta, ho trovato la tecnica molto interessante e di sicuro faro' delle prove nel campo aeromodellistico, ecco perchè ho fatto i complimenti all'uatore del post. ed anche agli altri che si prodigano per trovare sempre migliori soluzioni.

az1970 10 giugno 08 10:53

Ritengo che si possa trarre conoscenza da tutti e da qualsiasi branca del modellismo. In effetti molte tecniche possono comuni.
La particolarita' dei forum e' proprio questa : la possibilita' di risolvere molti problemi e difficolta' in campo modellistico.

ciao

giorgio7 10 giugno 08 11:35

Ciao az1970, il mio non voleva essere un appunto ma una frase scherzosa piena di simpatia, è così raro oggi trovare gente che pratica le buone maniere!
La pellicola non aderisce chimicamente a nessun tipo di resina , la sua adesione è solo di tipo elettrostatico, forse dare anche una mano di cera può
renderne ancora più facile il distacco, prova e fammi sapere,anzi oggi provo anche io.Per fare prove di metodo o manufatti che non debbano essere impermeabili e senza pretese di alte prestazioni meccaniche la resina poliestere va benissimo.
Nella tua città sono stato per due estati poco tempo fà : era il 1965 !!!
mi pagavo le ferie con la pesca sub tra Favignana e Marettimo, bellissimo.
Saluti

az1970 10 giugno 08 12:36

ciao Giorgio,
nessun problema , non mi sono sentito ne' offeso ne' risentito, volevo solo che lo sapessi.
ti ringrazio sempre per le tue spiegazioni ,mi fa piacere che conosci le mie zoni ,le isole egadi sono sempre molto frequentate da sub, qui le cernie non hanno scampo...se puoi ritorna ,potremmo incontrarci ,dal 1965 sono cambiate tante cose ... tra l'altro proprio in quell' anno sono nato io.
Se hai la possibilita', dopo le prove , inserisci le tue esperienze con qualche foto in modo da rendere questo post completo.
Presto iniziero' sui-100 spero di non incontrare difficolta'.

grazie

miky731 12 giugno 08 10:52

Il metodo e la spiegazione è carina ma......a me scusate mi sembra più complicato di come facciamo noi nel modo classico.
Una volta fatto il maschio (fino a lì i due metodi sono uguali) che costa farci lo stampo sopra??? e una volta che hai quello tiri fuori quanti scafi si vogliono in modo veloce e pratico.
In più mentre si lamina, si possono già aggiungere supporti o altre modifiche interne, in pratica si fa tutto in un colpo solo risparmiando peso.
Nel metodo a pellicola non si può nemmeno finire con l'esterno in gelcoat o trasparente d'auto.
Cmq ognuno è libero di fare come più gli viene comodo e come ha dimestichezza.

claudio v 12 giugno 08 11:59

Citazione:

Originalmente inviato da miky731 (Messaggio 978299)
Il metodo e la spiegazione è carina ma......a me scusate mi sembra più complicato di come facciamo noi nel modo classico.
Una volta fatto il maschio (fino a lì i due metodi sono uguali) che costa farci lo stampo sopra??? e una volta che hai quello tiri fuori quanti scafi si vogliono in modo veloce e pratico.
In più mentre si lamina, si possono già aggiungere supporti o altre modifiche interne, in pratica si fa tutto in un colpo solo risparmiando peso.
Nel metodo a pellicola non si può nemmeno finire con l'esterno in gelcoat o trasparente d'auto.
Cmq ognuno è libero di fare come più gli viene comodo e come ha dimestichezza.

Fare uno stampo ben fatto, lisciato e tirato alla perfezione e magari scomponibile costa un po' di sere di lavoro e un tot di materiali.
Se devi fare una barca sola a mio parere non ha molto senso: si lavora almeno il doppio tra tutto.

Tutti i prototipi li ho fatti sull'espanso su cui lamino direttamente con la pellicola interposta. Poi, di solito, se cerco il peso minimo, faccio uno scafo/coperta monoscocca e elimino il polistirolo interno a pezzettoni.
Non ho mai messo nemmeno film all'esterno in quanto sul "monoscocca" sarebbe un bel casino tenderlo... una volta ho fatto un esperimento e i problemi hanno superato i vantaggi.
Per la nostra AC20 abbiamo fatto un master in espanso e ci abbiamo laminato sopra lo scafo. Poi lo abbiamo lisciato per bene mettendo gia` in conto che lo strato piu` esterno di vetro sarebbe stato parzialmente asportato.

Laminando bene e mettendoci molto "olio di gomito" con poco fondo bicomponente si ottiene un manufatto decente che pesa circa come uno scafo gelcoattato.
Le safalero hanno un peso minimo di 1,5 Kg per scafo, albero e vele. L'albero lo si deve fare leggero sempre e comuque. Per il livello attuale, fare uno scafo in carbone che sia cosi` leggero da mettergli 2 o 3 etti di piombo dentro per portarlo al minimo non credo possa fare molte differenze:unsure:.
Sono inoltre convinto che la rigidezza che si ottiene con il vetro sia piu`che sufficiente per le sollecitazioni che puo` ricevere un barchino simile.B)
Poi, se per piacere personale si vuole fare un carbone a vista, allora e` un altro discorso, ma perche` sia veramente una "bella vista" e pure leggero c'e` da farsi un bel ma***.

Ciao

mark566 12 giugno 08 13:13

3 Allegato/i
Citazione:

Originalmente inviato da claudio v (Messaggio 978404)
.
Per la nostra AC20 abbiamo fatto un master in espanso e ci abbiamo laminato sopra lo scafo. Poi lo abbiamo lisciato per bene mettendo gia` in conto che lo strato piu` esterno di vetro sarebbe stato parzialmente asportato.

Laminando bene e mettendoci molto "olio di gomito" con poco fondo bicomponente si ottiene un manufatto decente che pesa circa come uno scafo gelcoattato.

aggiungo un paio di foto dell'ac20 in costruzione....
non sono il massimo perchè sono fatte col cellulare ma rendono l'idea......

crazykite 12 giugno 08 13:31

Marco non vedo i fori sotto lo scafo per far entrare l'acqua :D
Hai deciso di farla stagna questa? :icon_rofl

mark566 12 giugno 08 13:46

Citazione:

Originalmente inviato da crazykite (Messaggio 978527)
Marco non vedo i fori sotto lo scafo per far entrare l'acqua :D
Hai deciso di farla stagna questa? :icon_rofl

nessun foro......
aspetta il 6 luglio e vedi che fine faccio fare al tuo ferro da stiro con le vele.....:icon_rofl:icon_rofl:icon_rofl

giorgio7 12 giugno 08 15:31

Citazione:

Il metodo e la spiegazione è carina ma......a me scusate mi sembra più complicato di come facciamo noi nel modo classico.
Una volta fatto il maschio (fino a lì i due metodi sono uguali) che costa farci lo stampo sopra??? e una volta che hai quello tiri fuori quanti scafi si vogliono in modo veloce e pratico.
In più mentre si lamina, si possono già aggiungere supporti o altre modifiche interne, in pratica si fa tutto in un colpo solo risparmiando peso.
Nel metodo a pellicola non si può nemmeno finire con l'esterno in gelcoat o trasparente d'auto.
Cmq ognuno è libero di fare come più gli viene comodo e come ha dimestichezza
Miky 731 come fai a dire che fino al maschio i due metodi sono uguali ?
Con il metodo classico la superficie del maschio deve essere più che perfetta
( immagino tu abbia letto il reportage sul CD 65 ) con quello a pellicola no e le imperfezioni superficiali sono ininfluenti, è per questo che con una giornata di lavoro fai un maschio pronto per la laminazione dello scafo.
Perchè secondo te come ultimo strato prima della pellicola finale non puoi mettere il gealcot? Io non lo uso mai perchè pesa troppo : secondo i fornitori
circa 300 gr/mq, tirandolo puoi al massimo scendere a 250.
Comunque se non sei convinto accetta la scommessa, vorrei vedere in quanti giorni passi da disegno allo scafo come esce dalla polimerizzazione.

Claudio V
La pellicola finale con massaggio a due dita serve solo se vuoi ottenere
la " faccia vista ", carbonio o resina caricata con ossidi colorati , altrimenti
faccio come te ma se metto anche l'ultima pellicola la preparazione per la verniciatura si riduce parecchio.
Su scafi normali con coperta separata il sistema funziona benissimo, e in meno di tre ore si fa tutto. Oggi viene Grakula per laminare un suo scafo
magari quando abbiamo finito metto qualche foto. Ciao a tutti

miky731 12 giugno 08 17:00

Ciao Giorgio, non capisco col tuo metodo quanto deve esser perfetta la superficie, ok magari qualche forellino o righetta puoi trascurarla ma credo che anche tu devi carteggiare fino ad ottenere una superficie lineare senza gobbe, fosse o altro. Magari dando più volte stucco e ricarteggiare. Quindi alla fine quando tu ti fermi io aggiungo solo una mano di FONDO da carrozziere (lavoro che faccio) ed ho finito, sulla mia poi ho esagerato e ho dato in più una mano di vernice, puoi veder la mia costruzione qui: miky731@hotmail.com ma arrivati a questo punto si fa lo stampo e da lì poi ne tiri fuori quanti ne vuoi in modo velocissimo.
Per quanto dicevo sullo strato di gealcot finale...era una mia supposizione, non credo si possa dar subito il gealcot o trasparente d'auto sulla resina, primo perchè ci sarebbero problemi con essa che deve "lavorare" e secondo perchè si appiccicherebbe poi sulla pellicola che và messa sopra.
Sulla scommessa da come dici tu fai prima...ma se partiamo da ora che io ho lo stampo???....quando tu hai finito di tirare e metter per benino la prima pellicola...io ho già finito di laminare lo scafo e quando lo stacco so già che esternamente è finito.
Poi x carità...il tuo metodo magari è molto valido e son solo io abituato al modo tradizionale e lo vedo complicato.
Chissà magari un giorno ci provo.

luca71-5 12 giugno 08 19:37

Citazione:

Originalmente inviato da mark566 (Messaggio 978563)
nessun foro......
aspetta il 6 luglio e vedi che fine faccio fare al tuo ferro da stiro con le vele.....:icon_rofl:icon_rofl:icon_rofl

Leggo finalemente una data !!! 6 Luglio spero del 2008 , se ho capito bene fate il varo , giusto ?? Dove ?

ciao

mark566 12 giugno 08 20:31

3 Allegato/i
Citazione:

Originalmente inviato da luca71-5 (Messaggio 979195)
Leggo finalemente una data !!! 6 Luglio spero del 2008 , se ho capito bene fate il varo , giusto ?? Dove ?

ciao

LEGGI GIUSTO..... 6 luglio in occasione della medium cup (vedi allegato)
a proposito, se qualcuno vuole aggregarsi alla medium cup non ha che da contattarci......
un paio di foto le ho postate prima.....

ne aggiungo un'altro paio...
se stasera ho tempo, ne faccio qualcuna un pò più decente e domani (lavoro permettendo) le posto

grakula 13 giugno 08 00:25

Oggi io e Giorgio abbiamo laminato il mio scafo, sembrerebbe venuto bene, aspetto con ansia di sapere com'è venuto.
Cosa posso dire del metodo della pellicola, è piuttosto veloce, considerando che non c'è da incerare niente, due ore e mezzo da quando abbiamo cominciato a quando la barca era pronta...forse anche meno...abbiamo chiacchierato un tot :D.
gli scafi escono lucidi e con una finitura a vista notevole, forse la cosa si potrà anche migliorare, ma già così il risultato mi pare ottimo.

giorgio7 13 giugno 08 02:22

Ciao Miky, la qualità del maschio la vedi nella foto in alto a Sn del primo gruppo di 4 all'inizio della discussione. Sono ben visibili, buchi , fessure e giunzioni tra i pezzi è stato carteggiato con carta dell' 60 e del 100.
Come già detto l'unica cosa che importa sono la simmetria e regolarità delle linee e l'assenza di buche e gobbe . Due dime aiutano. E' per questo che dico e ripeto che in 8 h si è pronti per laminare. Il metodo della pellicola è indicato per noi modellisti che in genere di uno scafo facciamo pochi pochissimi pezzi, non per chi , come te , pensa di venderli e quindi di farne parecchi.
Fai un altro ragionamento; sulla base dei dati dichiarati Claudio D ha impiegato 14 giorni con una media di 3,5 h/g per arrivare a laminare il modello
( Stesso tipo di scafo un RG65 ) per un totale di 49 h, supponiamo almeno 0,5 h per laminare uno scafo.Col metodo della pellicola si hanno 8 ore di preparazione e 2 ore per laminare uno scafo.indicando con Z il numero di pezzi per cui si ha il pareggio si ha :

49 + 0,5 x Z = 8 + 2 x Z

risolvendo si va in pari dopo aver prodotto 27 pz e rotti.
La qualità è molto simile ( a favore dello stampo c'è che è più costante )
se il modello è " faccia vista", se poi lo vuoi verniciare allora la qualità è identica. Saluti

claudioD 13 giugno 08 08:53

Ciao Giorgio,

permettimi una osservazione.

Ho qualche reticenza sulla "continuità' della curva (qualsiasi curva) che si possa ottenere con questo metodo senza incorrere in perdita di "rotondità" della curvatura delle superfici.

Un occhio "poco attento" forse non lo percepisce, ma non é semplice "smussare con continuità" il polistirolo tra una ordinata e l'altra senza rischiare di "segmentare" la superficie. Vedi disegno.


Il fenomeno si aggrava quando le curve sono più pronunciate. Gli scafi "stretti e piccoli " ne soffrono meno.
il rischio é quello di togliere troppa materia e tirare dritto tra una ordinata e la seguente.

Per ridurre questa imprecisione si dovrebbe aumentare il numero delle ordinate, aggiungere molto stucco e lavorare con un " occhio da esperto"

Per fare un buon lavoro con questo metodo, secondo me, bisogna spendere del tempo e più di quello che si crede ed avere sopratutto un buon occhio.

Il master del CD65, usando il metodo classico coi listelli di samba l'ho fatto in due giorni e avrei potuto evitare di ricoprirlo con uno strato di vetroresina (24ore di polimerizzazione) e andare dal garagista a fare mettere il fondo per cartavetrarlo a specchio nel giorno sucessivo, pronto eventualmente per una laminazione come hai descritto tu senza fare lo stampo. (4 giorni e non 14 per arrivare alla laminazione).
Certamente una barca più grande avrebbe richiesto piu tempo perché i listelli sarebbero stati più numerosi.

La costruzione classica con listelli e più precisa perché la curvatura della superfice tra una ordinata e l'altra e data, in gran parte, dalla elasticità intrinseca del listello stesso. Una delle ragioni per cui sconsiglio di usare il Balsa, che essendo più tenero e flessibile, cede sotto la pressione manuale della cartavetratura.

Sono comunque tentato per il metodo della laminazione, ma non per la costruzione del master tipo "bread and butter" restando fedele ai listelli .

Questo non mi ha comunque impedito di fare un bulbo usando il metodo degli strati sucessivi, ma anche li "occhio" e qualche dima.
Ciao
ClaudioD

mark566 13 giugno 08 09:25

2 Allegato/i
io per evitare di "tirare diritto" tra un'ordinata e l'altra, le ordinate proprio non le ho lasciate nel maschio....
ordinate in negativo da far andare in battuta dando la forma al maschio.....
mano leggera e corsa lunga carteggiando.....
allego foto di "black urca ac10" ordinate e maschio + scafo appena estratto e ancora da rifilare.....

miky731 13 giugno 08 09:42

Ciao Giorgio....senza tgliere che l'idea funziona e magari ne provo a fare una, devo però riprenderti su una cosa.
Tu non eri "pronto" alla prima foto in alto a sinistra ma bensì nella foto in alto a destra o in basso a destra....e tra la prima foto e le altre si vede chiaramente che cè stato del lavoro di stuccatura e carteggiatura.
E quello che volevo dire io è che quando tu sei pronto nella foto 2 e 4 a me cambia solo di dare una mano di fondo e carteggiarlo, tutto lì.
A differenza di Claudio che usa i listelli anch'io ho fatto come te riempiendo di poristirolo estruso, carteggiata velocissima e poi stuccatura.
E giustissimo anche quel che dice Claudio riguardo la difficolta di tener una certa rotondità tra le varie ordinate, ci và molta attenzione e a parità di ordinate è logicamente più facile fare uno scafo piccolo.
Cmq son tentato di provare, mi fà paura il pensiero di dover stendere e tirare bene le pellicole senza che restino pieghe o altro...specie a prua dove l'angolo si stringe...ma usate il PHON mentre la tiri?...o è così elastica che copia e si tira a piacimento?
In ogni caso creda bisogna eser in due...uno che la tira e l'altro che la blocca ai bordi. Non sò, ci son un pò di cose che mi fan paura hehe...magari se provo poi vedo che invece è semplice. Di sicuro se lo faccio è su uno scafo diverso da quello che ho lo stampo.

giorgio7 13 giugno 08 14:23

quesiti e chiarimenti
 
Claudio D , il problema che sollevi è verissimo, è sempre così quanti carteggi mareriali a differente durezza accostati , io l’ho affrontatato così ( volete sapere proprio tutto eh !) taglio le ordinate e il riempimento tra le stesse nello stesso materiale, coloro col pennarello lo spessore delle ordinate perchè faccia da spia.il materiale migliore sarebbe la balsa ma è troppo cara, in subordine il samba
Un po meno caro e ben carteggiabile, non l’ho trovato e mi e stato consigliato un legno brasiliano mi sembra si chiamesse Auè stesso comportamento del samba .Miky il secondo maschio che vedi
E fatto cosi; i tocchetti sono stati sgrossati con la sega circolare e allora giù stucco.
Avrei cmq abbandonato il poliueretano per la post cottura : il tecnico del produttore della resine, mi ha consigliato di forzare la postcottura dai 60° previsti in scheda ai 90° il tutto senza levare il modello dal maschio, ovvio che polistirolo e poliuretani vari non erano all’altezza.Cosi la carteggiatura è un po’ più faticosa ma più sicura; delle dime ben fatte aiutano molto., e si riesce a perderci una sola giornata. Mi piacciono i vostri interventi aiutano a mattere a fuoco i prblemi e contribuiscono a svilupare questo metodo che mi piace molto.C’è un problema di cui valevo parlare in particolare at Claudio ,per la tua esperienza di laminatore. Quando voglio laminare uno scafo faccia vista in carbonio uso due strati in vetro ( 50 gr ) con in mezzo il carbonio e li pongo in opera con tutta la cura possibile e con adeguato” puccia puccia”, ho notato che qua e la restano sotto lo strati di vetro esterno come microscopiche sacche d’aria ( 1, 2 mmq) aderenti ai fili di vetro impossibile mandarle via come se in quel punto la resina non valesse bagnare il filo. Restano quindi dei puntini biachi o traslucidi chiari che disturbano lo splendore del carbonio. Se metto il carbonio come ultimo strato ovviamente il problema non c’è, l’aspetto è bellissimo ma si sente la trama del carbonio e credo che aumenti sensibilmente l’attrito. Cosa suggerite Saluti a tutti

claudio v 13 giugno 08 15:19

Citazione:

Originalmente inviato da giorgio7 (Messaggio 980310)
....l’ho affrontatato così ( volete sapere proprio tutto eh !) taglio le ordinate e il riempimento tra le stesse nello stesso materiale, coloro col pennarello lo spessore delle ordinate perchè faccia da spia......

E` lo stesso sistema che uso sulle mie: o faccio le ordinate femmina esterne di controllo o quelle interne sono di depron se il master e` in estruso e poi le marco con il pennarello per cercare di non "mangiarle" per strada.

Per fare le curve raccordate ci sono molti metodi di controllo, di solito si usano righe flessibili e pastelli per "evidenziare" i punti di contatto. Sono tecniche tipiche di modellatori e battilastra.

Ci vuole occhio, la luce giusta e tecnica nell'olio di gomito con un tampone di abrasiva abbastanza grosso (per scafi da 1 a 2 metri uso un tampone 40 x 15 cm) e poi il lavoro viene bene... ma sempre un "lavoro" rimane.

Per le imperfezioni sull'estruso ci sono degli stucchi acrilici a base di microsfere che hanno la stessa durezza dell'espanso (es. lo Stucco Facile della San Marco) che sono ottimi per aggiustare eventuali buche

Per la post cura non mi sono mai fatto troppi problemi: la differenza di caratteristiche non e` mostrousa e se si arriva a 60 gradi (con una resina adatta ai 60 gradi) qualunque materiale va bene.
I nostri manufatti sono sempre abbastanza surdimensionati a causa delle piccole dimensioni e quindi la ricerca della super postcura non mi sembra cosi` indispensabile.

Citazione:

Originalmente inviato da giorgio7 (Messaggio 980310)
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qua e la restano sotto lo strati di vetro esterno come microscopiche sacche d’aria ( 1, 2 mmq) aderenti ai fili di vetro impossibile mandarle via come se in quel punto la resina non valesse bagnare il filo. Restano quindi dei puntini biachi o traslucidi chiari che disturbano lo splendore del carbonio. Se metto il carbonio come ultimo strato ovviamente il problema non c’è, l’aspetto è bellissimo ma si sente la trama del carbonio e credo che aumenti sensibilmente l’attrito. Cosa suggerite Saluti a tutti

Questo a me succede abbastanza spesso e capita anche con il vuoto. Puo` essere in parte dovuto all' out gassing della resina che comunque qualcosa rilascia mentre polimerizza.
Questo e` uno dei motivi per cui non mi sono mai agitato tanto per mettere pellicole esterne per "tirare la superficie dello scafo: tanto alla fine, se vernici, tra i buchini che vengono sempre fuori e piccole imperfezioni puoi fare solo 2 cose:
  • grattare un po' e poi dare del trasparente e/o una seconda mano di resina fregandotene se non e` perfetto (con il trasparente si vede poco)
  • grattare, dare il fondo , stuccare e verniciare.
Anche su uno stampo femmina fare del bel carbone a vista "leggero" non e` facile come dirlo. Ci sono dei gelcoat trasparenti, ma spesso sono rognosi e le verniciature in stampo spesso comportano problemi. Facendo un tot di prove e usando mi materiali giusti tra di loro si possono avere degli ottimi risultati, ma prima di arrivarci ci vuole ... un po'.
ciao


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