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| User | LAMINARE sul master
Apro questa discussione dopo molte incertezze perché non vorrei che fosse vista in contrapposizione con lo splendido reportage di ClaudioD sul CD65 , ma per rispondere a chi chiede informazioni sul metodo, come az1970, o a coloro, come fishwolf, che credono lautocostruzione di un modello in composito molto laboriosa e lunga nel tempo. Non è così ; con la laminazione direttamente sul modello maschio si può ottenere uno scafo, con le caratteristiche superficiali di uno che esca da uno stampo femmina, in pochissimo tempo e con un lavoro modesto. La tecnica da anni siamo in molti ad usarla, uno per tutti ed autorevole Claudio Vigada che nel suo sito la descrive anche; ma, almeno io, ottenevo uno scafo che una volta polimerizzato andava scartavetrato, stuccato, un paio di mani di fondo e infine verniciato . Solo di recente sono riuscito ad ottenere una superficie che si presenta senza forellini liscia e lucida , così ![]() Vediamo gli strumenti ,i trucchi e le avvertenze e i passaggi critici. Si parte dal solito modello costituito dalle ordinate in compensato montate sulla coperta con gli spazi tra unordinata e laltra riempiti con poliuretano (quello dei pannelli isolanti alla più alta densità che trovate ) portato a misura e forma con taglierino e carta vetrata, coprite tutto con un generoso strato ( 1 o 2 mm ) di un buono stucco per legno , deve essere fine, che asciughi in fretta e ben carteggiabile. Ora si tratta di rifinire il modello con carta vetra ( non serve più fine del 150 ) ciò che importa sono le linee e i volumi, sono quelli che vi ritroverete sulla vs barca : gobbe o dissimmetrie sono i nemici, se non vi fidate del vs occhio delle dime in compensato ( ad es. del piano di galleggiamento e del profilo laterale ) vi aiuteranno . Scusatemi mi è venuto fuori un tono professorale che non era nelle mie intenzioni non voglio far lezione a nessuno ma solo condividere le mie esperienze. A questo punto il modello va coperto con una pellicola su cui la resina non attacchi, il polietilene va benissimo, delle tante provate la migliore per me è quella che si usa negli imballaggi , non si appiccica come quella per alimenti è molto resistente e si tende molto bene, con pochi euro se ne comprano chilometri. ![]() ![]() Prima foto il modello in poliuretano nella seconda foto se vedono due semplici ma importanti attrezzature: una base che consente di lavorare comodamente intorno al modello, con una superficie liscia per far aderire bene il nastro adesivo con cui tenderemo la pellicola ( terza foto e disegno ) ed un supporto che regge il rotolo di pellicola alla giusta altezza mantenendola in tesione con degli elastici. Nelle due foto che seguono si vede il maschio avvolto dalla pellicola ben tesa e bloccata , con una striscetta di compensato , per prevenire cedimenti del nastro adesivo. Laminazione in questo caso di 3 strati: vetro carbonio vetro ![]() Siamo ora alla fase più delicata delloperazione, quella che determina il risultato; dobbiamo rivestire ancora il tutto con il polietilene , ma mentre la prima volta piccole imperfezioni erano tollerabilissime perché allinterno dello scafo ora la minima irregolarità sarà molto visibile tanto più quanto più la superficie sarà liscia e lucida. Il nemico questa volta non saranno le piccole pieghe della pellicola ( simpara in fretta a tenderla usando il nastro adesivo ) ma le sacche daria che restano intrappolate sotto la pellicola e che appaiono come macchie argentee ( vedi la prima delle foto seguenti ) se non eliminate vanificano tutto il lavoro e costrigeranno a carteggiare tutto. Per fortuna si riesce bene ad eliminarle spingedole con due dita bagnate di acqua e sapone ( altrimenti la pellicola si strappa ) verso i bordi o cmq verso punti i cui la pellicola non sia ancora a contatto con la resina , come mostra la seconda delle foto seguenti. ![]() Questa sorta di massaggio a due dita ha un sottoprodotto molto positivo e non previsto, gli scafi così trattati non hanno quei micro fori dovuti alla trama del tessuto che poi costrigono a successive impermeabilizzazioni, probabilmente perché la pressione delle dita costrige la resina a tapparli tutti. La foto seguente mostra il modello pronto per 24 ore di polimerizzazione, seguite da 12/ 15 di postcottura tra gli 80 e i 90 gradi secondo le indicazioni del fornitore della resina. ![]() Quasi tutte le foto si riferiscono ad uno scafo fatto ieri, il maschio era stato fatto nei giorni scorsi ed ha già prodotto tre scafi, ho impiegato più tempo a scegliere e postare le foto e scrivere il testo di quanto ne abbia impiegato a fare il lavoro dalle 17 alle 19,30. Se la posta lo merita si accettano scommesse : 3 giorni dalla consegna del disegno delle singole ordinate e del piano di coperta alla consegna dello scafo gia polimerizzato . Sto scherzando naturalmente,ma non troppo. ClaudioD che da tanto lamina superfici piane tra due fogli di polietilene pressati con la gomma piuma sa benissimo la qualità della superficie che si ottiene. Spero che tutto ciò possa servire a qualcuno, incoraggiare altri e sfatare i luoghi comuni. Aspettando commenti o domande ciao a tutti. Ultima modifica di giorgio7 : 08 giugno 08 alle ore 22:33 |
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| User Data registr.: 26-10-2007 Residenza: Trapani
Messaggi: 214
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Gentilissimo Sig.Giorgio 7 ,la ringrazio per questa bellissima descrizione, a ulteriore mio chiarimento vorrei chiedere : 1) non ho mai trovato le dosi corrette del catalizzatore da usare con la resina tali da far durare 24 ore per la polimerizzazione . 2) la seconda pellicola va stesa subito dopo aver finito di passare la vetroresina, senza aspettare che asciughi o altro ? 3) la pellicola va eliminata prima di passare il modello in post-cottura .... perche' post-cottura? post significa dopo o non ho capito bene? grazie |
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| User Data registr.: 31-03-2005 Residenza: Torino
Messaggi: 6.162
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provo a risponderti io: 1 la domanda sul catalizzatore mi fa pensare che parli di resina poliestere, mentre qui si tratta di epossidica: in genere si possono usare diversi catalizzatori in modo da avere tempo di lavorabilità diversi, la % è dichiarata dal produttore ed in genere varia dal 15 al 40%. 2 sì, se la metti più tardi non serve più a nulla 3 credo che la pellicola vada tolta, anche perchè dopo 24h la resina è dura; post-cottura perchè fatta dopo la prima polimerizzazione, anche se la resina impiega anche una settimana per raggiungere le massime caratteristiche meccaniche. Con la cottura il processo è più rapido e la resistenza migliore. ringrazio nel frattempo giorgio7 per i preziosi consigli: finora ho fatto solo un paio di stampaggi su maschio (non barche) e il problema grosso è stata la finitura superficiale, ma ho commesso l'errore di usare domopack da cucina senza curare troppo che non facesse pieghe. sbagliando s'impara. ![]() Citazione:
__________________ quota, velocità, idee: averne sempre almeno due | |
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| User |
az1970 prima cosa : se ti rivolgi a me in quel modo non ti rispondo più ! mi fai sentire vecchio , e lo sono, qui ci si da tutti del " tu " per comunanza di hobby. in buona misura ti ha già risposto blinking ( ma dei nomi più masticabili noo !? ) c'è da aggiungere che se fai scafi usa la resina epossidica quella poliestere non è impermeabile ; in genere un buon fornitore puo proporti più di un induritore a seconda del tempo di lavorabilità che vuoi, io uso roba con tempo di lavorabilità di circa 20/30 min. La polimerizzazione delle resine è graduale rapida nelle prime 24 h poi rallenta ,ma prosegue per settimane.Assolutamente sconsigliato muovere un manufatto dalla sua forma prima di 24 h, sembra solido ma non lo è e si deforma e resta deformato. Se poi per toglierlo dalla forma devi sollecitarlo meccanicamente non lo toccare per 48 h fatti una doccia fredda per calmare l'impazienza. In genere estrarre uno scafo dallo stampo femmina nonostante i prodotti distaccanti è stressante , per lo scafo s'intende. Toglierlo da maschio è molto più agevole comunque io lo faccio con l'aria compressa che me lo manda su come il tappo dello spumante e non deforma. Se interessa posso fare una foto La pellicola esterna già dopo 6/8 ore si può togliere e in genere lo faccio nonostante la doccia fredda.Va fatto delicatamente evitando che si rompa Quando poi levo lo scafo dal maschio cerco di lasciare intatta su quest'ultimo la pellicola che lo avvolge perchè levare quella all'nterno è difficile e noioso ma indispensabili se poi devi incollarci qualcosa ( scassa deriva ecc...). La post-cottura è facoltativa me fortemente consigliata può arrivare a mi gliorare le caratteristiche meccaniche anche del 30 %. In genere è indicato il ciclo da seguire nella scheda tecnica del fornitore della resina. Blinking : anche io usavo domopak , non c'è paragone. Se la cosa interessa nei prossimi giorni posso mettere foto di come faccio la coperta e la deriva molto leggera e rigida. Ciao a tutti |
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| User Data registr.: 26-10-2007 Residenza: Trapani
Messaggi: 214
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ciao Giorgio, chiedo venia per il " lei " usato, ma ritengo che tra i rapporti umani una delle cose piu' importanti e' il rispetto, specialmente quando si ha un primo contatto; volevo esserti solo rispettoso ed educato. ti ringrazio tanto per i tuoi chiarimenti molto esaurienti , se hai qualche altra foto non mi dispiacerebbe, tuttavia vorrei chiedere qualche altra delucidazione: 1) leggendo il tuo post iniziale quando parli di laminazione dici: vetro, carbonio, vetro....pertanto io ho pensato alla vetroresina e non alla resina epossidica. 2) conviene passare della cera distaccante , dopo aver steso il primo foglio di pellicola , visto che successivamente si ha un po' di difficolta' a toglierla. 3) Mi rendo conto che la resina epossidica e' migliore , ma volendo fare prima qualche prova avrei dei problemi se usassi la comune vetroresina poliestere ? grazie |
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| | #7 (permalink) Top |
| User Data registr.: 04-02-2009 Residenza: Mestre
Messaggi: 419
| Laminare su master.
Apro questa discussione perchè non saprei in che altra discussione sarebbe corretto parlarne... Dunque, ho preparato (come scritto in altre discussioni precedenti) un master in legno (vedi foto). La mia intenzione è di fare 2 cose: 1 - stendere un tessutino (diciamo 30gr/m?) leggero e staccare lo scafo in legno dalle ordinate, ottenendo così uno scafo in legno... 2 - Creare uno stampo femmina per poterci stampare altri scafi. Per quanto riguarda il secondo punto, lo stampo femmina risulterebbe liscio all'interno, percui gli scafi che vi stamperò saranno lisci all'esterno, esattamente ciò che serve. Per il primo punto, sicuramente dovrei dopo la laminazione lisciare la superficie. Vorrei quindi trovare un sistema che mi permetta di non dover poi lavorare molto per ottenere la superficie esterna liscia. A tale scopo mi sono venute in mente alcune soluzioni, ma vorrei sapere da chi è più esperto di me se le ha gia testate e quale possa essere la migliore. Soluzione 1: laminato lo scafo stenderei la pellicola da alimenti o simile. Soluzione 2: (a me piace di più )stendo la pellicola trasparente sul master (no la cera perchè poi voglio lo scafo in legno); ci lamino lo stampo femmina (che se non sbaglio dovrebbe avere l'interno liscio); correggo eventuali imperfezioni interne; lamino il master e ci tengo premuto sopra lo stampo femmina per ottenere la superficie liscia. Che dite? |
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| | #9 (permalink) Top |
| User |
Ciao Lele, un minimo di recerca sul web avrebbe risposto alle tue domande anche più esaurientemente.Nel giugno 2008 avevo aperto una discussione con lo stessom titolo, la trovi nella sezione " Discussioni simili " in fondo a questa pagina, oppure se ti annoi a leggere tutto vai alla sezione "Tecniche" del sito Home di AMON dove trovi un articolo con lo stesso titolo. Oppure ancora leggi la prima parte della discussione "CD 65" di ClaudioD, dove illustra passo passo il lavoro da fare per passare da uno scafo in listelli ad un master adatto a ricavarne uno stampo femmina, anche senza arrivare a quel livello di perfezionismo il lavoro non è poco.Per intenderci in uno stampo ben fatto anche le mani di cera se non date bene sul master diventano visibili e pronte per essere replicate.Anche questo lo trovi nel dossier di ClaudioD nel sito della AMON . Lo scafo che ti ho mandato, prodotto laminando sul master, non era perfetto per essere lasciato " a vista " per la presenza di puntini bianchi visibili anche nelle foto della discussione, perciò gli ho dato il fondo per la verniciatura. Ciao e buona lettura |
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| | #10 (permalink) Top |
| User Data registr.: 04-02-2009 Residenza: Mestre
Messaggi: 419
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Grazie Giorgio, gentilissimo come sempre. Sì, quelle documentazione le avevo già viste, infatti il primo sistema a cui pensavo è il tuo, ovvero la pellicola sopra la laminazione per dare lucidità... Quel che mi interessava era invece sapere cosa ne pensate del secondo metodo, ma forse non l'ho spiegato bene, provo a dirlo meglio: - ricopro il master di pellicola trasparente (non uso la cera perchè voglio recuperarlo e farne uno scafo con listelli a vista, altrimenti userei la cera), quindi Domopack o (meglio) quella da imballaggi. - Ci faccio uno scafo con un tessuto un po' pesante, in modo da avere più rigidezza per usarlo come stampo. Non metto la pellicola sopra perchè della superficie esterna non mi interessa!! - Uso questo "scafo" con l'interno liscio al posto della pellicola per ottenere la superficie liscia quando lamino di nuovo sul master, ma stavolta per ottenere lo scafo con i listelli a vista. Quindi stavolta non metto la pellicola sul master perchè la resina deve attaccarsi sui listelli. Spero di essermi spiegato un po' meglio. Quindi l'idea è di creare lo stampo femmina per altre laminazioni, ma allo stesso tempo utilizzarlo per ottenere la superficie liscia del "master laminato", visto che il master in realtà è nato con quello scopo. Infatti le ordinate non sono fisse sul fasciame, prima di mettere i listelli avevo messo il nastro adesivo sul bordo, in modo poi da staccare il guscio. Tutto qui. |
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