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asse elica a passo variabile 1 Allegato/i salve a tutti, vorrei sapere se sono in vendita asse elica a passo variabile, in un post ho trovato l'immagine del propulsore Vario Marine Unit che ha l'asse con elica a passo variabile Volevo costruire una barca a motore a vapore con motore WILESCO D 52 utilizzando l'elica a passo variabile per la marcia indietro... diversamente c'è il modo di invertire il moto della macchina a vapore? grazie per l'aiuto Antonio Campa 51 |
In generale dipende da come è organizzato il cassetto di distribuzione della macchina a vapore.Si può anche ingegnarsi con degli ingranaggi, realizzando una specie di cambio di velocità comandato da un servo.Si potrebbe modificare il meccanismo del passo variabile di un mozzo di coda di elimodello, oppure, documentandosi, verificare la fattibilità della retromarcia col timone di coda della barca. (avevo il nonno, sommergibilista, che mi diceva di aver visto di frequente navi vere manovrare in retromarcia col solo timone che deviava il flusso dell'elica propulsiva, e in qche occasioni me lo ha mostrato con barchine giocattolo, ed effettivamente si ottiene una retromarcia un po' lenta, che talvolta scarta un po' di lato, ma indietro va. :) |
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Pare di si, funziona come una specie di rudimentale tegolo deviatore. Considerando che alcuni timoni sono compensati di coppia, in pratica una parte della superficie e' davanti all'asse di cerniera.Se disposti a 90 gradi davanti ad una singola elica propulsiva, ostruiscono e dividono completamente il flusso, e per qualche strano, magico, incredibile motivo, il natante arretra, ma in marineria, in ambiente di lupi di mare sembra essere una questione scontata. Quando glielo sentivo raccontare, non tanto gli badavo, anche perché sembra poco realistico, poi una volta me lo mostrò con una barca giocattolo(ne) che mi comprò quando eravamo al mare. Analizzando da un punto di vista aerotermofluodinamico, il fenomeno, però rientrerebbe nell'ambito della 'variazione della quantità di moto di un getto di fluido contro superficie piana', piuttosto che da altro, quindi il vero strano, magico, incredibile motivo per cui funziona e' un tantino più ricercato. Su questo principio c'è della letteratura, e se ne sfrutta una tecnica, (oltre a far andare le barche all'indietro, ci fanno anche dei sensori, misuratori, controlli automatici, numerici, etc.):) |
grazie della pronta risposta - interessante la possibilità di inversione di marcia con il solo uso del timone..... sicuramente la soluzione più indolore e per me possibile in quanto devo ancora costruire la timoneria - cassetto di distribuzione del vapore la macchina che ho io non è presente, - l'idea di inserimento di un cambio di velocità non ci avevo pensato .... magari vedo cosa è disponibile nel "mercato dell'auto RC elettrico" |
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P.S. Ma tuo nonno ha fatto la seconda guerra nei sommergibili ? |
Si, e' così, e me ne diceva di storie e avventure...anche se ho cominciato a sospettare che non me la contava del tutto giusta quando una volta mi disse che lottavano col sommergibile contro la piovra gigante...:mumble:... |
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Forse con una foto ci si può meglio rendere conto, anche perché la retromarcia potrebbe essere già inclusa nel prezzo :D |
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3 Allegato/i Invio le foto della macchina a vapore WILESCO che ho intenzione di utilizzare Grazie ancora |
Chissà perché...ma non me le vede...Riesce a salvarle, ma aprendole sono completamente sgranate e non ci si distingue molto.:dunno: |
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Dopo diversi anni, altri parenti hanno contraddetto completamente la causa della sordità (..causata da otite in età adolescenziale..)...Un giorno, prima o poi toccherà inseguire la verità...Il suo ruolo a bordo era di timoniere, ma non saprei come funzionava nei sommergibili, se c'era la classica ruota con i pomoli o che altro... non ho mai pensato di chiederglielo...ma in sostanza mi e' sembrato di capire che l'unità su cui era imbarcato, effettuava missioni non prettamente belliche, nell'ambito del mare nostrum (..per questo si era salvato...a differenza del 75-80% dei sommergibili in genere, che indipendentemente da nazionalità e tipologia, per diversi motivi bellicamente più cruenti, sono andati a fondo..) Delle tante avventure e aneddoti di mare che mi raccontava ne ricordo due o tre, ma casomai se ne parlerà prossimamente. :) |
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P.S. conosci il nome dell'unità su cui ha prestato servizio ? |
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L'altro per azionare la marcia indietro, in breve; due ingranaggi uno di fronte all'altro, il terzo che è collegato alla macchina viene azionato dal servo che lo fa scorrere ed impegna uno o l'altro invertendo il senso di rotazione dell'asse elica. Devo cercare un disegno che avevo fatto in passato, appena lo trovo te lo posto. Per quanto riguarda la marcia indietro utilizzando il timone come invertitore di flusso, nutro seri dubbi, almeno per quanto riguarda una nave in scala 1:1. :) |
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Grossomodo come l'invertitore di marcia nei piccoli fuoribordo (25 HP) basta cercare uno spaccato del piede all'interno del quale, c'è il meccanismo. :) |
Dunque, per la macchina a vapore in questione, basta chiedere Wilesco D52 immagini a Googe ed esce di tutto, anche le istruzioni in inglese, da cui si evince che il cassetto di distribuzione c'è eccome, e ci si deve inserire l'olio di lubrificazione e fa anche da scarico del vapore. La eventuale valvola di parzializzazione intermedia può essere una soluzione interessante per dosare il gas in modo semplice, ma bisognerà sempre sincerarsi che la valvola di sicurezza sulla caldaia sia sempre efficiente, perché con tale metodo, quando si riduce motore, senza diminuire la fiamma, il vapore e la pressione non potranno che aumentare, e inoltre, non si risparmia combustibile. Da progetto sembra previsto un fornello per l'uso di combustibile tipo "esbit", che e' un noto combustibile solido in zollette, ad uso campeggio, la cui peculiarità e' che non produce nerofumo, quindi non sporca, e che affermavano che con una pasticca si riesce a portare ad ebollizione un litro d'acqua. Ad oggi potrebbe essere non facile da reperire. L'unico clone che ho visto era nelle razioni k militari, le cui pasticche per il fornello in dotazione erano quadrate, circa il doppio di una 'esbit'. Per la retromarcia, suggerirei di lasciare perdere per semplicità e di pensarci successivamente dopo verifica che non funzioni col solo timone. Non ho guardato il peso totale dell'impianto motore, con carico d'acqua, che darebbe indicazioni sulle dimensioni della barchetta. Su che tipologia di scafo si pensava di montare il tutto..? :) |
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Non penso che fosse per dileggio, ma per tener viva l'attenzione di un bimbo di cinque/sei anni mescolando realtà e fantasia con racconti a la Jules Verne. Di storie forse più realistiche una era riguardo la cattura di un sottomarino inglese nel mare piccolo di Taranto, di cui era stata impedita la fuga ponendosi di traverso all'unico ingresso/uscita (..?..non ci sono mai stato..) e in considerazione che il fondale non supera i 15 m in tutto il bacino, gli mandarono i sommozzatori di bordo a 'bussare' sullo scafo intimandogli la resa prima di attaccarvi cariche esplosive, risolto con l'emersione e la resa del sottomarino avversario. Però una tale impresa dovrebbe essere riportata negli annali bellici, da cui si potrebbe risalire anche all'unità di appartenenza, ma ad una ricerca superficiale, non ho trovato traccia di questo evento... :) |
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Se hai altre info magari troviamo qualcosa :wink: https://www.naval-history.net/WW2Cam...ritishSubs.htm |
Dunque, guardando il sito ci sono diversi eventi plausibili, ovvero il 13 febbraio 1942 riguarda due sottomarini inglesi persi in prossimità del golfo di Taranto, il primo di cui cita il nome, plausibilmente affondato da cariche di profondità, mentre del secondo non dice niente di nulla, e potrebbe essere il candidato più probabile, sebbene il vero epilogo della storia narratami da mio nonno, non la sappiamo, che superficialmente, stupidamente, tanti dettagli e informazioni di contorno non gliele abbiamo mai chieste. Perché sembra improbabile che in tale condizione ci fossero presenti solo due unità sommergibili a fronteggiarsi, senza che ci fosse stato l'intervento di navi o aerei italiani in supporto, e sembra altresì improbabile che un equipaggio si consegni prigioniero con tutto il battello, che onestamente avrei minato e affondato dopo essermi buttato in mare, sebbene come prigioniero in attesa di recupero e sebbene in 15 m di fondale. Non c'è neanche da dimenticare l'orgoglio ostinato (e di frequente insensato) anglosassone, nei confronti degli italiani (a cui invece dovrebbero fare salamelecchi e spargere petali di fiori dove camminiamo...come minimo già solo per i regali che gli sono stati fatti al porto di Alessandria ed altro). A tale riguardo basta dare un'occhiata alla pagina successiva verso la conclusione, quando tratta del 1944-45 e poi tirano un po' le somme degli affondamenti, del tonnellaggio dei navigli, etc.. Altri eventi plausibili sono citati i primi di dicembre del '42 e nel '44 ma sembrano più imprecisati. Oltre tutto ciò, non si può non citare un po' la questione dei testi, che in alcuni punti sembra che vadano interpretati, ovvero, forse il correttore di bozze talvolta si può essere distratto...ad es. se si guarda l'evento citato il 16 feb '42 riguardo la Victoria cross ai due ufficiali inglesi che hanno disincagliato le bombe di profondità dal loro sottomarino, a leggere il testo, affermerei che sono stati scambiati i verbi fondamentali di una frase, ovvero submerge con drowning...ma non ho grande pratica sintattica, per cui chiedo pareri esterni... Per gli altri racconti del nonno uno solo che ricordi era diretto, mentre un altro paio erano storie riferitegli da amici colleghi e conoscenti, però apparentemente plausibili, riguardo l'esistenza delle navi di cemento...e le vicissitudini dei primi sommergibili oceanici italiani. :) |
Per non monopolizzare il topic ci vuole qcosa sulla barchina a vapore...:D...ovvero sulle istruzioni c'è una grave carenza, nel non menzionare di DOVER USARE PER LA CALDAIA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SEMPRE ACQUA DISTILLATA. Invece per le dimensioni del barchino, da due conti a mente, si dovrebbe stare tra i 60 e i 100 cm, anche in base alla tipologia di natante che l'autore vorrebbe allestire... Ma se ci si prende l'impegno di una tale opera, il suggerimento può essere uno ed uno solo...ovvero il famosissimo...il fantastico...l'eterno...l'inaffondabile...:D |
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Per le navi di cemento, il racconto, narrato ridacchiando, era che in mezzo ai convogli provenienti da U.S. ci erano mescolate navi fasulle con verniciatura un po' tarocca per ingannare sulla tipologia di nave, e che ci mettevano anche navi facete, senza motore, realizzate con materiali poveri tipo legnami di scarto e/o cartapesta, che venivano trainate da quelle vere, e anche navi realizzate di cemento, che in pratica servivano come falsi bersagli per gli u boat in agguato... Pensavo che fosse una mezza balla, e che le uniche navi simil tarocche realizzate fossero le liberty ships...e invece, stamattina, cercando concrete ships, sembra che le facessero per davvero...sebbene sembra che ne abbiano assemblate solo 20... di cui sette ancora funzionali... Tempi di realizzazione un mese...ma poco pratiche, perché molto più pesanti del naviglio tradizionale, quindi con ridotta capacità di carico, ed elevati consumi propulsivi...ma poi in guerra vaiacchiappare dove comincia e dove finisce il vero... Se poi ci si mette che a tutt'oggi l'argomento navale e sottomarino e' motivo di segreto militare e importanza strategica sempre attuale, ecco che probabilmente non e' facile che la contino tutta neanche per roba di settanta e più anni fa...B). Riguardo i sottomarini oceanici italiani, quel che raccontava era che ne avevano realizzati una ventina, ma i primi cinque, sono andati perduti in modo assurdo nel passaggio dello stretto di Gibilterra...perché sembra che il Mediterraneo sia molto più salato dell'Oceano...e quindi fornisce una spinta di galleggiamento maggiore...che relazionata alla mole di un sommergibile oceanico (ben maggiore di quelli 'standard') in pratica, causava il repentino inabissamento, quasi in verticale, se l'equipaggio non era preparato al momento del passaggio... Ancora più assurdo, che gli italiani, a nessun livello di comando si fossero relazionati al riguardo con i tedeschi, che invece avevano ben nota la delicata/importante questione...fatto sta che sembra che si siano perduti e morti in questo modo inconcepibile diversi mezzi ed equipaggi...:unsure: Resta che i sottomarini erano mezzi tremendi anche per chi ci stava dentro...un po' come tutte le guerre in generale. |
Riguardo i sottomarini oceanici italiani, quel che raccontava era che ne avevano realizzati una ventina, ma i primi cinque, sono andati perduti in modo assurdo nel passaggio dello stretto di Gibilterra...perché sembra che il Mediterraneo sia molto più salato dell'Oceano...e quindi fornisce una spinta di galleggiamento maggiore...che relazionata alla mole di un sommergibile oceanico (ben maggiore di quelli 'standard') in pratica, causava il repentino inabissamento, quasi in verticale, se l'equipaggio non era preparato al momento del passaggio... Seguo con interesse le vicende dei nostri sommergibili, non mi risulta che siano affondati nello stretto di Gibilterra mentre uscivano/rientravano dalle loro missioni. Inoltre la loro base operativa era "betasom" a Bordeaux. Tieni presente che lo stretto era pattugliato pesantemente dalle unità di stanza a Gibilterra, se qualche nostro battello è affondato in quella zona, è a causa delle bombe di profondità inglesi. A titolo di informazione, se volete vedere il relitto di un sommergibile, digitate su google U 455 immagini. E' tra Portofino e Camogli. :) |
giocavik potresti richiedere copia del foglio matricolare di tuo nonno, li trovi tutta la carriera militare di tuo nonno. Non so esattamente come si fà ma se fai una ricerca su google, dovresti trovare le informazioni. ciao Marco |
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