quattr gatti
 

Ci trattano in aeci come se fossimo quattro gatti ,e poi x avere indietro il mio attestato sono passati ormai tre mesi ma niente .o siamo tanti,o nn fanno un caxxo

La seconda che hai detto.

Hai verificato con il tuo aeroclub (quale ??) che la richiesta sia stata inoltrata tempestivamente ?? So per certo di alcuni Aeroclub locali che attendono ad inviare i documenti a Roma per fare una spedizione unica, senza ovviamente dire nulla ai propri soci. non faccio nomi, ma il Gatto capira' immediatamente...

spero di no visto che è quello tanto caro al gatto.comunque la segretaria mi aveva assicurato di aver girato pari pari quello che le avevo inviato.... aspettiamo

Ecco, io non volevo far nomi.... Ma son proprio loro. Prova a chiamare AeCi a Roma a vedere se hanno la tua richiesta e quando l'hanno ricevuta.....

Credo abbiano altro a cui pensare attualmente.
Almeno il presidente

Gli uffici lavorano le pratiche per data e numero di protocollo. Dato il periodo (rinnovi annuali di licenze e documenti vari, può darsi che occorra più tempo del solito. In questi casi tre mesi e più non sono tempistiche fuori norma. Gli ultimi rinnovi che ho inviato hanno necessitato di quattro mesi . La persona che se ne occupa é una sola e non ha solo questo da fare. Comunque anche in uffici più titolati i tempi di attesa sono piuttosto lunghi...

confermo, anche nel mio caso la tempistica coincide

No comment.

Mi spiace, ma su questo scenario non concordo assolutamente Gianluigi. L'AeCI è il regno incontrastato del fancazzismo più assoluto e parlo con cognizione di causa. Dal '94 al '96 sono stato il membro per l'aeromodellismo della Commissione Sportiva Centrale, ho frequentato quegli uffici e parlo con cognizione di causa. Di quel periodo conservo un oggetto dal valore altamente simbolico: uno dei sottobicchieri che ci venivano messi sul tavolo, accanto alla bottiglietta dell'acqua durante le riunioni. E' un simbolo dell'AeCI racchiuso in un cerchio poco più grande del culo di un bicchiere standard e fotocopia di fotocopia, di fotocopia, di fotocopia... probabilmente l'originale era stato fotocopiato la prima volta quando ancora c'erano le fotocopiatrici a bagno chimico. Ma il tocco finale era davvero significativo: ciascun sottobicchiere era stato ritagliato a mano, con le forbici. Ricordo che questa cosa mi colpì molto. Pensare che ci fosse un dipendente pubblico, pagato coi miei soldi (il mio incarico, fra l'altro, era a titolo completamente gratuito) che passava parte delle sue tediose giornate a ritagliare tondi improbabili da fogli di carta A4, dava la misura dell'assoluta inutilità di quell'Ente. Fidatevi: lì dentro la parola "lavoro" è solo una vaga astrazione, una sorta di chimera mitologica che nessuno ha mai visto nella sua dura realtà.