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Vecchio 19 luglio 18, 23:34   #1 (permalink)  Top
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Gare: internazionali, Open o "pane e salame"?

Ritratto argomenti discussi in chat Whats App F3K Italia, di cui sono stato lettore, ma meritevoli di una analisi pubblica da condividere con più utenti.

Sono appena tornato dal Campionato Europeo di F3K a Martin, in Slovacchia. Ho visto effettuare dei voli incredibili.
Il livello tecnico è altissimo, sia nella preparazione dei modelli, sia nella capacità di volo che in quella atletica. La quota medie di lancio è sui 70 metri (Duss 85m).
Una nazionale che ci possa rappresentare al meglio richiede elementi capaci di raggiungere tali quote di lancio, di essere esperti tanto da riuscire a gestire al meglio il volo in ogni condizione di vento, avere il tempo ed il denaro per raggiungere tali obbiettivi. Per primeggiare nei confronti internazionali non basta più essere talentuosi.
Come? Tanto allenamento, sul campo, in palestra od in un campo atletico e tante gare internazionali. In Italia ne ospitiamo una ma poi tocca viaggiare fuori dai confini.

-Per questo il criterio di selezione prevede che siano validi i punteggi acquisiti nel Campionato Italiano ed in tutte le gara internazionali.

...e quindi stiamo parlando di un numero ristretto di piloti F3K italiani.

Poi ci sono coloro che lanciano a 40m, che stanno apprendendo, che vogliono divertirsi ed a cui la licenza Fai non interessa. Sono anche coloro che però servono per alimentare il bacino dei praticanti ad alto livello, che tra i comuni mortali si può nascondere il futuro campione italiano.
Tra costoro si annovera chi si attiva per seminare ulteriormente, pur temendo ancora dei confronti ad alto livello, come chi si vuole mettere in gioco dedicando completamente il proprio tempo libero a migliorarsi.

- Per questo sono stati pensati gli allenamenti collettivi e le garette.

La realtà dei fatti è diversa:
pochi dei possibili candidati ad un posto in nazionale si dedicano ad impegnative trasferte per aumentare il proprio bagaglio di esperienza;

pochi dei praticanti di base hanno aderito alle giornate a loro dedicate.


Il calendario è composto di dodici mesi.
Analizziamo quanto successo nell’anno in corso.

Esclusi quelli invernali, che si possono dedicare a degli allenamenti di gruppo e che se annullati comportano pochi problemi ( nel 2018 si sono programmati cinque incontri in tre campi tutti annullati per le condizioni meteo), ne rimangono otto a disposizione.

Luglio ed agosto dedicati alle ferie ed ai campionati continentali o mondiali, rimaniamo a sei mesi disponibili per un calendario.

Inizio di stagione ad aprile con Vercelli ET ed a seguire Lugo CI in meno di un mese, questo per i tesserati FAI. Prima Open in concomitanza con il CI ed a cui nel 2018 hanno aderito in sei. A seguire dopo un mese ricorre la Open a Fermo (13 presenze contro le possibili 22 adesioni).

Nel frattempo, prima e dopo il periodo analizzato, 5 le gare Euro Tour più vicine al territorio italiano, in funzione delle quali si cerca di non fare coincidere le Open italiane, come se possibile con quelle di F3J o F5J, con un occhio di attenzione almeno per quelle titolate.

Un mese dopo Fermo è stato programmato una garetta o incontro propedeutico a Prato: otto presenti di cui uno solo neofita, almeno altri otto i possibili usufruttuari di una giornata a loro dedicata ma assenti.

Arriveremo a settembre con due ET, Ptui e Svizzera, ed una Open in Italia ad Anghiari, prova unica di Trofeo. Dopo un mese la Open a Roma.

Quindi stiamo argomentando di 5 incontri nazionali, Open o "pane e salame", sei internazionali tra Vercelli e quelle accessibili dal territorio nazionale ed una di CI, per un totale di 12 in sette mesi.

Il suggerimento ed il desiderio generale appare quello di un maggiore numero di Open, da Torino a Roma ci sono i campi per ospitarle.
Questo però significa sovrapporre gare di ET con le nazionali, o quanto meno avere cadenze con intervalli brevissimi, per cui non credo che tutti i veterani ed aspiranti ad un posto in squadra possano permetterselo.

Va bene invece a chi non ha questo obiettivo.
Si tratta allora di inserire nel calendario altre tre/ quattro gare che, con riferimento al calendario 2018 (Calendario), si vanno a sommare alle attuali:
Open di Lugo, Open di Fermo, Prato, Open di Anghiari ed Open a Roma.

E’ intuitivo che in uno scenario del genere ogni candidatura deve essere in grado di provvedere autonomamente all’evento ( preparazione del campo, raccolta delle iscrizioni, matrici e cartellini, impianto audio per la gestione delle task, catering, premi.)

E’ già tempo per pensare alle date 2019.
Fisse le date di Vercelli ET, Lugo CI e probabilmente la seconda di CI a fine stagione ( Torino? Prato?), si tratta di incastrare le Open nelle date disponibili. E’ mia abitudine contattare per mail di gruppo, durante la gestazione del futuro calendario, chi si propone o si potrebbe proporre. Deve essere impegno di costoro attivarsi, senza aspettare un sollecito telefonico o non avere memoria di quanto condiviso.

I concorrenti devono avere idea di quali le date stabilite, il calendario sul sito ha una funzione, al fine di evitare il solito giro di singole telefonate per rinfrescare la memoria, che a volte ci si dimentica e poi impegni di famiglia, la domenica precedente passata in pendio e quanto altro impedisco di partecipare.

E’ anche auspicabile che non si aspetti che la gara si svolga nel raggio di 100 km da casa propria, perché un calendario più fitto richiede anche la disponibilità a muoversi per lunghe distanze (come ricordava Sergione l’Italia è stretta e lunga!), per cui non può essere la distanza tra Lugo e Bologna ad essere discriminante se presenziare o meno.

E’ auspicabile che chi si ritrova a gareggiare sotto casa sia collaborativo a livello organizzativo, perché abbiamo avuto esempi di chi, ancor prima della premiazione, sia capace per primo di lasciare il campo, in quanto non organizzatore dell’evento , per essere a casa dopo 10’.

Come anche auspicabile ad essere presenti sul campo all’orario convenuto di inizio gara, che altrimenti il tempo a disposizione si accorcia, il programma non può essere rispettato e le prove effettuate minori di quelle stabilite.

Cosa può accadere in uno scenario del genere?

Il debuttante deve superare lo shock della prima gara ed imparare sul campo confidando, non in modo scontato, dell'aiuto dei più esperti, per cui deve presentarsi con settaggi pronti ed una idea di come si svolge una competizione. In mancanza di giornate didattiche dovrebbero chiedere assistenza ai praticanti vicini alla loro zona di residenza, funzione assolta a Bologna dai frequentatori del PdT ed in Veneto da Enrico, ma possibile a Torino, Asti, Milano, Cremona, Parma, Prato, Anghiari, Fermo, Roma e Caserta.

Si potrebbe riprendere in considerazione una classifica a punti per il Trofeo, memori però di quanto accaduto in passato:
l’ostacolo delle distanze, la divisione in girone nord e centro_sud come palliativo, l’apporto numerico dei partecipanti locali.

Si dovrà porre attenzione a che, in una gara con soli cinque concorrenti, numero minimo per comporre un gruppo, si possa contare su altrettanti cronometristi/helper.

Si darà per scontato che un debuttante fra debuttanti acquisisca lo stesso punteggio che può ottenere, con maggiore difficoltà, un esperto tra esperti in un altro contesto, senza che ciò comporti problemi e seguenti polemiche.

Si dovrà anche considerare scontato che una gara a giugno/luglio debba essere svolta con alte temperature in campo, che per la sua posizione geografica possa richiedere ore di colonna in autostrada insieme ai vacanzieri del week end di andata o ritorno dalla riviera.

Se tutti coscienti di quanto sopra ricordato, frutto di esperienze vissute in passato, allora attendo le proposte di campi e date per mettere in cantiere una decina di Open.

Queste, ricordo ancora, non saranno comunque selettive per la squadra nazionale, i cui componenti dovranno conquistare il loro posto con confronti di livello europeo e di campionato italiano.

Ciao,
Ciura

Ultima modifica di robciur : 19 luglio 18 alle ore 23:42
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Vecchio 22 luglio 18, 08:34   #2 (permalink)  Top
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Sono appena tornato dal Campionato Europeo di F3K a Martin, in Slovacchia. Ho visto effettuare dei voli incredibili.
Il livello tecnico è altissimo, sia nella preparazione dei modelli, sia nella capacità di volo che in quella atletica. La quota medie di lancio è sui 70 metri (Duss 85m).
Una nazionale che ci possa rappresentare al meglio richiede elementi capaci di raggiungere tali quote di lancio, di essere esperti tanto da riuscire a gestire al meglio il volo in ogni condizione di vento, avere il tempo ed il denaro per raggiungere tali obbiettivi. Per primeggiare nei confronti internazionali non basta più essere talentuosi.
Come? Tanto allenamento, sul campo, in palestra od in un campo atletico e tante gare internazionali. In Italia ne ospitiamo una ma poi tocca viaggiare fuori dai confini.

-Per questo il criterio di selezione prevede che siano validi i punteggi acquisiti nel Campionato Italiano ed in tutte le gara internazionali.

...e quindi stiamo parlando di un numero ristretto di piloti F3K italiani.

Poi ci sono coloro che lanciano a 40m, che stanno apprendendo, che vogliono divertirsi ed a cui la licenza Fai non interessa. Sono anche coloro che però servono per alimentare il bacino dei praticanti ad alto livello, che tra i comuni mortali si può nascondere il futuro campione italiano.
Tra costoro si annovera chi si attiva per seminare ulteriormente, pur temendo ancora dei confronti ad alto livello, come chi si vuole mettere in gioco dedicando completamente il proprio tempo libero a migliorarsi.

- Per questo sono stati pensati gli allenamenti collettivi e le garette.

La realtà dei fatti è diversa:
pochi dei possibili candidati ad un posto in nazionale si dedicano ad impegnative trasferte per aumentare il proprio bagaglio di esperienza;

pochi dei praticanti di base hanno aderito alle giornate a loro dedicate.


Il calendario è composto di dodici mesi.
Analizziamo quanto successo nell’anno in corso.

Esclusi quelli invernali, che si possono dedicare a degli allenamenti di gruppo e che se annullati comportano pochi problemi ( nel 2018 si sono programmati cinque incontri in tre campi tutti annullati per le condizioni meteo), ne rimangono otto a disposizione.

Luglio ed agosto dedicati alle ferie ed ai campionati continentali o mondiali, rimaniamo a sei mesi disponibili per un calendario.

Inizio di stagione ad aprile con Vercelli ET ed a seguire Lugo CI in meno di un mese, questo per i tesserati FAI. Prima Open in concomitanza con il CI ed a cui nel 2018 hanno aderito in sei. A seguire dopo un mese ricorre la Open a Fermo (13 presenze contro le possibili 22 adesioni).

Nel frattempo, prima e dopo il periodo analizzato, 5 le gare Euro Tour più vicine al territorio italiano, in funzione delle quali si cerca di non fare coincidere le Open italiane, come se possibile con quelle di F3J o F5J, con un occhio di attenzione almeno per quelle titolate.

Un mese dopo Fermo è stato programmato una garetta o incontro propedeutico a Prato: otto presenti di cui uno solo neofita, almeno altri otto i possibili usufruttuari di una giornata a loro dedicata ma assenti.

Arriveremo a settembre con due ET, Ptui e Svizzera, ed una Open in Italia ad Anghiari, prova unica di Trofeo. Dopo un mese la Open a Roma.

Quindi stiamo argomentando di 5 incontri nazionali, Open o "pane e salame", sei internazionali tra Vercelli e quelle accessibili dal territorio nazionale ed una di CI, per un totale di 12 in sette mesi.

Il suggerimento ed il desiderio generale appare quello di un maggiore numero di Open, da Torino a Roma ci sono i campi per ospitarle.
Questo però significa sovrapporre gare di ET con le nazionali, o quanto meno avere cadenze con intervalli brevissimi, per cui non credo che tutti i veterani ed aspiranti ad un posto in squadra possano permetterselo.

Va bene invece a chi non ha questo obiettivo.
Si tratta allora di inserire nel calendario altre tre/ quattro gare che, con riferimento al calendario 2018 (Calendario), si vanno a sommare alle attuali:
Open di Lugo, Open di Fermo, Prato, Open di Anghiari ed Open a Roma.

E’ intuitivo che in uno scenario del genere ogni candidatura deve essere in grado di provvedere autonomamente all’evento ( preparazione del campo, raccolta delle iscrizioni, matrici e cartellini, impianto audio per la gestione delle task, catering, premi.)

E’ già tempo per pensare alle date 2019.
Fisse le date di Vercelli ET, Lugo CI e probabilmente la seconda di CI a fine stagione ( Torino? Prato?), si tratta di incastrare le Open nelle date disponibili. E’ mia abitudine contattare per mail di gruppo, durante la gestazione del futuro calendario, chi si propone o si potrebbe proporre. Deve essere impegno di costoro attivarsi, senza aspettare un sollecito telefonico o non avere memoria di quanto condiviso.

I concorrenti devono avere idea di quali le date stabilite, il calendario sul sito ha una funzione, al fine di evitare il solito giro di singole telefonate per rinfrescare la memoria, che a volte ci si dimentica e poi impegni di famiglia, la domenica precedente passata in pendio e quanto altro impedisco di partecipare.

E’ anche auspicabile che non si aspetti che la gara si svolga nel raggio di 100 km da casa propria, perché un calendario più fitto richiede anche la disponibilità a muoversi per lunghe distanze (come ricordava Sergione l’Italia è stretta e lunga!), per cui non può essere la distanza tra Lugo e Bologna ad essere discriminante se presenziare o meno.

E’ auspicabile che chi si ritrova a gareggiare sotto casa sia collaborativo a livello organizzativo, perché abbiamo avuto esempi di chi, ancor prima della premiazione, sia capace per primo di lasciare il campo, in quanto non organizzatore dell’evento , per essere a casa dopo 10’.

Come anche auspicabile ad essere presenti sul campo all’orario convenuto di inizio gara, che altrimenti il tempo a disposizione si accorcia, il programma non può essere rispettato e le prove effettuate minori di quelle stabilite.

Cosa può accadere in uno scenario del genere?

Il debuttante deve superare lo shock della prima gara ed imparare sul campo confidando, non in modo scontato, dell'aiuto dei più esperti, per cui deve presentarsi con settaggi pronti ed una idea di come si svolge una competizione. In mancanza di giornate didattiche dovrebbero chiedere assistenza ai praticanti vicini alla loro zona di residenza, funzione assolta a Bologna dai frequentatori del PdT ed in Veneto da Enrico, ma possibile a Torino, Asti, Milano, Cremona, Parma, Prato, Anghiari, Fermo, Roma e Caserta.

Si potrebbe riprendere in considerazione una classifica a punti per il Trofeo, memori però di quanto accaduto in passato:
l’ostacolo delle distanze, la divisione in girone nord e centro_sud come palliativo, l’apporto numerico dei partecipanti locali.

Si dovrà porre attenzione a che, in una gara con soli cinque concorrenti, numero minimo per comporre un gruppo, si possa contare su altrettanti cronometristi/helper.

Si darà per scontato che un debuttante fra debuttanti acquisisca lo stesso punteggio che può ottenere, con maggiore difficoltà, un esperto tra esperti in un altro contesto, senza che ciò comporti problemi e seguenti polemiche.

Si dovrà anche considerare scontato che una gara a giugno/luglio debba essere svolta con alte temperature in campo, che per la sua posizione geografica possa richiedere ore di colonna in autostrada insieme ai vacanzieri del week end di andata o ritorno dalla riviera.

Se tutti coscienti di quanto sopra ricordato, frutto di esperienze vissute in passato, allora attendo le proposte di campi e date per mettere in cantiere una decina di Open.

Queste, ricordo ancora, non saranno comunque selettive per la squadra nazionale, i cui componenti dovranno conquistare il loro posto con confronti di livello europeo e di campionato italiano.

Ciao,
Ciura
Ciao come anticipato in lista mi impegno ad organizzare almeno un evento e a contribuire alla gestione informatica sui campi di un circuito di gare italiane la mia speranza (speriamo non sia vana) é di rivivere emozioni passate dove partendo da 0 mi sento di avere raggiunto una media preparazione. Mi piacerebbe tornare ad avere un trofeo f3k italia.
Forza f3k italia .....


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giammi77 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 22 luglio 18, 14:57   #3 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da giammi77 Visualizza messaggio
Ciao come anticipato in lista mi impegno ad organizzare almeno un evento e a contribuire alla gestione informatica sui campi di un circuito di gare italiane la mia speranza (speriamo non sia vana) é di rivivere emozioni passate dove partendo da 0 mi sento di avere raggiunto una media preparazione. Mi piacerebbe tornare ad avere un trofeo f3k italia.
Forza f3k italia ....
Il tuo entusiasmo e' ammirevole.
Il Trofeo era una idea valida al tempo in cui era stato concepito.

I suoi principi sono ancora validi, ma dobbiamo tenere conto dell'evolversi del tempo … e della tecnologia.

Possiamo parlarne …. ma non sui "social" luogo dove le "comari di condominio" hanno la prevalenza.

Sergio

PS: plaudo alla iniziativa del Pompele …. spero abbia successo, anche se dubito molto
__________________
Air reading is "everything" .... especially when the conditions are very challenging.(J.Wurts)
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