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Vecchio 05 settembre 06, 10:02   #1 (permalink)  Top
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Biplano, interplano e crosta di formaggio

Scrivo qui per evitare ulteriori discussioni sul thread aperto dall’amico Peppe.

Peppe ha definito la questione delle incidenze per un biplano come riconducibili a due scuole di pensiero.
In parte, ne convengo, potrebbe aver pure ragione, ma sono propenso a ritenere che la scuola di pensiero sia una sola, cioè quella prettamente aerodinamica.
Spiego.
Nei biplani viene definito con il termine “calettamento” la differenza di incidenza fra le due ali.
Calettamento positivo quando l’ala superiore ha una incidenza maggiore dell’ala inferiore, calettamento negativo quando l’ala superiore ha invece una incidenza minore dell’ala inferiore.
Calettamento zero quando invece le ali hanno la stessa incidenza.
Fin qui dal punto di vista geometrico.
Ma dal punto di vista aerodinamico ?
Qui entra in gioco l’interplano, ovvero la distanza fra le due ali.
Questa distanza è determinante per il comportamento aerodinamico dell’ala inferiore.
Infatti minore è l’interplano e maggiore risulta il disturbo che il flusso investente l’ala inferiore subisce a causa dell’interferenza provocata dall’ala superiore.
In pratica avviene ciò che avviene fra ala e stabilizzatore orizzontale, cioè una “deflessione” del flusso.
Ne consegue che l’angolo di attacco con il quale il flusso investe l’ala inferiore non è lo stesso di quello dell’ala superiore ma minore.
Quindi per portare l’ala inferiore a lavorare con il giusto angolo di attacco le strade da seguire possono essere due.
Aumentare l’incidenza dell’ala inferiore o diminuire l’incidenza di quella superiore.
Sostanzialmente entrambe portano alla stesso effetto ma è senz’altro più agevole operare sull’ala superiore.
Come detto lo svio subito dal flusso è tanto maggiore quanto minore e l’interplano ma anche tanto maggiore quanto maggiore è lo scalamento.
Per concludere può risultare che, benché l’ala superiore sia posta ad una incidenza inferiore , in effetti essa lavori con un angolo di attacco positivo rispetto all’angolo di attacco dell’ala inferiore.
Fin qui aerodinamicamente parlando.

Chi vuole intendere…..intenda.

Per ulteriori ragguagli : Jonathan Livingstone.
__________________
Mi son responsabile de quel che scrivo no de quel che ti te lesi.

L'aeromodellismo insegna la pazienza perché nell' aeromodellismo la fretta è portatrice di guai.

Al'è inutil insegnà al mus.....si piard timp e in plui si infastidis la bestie !

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