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Vecchio 30 luglio 18, 14:56   #191 (permalink)  Top
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...
Per sicurezza ho sostituito il BEC con uno identico (turnigy plush 12A-E bec da 2 amp) e ho fatto qualche misura di assorbimento. Con 6 servi analogici a vuoto misuro 120 mA, in movimento contemporaneo dei servi ma senza carico al massimo arriva a 500/600 mA. Per cercare di evitare il ripetersi del problema ho tolto il BEC da dentro la fusoliera, vicino alla batteria e lo ho installato sotto la capottina che non chiudo perfettamente, lasciando circa 1 mm di fessura nella parte anteriore per permettere la circolazione di un poco d'aria. Nell'ultima gara a Pozzolo, nonostante la temperatura ambiente abbastanza elevata non ho avuto alcun problema....
Ciao Carlo, ho aspettato un attimo a risponderti perché prima volevo completare i test.
Premetto che non ho testato nessun turnigy come il tuo, ma ho provato tutti i bec lineari che avevo in casa e solo in 2S con la ricevente spectrum e 2 servi digitali ho trovato consumi “a riposo” simili a quelli che dichiari. Con la FRSky della Taranis e 2 servi digitali non sono mai sceso sotto ai 260 mA in 3 S.
E qui mi sorge la domanda: ma a quanti S vai? Anche tu a 3S o solo a 2S?

Se il tuo modello volasse con una 2S mi parrebbe più plausibile un consumo a riposo di quel genere.


Inoltre ho guardato i vari regolatori e la parte di circuito dedicata al BEC normalmente si trova sul lato opposto a quella dove è presente il dissipatore: in pratica i componenti del BEC non hanno dissipatore.

Quindi, qualora si utilizzi un pacco 3S, usare un regolatore a parte solo come BEC non garantisce da eventuali surriscaldamenti: a quel punto, molto meglio dedicare 12-15 grammi a un UBEC esterno da almeno 3 A che ha il suo dissipatore dedicato al circuito BEC e una tecnologia dotata di un rendimento migliore.

Infatti, come già discusso con Rover in altre sedi, credo anche io che l’utilizzo di un BEC lineare con un 3S sia sempre pericoloso e fonte potenziale di surriscaldamento del circuito LBEC con possibili Black Out della radio.
Portare la tensione da 11V circa a 5V porta ad una caduta di tensione di 6V che con 500 mA di consumo fanno 3 watt da dissipare in calore in un componente minuscolo e senza dissipatore… che diventa una stufa.


Ora sui miei modelli ho abolito tutti gli LBEC e provato in volo le modifiche: per ora pare funzionare tutto perfettamente e non ho più alcuna zona “calda” all’interno del modello.

Sull’AGO18 la tensione in uscita dal BEC è 5,7 e varia di pochissimo anche in situazioni ad elevato consumo come le aperture repentine dei freni in discesa, e lo stesso succede ai 5,1 volt erogati dall’UBEC TRIXX sull’altro modello come si vede esaminando le loggerate.

Ago18


Serghey


UBEC TRIXX 3A



Ho inoltre controllato la compatibilità elettronica tra il logger MULTI 2 e i dispositivi UBEC e posso confermare che con la Taranis FRSKY usando un regolatore FullPower 35 Pro e/o un regolatoreTRIXX 35 (con spinetta verso rx con cavo del positivo sfilato) +UBEC TRIXX 3A non ci sono problemi di sorta.

Il logger non ha malfunzionamenti né manifesta alcun problema di compatibilità.

Prima delle prossime gare farò altre verifiche, ma per ora il problema pare sia risolto.

Saluti
claudio v non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 24 gennaio 19, 01:58   #192 (permalink)  Top
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Nell'autunno lo sviluppo dell'AGO18 è continuato con dei test sul calettamento della fusoliera con l'obbiettivo di svilupparne una nuova e/o affinare quella che avevo già iniziato a disegnare questa estate.

Con Eugenio, dopo svariati test con indicatori di flusso posizionati in modo da non risentire troppo dell'interferenza della fusoliera stessa, abbiamo mappato il flusso attono all'ala.

Qui qualche immagine rapprensetativa del set finale di test fatti appena più veloci del tasso minimo di caduta.

misuratori di flusso davanti al BE





misuratori flusso dietro il BE




misuratori flusso a metà trave




misuratori flusso prima dei timoni




Si vede bene la stratificazione del flusso che, anche molto davanti all'ala, ha calettamenti abbastanza elevati per linearizzarsi sotto l'ala e prendere da 2 a 4 gradi di downwash a valle del BU.

Tale effetto in coda si attenua circa 100 mm sopra l'ala e pressochè sparisce 200 mm più in alto..
Questo significa i nostri timoni a V "volano" ad incidenze differenziate con una marcata svergolatura aerodinamica indotta dal flusso deviato dell'ala.
Che sia positivo o negativo non saprei, ma non mi pare crei alcun problema nel nostro tipo di utilizzo.

Qui qualche studio di Eugenio per rappresentare graficamente l'andamento del flusso a tasso di caduta minimo e la fusoliera che potrebbe derivarne



Naturalmente accelerando gli effetti a monte e a valle dell'ala si riducono, quindi a seconda della velocità da ottimizzare, conviene "piegare" il muso più o meno verso il basso.

E infine il master ancora da rifinire e forse ottimizzare della mia nuova fuso per l'AGO 18 che prima o poi finirò per fare lo stampo.



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Vecchio 25 gennaio 19, 11:17   #193 (permalink)  Top
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Tale effetto in coda si attenua circa 100 mm sopra l'ala e pressochè sparisce 200 mm più in alto..
Questo significa i nostri timoni a V "volano" ad incidenze differenziate con una marcata svergolatura aerodinamica indotta dal flusso deviato dell'ala.
Che sia positivo o negativo non saprei, ma non mi pare crei alcun problema nel nostro tipo di utilizzo.
Molto interessante la serie di rilievi, personalmente sono convinto che la resistenza delle fusoliere, considerate le sezioni e le velocità a cui voliamo, non sia poi così determinante, comunque quando si gratta il fondo anche il poco magari fa la differenza!
Istruttivo vedere il flusso attorno al piano orizzontale; mi convinco sempre più della superiorità della configurazione a T, peraltro già da me usata molto in passato, molto efficiente e pulita dal punto di vista aerodinamico.
Lo svantaggio rimane dal punto di vista strutturale, con minor robustezza ed affidabilità e, forse, maggiore peso.
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Vecchio 28 gennaio 19, 15:12   #194 (permalink)  Top
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Molto interessante la serie di rilievi, personalmente sono convinto che la resistenza delle fusoliere, considerate le sezioni e le velocità a cui voliamo, non sia poi così determinante, comunque quando si gratta il fondo anche il poco magari fa la differenza!
Ciao Paolo,
Sicuramente non c’è molto da guadagnare, ma , dato che volevo fare un nuovo pod di fusoliera, volevo cercare di ottimizzarlo per quanto possibile per il nostro uso. Alla fine è una evoluzione della fuso del mio “riserva” (Serghey 2017) descritto qui: https://www.baronerosso.it/forum/aer...f5j-light.html




Ora la parte anteriore del musetto resta più “picchiata” di qualche grado e la forma è più ovoidale e meno cilindrica per fare meno resistenza in caso si calettamento un più picchiato o cabrato del previsto.

La superficie laterale anteriore al CG invece è leggermente aumentata perché, a mio parere, rende più efficace il direzionale e migliora il comportamento in spirale






Per il resto la capottina è presente al posto del musetto nastrato tipico dell’attuale pod Art Hobby in quanto permette una più rapida sostituzione delle batterie e la pinnetta, non so se serve, ma mi piace per alcuni motivi.

Il primo è che è utile a tenere un eventuale flap il più possibile lontano da terra in caso di atterraggio senza retrarlo e lo rende meno vulnerabile (maggiore affidabilità in caso di errori.)
Il secondo è che spesso capita di stare a “modello in mano” in attesa di lanciare dentro qualche termica e, in caso di giornata calda e mano sudata e/o giornata un po’ ventosa e ritengo che aiuti molto una buona presa.

Sul vantaggio aerodinamico non saprei che dire, non ho visto né particolari svantaggi né vantaggi: probabilmente quel che si guadagna sulla interferenza ala-fusoliera, si perde per l’aumento di sezione frontale e superficie bagnata.

Alla fine credo farà circa … uguale a non averla, però la trovo utile per i vantaggi funzionali.
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Vecchio 04 aprile 19, 01:52   #195 (permalink)  Top
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Giusto per non far sentire troppo "dimenticato" il mio AGO 18 che momentaneamente è a riposo, dopo i vari studi e aggiustamenti, sto completando la lucidatura del master per lo stampo delle nuove fusoliere.
Ecco in anteprima il master quasi finito



Ancora una lucidata al fondo e poi... verniciatura di finitura, distaccanti e si inizia a stampare
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Vecchio 04 aprile 19, 16:07   #196 (permalink)  Top
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Giusto per non far sentire troppo "dimenticato" il mio AGO 18 che momentaneamente è a riposo, dopo i vari studi e aggiustamenti, sto completando la lucidatura del master per lo stampo delle nuove fusoliere.
Ecco in anteprima il master quasi finito



Ancora una lucidata al fondo e poi... verniciatura di finitura, distaccanti e si inizia a stampare
Ciao Claudio ho una domanda che non riguarda la fusoliera ma l'ala.
Quando devi incollare il D-box sul naso delle centine immagino che dallo stampo non ti esca proprio preciso. Quindi forse dovrai tagliarlo.
In che modo riesci a tagliarlo preciso????
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Vecchio 04 aprile 19, 20:08   #197 (permalink)  Top
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Il carbonio del Dbox è rifilato appena maggiorato e poi provato in bianco sull'ala infilata nella controsagoma in estruso. A questo punto è tracciata alle estremità la linea di rifilatura finale appena dietro al longherone.

Estratto il tutto dalla controsagoma e posato il rivestimento sul bancone, le tracciature agli estremi fanno da riferimento per la rifilatura finale fatta con righello e cutter.

Dato che il rivestimento è spesso meno di 0.2 mm e che le centine non hanno ribassi per alloggiarlo... l'operazione non richiede precisione particolare.
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Vecchio 05 aprile 19, 08:10   #198 (permalink)  Top
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Il carbonio del Dbox è rifilato appena maggiorato e poi provato in bianco sull'ala infilata nella controsagoma in estruso. A questo punto è tracciata alle estremità la linea di rifilatura finale appena dietro al longherone.

Estratto il tutto dalla controsagoma e posato il rivestimento sul bancone, le tracciature agli estremi fanno da riferimento per la rifilatura finale fatta con righello e cutter.

Dato che il rivestimento è spesso meno di 0.2 mm e che le centine non hanno ribassi per alloggiarlo... l'operazione non richiede precisione particolare.
Ti ringrazio molto per la risposta mi hai chiarito il dubbio.
Buona giornata a tutti.
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Vecchio 28 maggio 19, 20:09   #199 (permalink)  Top
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Dopo aver lavorato a lungo sul Picares Autonomy per vedere cosa si poteva tirare fuori da questo semplice ed economico modellino ho deciso di tentare una prova comparativa volando alternativamente con l'AGO 18 e il Picares per vedere se trovavo differenze significative nei tassi di caduta medi.

Così ho completato la revisione completa dell'AGO 18 dello scorso anno, fatto piccoli ritocchi e refitting e l'ho rimesso in ordine di volo per continuare questa combattuta stagione 2019 di Autonomy-F5J.

qui qualche dettaglio



Installata nuova ogiva di Vladimir e l'ordinata portamotore in alluminio tornita dal buon Sergio



e così è venuto il momento delle prove che sono avvenute in compagnia dell'inossidabile Sergio Rizzo in una sera molto calma, ma, sfortunatamente, non del tutto esente da piccole zone di "tenuta" migliore che hanno reso più complivcato il lavoro e l'esame dei dati.





Cercando di riesaminare nel modo più critico possibile i risultati del logger sono arrivato alla conclusione che il tasso di caduta "puro" in planata dei 2 modelli non ha alcuna significativa differenza.
I risultati più ripetuti si attestano tra 0,29 e 0,31 m/s di caduta minima per entrambi.


grafici Picares Autonomy






grafici AGO 18



In effetti verso fine serata i grafici sono più lineari e sembra inizi una leggera "restituzione", però sono "sensazioni".

Quello che cambia tra i due modelli, che hanno circa il medesimo carico alare, è il comportamento in virata e ai massimi CP, oppure in effetto suolo facendoselo venire ad atterrare in mano dopo aver volato a 20 cm da terra per molti metri.
Lì il profilo e le corde alari maggiori dell'AGO18 paiono dare un qualche vantaggio offrendo una migliore tolleranza agli angoli d'attacco maggiori.

Ora bisognerebbe provare a ripetere ancora i test e poi fare una bella media dei risultati più attendibili, ma credo che sarà difficile scoprire miracoli particolari.

Il Picares, nel suo piccolo, si comporta veramente bene ma dovrò provare a studiare ancora qualcosa per vedere di recuperare quel "quid" in manovra alle velocità più basse.
Ad avere tempo... si dovrebbe fare un'ala con i medesimi profili dell'AGO e poi fare altri confronti... Chissà...
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Vecchio 29 maggio 19, 09:19   #200 (permalink)  Top
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Question

Ciao Claudio,
Quali vantaggi offre una ordinata portamotore in alluminio rispetto alle normali in vetronite?

CB
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