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Vecchio 11 settembre 13, 18:25   #19 (permalink)  Top
alessandroROMA
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Se vuoi comandare le vele separatamente, cioe` le rande separate dai fiocchi non vedo come tu possa farlo con un solo verricello.

Scusa mi sono espresso male, volevo dire che non intendo lasciare i fiocchi fissi ma comandarli; logicamente con un solo verricello si comanda tutto insieme.
L’idea di rinunciare al comando dei fiocchi me l’ha fatta abbandonare con un giusto consiglio proprio un utente di questo forum in un PM.


il sistema per far passare di bordo i fiocchi senza l'uso di comandi specifici esiste e rende verosimile il funzionamento, ma, naturalmente, penalizza l'efficacia della vela.
Si tratta di far partire la scotta dal ponte da un lato, farla passare attraverso un occhiello nel punto di scotta del fiocco e poi farla andare sull'altro lato del ponte.
Da un lato la scotta e` fissa, dall'altro e` collegata al verricello che lasca e cazza permettendo al fiocco essere regolato, anche se in maniera un po' approssimativa.
Il passaggio di mura del fiocco avviene automaticamente dato che scivola sulla scotta che passa nell'occhiello e quindi il vento provvede a spingerlo da un lato e dall'altro automaticamente.


Sei stato chiarissimo, potresti scrivere vademecum e manuali; in effetti avevo pensato di fare proprio così ma, correggimi se sbaglio, per facilitare il passaggio di mura del controfiocco (intendo quello più alto e più a prora, spero di non aver sbagliato il termine) , dovrei ridisegnare il controfiocco stesso facendolo più stretto (per capirci l’angolo in prossimità dell’occhiello sarebbe “molto ottuso”);

Come dicevo, pero`, in questo modo il rendimento della vela non e` il massimo cosi` come il controllo della sua forma... pero`, dal punto di vista semi-riproduzionistico offre un compromesso accettabile simulando l'estetica e il funzionamento della vela reale.

Il rendimento della vela è ridotto perché non si riesce a mantenerla bene o per un altro motivo?
Comunque il termine “semi-riproduzionistico” mi piace.


Soluzioni del genere le ho viste ma non le ho mai impiegate perche` a me interessa fare cose che funzionino al meglio e che quindi non sono mai riproduzioni.


Comprendo bene.

Dato che la tua nave avra` dei motori, un peso elevato, basso momento raddrizzante e una superficie velica esigua... il consiglio e` di pensare alle vele solo per l'aspetto estetico e non cercare di farla navigare solo a vela perche` difficilmente funzionera` in maniera soddisfacente.

Su questo punto ho seri dubbi anch’io, ma non ho perso definitivamente tutte le speranze.
Non escludo di ridisegnare il piano velico prevedendo un aumento della superfice velica ma senza alzare i picchi. Per fortuna, a differenza delle ordinate e dello scafo, sull’alberatura ho ancora tutte le opzioni aperte e posso comunque sperimentare in fase costruttiva.

Ho pensato di farla navigare perché quando finii la “porcata” che hai visto nei video di youtube, ripeto il link se ti sfugge:
https://www.youtube.com/watch?v=V6nOPxd891M
notai che, nonostante il peso (li veramente incredibile), il volume, la scarsissima superfice velica, fissa e fatta male, in alcuni momenti di vento più consistente cercava timidamente quasi di rispondere alla chiamata.
Mi sono detto pensa se avessi fatto meglio la randa e la potessi comandare. Idea balzana.

In effetti mentre per la parte estetica-riproduttiva mi ispiro liberamente alle cannoniere classe Unadilla del 1861, per la parte velica il mio obiettivo è una navigazione di questo genere, per me sarebbe il massimo.
https://www.youtube.com/watch?v=9fsWjH6Ue7A
Lo so che è diversa la superfice e diverso l’armamento e diverso tutto, ma per me è solo un punto finale per quel che riguarda la velocità e la fluidità dei movimenti.
Purtroppo chiunque naviga a vela, anche con riproduzioni d’epoca non fa a meno di una grossa pinna per la stabilità. A me la pinna sotto la chiglia non piace (a meno che non sia prevista anche nell’originale).

Sul momento raddrizzante non ho potuto fare alcuna previsione o “calcolo” (parola grossa per me) per i motivi che scrivo sotto, ma potrei riuscire a non averlo tanto basso.


Pero`, per dire quanto poco sara` efficace la propulsione a vela del tuo piroscafo, sarebbe molto utile sapere il dislocamento finale previsto e le dimensioni overall (lunghezza, larghezza, pescaggio etc) che avrai certamente gia` calcolato ma che, ameno che mi siano sfuggine, non ho trovato nei tuoi post.
Ciao


Ho scoperto che per disegnare uno scafo non c’è un metodo certo, ci si arriva in vari modi ed è un discorso molto lungo. Io ci sono arrivato per successive approssimazioni. Alla trentesima circa mi sono stufato e ho deciso che andava bene (ho rinunciato alla perfezione e mi sono accontentato della coerenza delle tre linee: acqua, longitudinali e ordinate).
Però mi sono portato dietro un problema: non riesco tuttora a chiudere i volumi, con conseguenze impossibilità di conoscere dati importanti. Questo per dirti che molti aspetti dovrò affrontarli ancora in maniera empirica, in fase di realizzazione. Per fortuna nel progetto ho lasciato aperte varie opzioni.
Comunque posso darti alcune cifre, già ora:

lunghezza fuori tutto: 1090 mm; 109 cm.
Lunghezza misurata sul ponte: 904 mm, circa 90 cm
Altezza a perpendicolo da bordo inferiore della chiglia alla punta della maestra: 579 m, circa 58 cm
Questa misura si può modificare.
Larghezza misurata al baglio massimo: 166,58 mm; 16,7 cm
Larghezza misurata fra le estremità degli appoggi delle griselle: 186 mm, 18,6 cm
Superfice di galleggiamento sulla linea teorica di g. : 110084 mm2, circa 11 dm2
pescaggio teorico: 86 mm; 8,6 cm.
altezza da bordo inferiore chiglia a superfici del ponte principale: 130 mm.
Superfice approssimativa dello scafo (va aggiunta la chiglia e il tagliamare che sporgono di circa un cm):
questo dato può essere utile solo per la verniciatura: 9322 mm2; circa 93 cm2


Ti farò sapere i pesi dell’allestimento interno esclusa la nave (scafo, alberi, accessori, sartiame ecc.ec.) che consistono in: motore, verricello, servomeccanismo, batterie AGM (ce ne vanno tre ma intendo metterne una o due al massimo), asse dell’elica, elica, ricevitore, variatore e chiglia d’acciaio.
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