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Vecchio 02 febbraio 09, 22:57   #11 (permalink)  Top
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L'avatar di TONICLE
 
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Originalmente inviato da grakula Visualizza messaggio
Io contribuisco con questo link, fra l'altro c'è anche il disegno di questo metro a spigolo che potrebbe essere utile.

MK8 en dépron selon Inoga
le foto della barca che ho messo io non sono dell mk8, che è ancor più semplice da fare, ma sinceramente se dovessi realizzare una barca così mi orienterei su quella delle mie foto.
TONICLE non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 02 febbraio 09, 23:38   #12 (permalink)  Top
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L'avatar di avel57
 
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Tra Depron E Betulla

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Originalmente inviato da claudio v Visualizza messaggio
Messaggio aperto ad Avel57 e indoor depron-maniaci

Ho seguito con interesse le sequenze di realizzazione della Phiogit sannita a spigolo e mi e` tornato in mente un vecchio progetto che avevo studiato per fare prototipi rapidi ed economici in depron.
Fatta cosi`, cioe` con un disegno similare, se ne potrebbe pensare un tuning ultra economico in depron da 6 mm e rivestimento con termoretraibile + qualche rinforzino qua e la` in compensato e tondino di carbonio da 1,5...
Basterebbe creare una piccola struttura interna triangolata tra deriva attacco sartie, albero e attachi fiocco in coperta

In pratica:
Una barca da fare con tecnica indoor nel tempo di realizzazione di un indoor potrebbe fare gola a un bel po' di gente...

Se riuscissi a postare un pdf anche in scala ridotta con le geometrie generali si potrebbe rapidamente verficare la "depronizzazione".

Con il boom attuale dell'indoor e di certe tecniche costruttive veloci, magari tanti che non hanno mai pensato alle barche potrebbero affacciarsi a questa disciplina grazie all'economicita` e velocita` costruttiva.
Che ne direste?
L'idea sarebbe buona sono perplesso solo sulla rigidità del materiale depron sotto la spinta idrodinamica dell'acqua da non sottovalutare e poi i rinforzi interni sono necessari ... il carbonio non è consentito per lo scafo .

Il rivestimento di termoretraibile sotto il sole mi lascia perplesso per la durata e la non deformazione.

Il legno da 1 mm 1,5 mm con una piccola sega da traforo elettrica si taglia facilmente e poi una volta trattato essendo poroso diviene molto rigido ...
non bisogna dimenticare del peso totale minimo per una PHIGIT 4,250 grammi !!!!
E la trazione delle sartie di acciaio sotto raffica non è affatto trascurabile.

E poi lavorare con il legno tutto sommato è più semplice del depron a nmeno chè non si parli di barche molto piccole come la RG65 .

Con uno scafo grande 1,200 cm e 4,250 gr di peso non è uno scherzo magari sarebbe possibile farlo in polistirolo pieno da rivestire con la fibra ma questa è tutta una altra storia ...
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Blade MCX - MCX2 - Eachine 119 - Vela RC - NCA National Class Association RG65 www.rg65.wordpress.com
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Vecchio 03 febbraio 09, 12:44   #13 (permalink)  Top
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L'avatar di paologiusy
 
Data registr.: 21-02-2006
Messaggi: 11.445
Scusate se mi intrometto, ma questo thread è un amo grosso come una casa per me.

Purtroppo porto delle brutte notizie, e mi dispiace smorzare l'entusiasmo ma sono costretto a farlo.

Nonostante nella sezione areomodelli sia un accanito fautore dell'uso degli espansi, nel caso di una barca a vela la vedo dura.

Le sollecitazioni cui vanno soggetti gli areomodelli sono completamente diverse e soprattutto prevedibili rispetto a quelle di una barca.

Si può iniziare col dire, ad esempio, che un modello da 1 o 1,2 metri al massimo peserà un kg, mentre qui ho sentito parlare di pesi del solo bulbo intorno ai 4 kg.

Il depron, sebbene sia il più rigido degli espansi, è pure sempre un materialaccio dalle scarse prestazioni strutturali, e deve per forza essere rinforzato già solo per resistere alle sollecitazioni indotte da areomodelli sopra al mezzo kg, figuriamoci una barca da oltre 5kg.

Per poter realizzare una struttura adeguata devono per forza di cose essere previsti dei rinforzi.

A questo punto servono ordinate (tante) e correnti in carbonio, o in alternativa (e su questo non avrei dubbi) la fibratura, ma così usciamo dagli obbiettivi del thread.

Inoltre l'impermeabilizzazione: il depron è impermeabile di suo sulle facce esterne, ma sul taglio è poroso di bestia. Il termoretraibile, qualcuno ci ha provato tra gli areomodellisti, ma è difficile da applicare per un novizio (tant'è che io ancora non ho provato) soprattutto sugli espansi, perchè occorre riscaldarlo col rischio di squagliare tutto.

Sulle giunture, inevitabili, c'è sempre il rischio di infiltrazioni. Infine non sono sicuro che il collante sia resistente all'acqua.

Se proprio dovessi farlo, escludendo la fibratura, lo vernicierei, sarei molto più tranquillo sulla tenuta all'acqua.

Insomma, a mio parere in navimodellismo gli espansi vanno bene per fare i master, ma dopo ci vuole il legno o la fibra, altrimenti il naufragio è alle porte
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paologiusy non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 09, 12:58   #14 (permalink)  Top
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L'avatar di Zazzamita
 
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Messaggi: 108
Invia un messaggio via MSN a Zazzamita
Che dire....... il ragionamento di Paolo non fa una grinza e farebbe riflettere su l'uso del depron
Zazzamita non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 09, 13:08   #15 (permalink)  Top
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L'avatar di paologiusy
 
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Messaggi: 11.445
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Originalmente inviato da Zazzamita Visualizza messaggio
Che dire....... il ragionamento di Paolo non fa una grinza e farebbe riflettere su l'uso del depron
La cosa mi dispiace non poco, perchè se fosse per me farei tutto in polistirolo.

Ma la realtà delle cose è quella che vi racconto. Per fare un esempio, la distanza massima che si deve tenere tra le ordinate per rendere la "pelle" carteggiabile, e con molta delicatezza, non deve essere superiore ai 4 cm.

Oltre questa misura l'espanso "cede" sotto il tampone dove non ha appoggio, col risultato che si carteggia solo sulle ordinate, ottenendosi così una bella superficie "gobbosa". Sulle ali di un aereo è sopportabile, ma nelle linee d'acqua di uno scafo farebbe inorridire.

Una soluzione potrebbe essere quella di realizzare le ordinate a posteriori: si crea lo scafo vuoto sfruttando la curvatura delle fiancate e si ricostruiscono le ordinate con dei "tronchetti" posizionati ad hoc dove serve. L'importante infatti non è la dimensione dell'ordinata in sè ma la sua distribuzione, che deve essere fitta.

Non so mi sono spiegato ....
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paologiusy non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 09, 13:12   #16 (permalink)  Top
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L'avatar di paologiusy
 
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Oppure si potrebbe utilizzare polistirene da edilizia con spessori generosi, sul paio di cm, flettendolo col calore ....
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Vecchio 03 febbraio 09, 13:55   #17 (permalink)  Top
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L'avatar di cecco
 
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Originalmente inviato da paologiusy Visualizza messaggio
Oppure si potrebbe utilizzare polistirene da edilizia con spessori generosi, sul paio di cm, flettendolo col calore ....

A quel punto fai la struttura piena e svuoti solo dove serve .......... comunque anche i vari polistirene\polistirolo sono abbastanza igroscopici e andrebbero ricoperti\resinati, in più bisogna comunque prevedere i rinforzi che colleghino strallo di prua con strallo di poppa, lande delle sartie e albero e deriva in una struttura più rigida possibile.

E' quasi come fare un master e poi stamparlo.........



Ciao

Francesco
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Non si è mai troppo vecchi per imparare, non si è mai troppo giovani per insegnare.....
cecco non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 09, 14:40   #18 (permalink)  Top
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L'avatar di claudio v
 
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Residenza: Torino
Messaggi: 4.598
Mi sembra che stiate gettando la spugna troppo facilemente...

Premesso che ne ho già messo assieme una in depron da 3 da 30 cm che sta assieme con una ordinata e 2 pezzettini di rinforzo, sono ben convinto che almeno fino a 80 cm ci si possa arrivare.
L'idea è di non dover fare nessun fasciame e di non carteggiare proprio nulla se non le giunture dei vari spigoli, altrimenti addio alla placcatura superficiale della lastra di depron e ai vari vantaggi.

Poi bisogna sfatare almemo un paio di miti: il primo è quello della rigidezza di parete dello scafo, che su un modello da circa un metro o meno conta... proprio nulla se si rimane nei limiti del ragionevole.
il secondo è che una barca debba essere una specie di mobiletto galleggiante a prva di tutto. L'obbiettivo è fare un giocattolino, non vincere l'italiano IOM o andare nei 40 ruggenti.

Comunque, visto che una barca da 4 kg con 2 di bulbo sembra troppo difficile, almeno come prima esperienza, potremmo provare ad abbassare il tiro a qualcosa di più facile: diciamo di stare negli 80 cm e nei 1500 grammi con circa metà del peso nel bulbo.

Daltronde prima si sono fatti gli shock flyer indoor e poi l'acrobatico da 3 metri tutto in depron

I carichi grossi li abbiamo sulle sartie, e allora potremmo:
  • soluzione 1: toglierle favendo l'albero incastrato in una scassa solidale a quella della deriva: fine dei carichi delle sartie non ci sono più.
  • soluzione 2: con del compensato da 1,5 mm fare un prisma triangolare (3 striscie di compensato incollate tra loro) che collega deriva e scassa dell'albero: un lato è solidale alla coperta e gli altri due sono triangolazioni che collegano il piatto della coperta con il fondo dello scafo, della scasa dell'albero e della deriva. Dato che un prisma triangolare è indeformabile si prederà tutto il carico di deriva e sartie: lo scafo potrà fare "figura" ma non vedrà nessun carico

Poi avremmo il problema dello strallo di prua e poppa.
  • Soluzione numero 1: li togliamo tutti e due perchè usiamo un armo a balestrone... niente sartie, niente stralli
  • Soluzione numero 2: mettiamo un tubino di carbonio da 4 che corre sotto alla coperta e va a prua a e poppa ai rispettivi attacchi e un tirantino (filo di kevlar da pesca ad esempio) che parte dal punto più basso della scassa al punto di attacco a prua e a poppa. Tirantino legato e bloccato in opera con una goccia di ciano e abbiamo finito... tutti i carichi a flessione dati dall'albero sono finiti lì.

Per fare una similitudine indoor, è la stesso concetto delle fusoliere tipo shockflyer triangolate o con il depron o con i tirantini di carbonio da 1 mm.
Nihil novi sub solem... solo trasferimento di utilizzo da una disciplina all'altra.

Ora ci rimane il problema della deriva:
Con un tubetto di carbone da 5 (idem dell'albero) si fa il longherone monolitico allo scafo/attacco albero della deriva: parliamo di 80 cm max di barchino e 700 grammi di bulbo per una deriva da 25 cm.
Un depron davanti e dietro (o spesso 3 mm attorno ad inglobarlo tipo ala con tubo interno) e la deriva è fatta.
Stesso principio delle fusoliere da indoor ad esempio del Reflex di Paisan la Roux del 2004.

Il timone si puo fare più o meno allo stesso modo: un depron da 3 sagomato e rivestito anche solo di plastica adesiva con l'asse incollato dentro (ferro da calza di alluminio da 3) che fa anche da longherone.

Lo scafoi si compone di pannelli incollati di testa tra loro con pochissime ordinate dentro, addirittura si può quasi pensare di montarlo in mano con nastro di fibra messo all'interno e poi metterlo bene in quadro dopo inserendo la strutturina di albero e deriva.

Alla fine lo si può rivestire in oracover light o altri termoretraibili meno pregiati.
Quelli light sono più facili da applicare e vanno a temperature più basse tirando molto poco sulla struttura.
Comunque ho sempre rivestito il depron senza problemi perchè tiene veramente bene la temperatura... chi ha cercato di piegarloa caldo sa bene quanto va scaldato per riuscire a deformarlo.
Se non piace il film termoretraibile, c'è sempre la plastica adesiva: il vinile è molto facile da applicare e deformare con un asciugacapelli.

Direi che a questo punto i vari problemi strutturali sono più o meno risolti...
Chi pensa di avere un disegno carino a spigolo da poter utilizzare per un minitest?

C'è qualcuno che si fa solleticare dall'idea e a cui piacerebbe provare?

Saluti
claudio v non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 09, 15:22   #19 (permalink)  Top
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L'avatar di grakula
 
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Residenza: Cecina
Messaggi: 1.875
Butto li un idea, perchè non fare con del compensataccio da 4mm una struttura tipo quella dello schema e poi su quella fissare tutto?

Mi sono dimenticato di fare il foro per l'albero ma il concetto rimane

Disegno1.wmf
grakula non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 febbraio 09, 15:32   #20 (permalink)  Top
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L'avatar di paologiusy
 
Data registr.: 21-02-2006
Messaggi: 11.445
Al tubo di carbonio da poppa a prua sotto la coperta avevo pensato anche io.

Personalmente sono più propenso alla mia idea del polistirene da 2 cm. Il polistirene è molto più flessibile e malleabile del depron. Non sono del parere di cecco: farlo pieno e svuotarlo dopo è un lavoraccio infame a cui mi divertirei soltanto io

Ovviamente occorrerebbe avere lo sviluppo delle facciate dei 4 pezzi interno ed esterno in modo da poter pre-carteggiare i bordi prima di incollarli.

Io ci starei anche a far da cavia, sul metro però, perchè poi ci voglio mettere lo spi e usarla al mare. Non ho la possibilità di usarla nè indoor nè nell'acqua dolce

Sempre che l'elettronica da montargli poi non costi una esagerazione. Ti appoggio in pieno la carta adesiva da ferramenta, probabilmente si può fare una pezza unica (e il bello è che l'ovetto è mio ).

Ocio che per voi stralli, drizze etc. sono terminologie comuni, per noi aeroplanari è arabo.

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