23 aprile 17, 14:21 | #281 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-05-2009
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Ancora una volta servirebbe a qualcosa? É una discussione tra sordi. Io non pretendo di convincere nessuno né di essere catechizzato a mia volta. Rimane il fatto che come io probabilmente glisso su molte cose altrettanto viene fatto su altre che io chiedo: trascurabilità dell'intensità del vortice d'avviamento (no consistent valuation about it) e spiegazione dell'effetto suolo. Non basterebbe una battuta (troppe cose a cui rispondere puntualmente) per cavarsela cosí a buon mercato. Specie se si ha la velleità di proporre qualcosa di nuovo. Gli slogan ormai gli lascio ad altri. Comunque per me ormai la discussione é chiusa: ho capito che non ho gran che altro da capire. Cercherò di limitarmi a leggere silenziosamente. Mi scuso per il disturbo arrecato. | |
23 aprile 17, 17:25 | #282 (permalink) Top |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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Per cercare di sincronizzarci sulle pressioni attorno all'ala in portanza, allego una figura che ne rappresenta la distribuzione su una ampia zona attorno all'ala. Le differenze di pressione nel flusso impongono forze che sonoo esercitate sulle particelle, le frecce indicano la direzione di queste forze. Questo dovrebbe convincere sloper sulla forza di pressione che preme sulle particelle a ridosso del dorso. Ancora più interessante , che riguarda direttamente la portanza, è la considerazione che le particelle dei campi sia sopra che sotto l'ala avvertono maggiore pressione nella parte superiore del loro campo di riferimento. Il risultato netto preme verso il basso. Questa forza verso il basso trova resistenza ed opposizione da cosa? Dall'accelerazione verso il basso, dalla deviazione, del flusso. Mettiamo perciò ora per la prima volta su questi schermi, in diretto contatto le forze di pressione intorno all'ala e lo svio, per capire come interagiscono l'una con l'altro e come l'una riceve condizioni di sopravvivenza dall'altro. L' interazione fra pressione e deviazione del flusso verso il basso, è reciproca. Le differenze di pressione causano la deviazione della particella del flusso verso il basso. La differenza di pressione può continuare ad esistere perchè la particella ha massa, e si oppone ad essere deviata dalla linea retta. In mancanza di forza di ritorno, non c'è forza esercitabile ed il mondo non esisterebbe. Come sappiamo, una forza viene trasmessa solo se qualcosa si oppone. Le particelle del flusso hanno massa ed inerzia. Queste banali considerazioni fisiche, di mutuo scambio e mutua interazione, sono fondamentali per la comprensione di cosa effettivamente succede. Se ce ne dimentichiamo, come tendiamo a fare nel parlare di portanza, addio mia bella nappoli. Sempre a causa del campo di pressione attorno all'ala, orizzontalmente dal BE vedremo che sul dorso dapprima le particelle vengono accelerate, poi nella seconda parte rallentate. Nel ventre invece dapprima vengono rallentate e poi subiscono una accelerazione con aumento di velocità. Questo sarà anche successivamente importante per capire la formazione del vortice cosiddetto di "avviamento". Attenzione, non c'è nulla di conclusivo in questa che è solo una foto del campo di pressione, ben noto, con aggiunta di considerazioni. Mi è solo sembrato il caso, a questo punto del 3D, di mettere anch'io qualche freccetta attorno all'ala e sottolineare nuovamente e forse chiarire: -che la massa d'aria interessata e deviata dall'ala è enorme rispetto alle dimensioni dell'ala. -in che direzione le forze vengono esercitate dal campo di pressione -che c'è mutua e reciproca interazione fra gli scambi di forze. Proseguendo: Possiamo anche notare che il campo di pressione, alias di velocità, interessato dal movimento dell'ala, è molto esteso ma non infinito. L'effetto andrà a scemare fino ad un confine, dove le condizioni saranno quelle atmosferiche. Notiamo nuovamente anche che: a parte lo strato a ridosso del boundary layer che è turbolento per buona parte dell'ala (a causa degli effetti della viscosità) e la parte della scia turbolenta che esso lascia dietro di sè, la gran parte del flusso esterna a questo straterello scorre in modo da risentire assai poco della viscosità, con caratteristiche bernoualliane. Tale da poter applicare nel flusso orizzontale il rapporto bassa pressione = alta velocità e alta pressione bassa velocità. E viceversa. Cosa che si osserva in pratica, e che consente di derivare con accuratezza il campo di pressione dal campo di velocità (il campo di velocità è la cosiddetta circolazione). Fin qui dovrebbe essere tutto condivisibile. Ora esco di casa- saludos Ultima modifica di Manubrio : 23 aprile 17 alle ore 17:29 |
23 aprile 17, 18:03 | #283 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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La tua funziona, ma ha due problemi ai miei occhi: 1) non spiega come avviene il fenomeno fisicamente. Io voglio arrovare a capirlo. 2)necessita della condizione di Kutta, cosa accettabile come aggiustamento a lacune delle parti precedenti che non coprono tutto, ma la condizione di kutta non riflette la realtà. Tanto che un profilo può produrre portanza a culo in avanti, con la parte arrotondata dietro. 3) anche il vortice non mi convince. Tu giustamente hai fatto notare l'effetto suolo a proposito del vortice, devo dire che anche questa parte è trattata nel libro di McLean a proposito del vortice, come la parte relativa all'inflessione prima dell'ala ed il suo contributo al lift. Quest'uomo però non fa sconti e non c'è nulla che dica cose semplici come "la portanza è dovuta alla differenza di pressione sopra e sotto l'ala". Per ogni aspetto c'è un trattazione profonda e apparentemente non lascia indietro nulla. Non saprei come fare a riassumere, ho solo riportato delle sue conclusioni nell'intento di stimolare curiosità e voglia di guardare a nuovi aspetti, in precedenza troppo semplicemente liquidati. Non mi devo scusare come tu non ti devi scusare di difendere concetti che fanno parte della teoria da te accettata. Ancora una volta la teoria classica non spiega fisicamente cosa avviene, per cui per me è difficile raffigurarmi l'intero processo, come si scambiano le forze tra pressione e svio, cosa fa e cosa genera linflessione prima dell'ala, perchè se tutto li va in alto, deve essere liquidato dal fatto che dopo l'ala lo svio va in giù? Se a te riesce, hai un vantaggio notevole. Mi piace anche la teoria classica di Lanchester, il paracadute, la tavoletta di span infinito lasciato cadere, meno quando va in movimento traslato, ma sempre Kutta ci vuole. Ti pare che possa essere completa e determinante una teoria che deve far ricorso a un artificio che in realtà non ha riscontro fisico perdipiù necessario a tamponare una falla del teorema che lo precede? Oh, tornano i conti, questo si. Ma cosa succede in realtà proprio non lo dice ne si preoccupa di farlo. | |
23 aprile 17, 21:37 | #284 (permalink) Top |
Padre della Teoria del bidet Data registr.: 18-01-2007 Residenza: Firenze
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Piccola elaborazione grafica... Così, tanto per riflettere e far riflettere. O riscoprire i piaceri dell'acqua calda. Osservazioni: - vedo una particella d'aria muoversi lungo un tragitto (più o meno) circolare - moto circolare che, per l'appunto, circoscrive esattamente quella zona di depressione sul dorso di cui tutti stiamo cercando le cause - ora, dove c'è moto circolare, si sa, c'è forza centripeta. Sempre. - che forza centripeta e depressione siano in qualche connesse? Oso di più: che la forza centripeta sia la causa di quella depressione (o misteriosa forza) che stiamo cercando? |
23 aprile 17, 23:14 | #285 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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Sai ora coma applicare la centrifuga e la centripeta. Ora, nelle particelle che seguono una curva. hai sempre a che fare con centripeta e centrifuga. Puoi anche, per giustificare l'attaccamento alla lastra, invocare Coanda, ma centrifuga centripeta e coanda sono conclusioni errate. Se ti interessa posso addentrami in coanda, ma solo se necessario. Dev e Cro ti hanno convinto della fallacità della centrifuga, spiegando che semmai si può parlare di centripeta, lo hanno fatto anche, bontà loro, in riferimento all'altra teoria da te linkata. Devi però convincerti che le forze che tengono attaccato al dorso la parte di flusso che lo lambisce, sono di pressione. Questa pressione arriva dalle particelle soprastanti del flusso. Una cosa che è comune a tutte le teorie del volo è il semplice e indiscutibile fatto fisico che sopra e sotto al profilo ci sono "nuvole" di pressione molto estese attorno al profilo, corrispondenti al gran flusso molto esteso che circonda l'ala, e che queste nuvole di pressione corrispondono puntualmente alle differenze di velocità del flusso alle varie stazioni del profilo-la distribuzione delle velocità è detta circolazione. Ma non c'è moto circolare. Dimentica il moto circolare. Le particelle sono messe in moto, accelerate, da una maggiore pressione che ricevono da una o più parti. Guarda il disegno che allego per capire come sono disposte le forze di pressione attorno all'ala. Non c'è alcun bisogno di "depressione", è sempre la pressione che spinge a imprimere una accelerazione- In un tornado non è la minor pressione che si ha dentro di esso a succhiare via il tetto delle case, è la maggior pressione sotto il tetto a farlo volare via. Tornando alle nuvole di pressione attorno all'ala: Sono queste nuvole di pressione che si occupano di tenere le particelle attaccate al dorso, perchè le particelle sovrastanti hanno maggior pressione indirizzata verso il basso, dove trovano altre particelle; quelle addosso al profilo sono le ultime a ricevere queste pressioni indirizzate verso la loro testa. Sotto di esse c'è l'ala e non possono attraversarla. Se non ti convinci di questo, siamo nei guai. Gli stessi guai che affliggono la teoria AeCi e FAA, che il grande manito le fulmini. Te lo ho scritto varie volte, perchè non dai adenzia a un fatto fisico incontrovertibile? Non c'è dubbio sulla ragione perchè le particelle rimangono attaccate al dorso, sono le caratteristiche del flusso di cui fanno parte, e la distribuzione della pressione nel flusso, a farlo. Non c'è altro da invocare (tranne la viscosità). Dimmi perchè non mi credi. Non chiedo di aver fede in strani concetti, solo nella fisica. Posso sbagliare, mal interpretare, siamo qui per discuterne, ma NON c'è spazio per mala interpretazione della ragione che tiene premute le particelle sul dorso. | |
23 aprile 17, 23:30 | #287 (permalink) Top | |
Padre della Teoria del bidet Data registr.: 18-01-2007 Residenza: Firenze
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Ma forse è colpa delle le mie (in)capacità di comprendonio in materia di fisica, così lacunose da farmi capire fiaschi per fischi. | |
24 aprile 17, 00:20 | #288 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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infatti non c'è alcuna DE pressione che devi cercare. Sono solo le differenze di pressione che contano. Maggiore pressione da una parte della particelle, la spinge verso la zona di minore pressione. Succede mica solo attorno all'ala. Anche se metti in comunicazione due compressori l'aria verrà spinta nel compressore che ha minore pressione, anche se i due compressori contengono aria molto superiore a alla pressione atmosferica. Ci siamo? Vado avanti. La particella xyz di aria reagisce alla pressione perchè la pressione le imprime una forza. La trasmissione di forza è possibile solo se la particella che la riceve oppone una resistenza, cioè restituisce una forza. Le particelle di aria sono dannatamente pesanti ed hanno massa ed inerzia. La forza si trasmette per contatto. La particella che subisce maggior pressione da un lato accelera verso il lato opposto, e l'accelerazione è la forza che viene restituita alla premente. Se la particella riceve pressione uguale da tutti i lati, sta ferma. Come si crea una minore pressione sull'ala? Per prima cosa, devi ragionare sul fatto che la massa d'aria che si trasforma in un flusso attorno all'ala, è imponente. Lo strato adiacente al profilo è piccolo rispetto a tutto il flusso. Davanti all'ala, per ragioni che ora non discuto, c'è maggiore pressione che sul dorso. La maggiore pressione accelera le particelle verso la zona di minore pressione (non di depressione. la DE pressione non è necessaria per imprimere il movimento). A questo punto, grazie alla accelerazione, la velocità della massa d'aria, che nel nostro caso si muove come un flusso di materiale continuo, aumenta. Se osserviamo tutto il flusso, vedremo che c'è una parte vicino al dorso che diventa presto turbolenta. Se ci allontaniamo dal dorso verso l'alto, osserviamo che il gran fiume del flusso diventa irrotazionale, cioè non turbolento, e diciamo anche che le forze viscose sono trascurabili. Possiamo trattarlo come un flusso bernoulliano, in cui ad alta velocità corrisponde minore pressione. A bassa velocità maggiore pressione. Il rapporto è reciproco. C'è quindi una relazione reciproca di causa effetto fra pressione e velocità. La maggiore pressione mette in moto il flusso da prima del profilo verso la estesa zona del dorso, accelerando le particelle. Le particelle accelerate, che restituiscono forza a quelle che le hanno accelerate, mantenendo la continuità al processo, creano a loro volta una minore pressione nella zona bernoulliana. Infatti i calcoli di pressione che incidono sull'ala, vengono derivati dalla distribuzione della velocità. Nella gran zona di flusso, siamo sempre sul dorso, che si estende verso l'alto, in una gran nuvola sopra al profilo, troviamo la distribuzione della pressione come indicata da segni meno della figura che ho postato. Ci sono più segni meno vicino all'ala che negli strati superiori. Ciò indica che la pressione vicino all'ala è minore (ci son più segni meno) che non negli strati più alti, che hanno maggiore pressione. La maggiore pressione degli strati alti preme sulle particelle vicino all'ala e le tiene aderenti. So che ti inorridirai, ma la forza totale che viene impressa all'ala, è verso il basso. Adesso ti getto ancora di più nello sconforto. Se guardi i segni + sotto l'ala, vedrai che c'è maggiore concentrazione di segni + a ridosso dell'ala e meno segni + verso il basso. Significa che anche il dorso applica forza verso il basso, accelerando le particelle a maggiore pressione verso la zona a minore pressione. Come chiaramente esposto dalla figura postata. Ho già messo un seguito in un precedente post ma tu non lo hai letto. Ora preparo la prossima puntata apposta per te. Così sono sicuro che la seguirai. | |
24 aprile 17, 02:08 | #290 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-06-2012 Residenza: folgaria
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Mi/ci aiuteresti se tu volessi indicare gli errori. Mi sono limitato al dorso, per il momento, ovvio che poi ci sarà una differenza di pressione tra dorso e ventre. Balzando alla conclusione, come la vedo io: la portanza è data dalla massa d'aria deviata e la forza trasmessa all'ala è la pressione. Con molta umiltà, si intende. | |
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